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L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

La presenza militare italiana in Africa

La presenza militare italiana in Africa

Come l'Italia ha deciso di tornare a pensare all'Africa, continente da cui dipendono gran parte dei suoi interessi nazionali

โ€œLa postura degli Stati Uniti di parziale disingaggio militare nellโ€™area Mena, a favore di una presenza piรน marcata nellโ€™area indo-pacifica, [โ€ฆ] ha creato un vuoto che ha richiamato vecchie e nuove competizioni che possono nuocere ai nostri interessi nazionali e alla nostra sicurezzaโ€.

Data questa presa di consapevolezza, espressa nel documento redatto nel 2022 dal ministero della Difesa intitolato โ€œStrategia di sicurezza e difesa per il Mediterraneoโ€, lโ€™Italia รจ tornata a formulare, negli ultimi due anni, una seria riflessione su quelli che sono i suoi interessi nazionali, scoprendo che gran parte di questi sono oggi legati al continente africano.

Dopotutto, la perdita dโ€™influenza, e in certi casi lโ€™estromissione, di gran parte dei Paesi occidentali dallโ€™Africa ha permesso lโ€™ascesa in loco di Stati con cui Roma si trova oggi in competizione – CinaRussia e Turchia su tutti – e la Penisola si รจ scoperta vulnerabile, data la sua peculiare posizione geografica, alle potenziali minacce provenienti dal fianco sud.

Tutto ciรฒ ha contribuito a innescare la riflessione suddetta, che porta perรฒ con sรฉ una premessa fondamentale: dato lโ€™attuale stato caotico del sistema internazionale e lโ€™overstretch dellโ€™alleato americano, lโ€™Italia deve iniziare ad assumersi maggiori responsabilitร  allโ€™estero. Ergo: propendere piรน verso strumenti dโ€™azione bilaterali e interessi specifici, piuttosto che vincolarsi (unicamente) a contorti interessi โ€œinternazionaliโ€.

In tal senso, un chiaro veicolo dellโ€™interesse nazionale รจ costituito dalle missioni militari allโ€™estero. Un ambito in cui lโ€™Italia si posiziona come primo contributore per le operazioni dell’Unione europea, secondo, dopo gli Stati Uniti, per quelle della Nato e primo, tra i Paesi occidentali, per le missioni delle Nazioni Unite.

Piรน in generale, la tassonomia degli impegni italiani fuori dai confini nazionali comprende le missioni in ambito dellโ€™Alleanza atlantica, le attivitร  di gestione delle crisi e, infine, le missioni con carattere di capacity building e addestramento di forze regolari di altri Paesi.

Queste ultime, spesso di natura bilaterale, sono quelle nelle quali la Penisola รจ maggiormente attiva nel continente africano e che hanno subito forti e rinnovate attenzioni negli ultimi anni, proprio a scapito di quelle inquadrate allโ€™interno di impegni multilaterali.

Come si muove lโ€™Italia in Africa?

Gli eventi piรน recenti in Africa, a cominciare dalla catena di colpi di Stato antifrancesi in Mali, Burkina Faso e Niger tra il 2020 e il 2023, hanno evidenziato per lโ€™Italia la necessitร  di fornire unโ€™impronta nazionale alle sue missioni nel continente, non fosse altro per la suscettibilitร  dei Paesi e degli attori politici in gioco.

In questo compito Roma non fatica, dato che coltiva una discreta fama come Paese privo di unโ€™agenda politica spregiudicata e disposto a cooperare in maniera trasparente.

Una percezione alla quale contribuisce anche lโ€™azione nel continente dellโ€™Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, che ha una propria sede a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso.

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Da sinistra a destra: il rappresentante di Unicef Burkina Faso John Agbor, lโ€™Ambasciatore italiano Gabriele Di Muzio e la Direttrice della Sede dellโ€™Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo di Ouagadougou Laura Bonaiuti.

Anche per questi motivi i militari italiani sono gli unici soldati occidentali a essere rimasti di stanza in Niger dopo il colpo di Stato nel 2023 del generale Abdourahamane Tchiani, che ha messo alla porta francesi e americani. Uno sviluppo necessario per Roma, visto che il Paese saheliano ha in Agadez uno dei piรน importanti snodi per le rotte migratorie africane.

A portare avanti il prezioso dialogo tra lโ€™Italia e il Niger รจ la missione Misin, tra quelle a cui la Penisola dedica il maggior numero di finanziamenti e il numero piรน alto di effettivi e mezzi militari.

รˆ composta di circa 500 unitร  ed รจ volta ad addestrare le forze armate di Niamey, oltre che a mantenere un canale di comunicazione privilegiato con il Paese, praticamente lโ€™unico in Occidente.

Riguardo invece allโ€™altro Paese strategicamente imprescindibile per lโ€™Italia, la Libia, Roma supporta e assiste il governo di Tripoli con circa 200 unitร . La missione bilaterale di assistenza e supporto (Miasit) punta in particolar modo a potenziare le capacitร  delle istituzioni locali e ad addestrare le forze di sicurezza libiche al fine di incrementarne le capacitร  complessive.

Sempre nellโ€™ex quarta sponda, la Penisola partecipa alla missione European Union Border Assistance in Libya, condotta allo scopo di assistere le autoritร  libiche nel rafforzamento delle strutture statuali preposte alla sicurezza.

Si tratta perรฒ di un impegno multilaterale inserito in ambito comunitario, come nel caso di Eutm Mozambico ed Eutm Somalia – missioni dove lโ€™Italia contribuisce allโ€™addestramento delle forze di Maputo e Mogadiscio.

Perchรฉ รจ importante la presenza italiana in Africa

Assieme a quelle citate, nel 2023 sono state 20 le missioni militari in Africa in cui lโ€™Italia ha partecipato in maniera attiva. In totale, nello stesso anno Roma ha speso circa 170 milioni di euro per mantenere i suoi impegni nel continente, nonostante la presenza delle Forze italiane sia passata dalle 2.312 unitร  del 2021 alle 1.781 unitร  del 2023.

Oltre a una serie di impegni minori, come quelli in TunisiaEgitto e Mozambico, di particolare rilevanza risultano le missioni che si svolgono nel Corno dโ€™Africa e quella che interessa il Golfo di Guinea.

La Penisola partecipa con 171 militari alla European Union Training Mission in Somalia, finalizzata ad addestrare le forze di sicurezza di Mogadiscio, a cui si aggiunge la โ€œMissione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane, di funzionari yemeniti e delle forze armate gibutineโ€.

I rapporti con il piccolo Paese di Gibuti sono assicurati anche dalla base militare Amedeo Guillet, la cui guarnigione per lโ€™anno in corso รจ fissata a 115 militari e nove mezzi terrestri.

In Africa occidentale viene invece prorogato il โ€œDispositivo nazionale aeronavale nel Golfo di Guineaโ€, forte di una nave della Marina e finalizzato alla sicurezza di unโ€™area che รจ diventata ormai lโ€™hub della pirateria globale, sede tra lโ€™altro di diverse attivitร  estrattive italiane.

La Difesa non ha comunque chiuso nessuna operazione nellโ€™area, che rimane a dir poco fondamentale da coprire con i nostri militari, in modo da conservare una presenza sul campo che sappia anche prescindere (per quanto possibile) dalle dinamiche politiche interne dei Paesi, come colpi di Stato o rivolgimento politici di spessore.

Le missioni di Roma in Africa devono infatti essere utili a difendere gliย assetย italiani nel continente – come i siti estrattivi diย Eniย presenti in Nigeria e in Ghana – anticipare possibili sviluppi capaci di mettere a rischio la sicurezza energetica del Paese, ridurre la portata e lโ€™intensitร  delleย rotte migratorieย e infine mitigare la minaccia e lโ€™azione deiย gruppiย terroristici.

Immagine in evidenza: https://it.wikipedia.org/wiki/Base_militare_italiana_di_supporto_%22Amedeo_Guillet%22#/media/File:MIADIT_Alzabandiera_2.jpg; immagini presenti nell’articolo: 1) https://it-it.facebook.com/AICSBurkina/

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Michele Ditto

Michele Ditto

Laureato in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali presso l'Universitร  Cattolica di Brescia, mi occupo soprattutto di Europa, spazio post-sovietico e Stati Uniti. Per Aliseo curo la newsletter settimanale di Lumina. Il mio scopo รจ sottolineare quello che c'รจ dietro i principali eventi geopolitici.

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