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L’Afghanistan e l’oppio: dall’invasione americana ai Talebani

L’Afghanistan e l’oppio: dall’invasione americana ai Talebani

Il commercio della droga permette a numerose comunitร  afghane di sopravvivere. Il business dell'oppio nell'Afghanistan dei talebani

Sulla base dellโ€™ultimo rapporto delle Nazioni Unite, oltre 296 milioni di persone in tutto il mondo hanno fatto uso di droghe negli ultimi due anni. Il problema delle sue conseguenze rappresenta una delle sfide piรน complesse e diffuse della nostra epoca.

Lโ€™Afghanistan, noto da sempre per la produzione di oppio, che si ricava dal lattice che trasuda dalle capsule immature del papavero, gioca un ruolo da protagonista in questo settore e domina interi mercati in Asia centrale, Australia e Sudafrica.

Con lโ€™invasione statunitense dellโ€™Afghanistan il 7 ottobre 2001, i campi di papavero hanno subito suscitato interesse, nonostante non avessero alcun legame con la giustificazione ufficiale della โ€œguerra al terrorismoโ€. Lโ€™invasione dei campi di papavero divenne cosรฌ il banco di prova dellโ€™Operazione River Dance, una mossa strategica mal concepita dallโ€™amministrazione Bush per dichiarare guerra allโ€™oppio.

L’Afghanistan e il boom dell’oppio dopo l’invasione americana

Lโ€™Operazione River Dance si rivelรฒ un disastro sotto molti punti di vista. I trattori finivano spesso nei fossati e si impantanavano nei campi, mentre i bulldozer e i veicoli militari subivano frequenti guasti.

Tentare di sradicare i papaveri a colpi di bastone si rivelava una fatica vana. Molti afghani, arruolati nelle squadre di sradicamento, disertavano non appena scoprivano che potevano guadagnare molto di piรน raccogliendo lโ€™oppio per i contadini, piuttosto che estirpando le piante per il governo fantoccio di Hamid Karzai.

Per sabotare gli sradicatori, molti coltivatori nascondevano bombe e trappole artigianali nel terreno e allagavano i campi per bloccare i trattori. Lโ€™indignazione contro gli americani crebbe, poichรฉ venivano accusati di privare i contadini del loro unico sostentamento. Particolarmente irritante per i locali era il fatto che gli Stati Uniti distruggessero un prodotto consumato principalmente in Occidente.

I papaveri afghani hanno dominato il mercato globale della droga per decenni, ma รจ solo dopo lโ€™invasione statunitense che la produzione ha raggiunto livelli senza precedenti. Gli agricoltori piรน avveduti sfruttarono il vuoto di potere lasciato dal crollo del governo talebano per massimizzare le loro semine, e nel solo 2006 i campi di papavero alimentavano giร  un terzo dellโ€™economia afghana ed erano responsabili il 90% dellโ€™oppio mondiale.

La campagna di sradicamento colpรฌ duramente soprattutto i contadini poveri, privi di relazioni politiche e denaro per pagare tangenti. Abbandonati e impoveriti, diventavano reclute ideali per i talebani.

Solitamente, prima della semina, i contadini stipulavano accordi con i narcotrafficanti, promettendo di consegnare una certa quantitร  di resina essiccata di oppio a fine stagione. Con i raccolti distrutti, si ritrovavano incapaci di onorare i loro debiti e, di conseguenza, venivano arruolati con la forza.

Questo ciclo di disperazione e obblighi non solo alimentava lโ€™insurrezione, ma rafforzava la presa dei talebani sulle comunitร  rurali. Gli agricoltori afghani coltivano il papavero da oppio da generazioni, poichรฉ questa pianta trova fonte di prosperitร  in climi caldi e aridi, con un minimo dโ€™irrigazione, e la redditivitร  della sua vendita puรฒ essere esposta in un rapporto di 11:1 rispetto al grano. A differenza di frutta, verdura e cereali, la resina di oppio non marcisce e non attira parassiti, rendendola facilmente immagazzinabile e trasportabile su lunghe distanze.

Ironia della sorte, furono proprio i talebani a riuscire nellโ€™impresa di limitare lโ€™industria della droga afghana. Nel luglio del 2000, il mullah Mohammad Omar dichiarรฒ lโ€™oppio anti-islamico e impose un divieto assoluto sulla coltivazione dei papaveri.

Con grande sorpresa, il divieto fu rispettato. Temendo le severe punizioni imposte dai talebani, i contadini cessarono immediatamente di piantare papaveri. Dal 2000 al 2001, la coltivazione del papavero crollรฒ del 90%, scatenando il caos nei mercati globali dellโ€™eroina e destabilizzando lโ€™economia afghana.

Papaveri da oppio in Afghanistan | Wikimedia Commons

Bandendo lโ€™oppio, i talebani speravano di guadagnarsi il favore di Washington e ottenere aiuti umanitari. Tuttavia, queste speranze svanirono quando al-Qaeda, a cui i talebani avevano dato rifugio, orchestrรฒ gli attacchi dellโ€™11 settembre. Nel 2001, subito dopo lโ€™invasione delle forze americane e la rimozione dei talebani dal potere, i contadini afghani ripresero immediatamente a seminare papavero.

Nel 2002, i britannici avanzarono una nuova proposta facendo unโ€™offerta irresistibile ai coltivatori: li avrebbero pagati 700 dollari per acro per distruggere i loro raccolti, una somma notevole per un Paese impoverito e devastato dalla guerra. Ovviamente, la notizia scatenรฒ una frenesia nella coltivazione del papavero.

I contadini piantarono quanti piรน papaveri possibile, pianificando di distruggere parte del raccolto in cambio del denaro inglese, mentre il resto sarebbe stato venduto come al solito sul mercato nero. Questo espediente trasformรฒ lโ€™offerta britannica in un incentivo inaspettato per aumentare la produzione di oppio, piuttosto che ridurla.

Dopo il fallimento dellโ€™Operazione River Dance, il Congresso americano iniziรฒ a spingere per un approccio piรน aggressivo, guardando allโ€™esempio dellโ€™Operazione Plan Colombia, approvata da Washington nella lotta contro il traffico di cocaina. In Colombia, le coltivazioni di coca erano state irrorate con erbicidi che avevano seccato le piante.

Nonostante il rischio di cancro causato dagli erbicidi, lโ€™amministrazione Bush considerava il Plan Colombia un vero successo e propose di adottare una strategia simile in Afghanistan.

Karzai e i ministri del suo gabinetto respinsero la proposta di irrorazione, temendo che gli erbicidi potessero contaminare lโ€™acqua e le riserve di cibo, e che gli afghani delle aree rurali si sarebbero ribellati se il loro governo avesse consentito agli stranieri di spargere strane sostanze dal cielo. Inoltre, i funzionari afghani sapevano che se lโ€™irrorazione avesse avuto successo, avrebbe distrutto lโ€™unica economia nazionale prospera, provocando ulteriore rabbia tra la popolazione rurale.

La lotta dei talebani contro le coltivazioni รจ sta

Dopo la presa di Kabul da parte dei talebani il 15 agosto 2021, la coltivazione dellโ€™oppio in Afghanistan รจ crollata del 95%, secondo lโ€™ultima indagine Onu. Questo drastico calo ha colpito duramente le comunitร  rurali, molte delle quali dipendevano dal reddito dellโ€™oppio.

In un Paese dove lโ€™80% della popolazione vive di agricoltura e affronta gravi carenze idriche, molti agricoltori sono passati alla coltivazione del grano. Sebbene questa coltura possa ridurre lโ€™insicurezza alimentare, genera entrate molto inferiori rispetto allโ€™oppio. A livello globale, la riduzione della disponibilitร  di eroina potrebbe diminuire il traffico e il consumo, ma potrebbe anche spingere verso lโ€™uso di oppioidi sintetici come il fentanyl.

Un aspetto fondamentale del supporto finanziario e tecnico allโ€™industria della droga in Afghanistan riguarda il funzionamento dei canali di distribuzione. Le rotte di transito principali sono garantite da organizzazioni criminali che riescono a eludere i punti di controllo delle frontiere sfruttando delle โ€œfinestre di confineโ€ dove i controlli sono del tutto assenti poichรฉ si tratta di sentieri conosciuti solo dai residenti locali.

Kandahar, la seconda cittร  piรน popolosa dellโ€™Afghanistan รจ da sempre un bastione dei talebani, si รจ trasformata nel centro finanziario di supporto alle attivitร  criminali transnazionali. Qui operano organizzazioni che concedono prestiti ai produttori di oppio, ai proprietari di fabbriche farmaceutiche e ai trasportatori coinvolti nella logistica del contrabbando. Queste strutture finanziarie gestiscono anche i pagamenti per i grandi quantitativi di eroina venduti.

Panetti di oppio grezzo sequestrati in Afghanistan nel 2005 | Wikimedia Commons

Talvolta, importanti istituti bancari sono coinvolti nel processo di legalizzazione dei profitti derivanti dalle attivitร  illecite. Tuttavia, per trasferire i narcodollari, i trafficanti preferiscono utilizzare un sistema finanziario di compensazione noto come แธฅawฤla, basato sulla fiducia e sullโ€™onore dei mediatori, gli แธฅawฤladar.

La sua peculiaritร  risiede nella capacitร  di eludere la tracciabilitร  delle transazioni basandosi sul reciproco rispetto tra broker di grande prestigio. Nessun documento di identitร  รจ richiesto al mittente o al destinatario; la sicurezza รจ garantita da un codice speciale che gli แธฅawฤladar si scambiano per confermare la riuscita del trasferimento.

Di conseguenza, i fondi non lasciano fisicamente nessuno dei Paesi coinvolti, sfuggendo cosรฌ alla vigilanza delle autoritร  governative, che si trovano incapaci nel tracciare transazioni non riconducibili a movimenti di cassa diretti. Il tribalismo transfrontaliero, il sistema di patronaggio clanico, le leggi non scritte e le imposte doganali sul narcotraffico consolidano e rafforzano i meccanismi del commercio illecito di droghe.

Il narcotraffico afghano dimostra come le tradizioni locali e le innovazioni nel contrabbando si intreccino per creare un sistema estremamente adattabile. Nonostante lโ€™obiettivo dichiarato di proibire completamente la produzione di droga per creare lโ€™immagine di una societร  devota e prospera, lโ€™apparente deviazione da tali obiettivi solleva dubbi sulla coerenza e la credibilitร  delle politiche talebane.

La sopravvivenza economica di numerose comunitร  dipende dalla coltivazione di piante illegali, rendendo la sfida di eliminare la produzione di droga estremamente complessa. La dicotomia tra lโ€™intento ideologico e la realtร  pratica dei talebani nel gestire il narcotraffico evidenzia le contraddizioni del loro regime.

Come osservato da Sigmund Freud, โ€œogni abuso di droga รจ il tentativo di fuggire da una realtร  insopportabileโ€,  una realtร  che, per molti afghani, รจ segnata da povertร  e conflitto. Questo richiamo non solo sottolinea il tragico destino dei singoli consumatori, ma riflette anche la lotta piรน ampia di un Paese che cerca di trovare un equilibrio tra sopravvivenza economica e stabilitร  sociale sotto un regime autoritario.

In Afghanistan, il narcotraffico rappresenta tanto una maledizione quanto una via di sopravvivenza che permette di guardare al futuro. Il mondo non sembra osservare con attenzione, ma le decisioni prese oggi dai talebani avranno ripercussioni profonde e durature sia per la popolazione locale che per la comunitร  internazionale. Tomba degli Imperi era, e senza valide alternative, ancora sarร .

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Ilya D'Antonio

Ilya D'Antonio

Mi occupo di intelligence operativa con l'obiettivo di anticipare le mosse e capire il gioco mentre gli altri stanno ancora leggendo il regolamento. Mi appassionano lโ€™analisi, lโ€™intuito e la capacitร  di trovare soluzioni prima che servano, perchรฉ chi aspetta la mossa dellโ€™avversario ha giร  perso un turno.

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