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Scopri L’America dopo l’egemonia

L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

Anatomia di un suicidio globale

Anatomia di un suicidio globale

La Terza guerra mondiale senza dichiarazione: un sistema fuori controllo in cui la distruzione ha sostituito la strategia

Come iniziano le guerre mondiali? Non come nei film, e nemmeno come nei manuali. Non con una dichiarazione ufficiale, nรฉ con un evento simbolico da tramandare nei libri di storia. La veritร  รจ piรน ambigua, piรน lenta, piรน sistemica: le guerre mondiali non iniziano, si accumulano.

Si sovrappongono a crisi irrisolte, si insinuano nei vuoti di potere, si nutrono della disgregazione degli imperi e della pulsione di morte di societร  sempre piรน incapaci di produrre ordine politico. E oggi ci troviamo dentro uno di quei momenti in cui la storia non si scrive piรน, semplicemente accade.

Nella notte tra il 13 e il 14 giugno 2024, circa 200 velivoli dellโ€™aeronautica militare israeliana hanno colpito obiettivi militari e nucleari in Iran, nella regione di Isfahan, nellโ€™ambito dellโ€™operazione โ€œLeone Ruggenteโ€. Un attacco in risposta ai lanci precedenti di droni e missili iraniani verso Israele, ma anche un punto di non ritorno nello scontro tra le due potenze. Ma piรน che una risposta o un attacco, รจ stato lโ€™ennesimo tassello di un conflitto globale che รจ giร  in atto.

Un conflitto che si dispiega a pezzi โ€“ come ricordava papa Francesco fin dal 2014, parlando di una ยซguerra mondiale a pezziยป โ€“ ma che oggi compone un mosaico sempre piรน coerente.

Missili iraniani a lungo raggio con marcature e la bandiera delle Repubblica Islamica sul corpo dei vettori.

Il collasso della logica bellica

Non รจ un caso isolato. Gaza, Donbass, Mar Rosso, Caucaso, Mar Cinese Meridionale: non sono focolai indipendenti, ma sintomi di una stessa febbre geopolitica. La temperatura globale รจ salita. La guerra รจ diventata lo stato predefinito del mondo multipolare, una forma di conflitto permanente, senza trattati, senza tregue, senza armistizi. Solo fronti che si accendono e si spezzano, come circuiti elettrici sovraccarichi.

A farne le spese รจ la pace. O meglio: il concetto stesso di pace. รˆ diventata parola vuota, slogan di convenienza, strumento retorico nelle mani di chi fornisce armi da una parte e firma accordi energetici dallโ€™altra. Gli stessi Paesi che si dichiarano neutrali non fanno altro che moltiplicare le esercitazioni militari. E Donald Trump, con la sua promessa da comizio di ยซrisolvere la guerra in 24 oreยป, ha dato alla diplomazia lโ€™aspetto di una barzelletta. Non รจ stato solo un fallimento geopolitico, ma morale: ha reso la pace un numero da showman.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante un comizio alla Desert Diamond Arena di Glendale, Arizona, il 23 agosto 2024.

Lo stesso Valerij Zaluลพnyj, ex comandante supremo delle Forze armate ucraine, in un saggio pubblicato su The Economist, ha dichiarato che ยซla guerra non รจ piรน fatta da uomini, ma da sistemiยป.

Droni, intelligenze artificiali, logiche algoritmiche: oggi il successo bellico non dipende piรน da chi ha il miglior comandante, ma da chi ha scritto il codice piรน efficiente. รˆ la guerra come architettura computazionale, non piรน come arte della strategia.

Questo mutamento riscrive anche lโ€™etica della guerra. Se lโ€™azione รจ eseguita da una macchina, chi porta la responsabilitร  morale? Il soldato? Il programmatore? Il ministro? Oppure nessuno?

Il risultato รจ una guerra disumanizzata non perchรฉ barbara, ma perchรฉ troppo logica. Una guerra di algoritmi: efficace, ma apocalittica.

Edward Luttwak, nel suo classico Strategy: The Logic of War and Peace, aveva teorizzato la transizione verso una fase storica definita โ€œpost-eroicaโ€. Una fase in cui le societร  avanzate rifiutano la perdita di vite umane anche per scopi strategici rilevanti. La guerra diventa allora chirurgica, razionale, economicamente sostenibile.

Quel paradigma perรฒ รจ crollato sotto le macerie di Mariupol, tra le trincee del Donbass, sotto le bombe di Khan Yunis. La guerra post-eroica รจ finita senza gloria, sostituita da una nuova forma di guerra โ€œpost-logicaโ€. Una guerra che non persegue obiettivi politici coerenti, ma si autoalimenta. Una guerra che continua semplicemente perchรฉ nessuno sa o vuole fermarla.


Drone d’attacco MQ-9 Reaper dell’aeronautica militare statunitense (USAF), completamente armato con missili e bombe a guida laser.

Cultura contro thanatos

Non รจ una novitร  assoluta. Nel 1932, Albert Einstein scriveva a Sigmund Freud chiedendogli: ยซรˆ possibile evitare la guerra?ยป. Freud rispose con luciditร  che lโ€™unica speranza risiedeva in unโ€™autoritร  legale superiore agli Stati. Ma aggiunse che si trattava piรน di un auspicio teorico che di una concreta possibilitร . Il potere strutturale รจ troppo squilibrato.

Freud tuttavia lasciรฒ uno spiraglio. Scrisse che lโ€™unico vero antidoto alla pulsione di morte (thanatos) รจ la cultura. Solo la cultura puรฒ arginare la distruttivitร  umana. Solo lโ€™unione di individui ragionevoli, non mossi dalla brama di potenza, puรฒ generare un ordine alternativo. Ma รจ un progetto fragile, lento, contrario alla logica del tempo presente.

Oggi piรน che mai il mondo ha bisogno di analisi fredde e responsabilitร  locali. Perchรฉ non ci sono piรน confini di guerra. Non esistono piรน guerre lontane. Ogni guerra รจ una guerra qui.

Il disordine รจ sistemico. E lโ€™unica risposta puรฒ essere comunitaria, resiliente, orizzontale. Nessuno puรฒ fermare la guerra globale da solo. Ma ognuno puรฒ decidere se esserne complice.

Il dettaglio umano contro la guerra

E allora torniamo al punto di partenza: la Terza guerra mondiale non รจ una minaccia futura, ma una realtร  attuale. Non ha una Sarajevo, non ha un attacco radio sotto falsa bandiera delle SS. Ha solo una lunga, lenta, inesorabile concatenazione di eventi. Segmenti che si saldano. Fronti che si accendono.

Per non diventare ingranaggi di questa macchina, resta unโ€™unica via: coltivare la cultura, la luciditร  e il senso critico.

Non salveranno il mondo. Ma possono ancora salvare chi non vuole partecipare alla sua distruzione. Per sopravvivere, non possiamo piรน aggrapparci ai miti della pace universale o della razionalitร  globale. Possiamo solo agire nel dettaglio: restare umani, coltivare comunitร , resistere nella cultura. รˆ poco? รˆ tutto.

Immagine in evidenza: https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:MQ-9_Reaper_UAV_%28cropped%29.jpg; Immagini nell’articolo: 1) https://unsplash.com/it/@moslemdanesh; 2) <a href=”http://By <a rel=”nofollow” class=”external text” href=”https://www.flickr.com/people/22007612@N05″>Gage Skidmore</a> from Surprise, AZ, United States of America – <a rel=”nofollow” class=”external text” href=”https://www.flickr.com/photos/gageskidmore/53951823882/”>Donald Trump</a>, <a href=”https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0″ title=”Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0″>CC BY-SA 2.0</a>, <a href=”https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=151886913″>LinkBy Gage Skidmore from Surprise, AZ, United States of America – Donald Trump, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=151886913;

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Ilya D'Antonio

Ilya D'Antonio

Mi occupo di intelligence operativa. Non per prevedere il futuro, ma per accorgermi quando cambia il presente. Osservo i dettagli che sembrano rumore, seguo le mosse che non fanno notizia e studio il gioco mentre si finge che le regole contino ancora qualcosa. Non cerco colpi di genio. Mi basta arrivarci prima, quando ancora in pochi guardano.

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