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Missili, sottomarini, artiglieria: il riarmo dell’Australia oltre Aukus

Dall'accordo AUKUS alla produzione di munizioni in Australia: ecco come si svilupperà la nuova strategia di difesa dell'Australia

Nella giornata del 24 aprile il governo australiano ha pubblicato la Strategic Defense Review, un documento fondamentale che definisce la futura direzione delle politiche di difesa del paese. L’Australia si trova in una posizione geografica unica, in una regione in rapido mutamento e caratterizzata da sfide sempre più complesse.

La revisione strategica della difesa è stata motivata da un contesto di sicurezza in evoluzione, inclusa l’ascesa della Cina come potenza regionale e il cambiamento delle dinamiche di potere globale. L’obiettivo è quello di garantire che l’Australia possa difendere i suoi interessi nazionali, proteggere la sua sovranità e svolgere un ruolo significativo nel mantenimento della stabilità nella regione dell’Indo-Pacifico.

Il documento approvato dal governo australiano prevede sei aree prioritarie per un intervento immediato: l’acquisizione di sottomarini a propulsione nucleare di classe Virginia tramite Aukus; l’approfondimento di relazioni diplomatiche e difensive con partner nell’Indo-Pacifico; l’aumento dei rapporti con le industrie australiane per sviluppare nuove tecnologie; l’aumento della capacità dell’Australian Defence Force (ADF) di colpire obiettivi a lungo raggio con conseguente produzione di munizioni in Australia; il miglioramento della crescita e il mantenimento di una forza lavoro altamente qualificata della difesa e il miglioramento dell’ADF di operare nella zona settentrionale del paese

Il governo di Anthony Albanese ha definito la revisione come: “la più importante degli ultimi 35 anni”. Un processo cruciale per adattarsi alle nuove sfide di sicurezza nella regione e per garantire che l’Australia sia in grado di svolgere il suo ruolo come alleato affidabile degli Stati Uniti e del Regno Unito nell’ambito dell’accordo Aukus.

Come l’Australia vive l’ascesa della Cina

AUKUS, il cui acronimo sta per “Australia, United Kingdom, United States”, è un accordo di sicurezza trilaterale annunciato dall’Australia, il Regno Unito e gli Stati Uniti, il 15 settembre 2021 e confermato in un incontro a San Diego fra il 13 e il 15 marzo 2023.

L’obiettivo principale è quello di consolidare la presenza degli Stati Uniti e dei loro alleati nella regione indo-pacifica, epicentro dello scontro con la Repubblica Popolare Cinese. Prevede la cooperazione nella condivisione di informazioni sulla sicurezza e la difesa, nonché lo sviluppo di tecnologie avanzate, come la costruzione di sottomarini a propulsione nucleare.

La costruzione sarà affidata all’industria del Regno Unito, che lavorerà in stretta collaborazione con gli Stati Uniti e l’Australia. L’obiettivo è quello di fornire all’Australia una flotta di sottomarini più avanzati e performanti, in grado di affrontare le sfide della regione indo-pacifica.

Negli ultimi anni, i rapporti tra la Cina e l’Australia hanno subito un’evoluzione significativa. In passato, i due paesi godevano di una solida partnership economica basata su intensi scambi commerciali e proficui investimenti reciproci. La Cina rappresentava uno dei principali partner commerciali dell’Australia, con accordi in vari settori chiave, fra cui le materie prime e l’energia, in particolare sul carbone

Tuttavia, dal 2019 si sono manifestati diversi fattori che hanno notevolmente influenzato queste relazioni. L’Australia ha cominciato a sollevare crescenti preoccupazioni in merito alla sicurezza nazionale e alla difesa della propria sovranità, il che ha portato a una graduale distanziamento dalla Cina. Sono emersi punti di tensione su diverse questioni, inclusi conflitti commerciali che hanno portato all’imposizione di dazi su prodotti australiani, accuse di interferenza politica, come nel caso di Huawei, e divergenze sulla responsabilità di Pechino nell’origine e nella gestione della pandemia da Covid-19.

Sviluppi che hanno gettato ombra sulle precedenti relazioni economiche portando a una fase di incertezza e tensione tra i due paesi.

L’AUKUS tra Australia, Cina e Francia

L’accordo, quando fu annunciato nel 2021, sollevò preoccupazioni e polemiche a livello internazionale, in particolare, la Cina espresse forti preoccupazioni, considerandolo una minaccia alla sua sicurezza e un’ingerenza negli affari della regione indo-pacifica. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, dichiarò che l’accordo: «danneggia gravemente la pace e la stabilità regionale, intensifica la corsa agli armamenti e mina la fiducia reciproca tra i paesi regionali». Inoltre, la Cina affermò che l’accordo è stato firmato senza consultazione o considerazione per gli interessi dei paesi della regione.

La Francia, che nel 2016 siglò un accordo di cooperazione del valore di oltre 50 miliardi di dollari per la costruzione di 12 sottomarini versione convenzionale Barracuda Shortfin con l’Australia, espresse la sua delusione per la mancanza di consultazione e il “tradimento” da parte del governo di Canberra. Il governo australiano, nel tentativo di risanare i rapporti con la Francia, stabilì un risarcimento di 584 milioni di euro alla Naval Group.

La revisione prevede quanto già annunciato dall’accordo Aukus, ovvero che gli Stati Uniti forniscano 3 sottomarini Virginia all’Australia (più due opzionali) entro il 2030 e sviluppino entro il 2040 la nuova classe SSN-AUKUS, grazie alla stretta collaborazione dei tre paesi in termini tecnologici.

Un sottomarino classe Virginia dell’US Navy | da Wikimedia Commons

I sottomarini classe Virginia a propulsione nucleare della Marina degli Stati Uniti sono altamente avanzati e silenziosi, sono equipaggiati con sistemi di lancio verticale Km 48 ad alta velocità per lanciare missili antinave, missili da crociera Tomahawk e torpedini. Una vasta gamma di armamenti che consentono di attaccare bersagli aerei, di superficie e sottomarini.

I nuovi SSN-Aukus verranno prodotti per il Regno Unito, che sostituirà l’attuale classe SSN-Astute all’inizio del 2030, e per l’Australia all’inizio del 2040, secondo un progetto britannico che incorpora la tecnologia dei sommergibili statunitensi sia alla Royal Navy che alla Royal Australian Navy. La produzione avverrà per Londra nei cantieri navali di Barrow-in-Furness, nella regione della Cumbria e per Canberra in quelli di Osborne, nell’Australia meridionale.

Armi e munizioni a lungo raggio, un cambio di strategia necessario

Il 5 maggio, il governo australiano ha nominato il vicemaresciallo dell’aeronautica Leon Phillips capo della Guided Weapons and Explosive Ordnance (GWEO). L’impresa si occuperà della creazione di un’industria locale di produzione di armi e munizioni guidate a lungo raggio in Australia. In totale il governo ha disposto 4,1 miliardi di dollari, investimento – diviso in due tranche – che equipaggerà meglio l’ADF per soddisfare nuove circostanze strategiche. 

La prima tranche da 1,6 miliardi di dollari prevede l’accelerazione della consegna degli HIMARS, che offrono un supporto di fuoco altamente preciso a lungo raggio e l’acquisizione dei Precision Strike Missiles (PRISM), missili in grado di condurre attacchi multi-dominio. L’obiettivo è potenziare significativamente le capacità di attacco a lungo raggio dell’ADF, aumentando il raggio dell’artiglieria da 40 a oltre 500 chilometri, garantendo maggiore flessibilità operativa e una rapida risposta alle minacce.

Rendering del fuoco di un Precision Strike Missile (PRISM) | da Lockheed Martins

La seconda Tranche, da 2,5 miliardi di dollari, verrà investita nella GWEO che finanzierà la produzione di armi guidate e dei loro componenti critici per migliorare l’autosufficienza del paese. Nel dettaglio il governo prevede di fabbricare missili d’attacco a lungo raggio selezionati e la manutenzione locale dei missili di difesa aerea; produrre munizioni, comprese le munizioni d’artiglieria da 155 mm e le mine marine; aumentare la capacità dei test e ampliare l’inventario di GWEO. 

La Strategic Defense Review rappresenta un importante passo avanti nella strategia di difesa dell’Australia. Tuttavia, è importante sottolineare che l’impegno nel riarmo e nell’ampliamento delle capacità di difesa è un percorso avviato da tempo, in continuità con i governi precedenti.

Canberra ha costantemente investito nella modernizzazione delle infrastrutture e nell’ampliamento della flotta di sottomarini esistenti. Tali sforzi sono volti a rafforzare la difesa, con l’obiettivo di garantire la capacità del paese di preservare gli interessi nazionali, garantendo una maggiore deterrenza nella regione.

Foto in evidenza: “The crew of the Royal Australian Navy submarine HMAS Rankin enters Pearl Harbor for a brief stop during RIMPAC 2018” by #PACOM is licensed under CC BY-NC-ND 2.0. “Australian flag” by Christian Haugen is licensed under CC BY 2.0.

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