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Azerbaigian-Israele: una duratura intesa alla prova del tempo

Azerbaigian-Israele: una duratura intesa alla prova del tempo

Il conflitto a Gaza non ha scalfito la collaborazione tra Baku e Tel Aviv, che nel 2025 ha trovato ulteriore slancio con nuovi accordi energetici. Ma le tensioni tra Israele e Turchia pongono Baku davanti a un dilemma strategico

Lo scorso 5 marzo, in un intervento alla Knesset, Orit Stroock, attuale ministra degli Insediamenti e delle Missioni nazionali israeliana, ha definito lโ€™Azerbaigian come ยซun alleato strategico chiave di Israele nella regione del Caucasoยป, che con Tel Aviv intrattiene ยซrapporti bilaterali in ambiti come la difesa, il commercio, la tecnologia, lโ€™energia e lโ€™agricolturaยป.

La recente discussione parlamentare โ€“ dal titolo ยซMiglioramento dellโ€™alleanza strategica tra Israele e Azerbaigianยป โ€“ si inserisce perfettamente nel particolare contesto storico.

Lโ€™andamento del conflitto nella Striscia di Gaza e la recente caduta del regime di Bashar al Assad in Siria hanno mutato gli equilibri di potere in Medio Oriente; ciรฒ sta spingendo Israele a consolidare i rapporti con tutti quei Paesi solidali rispetto alle posizioni dello Stato ebraico, come lโ€™Azerbaigian del presidente Ilham Aliyev.

Baku, nonostante gli avvenimenti degli ultimi anni, non ha mai mostrato la volontร  di recidere nรฉ tantomeno di limitare i legami con Israele, i quali, perรฒ, sono a oggi messi a dura prova dal crescente antagonismo di Tel Aviv con Ankara. Lโ€™Azerbaigian, al momento, si trova in equilibrio tra i due poli, ma in futuro potrebbe trovarsi costretto ad agire in uno scenario mutato, obbligato a prendere decisioni che potrebbero mettere a rischio la sua posizione geopolitica.

Iran, armi e idrocarburi: il consolidamento dellโ€™asse Baku-Tel Aviv

I rapporti tra i due Paesi sono di natura amichevole fin dalla nascita del giovane Stato caucasico. Israele riconobbe il nuovo governo di Baku il 25 dicembre 1991 (il giorno prima dellโ€™effettiva indipendenza dallโ€™Unione Sovietica) e le relazioni diplomatiche ufficiali vennero inaugurate nellโ€™aprile del 1992. Questo rese lโ€™Azerbaigian il terzo paese a maggioranza musulmana dopo Turchia ed Egitto a intrattenere un dialogo ufficiale con lo Stato ebraico.

A partire dagli anni dieci del XXI secolo lโ€™intesa tra Baku e Tel Aviv si consolidรฒ attorno alla rivalitร  strategica comune con lโ€™Iran. La volontร  di indebolire Teheran โ€“ nemico numero uno di Israele che condivide con lโ€™Azerbaigian un confine di 689 chilometri โ€“ e i suoi alleati in tutto il Medio Oriente fu il perno attorno al quale si svilupparono i rapporti economici tra i due Paesi, oggi molto forti.

Questi scambi possono essere riassunti nella formula โ€œweapons for oilโ€: Baku rifornisce di idrocarburi Israele che, in cambio, esporta nel Paese caucasico armi e tecnologie militari, che hanno avuto un ruolo decisivo nel rafforzamento delle Forze armate azere.

Secondo un rapporto del Sipri, cioรจ lโ€™Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma, nel quinquennio 2016-2020 le armi israeliane hanno costituito il 69% delle importazioni totali di attrezzatura militare dellโ€™Azerbaigian, che in questo modo ha ammodernato considerevolmente il proprio arsenale.

Missili terra-terra come lo Spike Nlos oppure droni tattici come lโ€™Orbiter-3 e lo Hermes 900 sono solo alcuni esempi di armi di fabbricazione israeliana utilizzate nelle due operazioni che tra 2020 e 2023 hanno permesso a Baku di tornare in possesso del Nagorno Karabakh.

Grazie alla collaborazione, lโ€™Azerbaigian รจ diventato il primo partner energetico di Israele e il suo petrolio rappresenta piรน del 40% di tutto il greggio importato dal piccolo Stato mediorientale. Questo arriva in Israele attraverso lโ€™oleodotto che parte da Baku e arriva, attraversando la capitale georgiana Tbilisi, a Ceyhan, cittร  turca sulle sponde del Mar Mediterraneo.

Dal porto turco, infine, partono le navi petroliere che trasportano la preziosa materia prima fino ai porti israeliani (canale che il governo turco non ha mai ostacolato durante il corso della guerra nella Striscia di Gaza, attirando su di sรฉ diverse critiche).

Ma la collaborazione in ambito energetico non si ferma alle forniture di idrocarburi: รจ dello scorso 17 marzo la notizia secondo cui Socar, lโ€™azienda petrolifera statale azera, avrebbe ottenuto in via ufficiale i diritti di esplorazione โ€“ insieme alla britannica Bp e alla israeliana NewMed Energy โ€“ del giacimento di gas naturale denominato Cluster I, nei pressi del piรน grande giacimento Leviathan, nella zona economica esclusiva di Israele.

Se a questo si aggiunge lโ€™acquisizione da parte di Socar del 10% delle partecipazioni del giacimento di gas naturale Tamar, sempre al largo delle coste israeliane, annunciata lo scorso gennaio, il quadro che traspare รจ quello di una cooperazione sempre piรน stretta, bidirezionale e proiettata nel lungo periodo tra i due Paesi.

Mappa raffigurante i giacimenti di gas naturale nel Mar Mediterraneo orientale. In blu, i giacimenti all’interno della zona economica esclusiva di Israele | International Crisis Group

Antagonismo Ankara-Tel Aviv: rischio o opportunitร  per Baku?

Con il recente aumento delle frizioni tra Turchia e Israele โ€“ concentrato sul dossier siriano, come testimoniato dal sostegno israeliano alla minoranza drusa del Paese in chiave anti-turca โ€“  il presidente Aliyev si trova oggi a dover affrontare una situazione spinosa. Anche i rapporti bilaterali con Ankara sono molto profondi e sotto molti aspetti oltrepassano il confine della mera strategia, essendosi sviluppati sulla base della loro comune radice culturale turca.

Questo sentimento รจ portato avanti in prima istanza dalle classi politiche dei due Paesi: giร  Heydar Aliyev โ€“ presidente dellโ€™Azerbaigian nel decennio 1993-2003 e padre dellโ€™attuale presidente Ilham โ€“ aveva definito le relazioni bilaterali con lo slogan โ€œuna nazione, due Paesiโ€ (Bir millษ™t iki dรถvlษ™t in lingua azera, Tek millet, iki devlet in lingua turca, a dimostrazione anche della somiglianza tra le lingue parlate nei rispettivi Paesi).

Il motto appare scritto nero su bianco nel testo della Dichiarazione di Shusha, cioรจ lโ€™accordo con cui venne ufficializzata lโ€™alleanza tra Baku e Ankara nel giugno del 2021.

Per quanto si tratti di un patto di collaborazione su piรน livelli, lโ€™aspetto piรน rilevante รจ senza dubbio la cooperazione militare: esso prevede, infatti, consultazioni e iniziative congiunte nel caso di un ยซatto di aggressione da parte di terzi contro [โ€ฆ] lโ€™indipendenza, la sovranitร , lโ€™integritร  territoriale, lโ€™inviolabilitร  e la difesa dei confini internazionalmente riconosciutiยป.

Visti gli stretti rapporti che intrattiene con entrambi gli attori, le tensioni turco-israeliane rappresentano allo stesso tempo un rischio e unโ€™opportunitร  per lโ€™Azerbaigian. Da un lato รจ innegabile che un eventuale conflitto aperto costringerebbe il Paese caucasico a un delicato gioco diplomatico per evitare di dover prendere una posizione, piรน o meno esplicita, a favore dellโ€™una o dellโ€™altra parte e per mantenere intatte le relazioni bilaterali.

Se la si analizza da unโ€™altra prospettiva, invece, lโ€™Azerbaigian potrebbe avere, nel prossimo futuro, lโ€™occasione di giocare un ruolo attivo e porsi come mediatore tra le parti. Eventuali colloqui fruttuosi permetterebbero a Baku non solo di mantenere intatte le sue alleanze, ma anche di accrescere la propria rilevanza diplomatica, sulla falsariga di Turchia (soprattutto nelle prime fasi) e Arabia Saudita nellโ€™ambito del conflitto russo-ucraino e consolidare il proprio ruolo di attore regionale di rilievo non solo nel Caucaso, ma anche in Medio Oriente.

Foto in evidenza: Di President.az, CC BY 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0, via Wikimedia Commons; immagini presenti nell’articolo: International Crisis Group

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Luca De Micheli

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