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Brexit e immigrazione: il ritorno di Boris Johnson dopo il voto di sfiducia

Brexit e immigrazione: il ritorno di Boris Johnson dopo il voto di sfiducia

Il premier britannico torna sui cavalli di battaglia dei Tories, cercando di sanare le fratture in un partito diviso

A dead man walking. Il quotidiano progressista The Guardian ha definito cosรฌ il primo ministro britannico Boris Johnson allโ€™indomani del voto del 6 giugno, in cui il 42% dei deputati conservatori ha votato per affossare la premiership dellโ€™ex sindaco di Londra. Il Guardian non ama Johnson (eufemismo), ma parte da un dato solido: nel 1990 e nel 2018 Margaret Thatcher e Theresa May ottennero risultato paragonabili, ma furono presto costrette a dimettersi per i continui dissidi interni al partito. Guidare una compagine cosรฌ divisa non รจ affatto facile, ma BoJo non รจ il tipo da farsi da parte senza che ne venga costretto. E ha deciso di rilanciare fortemente lโ€™azione del suo governo.

Brexit is back

La prima mossa di Johnson dopo il voto di sfiducia รจ legata a Brexit, cui il primo Ministro deve la propria fortuna politica. Nel 2016 รจ stato infatti il principale politico conservatore a fare campagna per lasciare lโ€™Unione europea e tre anni dopo vinse nettamente le elezioni con lo slogan โ€œGet Brexit doneโ€, promessa che mantenne pochi mesi dopo. Prima di diventare premier, era stato ministro degli Esteri del governo di Theresa May, da cui uscรฌ nel luglio 2018 in polemica con lโ€™approccio dellโ€™esecutivo a suo giudizio troppo morbido.

Materia del contendere era lโ€™Irlanda del Nord, unico confine terrestre tra Regno Unito e Unione Europea. Lโ€™accordo โ€œdel Venerdรฌ Santoโ€ del 1998, che ha posto fine a 30 anni di violenti scontri tra unionisti e repubblicani, prevede che il confine tra le due Irlande debba restare aperto. La soluzione proposta da May era mantenere il Regno Unito legato allโ€™unione doganale europea: venne bocciata per tre volte dal parlamento di Westminster. Johnson negoziรฒ un nuovo accordo in cui il solo Ulster rimaneva nellโ€™unione doganale Ue, mentre il resto del Regno Unito ne usciva.

Questo significa che Uk ha mano libera sui propri accordi commerciali. Ma vuole anche dire che sono necessari controlli sulle merci tra Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Lunedรฌ 13 giugno il governo britannico ha annunciato che alcune parti del trattato saranno disapplicate: in particolare, non ci saranno piรน controlli su una serie di beni tra Londra e Belfast. Johnson sostiene che non si tratti di una violazione del diritto internazionale perchรฉ il Regno Unito ha agito โ€œin stato di necessitร โ€, ma lโ€™Ue e Dublino hanno dichiarato che ci saranno delle conseguenze.

Ritorno alle origini

Il governo Johnson รจ molto attivo anche sul fronte dellโ€™immigrazione: ad aprile ha firmato un accordo con il Ruanda, dove potranno essere ricollocati gli immigrati giunti illegalmente nel Regno Unito. Pochi giorni fa, lโ€™Alta Corte ha dato il suo via libera, solo per essere bloccata dalla Corte di Strasburgo. La misura รจ stata criticata, oltre che dalle opposizioni, anche dal principe Carlo e dalle alte sfere della Chiesa Anglicana, ma รจ supportata dagli elettori Tory, che apprezzano anche la recente polemica di Johnson con i leader sindacali che hanno indetto uno sciopero delle ferrovie e l’attivismo in Ucraina, motivato anche dalla volontร  di mostrare il nuovo volto internazionale della Global Britain post-Brexit.

Nella vignetta pubblicata dal quotidiano “The Times”, un’esemplificazione della politica britannica, con un governo confusionario e un’opposizione che non riesce ad attrarre elettori

In generale, BoJo sta tentando di agire su temi tradizionalmente cari allโ€™elettorato conservatore e su problemi impellenti come il carovita, per cui ha nominato lโ€™ex Ceo di Just Eat David Buttress delegato del Governo. Lโ€™aumento dei prezzi รจ particolarmente sentito nel Regno Unito, che con il 9% ha il tasso di inflazione piรน alto dโ€™Europa.

รˆ dunque ingenuo credere che il voto di sfiducia del 6 giugno fosse interamente legato al โ€œPartygateโ€, le feste che il primo Ministro e i suoi collaboratori tennero a Downing Street durante i giorni del lockdown. Intendiamoci, in un Paese come il Regno Unito mentire e non rispettare le regole in questo modo รจ particolarmente grave. Ma Johnson รจ un politico sui generis, il cui essere fuori dagli schemi รจ parte della sua popolaritร .

Nel partito Conservatore invece, รจ fortemente criticata la sua politica di levelling up, caratterizzata da aumento delle tasse e investimenti nelle zone piรน svantaggiate del Paese, che va a confliggere con il tradizionale liberismo economico dei Tories. Secondo lโ€™influente giornalista conservatore Paul Goodman, il vero problema del governo Johnson รจ di essere troppo orientato a sinistra e poco incisivo, dallโ€™economia, allโ€™ecologia fino alla Brexit. 

La magia di Boris Johnson รจ finita?

La grande domanda che si pone il partito รจ se Johnson, conservatore istrionico e fuori dagli schemi, sia ancora utile per far presa sulle classi popolari e vincere le elezioni. La maggior parte dei deputati sembra pensare di sรฌ. In particolare lo pensano quelli eletti nel cosiddetto โ€œRed Wallโ€ del nord dellโ€™Inghilterra: zone tradizionalmente laburiste e operaie, sono state quelle in cui Brexit ha avuto maggiore successo e che hanno scelto BoJo nel 2019. Mantenere quei collegi รจ di vitale importanza per vincere le prossime elezioni nel 2024.

Dallโ€™altra parte cโ€™รจ la realtร  dei sondaggi, in cui i Conservatori inseguono i laburisti (che pure sotto la leadership di Keir Starmer continuano a stentare) e in cui Johnson risulta essere il membro del suo governo piรน impopolare. La realtร  di un partito diviso, in cui molti membri hanno giurato di farla pagare al suo leader. La realtร  di una Scozia retta da un governo indipendentista (che martedรฌ ha annunciato un nuovo piano per arrivare a un referendum per staccarsi da Londra) e di unโ€™Irlanda del Nord in cui per la prima volta hanno vinto le elezioni i repubblicani di Sinn Fein che sognano di unirsi a Dublino. Questo non significa affatto che presto il Regno Unito si dividerร , ma queste certamente saranno questioni che resteranno a lungo sul tavolo di Downing Street. Dal quale mandare via Boris Johnson potrebbe essere perรฒ piรน difficile del previsto.

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Rodolfo Fabbri

Rodolfo Fabbri

Giornalista, da sempre affascinato da storia, geografia e politica. Milanese con esperienze in giro per l'Europa, ho una passione che sfiora la maniacalitร  per mappe e dati. L'obiettivo che mi pongo รจ quello di raccontare con equilibrio quel che ci succede intorno. Perchรฉ se รจ vero che nel giornalismo l'oggettivitร  non esiste, ritengo che il nostro dovere sia di fare tutto il possibile per avvicinarvisi

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