Abbonati

a

Scopri L’America dopo l’egemonia

L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

Ceuta, Melilla e le altre: mondi di mezzo tra Europa e Africa

Ceuta, Melilla e le altre: mondi di mezzo tra Europa e Africa

La storia e l'importanza dei possedimenti d'oltremare di Madrid, al centro di una disputa secolare col Marocco
ceuta melilla

Gli Spagnoli le chiamano ciudades autonomas (cittร  autonome) e plazas de soberanรฌa, letteralmente โ€œpiazze di sovranitร โ€, ma per il Marocco le sei piccole enclavi spagnole sparse lungo le sue coste sono esclusivamente occupazioni illegali di carattere coloniale. La storia delle plazas, tuttavia, รจ molto piรน antica di quella del fenomeno coloniale che ebbe origine dallo scramble for Africa alla fine dellโ€™Ottocento.

Il Regno di Spagna, cosรฌ come il Portogallo, cominciรฒ infatti ad organizzare scorrerie lungo la cosa nordafricana prospiciente lโ€™Andalusia giร  prima dellโ€™ultimazione della Reconquista. Di fronte alla crisi degli emiri di Cordova prima e dei sultani di Granada poi, i due regni iberici incominciarono ad occupare in pianta stabile diversi insediamenti musulmani lungo le coste del Marocco come azione diversiva nei confronti dei sultani Merinidi e Wattasidi, per evitare la loro corsa in aiuto ai correligionari ancora installati a Granada.

Ceuta e Melilla: europee da mezzo millennio

Nel 1415 i Portoghesi occuparono lโ€™araba Sebta, dโ€™ora in poi Ceuta, sponda meridionale dello Stretto di Gibilterra, mentre la sponda europea rimarrร  ancora sotto controllo islamico fino al 1462. Nel 1471 a cadere furono lโ€™antica Tangeri e la vicina Assila, anchโ€™esse occupate dai lusitani di re Alfonso V detto โ€œlโ€™Africanoโ€. Nel 1497, appena cinque anni dopo la caduta di Granada, gli spagnoli occuparono la fortezza wattaside di Malฤซliya, sulla costa mediterranea marocchina, ribattezzata da allora col nome di Melilla, ed il poco distante arcipelago delle Isole Chafarinas.

Mentre la Spagna preferiva concentrarsi sul Marocco mediterraneo, il Portogallo consolidava, a supporto delle sue rotte africane verso lโ€™India, le basi atlantiche lungo le coste del paese africano: nel 1502 viene occupata la cittร  costiera di El-Jadida (Mazagรฃo), mentre il 1505 vede la fondazione di Santa Cruz do Cabo de Guรฉ, oggi nota con il nome arabo di Agadir. Nel 1508 gli spagnoli si impossessano dellโ€™isolotto di Hajar Badis, a pochi metri dalla costa africana, e lo ribattezzano Peรฑรณn de Vรฉlez de la Gomera, installandovi un forte con funzione di controllo sulle scorrerie barbaresche a caccia di schiavi.

Nel 1540 cade sotto la bandiera spagnola lโ€™isola di Alborร n, esattamente a metร  strada tra le coste andaluse e quelle marocchine, mentre nel 1559 il sultano marocchino Mulay สฟAbd Allฤh al-Ghฤlib bi-llฤh cede al Regno di Spagna il piccolo arcipelago delle isole Al-Hoceima (oggi Islas Alhucemas), a pochissimi metri dalla costa del Marocco, in cambio di una protezione contro le mire espansionistiche dei governatori ottomani dellโ€™Algeria.

Con il consolidamento della dinastia dei Sadiani, che aveva preso il posto dei decaduti Wattasidi, ed il sempre maggior impegno dei paesi iberici nella colonizzazione delle Americhe, durante seconda metร  del Cinquecento la spinta propulsiva di Spagna e Portogallo in Marocco andรฒ progressivamente ad arrestarsi. I sultani sadiani di Fรจs e di Marrakech avviarono cosรฌ a loro volta una reconquista islamica che riportรฒ una parte dei possedimenti cristiani sotto la mezzaluna. Nel 1541 Agadir venne occupata dai musulmani, mentre nel 1550 a tornare marocchina fu Assila.

Nel 1668 Ceuta passรฒ dal governo di Lisbona a quello di Madrid, per effetto dei trattati di pace conseguenti alla Guerra di Restaurazione Portoghese, ma fu il Settecento, il secolo del grande tramonto della potenza spagnola, a vedere i piรน tenaci tentativi marocchini di riappropriazione delle enclavi. Ceuta in particolare fu assediata per ben trentatrรฉ anni consecutivi (1694-1727) dalle truppe del sultano alawide Mulay Ismaโ€™il, supportato anche da un blocco navale britannico. Stessa sorte toccรฒ a Melilla, stretta dโ€™assedio per cento giorni tra il 9 Dicembre 1774 ed il 19 di Marzo 1775 e difesa dal comandante John Sherlock, un esule irlandese deciso a combattere sotto le bandiere della Spagna cattolica in chiave anti-inglese.

Nonostante questi ed innumerevoli altri tentativi le difese spagnole ressero lโ€™urto degli eserciti barbareschi e Ceuta, Melilla e gli altri possedimenti rimasero sottoposti a Madrid. Con lโ€™entrata nellโ€™Ottocento la situazione si stabilizzรฒ, senza che perรฒ i marocchini rinunciassero definitivamente a riprendere possesso delle enclavi. Nellโ€™ottobre del 1859, una serie di attacchi contro Ceuta, in veritร  giร  in corso da almeno due decenni, condotti da bande di guerriglieri e briganti dei monti del Rif, portarono al deterioramento dei rapporti ispano-marocchini. Madrid chiese una dura punizione per i responsabili degli attacchi ma il sultano del Marocco Maometto IV non prese alcun provvedimento. Fu la guerra.

Le due cittร  autonome spagnole di Ceuta e Melilla, e le tre plazas de soberanรฌa, sono ancora rivendicate dal Marocco

La colonia del Marocco spagnolo

Nonostante una netta inferioritร  numerica, le truppe spagnole della regina Isabella II si imposero rapidamente sulle truppe del sultanato, e con il trattato di Wad-Ras Maometto IV fu costretto a concedere alla Spagna sostanziosi ampliamenti dellโ€™entroterra sia di Ceuta sia di Melilla. La fine dellโ€™Ottocento vide il Marocco perdere sempre piรน forza nei confronti delle potenze europee, in particolare verso la Francia, la cui intromissione negli affari interni del paese si fece sempre piรน pervasiva.

La debolezza delle autoritร  marocchine, ormai alla mercรจ di Parigi, causรฒ unโ€™esplosione del fenomeno del brigantaggio nel Rif, che divenne sostanzialmente indipendente, minacciando la sicurezza di Ceuta, Melilla e delle plazas. Fu in virtรน di questo che la Spagna, con lโ€™entrata nel Novecento, cercรฒ di estendere, con il consenso delle altre potenze europee, il controllo di Madrid nellโ€™entroterra. Nel 1912 i diritti spagnoli sul nord del Marocco vennero riconosciuti tramite il Trattato di Fรจs ma la guerriglia antispagnola ed antifrancese condotta dal guerrigliero Abd-el-Krim portรฒ alla perigliosa Guerra del Rif, che terminรฒ soltanto nel 1926, quando Madrid giunse a controllare la totalitร  del territorio della sua colonia, che prese il nome di Marocco Spagnolo.

I territori della colonia tuttavia non vennero mai uniti alle vecchie plazas. Mentre il Marocco Spagnolo, che aveva come capoluogo Tetuร n, rimaneva una colonia, Ceuta, Melilla e le plazas de soberanรฌa mantenevano invece lo status di territori metropolitani della Spagna. Con lโ€™avvento della Repubblica la situazione nel settentrione marocchino sottoposto alla repubblica spagnola rimase tranquilla, tuttavia lโ€™alto numero di militari di fede monarchica e nazionalista di stanza nella colonia fece sรฌ che proprio da Tetuร n si originasse il golpe nazionalista dellโ€™Alzamiento, destinato poi a condurre alla lunga Guerra Civile Spagnola nella quale, tra le altre cose, le truppe coloniali del Marocco, i cosiddetti Regulares, ricopriranno una decisiva importanza a favore dei nazionalisti.

Regulares, truppe musulmane reclutate nelle enclave, sfilano a Melilla

Sotto la lunga reggenza di Francisco Franco la colonia marocchina rimase tranquilla fino a quando, col ritiro dei francesi dal resto del protettorato nel 1956, Madrid acconsentรฌ alla riunione del Marocco Spagnolo sotto il governo indipendente di Rabat. Tuttavia, le due enclave di Ceuta e Melilla, assieme alle plazas, in quanto territori metropolitani spagnoli, non vennero abbandonati dalla Spagna, e la bandiera rossa-gialla-rossa continuรฒ a sventolare su Ceuta, Melilla, Peรฑรณn de Vรฉlez de la Gomera e gli arcipelaghi delle isole Alhucemas, Chafarinas, Perejil e Alborร n.

Gli anni Settanta sono quelli che vedono lโ€™ascesa del nazionalismo marocchino il quale, monopolizzato dal partito nazional-monarchico Istiqlal, non ha mai fatto mistero di voler procedere allโ€™annessione delle plazas spagnole lungo la costa mediterranea. Con Francisco Franco ormai sul letto di morte allโ€™inizio del novembre del 1975 ed il principe e futuro re Juan Carlos di Borbone che ne aveva ormai assunto le funzioni, una marcia di oltre trecentocinquantamila militanti nazionalisti marocchini e quasi trentamila soldati di Rabat si mosse sulla colonia del Sahara Spagnolo, a sud del Marocco, in quella che fu ricordata come la Marcia Verde.

La colonia, poverissima e ricca solo di sabbia, difesa da poche migliaia di legionari del Tercio, non oppose resistenza per ordine di Juan Carlos, il quale volle evitare una lunga guerra coloniale in Africa in un momento cosรฌ delicato per una Spagna che si apprestava a tornare alla democrazia. La Spagna abbandonรฒ quindi la sua colonia sahariana (oggi Sahara Occidentale) senza combattere, mentre si apprestava a deflagrare la lotta di indipendenza, mai conclusa, dellโ€™autoctono Fronte Polisario contrapposto al governo centrale marocchino.

Ceuta e Melilla: le enclavi oggi

Con la morte del Caudillo, Rabat aprรฌ immediatamente canali diplomatici con la nuova Spagna democratica per trovare una soluzione pacifica che permettesse il ritorno delle plazas sotto sovranitร  marocchina. Madrid oppose, tuttavia, un atteggiamento intransigente, essendo le plazas territori metropolitani spagnoli e le due cittร  di Ceuta e Melilla abitate in larga maggioranza da spagnoli e da cristiani.

Da allora la situazione permane irrisolta, con il Marocco che accetta con riluttanza lo status quo, non senza tentativi di โ€œsondare le acqueโ€, come avvenuto nel 2002 con lโ€™occupazione temporanea dellโ€™isolotto di Perejil da parte di un drappello della polizia marocchina. Lโ€™atto, che non rivestiva alcuna importanza strategica, non venne comunque sottovalutato dalle autoritร  spagnole, le quali mobilitarono Marina Militare ed Aeronautica (Operazione โ€œRecuperar Soberanรฌaโ€), riconquistando lโ€™isolotto in pochi minuti e senza spargimento di sangue grazie allโ€™intervento delle truppe speciali del GOE e della Legiรฒn Extranjera, ripristinando il vecchio status quo.

lโ€™isola di Perejil (spagnola), separata solo da pochi metri dalle coste del Marocco

In virtรน di questa situazione di perenne tensione, la Spagna mantiene ancora oggi una considerevole presenza militare nelle sue enclave nordafricane, in particolare lโ€™Ejรฉrcito de Tierra risiede a Ceuta con il Tercio della Legione Straniera โ€œDuque de Albaโ€, il 3ยฐ Reggimento di Cavalleria Corazzata โ€œMontesaโ€, il 30ยฐ Reggimento di artiglieria mista (da campagna e contraerea), il 7ยฐ Reggimento Genio ed il 2ยฐ Reggimento di Regulares. La piรน piccola Melilla ospita invece, oltre al Tercio โ€œGran Capitanโ€ della Legione Straniera, il 10ยฐ Reggimento di Cavalleria โ€œAlcantaraโ€, il 32ยฐ Reggimento di artiglieria mista (da campagna e contraerea), lโ€™8ยฐ Reggimento Genio ed il 52ยฐ Reggimento dei Regulares.

Un contingente di un centinaio di uomini dellโ€™Ejรฉrcito de Tierra risiede invece nella fortezza che domina il Peรฑรณn de Vรฉlez de la Gomera, mentre Alhucemas, lโ€™unico isolotto abitato dellโ€™omonimo arcipelago, รจ presidiato da una guarnigione di 350 uomini in forza al 32ยฐ Reggimento Artiglieria Misto dipendente dal comando generale di Melilla. Una piccola guarnigione del 52ยฐ Regulares di Melilla, presidia inoltre lโ€™arcipelago delle Chafarinas. In aggiunta a tali forze di terra, la Marina Militare di Madrid dispone di due comandi generali, rispettivamente a Ceuta e Melilla, e diversi navigli militari presidiano a rotazione le acque prospicienti le plazas e rimangono allโ€™ancora sia a Ceuta sia a Melilla.

Maggio 2021, la polizia spagnola respinge i migranti a Ceuta

Nellโ€™impossibilitร  di risolvere la secolare disputa manu militari, il Marocco ha optato per unโ€™altra strategia: lโ€™immigrazione di massa, in particolare contro le due cittร  autonome. Ceuta e Melilla sono, infatti, parte integrante dellโ€™Unione Europea. Ormai da decenni il Marocco incoraggia o scoraggia i flussi migratori sulle enclavi a seconda della convenienza politica. Si tratta di una situazione win-win per Rabat: se la Spagna non intende aiutare (ossia pagare) il Marocco nella prevenzione โ€œdellโ€™immigrazione clandestina e del terrorismoโ€, le autoritร  di Rabat favoriscono il fluire di migliaia di disperati e immigrati dellโ€™Africa subsahariana, accampati a migliaia in baraccamenti e tendopoli spaventose sulle alture marocchine che dominano Ceuta e Melilla.

Al contrario, quando la Spagna decide di โ€œaiutareโ€ il Marocco, Rabat si proclama soddisfatta e sgombera, anche utilizzando le armi, i terribili campi profughi sulle alture del Rif. Per contrastare il fenomeno, Madrid ha costruito a piรน riprese svariate barriere che impediscono quotidianamente lโ€™afflusso di migliaia di immigrati in Europa i quali, una volta entrati, rimangono molto difficili da espellere per via delle leggi internazionali a protezione dei rifugiati. Il gioco del Marocco viene apertamente allo scoperto quando la Spagna assume, in politica internazionale, posizioni sgradite a Rabat, come nel caso dell’asilo concesso per motivi di salute al comandante del Fronte Polisario Brahim Ghali, fatto che ha causato lโ€™alluvione su Ceuta di oltre ottomila immigrati arrivati via mare, aggirando le alte barriere lungo il confine terrestre.

Ad oggi, le plazas de soberanรฌa spagnole sono gli unici lembi di terra europea nellโ€™Africa continentale e, a meno di rivolgimenti tanto improbabili quanto clamorosi, lo rimarranno ancora a lungo. Situati lungo la costa mediterranea del Marocco, i distaccamenti militari e della polizia delle plazas rivestono un ruolo fondamentale nella lotta allโ€™immigrazione clandestina, impedendo che nello stretto di Gibilterra si consolidino fenomeno come quello, ormai nuovamente fuori controllo, delle rotte di Lampedusa e di Lesbo.

Con la Brexit, inoltre, il ruolo delle enclave spagnole in Nordafrica, ha guadagnato ancora piรน peso, bilanciando in parte la presenza britannica a Gibilterra. Si capisce dunque come, nellโ€™ottica del futuro esercito unificato europeo, questi avamposti dโ€™Europa in terra dโ€™Africa reciteranno sempre piรน il ruolo di piazzeforti irrinunciabili dellโ€™influenza geopolitica dellโ€™Unione Europea su Africa e Mediterraneo. Di Ceuta e Melilla sentiremo parlare ancora.

La newsletter di Aliseo

Ogni domenica sulla tua mail, un'analisi di geopolitica e le principali notizie sulla politica estera italiana: iscriviti e ricevi in regalo un eBook di Aliseo

Marco Malaguti

Marco Malaguti

Marco Malaguti (Bologna, 1988), appassionato di giornalismo, filosofia e civiltร  orientali, vivo, lavoro e studio a Bologna. Da oltre dieci anni collaboro con testate, blog e think tanks che raccontano la politica europea ed il panorama culturale attuale. Mi occupo prevalentemente di politica estera e dirigo il portale culturale Essenzialismi.it

Dello stesso autore

In evidenza

Aliseo sui social