Pechino punta allโ annessione dellโisola ribelle di Taiwan nellโottica del progetto politico dellโUnica Cina entro il 2050; contemporaneamente perรฒ il grande paese asiatico non รจ estraneo a spaccature interne, storicamente endemiche e inevitabili. Soprattutto per lโenorme varietร di popoli e di culture che lo abitano: sono 56 i gruppi etnici riconosciuti dalla Repubblica Popolare Cinese. Spicca in maniera particolare la questione degli Uiguri, la minoranza turcofona che nella regione piรน occidentale della Cina, lo Xinjiang, sta subendo deportazioni di massa e violenze spietate.
โAbbiamo perso una parte del nostro corpo, abbiamo perso la nostra identitร come donne. Non avremo piรน bambini, ci hanno esportato i nostri organi, รจ finita.โ Cosรฌ Zumret Dawut, donna sterilizzata forzatamente, ha descritto in unโintervista per la Associated Press la sua sofferenza e la sua impotenza. Il Partito comunista cinese (Pcc) con la politica del figlio unico ha per decenni controllato direttamente la natalitร del paese.
Tale legge รจ stata abolita recentemente, ma nel caso del popolo degli Uiguri sembra che ancora oggi la mano dello Stato sia presente. Sarebbe in atto una strage tramite pratiche coercitive di aborti e impianti di spirali: nel 2018 le sterilizzazioni su donne uigure salgono a 243 ogni 100.000 abitanti contro i 32 della media nazionale. (Fonte: Chinese Health and Hygiene Statistical Yearbooks)
Detenzione degli uiguri in campi โrieducativiโ, 385 in tutto
Secondo il World Uyghur Congress gli uiguri residenti nel Turkestan Orientale โ cosรฌ loro denominano lโattuale regione dello Xinjiang โ sono circa 20 milioni. Al contrario il governo di Pechino ne conta ufficialmente molti di meno: circa 12 milioni di uiguri totali. Gli uiguri internati forzatamente, secondo Amnesty International, si aggirano attorno a un milione di persone.
Il progetto di rieducazione coercitiva sarebbe attuato in delle strutture apposite il cui obiettivo รจ lโindottrinamento della minoranza turca e la sua assimilazione alla cultura dellโetnia han, quella maggioritaria nel paese mandarino. Ciรฒ che spaventa maggiormente Pechino perรฒ รจ il potenziale terrorismo di matrice islamica e i moti secessionisti, improntati su uno spirito nazionalista pan-turco, che mirano alla totale indipendenza dalla Cina.
Mappa geolocalizzata dei campi di rieducazione degli Uiguri nello Xinjiang
LโAspi (Australian Strategic Policy Institute) รจ riuscita a mappare i campi rieducativi, raccogliere direttamente delle immagini satellitari e collezionare rari video trapelati dallโinterno. Nella mappa soprastante รจ possibile vedere la distribuzione di tali strutture nel territorio dello Xinjiang. Lโultimo aggiornamento del 2020 indica 385 campi.
La sorveglianza รจ attuata in maniera molto rigida perรฒ a partire da internet. Sono presenti delle pubblicazioni scientifiche cinesi che testimoniano lโobiettivo, ad esempio, di estrarre contenuti testuali in lingua uigura โ dai caratteri arabi โ dalle immagini presenti sul web tramite determinati algoritmi. Ciรฒ a testimonianza dello scopo di tener dโocchio le โregioni uigure sospetteโ.
Lโagenzia stampa Bloomberg asserisce anche la presenza di spyware allโinterno di applicazioni di social media scaricate dagli uiguri. Tali virus permettono di estrarre informazioni private e sensibili a insaputa dellโutilizzatore, come foto, contatti, posizione geolocalizzata (Gps) e messaggi personali.
La denuncia da parte degli Stati Uniti contro Pechino
Gli Stati Uniti hanno denunciato pubblicamente la violazione dei diritti e delle libertร dellโuomo, mossa che tende sicuramente anche a indebolire il giร danneggiato soft power cinese agli occhi dellโopinione pubblica mondiale.
La Cina perรฒ ha piรน volte negato tutta questa faccenda, respingendo lโaccusa di genocidio. I campi di rieducazione servirebbero a combattere la povertร tramite una formazione professionale โaccelerataโ che consentirebbe lโacquisizione di skills utili per lโinserimento nel mercato del lavoro. Questa la motivazione ufficiale.
Una Cina divisa รจ una Cina ideale per Washington, soprattutto se tali scissioni sono di natura endogena. Nel 2021 perรฒ il presidente cinese Xi Jinping ha visitato la regione dello Xinjiang, proprio per confermare lโoperazione di assimilazione del gruppo etnico in questione ai valori della Rpc (Repubblica Popolare Cinese).
In occasione del recente vertice Usa-Cina, molti uiguri americani hanno sfruttato tale occasione per sensibilizzare lโopinione pubblica americana riguardo la condizione del loro popolo. Il 15 novembre, durante la conferenza sulla cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec), i due omologhi Joe Biden e Xi Jinping hanno discusso di varie tematiche.
Ma sembra che la questione degli uiguri non abbia ricevuto molta attenzione. Negli Stati Uniti ci sono state alcune proteste contro il presidente cinese, ad esempio quella davanti al consolato a San Francisco, dove i manifestanti hanno criticato la presenza di Xi al vertice dellโApec. La preoccupazione degli uiguri americani va ai loro familiari detenuti in Cina, i cui diritti sembrerebbero inascoltati da Pechino.
Le origini della rottura tra gli Uiguri e la Cina
Con lโinstaurazione della Repubblica di Cina dal 1912, si scatenarono numerose rivolte da parte della popolazione uigura contro il dominio cinese nello Xinjiang. In particolare a portare avanti le sommosse furono i Jadidi pan-turchi. Il Jadidismo รจ stata una corrente di riforma modernista musulmana nata allโinterno dell’impero russo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
Tale movimento sosteneva una riforma sociale e culturale attraverso il ritorno alla โpurezzaโ degli ideali e degli insegnamenti islamici, contaminati dalla decadenza che aveva permeato i turchi residenti nellโimpero russo dellโepoca.
Il Jadid perรฒ al contempo sfruttรฒ la modernitร e le innovazioni tecnologiche del suo tempo – giornali, sistema postale e telegrafi – per diffondere i suoi insegnamenti. In questo senso รจ interessante il parallelismo che si puรฒ fare con il fenomeno del Jihadismo, soprattutto nella sua accezione del dover ripristinare la โveraโ religione e i suoi valori, pur con conseguenze politico-militari violente.
Il termine Jihadismo ha la sua origine nel Jihad: il sesto pilastro (mancante) della fede islamica. Letteralmente il Jihad significa โlotta, sforzo, teso a realizzare un determinato fineโ. NellโIslam moderno il termine Jihad, perรฒ, ha subito uno spostamento semantico a causa dellโuso ideologico fatto dagli islamisti e fondamentalisti.
Nel 1931 la ribellione dei jadidi a Kumul pertanto sancรฌ definitivamente la rottura con il potere cinese, con la conseguente indipendenza politica e la creazione della Prima Repubblica del Turkestan orientale, proclamata nel 1933. La neonata repubblica perรฒ ebbe vita breve, in quanto venne riconquistata dalla Cina nel 1934 con la battaglia di Kashgar, anche grazie allโappoggio e al favore sovietico.
In seguito, il restaurato potere oppressivo del governatore cinese Sheng Shicai alimentรฒ nuovamente il generale malcontento tra gli uiguri e le popolazioni turche limitrofe. Dopo lโappoggio statunitense alla Repubblica di Cina, inoltre, Sheng espulse i suoi consiglieri sovietici. Questโultimi pertanto sfruttarono il malessere degli uiguri, sostenendo la loro ribellione al governo cinese che portรฒ, nellโottobre del 1944, allโinstaurazione della Seconda Repubblica del Turkestan orientale.
Nellโottobre del 1949 perรฒ l’Esercito Popolare di Liberazione pose subito fine al nuovo governo, ripristinando di fatto lโautoritร cinese nello Xinjiang. Nel 1955 lo Xinjiang acquistรฒ lo status di regione autonoma โ cambiando denominazione in Xuar (Xinjiang Uygur Autonomous Region) โ per la presenza della minoranza uigura, una delle cinquantasei etnie riconosciute da Pechino.
Dietro a questa vicenda si nasconde anche una valenza prettamente economica: parliamo della Belt & Road Initiative (Bri, la nuova via della seta), il colossale progetto commerciale che la Cina ha intrapreso nel 2013, inaugurata dal presidente Xi Jinping. Si tratta di un progetto teso a migliorare esponenzialmente lโexport cinese, implementando sistemi logistici ed energetici per tutta lโEurasia.
Qui entra in ballo la regione dello Xinjiang, che geograficamente si trova in un punto cruciale per i commerci e le comunicazioni verso lโoccidente. La capitale Urumqui รจ uno dei nodi principali della Bri per quanto riguarda le rotte commerciali via terra.
Tale posizione di transito รจ storica: Xinjiang in cinese significa โnuova frontieraโ, โlinea di confineโ, infatti la tradizionale via della seta con il passare dei secoli ha provocato numerose migrazioni di popoli di varie etnie a causa dei commerci che vi si svolgevano.
In questa zona odiernamente oltre alla minoranza uigura ci sono anche kazaki, uzbeki, tartari e mongoli. Una grande mescolanza di popoli e culture che non piacciono al Pcc, che con il progetto dellโUnica Cina mira a una omologazione politico-culturale totale.
Foto in evidenza: “uyghurs” by Oakjack is licensed under CC BY-NC 2.0.; Foto nell’articolo: By Elvert Barnes – https://www.flickr.com/photos/perspective/21654720758/, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=97622364