L’America Latina รจ una regione caratterizzata da una generale comunanza di lingua, elementi culturali e strutture sociali, nonchรฉ una memoria comune di colonialismo e guerre di liberazione. La diffusione di partiti politici di ispirazione comunista avviene, almeno fino al crollo del muro, su stimolo di Mosca, che intende promuovere rivoluzioni nel continente per indebolire le potenze imperialistiche capitaliste.
Lโingerenza crescente degli Stati Uniti negli affari domestici della regione, tramite strumenti economici o attraverso interventi militari e politici diretti, ha creato un rapporto sproporzionato tra Usa e America Latina, in cui le azioni di Washington negli ultimi decenni sono state mirate a rafforzare le รฉlite latinoamericane per evitare il prevalere delle forze progressiste.
Nel suo saggio Latin American Communism, contenuto allโinterno del secondo volume dellโopera monumentale Cambridge History of Communism, Victor Figueroa Clark ricostruisce sinteticamente la parabola storica dellโideologia comunista e delle fazioni politiche a questa ispirate in America latina nel corso del XX secolo. Stando allo studio di Figueroa, idee marxiste e anarchiche giunsero in America Latina durante il XIX secolo insieme ai nuovi metodi di produzione industriale. I principali canali furono gli immigrati socialisti o anarchici provenienti dall’Europa e i latinoamericani che avevano viaggiato o lavorato nel Vecchio Mondo.
Queste idee trovarono nell’America Latina un terreno fertile, con il risultato che allo scoppio della Rivoluzione in Russia nel 1917 c’erano giร molti partiti che risentivano dell’influenza marxista. Tuttavia, la nuova Internazionale sapeva poco dell’America Latina e considerava l’intero “mondo coloniale e neocoloniale” quasi unicamente come una regione dove tentare di intralciare gli interessi dei centri imperialisti in Europa e Usa. Gli anni โ20 videro perรฒ un rapido sviluppo della conoscenza della situazione nel continente da parte dell’Internazionale, grazie soprattutto ad agenti socialisti attivi nella regione e all’ingresso di partiti locali nei congressi del Comintern.
Lโobiettivo del Comintern in America Latina era quello di aiutare nella creazione di partiti comunisti che a loro volta avrebbero potuto guidare rivoluzioni tali da minare la soliditร delle grandi potenze imperialiste, conseguendo al medesimo tempo lโemancipazione al tempo stesso i popoli della regione. Il periodo tra le due guerre fu caratterizzato anche da una generale repressione esercitata dalle รฉlite nei confronti partiti comunisti, i cui membri furono costretti ora al carcere ora allโesilio per via delle loro idee sovversive.
Dal secondo conflitto mondiale alla Guerra fredda
Durante il Secondo conflitto mondiale diversi paesi latinoamericani cominciarono a industrializzarsi, con il risultato di una sostanziale crescita nel numero della popolazione urbana e della classe operaia; la vittoria dellโUrss al fianco degli Alleati produsse poi una generale distensione verso il comunismo, i cui esponenti poterono tornare ad operare alla luce del sole, seppure per un breve periodo. Infatti, con lโinizio della Guerra Fredda, i partiti comunisti nella regione furono dichiarati illegali e subirono una nuova ondata di repressione.
Stavolta perรฒ erano piรน preparati a reagire: in risposta i comunisti parteciparono alla rivoluzione boliviana scoppiata nel 1952 e giocarono un ruolo importante nella caduta delle dittature in Perรน, Colombia e Venezuela verso la fine degli anni โ50, cosรฌ come parteciparono alla rivoluzione contro il presidente Fulgencio Batista a Cuba. Questโultimo scenario in particolare portรฒ a un inasprimento delle dinamiche legate alla Guerra Fredda in America Latina e allโintervento degli Usa su larga scala delle vicende della regione.
Lโesempio dellโisola caraibica portรฒ anche alla rapida creazione di un largo numero di organizzazioni โpolitico-militariโ ispirate a tale modello, come i molti Mir (Movimientos de Izquierda Revolucionaria), che nel loro nome contestavano implicitamente il riformismo dei comunisti, giudicato privo della carica rivoluzionaria necessaria a produrre un cambiamento, cosรฌ come parecchi eserciti e fronti di liberazione nazionale, come quelli fondati in questo periodo in Nicaragua, Brasile, Bolivia, Colombia e Cile. Molti di questi furono sostenuti da Cuba.
Anche la “teologia della liberazione” (corrente nata in seno alla Chiesa cattolica che pone l’accento sui valori di emancipazione sociale e politica presenti nel messaggio cristiano) entrรฒ nella mischia, ispirando molti cattolici nella regione con ardore rivoluzionario. In alcuni paesi, gruppi maoisti inoltre si separarono dai partiti comunisti e formarono organizzazioni di guerriglia come l’Ejรฉrcito Popular de Liberaciรณn (Epl) in Colombia o Sendero Luminoso in Perรน.
La rivoluzione cubana inoltre determinรฒ unโevoluzione del contesto politico e in particolare militare del continente. Le รฉlite latinoamericane si percepirono improvvisamente in pericolo come non erano state da decenni e chiesero sostegno agli Usa. La diffusione dell’addestramento di forze di sicurezza latinoamericane da parte di reparti militari statunitensi rinsaldรฒ sentimenti anticomunisti tra gli ufficiali e fornรฌ gli eserciti regolari dei mezzi tecnici attraverso i quali contrastare le organizzazioni clandestine, con un’intelligence migliorata e un calcolato uso del terrore. La sistematizzazione di tattiche cosiddette da dirty war portรฒ a una diffusione dell’uso della tortura, assassini, sparizioni, infliggendo un duro colpo ai partiti comunisti.
I partiti comunisti, a loro volta, chiesero aiuto all’Urss e ad altri paesi socialisti per ricevere addestramento sulle forme di lotta clandestina. Spesso la ratio di questi corsi non era consentire a partiti comunisti locali di intraprendere autonomamente forme armate di combattimento, ma di creare un nucleo di membri che avrebbe potuto, in tempo di bisogno, allearsi con settori delle forze armate per fornire un’alternativa militare popolare. Sebbene la spinta verso la lotta armata provenisse da fattori storici, piรน che ideologici, come in Colombia, i comunisti latinoamericani abbracciarono con decisione lโuso della violenza.
Il comunismo in America Latina, dagli anni ‘Settanta’70 alla fine del secolo
In seguito alla morte di Che Guevara, i primi anni โ70 sembrarono mostrare un potenziale di strada pacifica verso il socialismo quando il partito di Salvador Allende, Unidad Popular, vinse le elezioni in Cile, e il Frente Amplio ottenne lo stesso risultato in Uruguay, in entrambi i casi con una forte partecipazione comunista. Tuttavia, i brutali colpi di Stato che ebbero luogo in entrambi i paesi nel 1973 rimisero sul tavolo il tema del ricorso alla violenza rivoluzionaria, in particolare da parte del partito comunista cileno, fino a quel momento uno dei meno inclini alla stessa.
Questโultimo diede vita a un apparato armato, il FPMR (Frente Patriรณtico Manuel Rodrรญguez), insieme al quale, tra l’83 e l’86, sviluppรฒ una lotta sempre piรน sofisticata che contribuรฌ alla nascita di un’opposizione di massa, destabilizzando il regime di Pinochet e portandolo ad accettare le pressioni da parte dell’amministrazione Reagan di iniziare una transizione verso un governo civile.
Durante i primi anni โ80 si assiste a un nuovo fervore dell’attivismo internazionalista comunista. La tradizione del reciproco supporto si tradusse in sostegno militare tra i rivoluzionari centroamericani, in particolare tra le FAL (Fuerzas Armadas de Liberaciรณn) in El Salvador e i Sandinistas in Nicaragua. Per la prima volta dalla guerra civile spagnola, numeri consistenti di comunisti latinoamericani si impegnarono nel conflitto armato, dove combatterono a fianco delle sinistre, ispirati dalla “teologia della liberazione” e dalla rivoluzione cubana.
Parallelamente hanno luogo importanti cambiamenti nelle strutture socioeconomiche dei diversi Paesi latinoamericani e, fuori dal continente, nello scacchiere politico internazionale. Infatti, le societร avevano iniziato a trasformarsi dopo l’imposizione delle riforme economiche neoliberali, in particolare in seguito alla crisi del debito del 1982. Queste industrie devastate ridussero drasticamente l’entitร e il ruolo dello Stato nell’economia e anche il lavoro organizzato nei sindacati, un bastione tradizionale dei partiti comunisti.
La metร degli anni โ80 fu anche il momento storico in cui Michail Gorbaฤรซv iniziรฒ le sue riforme in Urss, mettendo in discussione tra le varie cose il concetto di internazionalismo, cioรจ la solidarietร dell’Urss verso i rivoluzionari e le lotte di liberazione in giro per il mondo: un cambio di approccio che, insieme allโavvicinamento agli Usa di Reagan, sconvolse molti dei comunisti latinoamericani.
Verso la fine del decennio alcuni fondarono nuove organizzazioni, mentre altre smisero di essere attive nel frattempo; coloro che erano scettici delle riforme di Gorbaฤรซv trovarono un alleato in Fidel Castro. LโAvana assunse quindi al ruolo di polo attrattivo per i comunisti nella regione e si affermรฒ in qualitร di media potenza regionale in sostituzione di Mosca.
Il successivo sviluppo negli anni โ90 delle societร consumistiche di massa trasformรฒ anche l’ambiente politico: quelli che erano rimasti tra i partiti comunisti che un tempo avevano messo a ferro e fuoco lโAmerica Latina in nome di un superiore ideale internazionalista divennero gruppi politici di fatto piรน โlatinoamericanistiโ, in poche parole sovranisti, e in generale gravitanti nellโorbita cubana piuttosto che in quella del moribondo gigante sovietico.
Foto in evidenza: “Mapa de Amรฉrica Latina (map of Latin America)” by thejourney1972 (South America addicted) is licensed under CC BY 2.0.