Secondo il Fondo Monetario Internazionale, la percentuale di dollari detenuta nelle riserve valutarie mondiali – dal 2001 al 2021 – รจ scesa dal 70% al 60%. La tendenza generale punta decisamente verso una diminuzione del ruolo del dollaro nell’economia globale, ma il declino del greenback non รจ stato, almeno finora, un processo rapido.
Non sembra peraltro che il tramonto del dominio di una valuta sul mercato mondiale porti necessariamente all’alba del dominio di un’altra: il dollaro non viene sostituito prevalentemente da un potente rivale, come potrebbero essere l’euro, il renminbi, la sterlina o lo yen, ma da un paniere di valute alternative. Queste, infatti, guadagnano popolaritร grazie a una rete di accordi commerciali regionali e bilaterali, guidati tanto da fattori (geo)politici quanto da forze di mercato “neutrali” (cosรฌ afferma il Fmi).
Questo paper si propone di riassumere le “iniziative politiche” – guidate da diverse necessitร e obiettivi geopolitici – atte a promuovere un nuovo ordine monetario mondiale, con un focus sui due periodi che hanno visto un’accelerazione degli sforzi per conseguire la de-dollarizzazione: il periodo successivo alla crisi finanziaria del 2008 e quello successivo all’inizio dell'”operazione militare speciale” russa in Ucraina, nel febbraio 2022.
L’immagine che esce da questa analisi รจ quella di un sistema valutario sempre piรน multipolare – che rispecchia gli sviluppi dell’arena geopolitica – nonostante il dollaro sia ancora dominante, e in cui le “spoglie di guerra” del lento declino dell’USD sono condivise tra molte capitali.
All’interno del paper troverai
- Le fasi della de-dollarizzazione
- Il ruolo della Cina
- Il cambio di paradigma del 2008
- Come la guerra in Ucraina evidenzi tendenze preesistenti
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Un paper di Pietro Pinter