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L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

La frontiera degli abissi marini: quanto vale il dominio underwater

La frontiera degli abissi marini: quanto vale il dominio underwater

Il dominio underwater รจ terreno di scontro tra le grandi potenze. Le opportunitร  dell'Italia e i progetti in cantiere per il Mediterraneo
dominio underwater

Lโ€™emergenza pandemica ha fatto emergere le vulnerabilitร  delle filiere produttive centrate sulla Cina e sul trasporto inter-oceanico. Di fatto, I lockdown pandemici e le varie misure di contenimento hanno rallentato la produzione generando un aumento, rispettivamente, dell’80% del costo dei fertilizzanti e del 60% di minerali e metalli tra gennaio 2020 e agosto 2021.

Per le stesse ragioni รจ aumentata anche la distanza percorsa dalle merci importate via mare con conseguenti ritardi e aumenti dei costi di trasporto. Al fine di ovviare a queste criticitร , si sta verificando un processo di de-globalizzazione orientato alla costruzione di nuove filiere piรน corte, piรน solide e soprattutto centrate attorno a Paesi politicamente non ostili, mettendo in discussione il ruolo egemonico di Pechino.

In questa prospettiva, le politiche intraprese daย Stati Uniti e Unione Europeaย favoriscono i processi di re-industrializzazione e di ri-localizzazione delle filiere produttive, puntando su partner geopoliticamente affidabili e su distanze piรน contenute.ย 

L’effetto tangibile di questo processo รจ stato una progressiva regionalizzazione degli scambi, a vantaggio del bacino mediterraneo, i cui quadranti Est e Ovest hanno accresciuto di circa il 5% la propria quota di mercato nel 2021, rispetto al 2009. Le maggiori opportunitร  si ravvisano con i Paesi Balcanici, verso i quali siamo giร  i primi fornitori di prodotti tessili e da cui riceviamo importanti contributi in termini di componenti elettriche e metalliche, per un interscambio totale con la regione di 8.229 milioni di euro al 2018.

In una prospettiva piรน internazionale, la regionalizzazione degli scambi non potrร  che riflettersi in un rafforzamento del traffico marittimo intra-mediterraneo, i cui porti sembrano anticipare questa trasformazione dal miglioramento della quota di mercato del 5% nel periodo 2013-2022. Ciรฒ accentuerร  la rilevanza del posizionamento strategico dellโ€™Italia, candidata naturale al ruolo di hub logistico per i flussi commerciali tra Nord Africa ed Europa Continentale

L’Italia e le opportunitร  del dominio underwater

Allo scopo di inserirsi allโ€™interno di queste nuove filiere produttive, lโ€™Italia puรฒ vantare un primato europeo nel traffico marino a corto raggio (short sea shipping) con una quota di mercato pari al 14% nel 2021, addirittura superiore a quella dei Paesi Bassi (13.5%), suo principale competitor nel settore.

Anche i gasdotti sottomarini Tap, Green Stream, Transmed, in parte integrati con il sistema portuale, costituiscono un vantaggio competitivo che lโ€™Italia puรฒ spendere nella competizione con il Mare del Nord sul piano del movimento di merci e risorse, ponendosi al centro della nascente filiera regionale mediterranea. 


La rinnovata centralitร  della dimensione marittima rende sempre piรน rilevante lโ€™esplorazione e il monitoraggio delle profonditร  marine, le quali, oltre a contenere le materie prime essenziali per la transizioneย greenย (manganese, cobalto, nichel, terre rare) e per le nuove filiere produttive, sono la frontiera di scontro tra le potenze globali oltre i limiti imposti dal diritto e dalle sfere di influenza territoriali.

Dunque, la presenza negli abissi marini, lโ€™incremento del know-how, lo sviluppo di tecnologie di mappatura e analisi dei fondali avranno ripercussioni sullโ€™assetto politico-economico del futuro, come si evince dallโ€™espansione della capacitร  di estrazione di materie prime nei fondali, che renderร  piรน bilanciato il rapporto costi/benefici dellโ€™attivitร  di mining per quegli Stati tecnologicamente piรน avanzati nel settore.

Quei Paesi con maggiori capacitร  di screening del fondale potranno beneficiare dalla costruzione di condotti e cavi sottomarini, poichรฉ rilievi (fino a 2500 metri di elevazione), valli, faglie tettoniche in movimento e rocce possono agevolare o ostacolare la disposizione dellโ€™infrastruttura subacquea.

Di conseguenza, lโ€™assetto della futura filiera mediterranea dipenderร , in parte, dalla capacitร  di costruire infrastrutture, prelevare risorse e stabilire connessioni allโ€™interno del dominio degli abissi marini, anche in una prospettiva di sviluppo sostenibile.

Implicazioni nel โ€œMazara del Vallo offshore Wind Projectโ€  

La conoscenza morfologica del fondale costituisce una discriminante per i sistemi di ancoraggio dellโ€™eolico offshore, particolarmente rilevante per la transizione green del nostro Paese. Un progetto, avviato nel 2022 e proposto dalla societร  Elymo S.r.l, prevede la realizzazione di un parco eolico nel Canale di Sicilia costituito da 68 aerogeneratori di potenza complessiva di 1060 MW presso i comuni di Mazara del Vallo, Campobello di Mazara, Castelvetrano e Partanna.

Il sistema prevede installazioni di turbine fino a 200 metri di profonditร  con strutture che variano in riferimento alle reazioni del suolo marino ai carichi trasmessi dai pali. Nel rapporto tecnico si evince che verranno considerate le variabili del ยซ[โ€ฆ] terreno di fondazione: composizione stratigrafica, capacitร  portante degli strati interessati dalla fondazione, acclivitร  del fondale marino, profonditร ยป.

Secondo tale rapporto, i fondali soffici e argillosi sono i piรน idonei per un sistema di ancoraggio โ€œa trascinamentoโ€ (Drag Anchor); quelli piรน rigidi ed esposti a turbolenze marine, per un sistema โ€œa gravitร  sempliceโ€ (Deadweight) che sfrutta lโ€™inerzia del peso; quelli costituiti da argilla morbida o addensata, per un sistema a โ€œcassoni ad aspirazioneโ€ (Suction Buckets), in grado di penetrare nel terreno con lโ€™aspirazione dellโ€™acqua. In tutti questi casi, si potrebbe ritenere necessario ricoprire la base del fondale con del materiale ghiaioso per stabilizzare il manto.

Le esigenze di tutela paesaggistica, salvaguardia dellโ€™ecosistema e riduzione del congestionamento marino determinano lโ€™opportunitร  di sfruttare il potenziale dellโ€™eolico offshore a distanze sempre maggiori dalla costa, con accresciuta rilevanza dei sistemi di mappatura dei fondali marini.

Un procedimento che sarร  utile anche nel caso degli impianti galleggianti (floating), posti a distanze potenzialmente maggiori dalla costa per sfruttare la regolaritร  e lโ€™intensitร  dei venti marini, poichรฉ la piattaforma dovrร  essere ancorata al fondale ed esposta a correnti marine di intensitร  variabile, in analogia a quanto operato nel Parco eolico di Sicilia, ma a profonditร  maggiori.

La prima infrastruttura energetica โ€œdi fondale marinoโ€

Lo sviluppo di una robusta filiera mediterranea richiede, oltre al prerequisito della sostenibilitร , la capacitร  di assicurare un costante livello di approvvigionamento energetico e condivisione delle risorse, nonchรฉ un progetto di stabilizzazione politica del bacino mediterraneo.

In questa direzione si muove il progetto Eastmed Poseidon Pipeline, autorizzato dal 2010 e ideato da una joint venture tra la societร  greca Depa e la Edison, con il sostegno attivo dellโ€™Unione Europea. Il gasdotto si snoda per oltre 1900 km ed ha una capacitร  di oltre 10 miliardi di metri cubi annui di gas, mettendo in comunicazione quattro Paesi politicamente stabili, a garanzia della permanenza dellโ€™infrastruttura: Italia, Grecia, Cipro, Israele

Il tracciato previsto per l’Eastmed Poseidon Pipeline (senza la potenziale giuntura con la Turchia)

Le iniziali opposizioni turche, motivate dal passaggio dellโ€™infrastruttura nella propria Zee hanno impedito lโ€™avviamento per oltre un decennio. Recentemente Andrew Light, sottosegretario americano agli affari esteri del dipartimento per lโ€™Energia, ha rivalutato la possibilitร  di realizzare il progetto per accelerare lโ€™autonomia energetica europea dalla Russia. La Turchia, dโ€™altra partem sembra aver ammorbidito la sua posizione avallando lโ€™ipotesi di una diramazione del gasdotto verso Ankara.

Lโ€™Eastmed Poseidon, oltre a potenziare il ruolo italiano di hub energetico, collegandosi ai centri di stoccaggio europei attraverso la Penisola, rappresenta la prima infrastruttura mediterranea โ€œdi fondale marinoโ€, raggiungendo una profonditร  massima di 3000 metri, e il primo gasdotto in grado di trasportare continuativamente volumi di gas nel Mediterraneo orientale, tra cui lโ€™idrogeno.

Lโ€™infrastruttura ha la peculiaritร  di interconnettere risorse energetiche differenti collegando i bacini di idrogeno, situati a largo della Grecia e di Cipro, con quelli di metano, presenti nelle acque di Creta e di Israele, assicurando in tal modo una condivisione di fonti tra Stati politicamente vicini.

Fabrizio Mattana, esponente del Comitato esecutivo di Edison, osserva che lโ€™infrastruttura avrร  il pregio di realizzare una pax mediterranea, indirizzando le ambizioni nazionali degli Stati coinvolti verso una vantaggiosa condivisione di risorse, con lโ€™auspicato effetto di contribuire alla distensione politica del Mediterraneo orientale, dove attualmente prevalgono i conflitti tra le rispettive Zee

Verso unโ€™esplorazione sostenibile dell’underwater

Lโ€™Isa (International Seabed Authority) avrebbe dovuto procedere alla stesura di un Mining Code regolativo delle procedure di estrazione nel 2023. Tuttavia, il processo si รจ arenato a fronte della divergenza tra un gruppo di Paesi favorevoli a un blocco o divieto temporaneo di attivitร  estrattive, e un altro, guidato dalla Cina, proteso allo sfruttamento massiccio delle risorse minerarie.

Nellโ€™impasse generale, la stesura del codice รจ stata posticipata al 2025, lasciando irrisolte, al momento, alcuni fondamentali questioni relative alla protezione ecologica e alla sicurezza delle attivitร  estrattive, con il rischio di incentivare le prassi nazionali. 

Un fenomeno aggravato dal fatto che ยซla maggior parte delle risorse minerarie marine ricade all’interno della giurisdizione nazionale degli Stati costieri ed รจ in larga misura rappresentata da sabbia e ghiaia, proveniente da antiche spiagge sommerse dalla risalita del livello del mare avvenuta negli ultimi 18 mila anni [โ€ฆ]ยป.


In sintesi, fatta salva la possibilitร  di istituire unโ€™Autoritร  nazionale per il traffico subacqueo (Ants), orientata alla classificazione e certificazione dei mezzi che operano nel subacqueo nazionale, la definizione di tre problematiche fondamentali esige una regolamentazione internazionale: attuazione dellโ€™art. 113 della Unclos per la protezione delle infrastrutture subacquee, riduzione del rischio di inquinamento (materiale e acustico) sulla piattaforma continentale, disciplina della navigazione subacquea nelle acque internazionali e dellโ€™attivitร  estrattiva.

Ciรฒ รจ particolarmente valido per il Mediterraneo, dove la competizione per le risorse provenienti dagli abissi marini rischia di vanificare il potenziale distensivo di opere come lโ€™Eastmed Poseidon Pipeline, con ripercussioni negative anche sul traffico marittimo di superficie.

Foto in evidenza: By Roberta Krasnig – https://www.flickr.com/photos/enelsharing/16916376851/, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=39200660; Foto nell’articolo: https://www.edison.it/en/eastmed-poseidon-project

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Luca Del Monte

Luca Del Monte

Classe 1993, ho conseguito il Master di II Livello in Geopolitica e Sicurezza Globale nel 2024 presso l'Universitร  di Roma "La Sapienza". Mi occupo di conflitti asimmetrici, infrastrutture strategiche e innovazioni tecnologiche nell'ambito della sicurezza marittima. Ho un approccio marcatamente "realista", incline a superare la dicotomia "buoni/cattivi" che caratterizza troppo spesso il dibattito pubblico.

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