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Droni, carri armati e nuovi caccia: come cambiano le Forze armate italiane

Droni, carri armati e nuovi caccia: come cambiano le Forze armate italiane

Il futuro delle Forze armate nel Dpp 2024-2026. La Penisola si adegua al nuovo contesto internazionale, ma il 2% del Pil in Difesa resta un miraggio

A settembre รจ stato pubblicato il Documento Programmatico Pluriennale (Dpp) del ministero della Difesa per il triennio 2024-2026, senza perรฒ destare particolare attenzione tra gli abitanti del Bel Paese.

Esso rappresenta un punto di partenza per carpire il quadro strategico in cui si iscrive lโ€™Italia, da cui derivare le necessitร  operative delle Forze armate (FF.AA.). Alle esigenze delineate fanno poi riscontro programmi di armamenti e di ricerca con le loro relative dotazioni finanziarie dilazionate nel tempo.

Il futuro delle Forze armate secondo il Ministro Crosetto

Ad aprire questa disamina di numeri, percentuali e acronimi vi รจ una franca presentazione, a cura del Ministro Crosetto, sul deterioramento del contesto internazionale e le conseguenti sfide che le Forze armate sono chiamate a fronteggiare sostenendo sforzi โ€œsenza precedentiโ€ sia per intensitร  che per durata. Si continua nel solco tracciato dal pragmatismo del dicastero negli anni passati a riprova della luciditร  di alcune istituzioni.

La โ€œsempliceโ€ gestione delle crisi non รจ piรบ abbastanza per il Paese, inquadrato nel sistema dโ€™alleanza a guida americana, da cui รจ sempre piรบ difficile incassare gli storici dividendi della pace. Notevole รจ il richiamo alla necessitร , potenziale, di sostenere conflitti prolungati ad alta intensitร  pur non essendovi menzione della volontร  politica e dell’opinione pubblica di mettere in campo le misure di far fronte a queste eventualitรก.

Ragguardevole รจ inoltre il richiamo del Ministro circa le funzioni “imprescindibili” dello strumento militare. Partendo dalla โ€œdifesa dello Statoโ€ imperniata sulla dissuasione di atti potenzialmente ostili sia rivolti verso lโ€™Italia che ai suoi alleati, a ribadire la fedeltร  atlantica. Segue la โ€œtutela dei prioritari interessi strategici nazionaliโ€, non perimetrata su confini geografici, da concretizzarsi in maniera ubiqua in base alle minacce contingenti. 

A chiudere, vi รจ lo โ€œstimolo e incentivo alla ricerca e allo sviluppo tecnologico e nei confronti del settore nazionaleโ€. A sostenere questa funzione, vi รจ una trafila di benefici economici in cui si precisa che per ogni euro investito nel comparto vengono generati due euro addizionali. Qui le giustificazioni economiche dei ritorni sembrano pensati specificatamente per un pubblico interessato esclusivamente a queste dinamiche finanziarie.

Il Ministro espone poi le aree in cui si sta materializzando il processo di riorganizzazione strutturale e funzionale del dicastero, focalizzandosi sul potenziamento della ricerca, dell’innovazione tecnologica ed industriale cosรฌ come dei processi di approvvigionamento. Rimarchevoli sono anche le considerazioni sugli organici delle Forze armate dove si riafferma lโ€™assoluta necessitร  di โ€œsuperare definitivamenteโ€ l’ormai superata Legge Di Paola che puntava ad un ridimensionamento del personale, scritta durante la crisi del 2012.

Si pone poi attenzione ai nuovi complessi domini di Spazio e Cyber, cui viene anche aggiunto lโ€™Underwater, mondo subacqueo divenuto scenario totale di competizione. Ineccepibili le parole spese sulla dimensione cognitiva, coi suoi relativi rischi nell’area della comunicazione e la trasformazione digitale, da leggersi come necessitรก di piegare lโ€™iA e Quantum Computing per facilitare lโ€™analisi predittiva e, potenzialmente, rivoluzionare il decision-making militare.

In chiusura il Ministro tocca la dolente nota finanziaria cercando di blindare risorse e garantire finanziamenti โ€œadeguati, certi e stabiliโ€. Viene anche riconosciuta lโ€™irraggiungibilitรก della soglia del 2% del Pil nei prossimi anni, che sarebbe richiesto dalla Nato, pur ammettendo che tale target rappresenti al piรน un requisito minimo. Nellโ€™epilogo si fa cenno allโ€™obiettivo di presentare ai cittadini gli incarichi e le necessitร  delle FF.AA. per accrescerne la consapevolezza al fine di propagare una veritiera โ€œcultura della Difesaโ€.

Come cambiano le Forze armate italiane

A fronte della legge di bilancio per il 2024, lo stanziamento in previsione per il Ministero della Difesa รจ pari a 29,182 miliardi di euro (circa 1,4% del Pil)  con un incremento di 1,435 miliardi rispetto allโ€™anno passato, come traspare dal Tomo I del Dpp. A concorrere alle dotazioni della Difesa vanno considerate le risorse allocate dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e del Ministero dellโ€™Economia e delle Finanze, portando il valore del bilancio integrato a 32,331 miliardi di euro.

Tra gli stanziamenti del dicastero si contano anche in quota circa sette miliardi destinati allโ€™Arma dei Carabinieri, come ci viene spesso โ€œricordatoโ€ da diversi alleati, che svolge principalmente funzione di Sicurezza del Territorio.

Circa la composizione delle spese della Funzione Difesa, esse sono ripartite nei settori del personale, dellโ€™esercizio e dellโ€™investimento. โ€œPersonaleโ€ copre tutte le spese legate alle retribuzioni, โ€œEsercizioโ€ quelle legate ad attivitร  di addestramento e formazione cosรญ come quelle che puntano sul mantenimento dellโ€™efficienza dello strumento militare ed infine โ€œInvestimentoโ€ riunisce le spese legate ad ammodernamento, rinnovamento e ricerca. 

Qui vige una regola aurea, sviluppata e sostenuta dai prestigiosi think tank come Rand ed International Institute for Strategic Studies, che imporrebbe una allocazione delle risorse economiche pari per ogni settore garantendone un ottimale bilanciamento.

Nel Bel Paese vi รจ una marcata sovraesposizione del settore โ€œPersonaleโ€, che occupa piรบ della metร  (circa 54%) della dotazione a scapito della voce โ€œInvestimentoโ€ (circa 36%), seppur in crescita e, soprattutto, della funzione โ€œEsercizioโ€ (circa 10%). In altre parole, lo Stato spende, in proporzione, molto per i salari delle FF.AA., ma poco per il loro addestramento, a scapito della preparazione.

Nel Tomo II del Dpp vengono presentati i programmi di previsto avvio e di quelli giร  avviati con le relative esigenze finanziarie. Tra i principali programmi per lโ€™Esercito, scaturiti anche dai brutali insegnamenti del conflitto russo-ucraino, abbiamo il Main Battle Tank (carro armato principale da battaglia) e Army Armoured Combat System (famiglia di sistemi dโ€™arma della componente pesante).

Si aggiunge il programma relativo alla difesa area con le cinque nuove batterie Samp/T assieme ai diversi progetti che rafforzano lโ€™Artiglieria attraverso lโ€™acquisto di munizioni circuitanti (droni suicidi), obici semoventi ruotati Rch-155 e lanciarazzi Himars, oltre allโ€™ammodernamento dei semoventi cingolati Pzh-2000.

Esemplare di Pzh-2000 in dotazione all’esercito italiano

Per la Marina sono state allocate risorse per lโ€™acquisizione di due nuove fregate in configurazione Fremm-Evo e nuove disponibilitร  per quattro sottomarini dโ€™attacco U-212 Nfs. Vanno sommate le nuove dotazioni finanziarie per i programmi legati ai cacciamine, ai pattugliatori dโ€™altura ed ai cacciatorpedinieri Ddx a cui si aggiungono stanziamenti per due ulteriori navi di supporto logistico.

A completare il quadro, nuove risorse per lโ€™acquisto di addizionali caccia F-35B per potenziare la componente imbarcata. Traspare chiaramente lโ€™intenzione di dotarsi di una forza marittima con discrete capacitร  di proiezione e bilanciata nelle sue componenti.

Lโ€™Arma Azzurra, lโ€™Aeronautica, riceve finanziamenti per dotarsi di 24 caccia multiruolo Eurofighter e ulteriori 20 F-35, nelle versioni A e B, assieme a due aerocisterne KC-767. Oltre a nuovi droni MQ-9A Predator vi sono stanziamenti per i nuovissimi aerei M-346 per le โ€œFrecce Tricoloriโ€.

Di notevole rilevanza รจ lโ€™integrazione di fondi per la partecipazione al programma Global Combat Air Programme, per lo sviluppo del caccia di sesta generazione in collaborazione con Regno Unito e Giappone, una vera e propria scommessa nazionale con diverse implicazioni industriali e diplomatiche.

A prescindere dallโ€™ingente โ€œlista della spesaโ€, gli investimenti destinati non riescono ancora a sopperire alle esigenze delle Forze armate. Come indicato dal Ministro Crosetto e di recente ribadito dal Ministro dellโ€™Economia Giorgetti, il raggiungimento del target Nato del 2% del Pil resta particolarmente complicato da raggiungere nei prossimi esercizi.

Persino lโ€™ipotetico raggiungimento dell’obiettivo entro il 2028, come stimato dal dicastero, risulterebbe particolarmente ostico, dato lโ€™incremento pari a circa un terzo della spesa attuale nel corso di soli quattro esercizi finanziari.

Spiragli di ottimismo si intravedono grazie allโ€™apertura nel nuovo commissario europeo alla Difesa, il lituano Andrius Kubilius, allโ€™idea, propugnata dal ministro Crosetto in sede Ue, di scorporare le spese militari dal Patto di Stabilitร . A prescindere dallโ€™esito di questa iniziativa e dalle ferme posizioni del nuovo inquilino della Casa Bianca, al nostro Paese verranno richiesti sforzi ulteriori, in tempi che continueranno a essere di magra.

Immagine in evidenza: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Alpini_Btn_Feltre_-_Ex_Falzarego_2011_006.jpg; immagini presenti nell’articolo: 1) https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Italian_Army_PzH_2000,Trident_Juncture_15%2821874449213%29.jpg; 2) https://en.wikipedia.org/wiki/File:Military_expenditure_2023.jpg

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Piervito Tria

Piervito Tria

Manager nellโ€™area della sicurezza delle informazioni, con esperienze lavorative in giro per il mondo, mi occupo della protezione tout-court di aziende ed amministrazioni pubbliche. Ex-allievo della Scuola Militare โ€œNunziatellaโ€ e con un percorso accademico finanziario sono interessato alle dinamiche industriali nel settore Aerospazio, Difesa e Sicurezza.

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