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Elezioni in Svezia: la destra vince (ma mancano ancora i voti postali)

I conservatori per ora sono avanti di un seggio. Boom dei radicali di Akesson. I risultati definitivi a metà settimana

elezioni svezia

Il sorpasso sembra esserci stato, ma per confermare la vittoria bisognerà attendere l’arrivo dei voti per corrispondenza. Alle elezioni in Svezia, il blocco di centrodestra composto dai Moderati, dai Democratici Svedesi, dai cristiano-democratici e dai liberali dovrebbe raggiungere per un soffio la maggioranza dei seggi: 175, il minimo necessario per formare una maggioranza. E’ tuttavia ancora presto per ufficializzare la vittoria: il margine è strettissimo e ci sono ancora i voti postali da contare. I risultati definitivi si dovrebbero avere intorno a metà settimana. 

Se i conservatori dovessero andare al governo, il nuovo primo ministro a Stoccolma sarà Ulf Kristersson, leader del tradizionale partito di centrodestra i Moderati. I rapporti di forza nella coalizione però sono cambiati. I più radicali Democratici Svedesi (SD) sono ormai la forza principale con il 20,6% dei voti, mentre i Moderati si fermano al 19,1%. Kristersson dovrebbe comunque essere indicato come primo ministro grazie al supporto dei due partiti minori, ma è chiaro che un eventuale governo di centrodestra sarebbe pesantemente condizionato dai Democratici Svedesi.

Guidato dal 43enne Jimmie Akesson, SD ha seguito una traiettoria simile a quella di altri partiti della destra radicale europea. Fondato nel 1988, era un partito con radici neo-naziste e legato al suprematismo bianco, i cui militanti si macchiavano spesso di azioni violente nelle strade delle città. Da quando Akesson ne ha preso giovanissimo la guida nel 2005, il partito si è via via spostato al centro, arrivando negli ultimi anni ad abbandonare la prospettiva di lasciare l’Unione europea e accettando l’adesione alla Nato dello scorso maggio. 

Elezioni in Svezia: l’immigrazione al centro

Ciò su cui il partito è rimasto radicale è l’immigrazione. Akesson vuole fare della Svezia il Paese con le leggi migratorie più restrittive d’Europa, rendendo possibile per esempio il diniego del diritto di asilo su base etnica o religiosa. I Democratici Svedesi vogliono anche tagliare i benefici economici agli immigrati e avere una molto maggiore presenza di forze dell’ordine nei sempre più numerosi “quartieri disagiati”, le aree delle città ad altissima presenza di immigrati in cui la criminalità è spesso fuori controllo. 

“Quartieri disagiati” che erano stati al centro di una discussa proposta del ministro dell’immigrazione socialdemocratico Anders Ygeman, che proponeva di porvi un limite del 50% di popolazione “non nordica”. Immigrazione e criminalità sono stati i principali temi di campagna elettorale, in un Paese che solo pochi anni fa era tra i più sicuri d’Europa. Quest’anno però, nella sola città di Stoccolma sono state uccise 21 persone a colpi d’arma da fuoco.

Nell’intero 2021, erano state 45 le persone assassinate in tutto il Paese: un dato già nettamente superiore alle medie storiche svedesi. Negli scorsi due decenni la Svezia (che ha poco più di 10 milioni di abitanti) ha accolto più di un milione di stranieri, provenienti in gran parte da Africa e Medio Oriente. Molte di queste persone, per stessa ammissione della premier socialdemocratica Magdalena Andersson, “vivono in comunità parallele”.

Tanti elettori che una volta sceglievano il centrosinistra (che a parte qualche parentesi è lo storico partito di governo in Svezia) si sono spostati a destra, e parecchi di coloro che sceglievano i Moderati ora votano SD. Il Paese è davvero cambiato rispetto a qualche anno fa: il 30% dei giovani non ha lo svedese come lingua madre, percentuale che sale al 45% nelle grandi città.

Andersson ha comunque ottenuto un ottimo risultato elettorale: con il 30,5%, i socialdemocratici migliorano di due punti l’esito di quattro anni fa e sono nettamente il primo partito del Paese. La gestione della pandemia, durante la quale la Svezia era stato l’unico paese europeo a non adottare o quasi restrizioni, non ha avuto particolari contraccolpi negativi sull’opinione pubblica. E’ interessante notare come la destra svedese, certamente anche per motivi strumentali, ha molto criticato la gestione socialdemocratica dell’emergenza, che invece è stata additata come esempio da molti partiti conservatori europei.

Ha poi funzionato l’inedita campagna di Andersson in chiave securitaria e patriottica, oltre alla scelta di abbandonare la secolare neutralità svedese aderendo alla Nato in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. L’arretramento degli alleati di centrosinistra potrebbe però farla scivolare all’opposizione. 

Foto in evidenza: di Florian Prischl – Swedish FlagUploaded by Smooth_O, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9402721

Rodolfo Fabbri

Giornalista, da sempre affascinato da storia, geografia e politica. Milanese con esperienze in giro per l'Europa, ho una passione che sfiora la maniacalità per mappe e dati. L'obiettivo che mi pongo è quello di raccontare con equilibrio quel che ci succede intorno. Perché se è vero che nel giornalismo l'oggettività non esiste, ritengo che il nostro dovere sia di fare tutto il possibile per avvicinarvisi

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