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L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato allo studio dei conflitti contemporanei. 14 analisi per capire come sono cambiate le guerre e perchè ci toccano da vicino

ELISABETH FÖRSTER-NIETZSCHE, sorella canaglia o donna parafulmine?
Oggi a Röcken nel 1846 nasceva Elisabeth Förster-Nietzsche (Förster poiché sposta con una SS nazista, Bernhard Förster), indubbiamente una delle persone più discusse della storia: sorella del celeberrimo filosofo e scrittore tedesco Friedrich Wilhelm Nietzsche, è accusata di aver modificato gran parte della produzione finale del fratello e di essersi affiancata al nazionalsocialismo di Adolf Hitler per accrescere la sua popolarità.

Oggi a Röcken nel 1846 nasceva Elisabeth Förster-Nietzsche (Förster poiché sposta con una SS nazista, Bernhard Förster), indubbiamente una delle persone più discusse della storia: sorella del celeberrimo filosofo e scrittore tedesco Friedrich Wilhelm Nietzsche, è accusata di aver modificato gran parte della produzione finale del fratello e di essersi affiancata al nazionalsocialismo di Adolf Hitler per accrescere la sua popolarità.

Elisabeth torna dal Paraguay nel 1893 e decide di aiutare Friedrich, a quel tempo in gravi condizioni di salute, divenendo in toto la responsabile dell’opera nietzscheana.

Tra il 1898 e il 1899 il grandissimo pensatore subisce una serie di ictus che lo condannano alla sedia a rotelle, ma soprattutto gli impediscono definitivamente di camminare e parlare. Da questo momento Elisabeth diventa completamente l’artefice delle scelte editoriali riguardanti il fratello.

Il 25 agosto 1900 Friedrich Nietzsche muore a causa di un infarto, in seguito ad una grave polmonite che ha ulteriormente peggiorato la sua condizione: con la scomparsa di uno dei “Maestri del sospetto” (chiamato così dalla critica, insieme a Marx e Freud, per aver indagato circa la tradizione occidentale e per averla completamente annientata con un nuovo sistema valoriale), scompare una raffinatissima mente geniale, capace di studiare i vari tessuti dalla società occidentale e di conoscere tutte le sfumature che la rendevano terribilmente sbagliata. Queste le fasi dell’uomo occidentale secondo Nietzsche, fino alla rinascita definitiva con il rifiuto di Dio, causa delle restrizioni imposte alla società: l’uomo prima era un cammello, appesantito dai dogmi cristiani intrisi di morale, etica e perbenismo che lo rendevano soggiogato ai valori comuni; poi con la “morte di Dio” diviene un leone feroce che ruggisce e annienta ogni catena della religione; infine ritorna ad essere un fanciullo ricco di stupore e meraviglia, incarnando il Superuomo, libero e responsabile delle sue scelte. Questo breve messaggio del filosofo è indubbiamente un precetto anti-ugualitario e diametralmente opposto al comunismo omologante marxista, in quanto rivendica la presenza di un Superuomo che dovrà gestire il “gregge” del mondo. Ma tutto ciò non è assolutamente congruente alle ideologie estremiste e razziste di Adolf Hitler: una corrente di critica ha accusato Nietzsche di essere il promotore del nazionalsocialismo e di essere stato la vera e sola ispirazione del Führer.

Nietzsche non ha mai scritto o sostenuto che i tedeschi fossero la razza superiore o che fossero migliori delle altre etnie, né tantomeno che ci fossero realtà inferiori da eliminare: questa mente meravigliosa era contro l’uguaglianza e l’etica borghese per favorire la meritocrazia e l’ascesa dei migliori, valorizzando talento, doti e qualità. A prova di questa teoria vitalistica e di questa brama sfrenata di bruciare le tappe, una sua frase sentenzia che “Da quando ho imparato a camminare, mi piace correre”, ma anche “Dovunque mi arrampichi, io sono seguito da un cane chiamato Ego”.

In realtà, nel 1906, Elisabeth pubblica la Volontà di potenza, un’opera contenente più di 1000 aforismi del fratello, tra pensieri, riflessioni, ricordi e argomentazioni concettuali: tutti questi contenuti, però, prima di essere stati editati, sono stati manomessi e modificati proprio dalla donna, affinché le sue idee potessero essere divulgate. Wille zur macht (Volontà di potenza in tedesco) risulta così una pubblicazione ibrida e imprecisa, calunniata dalle correzioni di questa “sorella canaglia” che pur di assecondare l’ascesa hitleriana al potere e la consequenziale protezione del regime, ha riformulato i pensieri del fratello.
Nell’opera compaiono posizioni antisemite simili ad alcune già espresse da Friedrich, ma è altrettanto vero che in tutta la produzione nietzscheana si ravvisano sempre più frasi a favore degli ebrei, come antisemitismo equiparato a “prodotto dell’invidia, del risentimento e dell’ira impotente”.

Alcuni sostengono che sia una “donna parafulmine”, perché in realtà si è accollata colpe dirette al fratello che ne avrebbero compromesso la fama mondiale, divenendo così un’eroina da santificare: per questa minoritaria parte di critica addirittura tutta la produzione di Nietzsche risulta ambigua e poco affidabile, perché viene concepita come “parto di un folle” a causa delle malattie cerebrali che hanno afflitto il filosofo fino alla morte.

Per fortuna Nietzsche è considerato universalmente uno dei filosofi più influenti della storia della filosofia e le sue straordinarie pagine di verità vengono sempre più considerate “purezza dell’opera”, quindi il frutto di una mente ancora lucida e ben vigile sulla realtà, come dimostrano i suoi scritti sublimi.

di Davide Chindamo

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Davide Chindamo

Davide Chindamo

Laureato in Scienze dei Beni Culturali e in Filologia moderna presso l'Università Cattolica di Milano, è un poeta e scrittore, docente e studioso dannunziano. Autore di raccolte poetiche ("Apollo", 2020; "Allegrezza solitaria", 2021; "Dimmi, a cosa stai pensando? - Cento poesie d'amore (2021-2024)", in fase di pubblicazione; "Elegie romane", in fase di pubblicazione), romanzi ("Il trionfo dell'Arte", 2022) e articoli scientifici sulla figura di Gabriele d'Annunzio. Vincitore del Premio Letterario Europeo "Oscar Wilde". Storico collaboratore di Aliseo per la sezione Cultura.

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