Se la geopolitica oggi ha un impatto significativo sulle nostre vite, questo non รจ sempre di facile lettura e comprensione. Si prenda come esempio il settore energetico, dove il nesso tra geopolitica e prezzi dei beni energetici sembra particolarmente evidente. Oggi, infatti, il costo delle commodities si dimostra molto resiliente alle crisi internazionali; tuttavia, lโimpatto degli eventi globali sul settore รจ molto significativo.
I conflitti scoppiati in molti punti del globo e lo scontro piรน o meno aperto tra potenze degli ultimi anni hanno modificato in maniera sostanziale la struttura stessa dei mercati energetici, lโintera catena del valore, i rapporti di forza tra i principali players. I nuovi scenari hanno caratteristiche inedite e le regole che credevamo di dare per assodate sono in gran parte venute meno.
Quale รจ il legame tra energia e geopolitica
Per lungo tempo si รจ creduto di poter dare per scontato che, in caso di tensioni geopolitiche, i prezzi delle fonti energetiche diventassero estremamente volatili.
Questo assunto ha certamente un dato esperienziale molto traumatico alla base: la guerra dello Yom Kippur. Scoppiata il 6 ottobre del 1973 diede il via alla grande crisi petrolifera che innescรฒ una critica impennata dei prezzi del greggio e a cascata di tutti i suoi derivati.
Analogamente, la crisi si ripresentรฒ pochi anni dopo, nel 1978-79, con la vicenda iraniana. La nascita della Repubblica Islamica ebbe conseguenze terribili sui mercati, spingendo il prezzo del petrolio addirittura a 40 dollari al barile. Tale valore sembra risibile oggi, ma bisogna considerare che nei primi anni Settanta il prezzo medio si aggirava tra 2 e 3 dollari.
Il motivo profondo delle crisi del secolo scorso era la progressiva riduzione degli investimenti nella fase upstream (ossia dellโinsieme di attivitร alla base della produzione, come lโesplorazione) della filiera petrolifera, che portรฒ a una sensibile riduzione dellโofferta a fronte di una domanda in costante aumento. Successivamente, la terribile guerra tra Iraq e Iran che scoppiรฒ nel 1980 vide un trend ribassista nel mercato petrolifero.
Possiamo convenire che la geopolitica non รจ capace da sola di scatenare crisi. Si presenta invece come un reagente che solo se mischiato con situazioni di squilibrio tra domanda e offerta puรฒ avere effetti dirompenti.
In considerazione di queste vicende โstoricheโ si puรฒ apprezzare come lโandamento dei prezzi energetici, di petrolio e gas, si dimostri molto resiliente nonostante siano attualmente in corso crisi molto rilevanti.
Alla guerra ad โalta tensioneโ scoppiata in Ucraina il 24 febbraio 2022 i mercati risposero in maniera molto drastica. Era forte la paura di un imminente blocco delle esportazioni russe di gas, giร in calo dal 2021. Diversamente, il duro scontro tra Israele e Palestina iniziato il 7 ottobre 2023 e il blocco dei transiti marittimi nel Mar Rosso, non hanno determinato effetti rilevanti sui prezzi.
Perchรฉ allโesplosione delle bombe non รจ seguita anche quella dei mercati? Probabilmente, nel caso del petrolio lโebollizione dei prezzi รจ stata evitata dalla grande disponibilitร eccedente la domanda. Questa si aggira intorno ai sei milioni di barili al giorno, circa il 6% della domanda mondiale ed รจ determinata dal taglio della produzione decisa dallโOpec+.
Nel caso del gas, i trend rialzisti sono stati soffocati dalla ridotta domanda europea e dallโabbondante offerta sui mercati internazionali, con molto Gnl che rimane inutilizzato. Per nostra fortuna il nesso tra geopolitica e prezzi รจ per adesso debole, ma questo non significa che non ci siano impatti sui mercati.
Come la geopolitica influenza i mercati energetici
La geopolitica, negli ultimi anni ha determinato profonde modifiche nella geografia dei mercati, nel loro funzionamento e nei rapporti di forza tra gli attori coinvolti.
Pensiamo alla Russia, che occupa il terzo posto sul podio dei maggiori produttori di petrolio con 11,1 milioni di barili giornalieri, dietro Stati Uniti e Arabia Saudita. Dopo l’imposizione delle sanzioni sulle forniture verso lโEuropa, suo principale mercato di sbocco, Mosca ha dovuto cercare nuovi acquirenti, trovandoli soprattutto in Cina e India, che attualmente acquistano circa il 90% delle sue esportazioni.
Va precisato che i nuovi acquirenti del petrolio russo non fanno gli interessi di Mosca. Le forti limitazioni a cui รจ sottoposta la Russia le hanno impedito di vendere la sua produzione nel mercato internazionale, costringendola a sottostare a prezzi determinati sostanzialmente dagli acquirenti, inferiori rispetto a quelli di mercato, ma pur sempre superiori al tetto di 60 dollari al barile imposto dallโOccidente al petrolio russo a fine 2022.
Abbiamo qui un esempio di come il mercato dell’energia venga influenzato dagli eventi geopolitici, determinando una ridefinizione delle transazioni, costruendo sostanzialmente un mercato โparalleloโ, a quello internazionale, tra Russia e Asia. Ovviamente la variazione dei confini del mercato determina una sensibile riduzione dellโofferta alla quale รจ, allo stato attuale delle relazioni tra Occidente e Russia, impossibile porre rimedio.
Ulteriori esempi sono quelli del mercato del gas, successivo al blocco dei transiti nel corridoio marittimo tra il Canale di Suez e il Mar Rosso a causa degli attacchi dei miliziani Houthi yemeniti e della riduzione della navigazione attraverso Canale di Panama dovuta alla siccitร .
Questi fatti, di natura geopolitica il primo e climatica il secondo, hanno determinato una divisione nel mercato del gas che si riteneva interamente globalizzato, soprattutto per via del Gnl trasportabile via mare. Da una parte il mercato che viaggia sullโoceano Atlantico, dominato dagli Stati Uniti, che rifornisce i Paesi europei, e dallโaltra quello asiatico in cui i carichi raggiungono essenzialmente australiani e qatarioti.
La โbipartizioneโ del mercato del gas รจ legata anche alla guerra in Ucraina, per via della volontร dellโUe di tagliare le importazioni di gas russo e azzerare la dipendenza dalle forniture energetiche di Mosca, il cui gas nel 2021 occupava circa il 40% del mix energetico dellโUnione.
Le sanzioni a Mosca avevano cosรฌ spostato la dipendenza europea dal gas via tubo russo alle forniture di Gnl degli Usa, che applicano una politica di vendita che ruota attorno ai prezzi spot, sensibilmente piรน elevati rispetto a quelli a lungo termine pagati in precedenza per le forniture via pipeline della Russia. Come per il mercato petrolifero, le attuali relazioni internazionali rendono impossibile un cambio di scenario.
Gli effetti sull’energia delle dinamiche internazionali sono di vario tipo e con molteplici conseguenze, che vanno ben oltre la sola sicurezza degli approvvigionamenti di beni energetici per alimentare imprese, utenze domestiche e mobilitร .
La geopolitica, come un cartografo, traccia nuovi confini geografici per i mercati, indipendentemente dalla commodity di riferimento. Sorgono nuovi spazi con contestuale perdita di rilevanza dei precedenti. Tale rimodulazione dei mercati internazionali, basandosi in parte su un evento traumatico e di lunga durata come lโinvasione russa dellโUcraina, difficilmente potrร tornare allo status quo ante.
Nel mezzo di queste dinamiche, determinate dallo scontro tra attori globali, lโUnione Europea pare poco consapevole della sua condizione. Le scelte politiche dellโUnione sembrano frutto di una conoscenza quantomeno scarsa delle dinamiche che possono scatenarsi sui mercati energetici, sulle catene del valore e sui rapporti con le Potenze dalle quali lโEuropa si rende dipendente: gli Usa per il gas naturale e la Cina per le tecnologie della transizione verde.
Foto in evidenza: Photo by Ojas Narappanawar: https://www.pexels.com/photo/drone-photography-of-an-oil-tanker-at-sea-4606157/; Foto nell’articolo: 1) By Unknown author – https://www.flickr.com/photos/ciagov/8413628531/in/set-72157632588891070, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10289085; 2) By Pline – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=900431