Abbonati

a

Scopri L’America dopo l’egemonia

L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

Evangelismo: la Chiesa cattolica ha perso l’Iberoamerica?

Evangelismo: la Chiesa cattolica ha perso l’Iberoamerica?

Il Vaticano ha perso il primato nel "continente cattolicissimo". Perchรฉ gli Stati Uniti utilizzano le chiese evangeliche come strumento di soft power

Un tempo noto come il โ€œcontinente cattolicissimoโ€, oggi lโ€™America Latina รจ sempre piรน contesa tra Washington e Roma. Dalla seconda metร  del secolo scorso centinaia di denominazioni evangelicali gravitanti sugli Stati Uniti sono fiorite nel subcontinente raccogliendo sempre piรน proseliti.

Nel 1995 circa lโ€™80% degli iberoamericani si definiva cattolico. Ad oggi la quantitร  di cattolici รจ compresa in una forbice tra il 52 e il 58% (a seconda che si consideri il Sud o il Centro del continente). Allo stesso modo, se negli anni โ€˜90 del secolo scorso gli evangelici rappresentavano il 9% del totale, nel 2014 erano il 19% e nel 2017 erano giร  saliti di tre punti percentuali. Questa โ€œrivoluzione religiosaโ€ si spiega sotto diversi profili, non solamente culturali ma anche geopolitici.

Uno studio del Pew Research Center, Religion in Latin America – Widespread Change in a Historically Catholic Region, pubblicato il 13 novembre 2014, ha tra le altre cose tentato di far luce sui motivi che hanno spinto una significativa quantitร  di cattolici a convertirsi allโ€™evangelismo.

Le ragioni citate piรน frequentemente nel sondaggio sono la necessitร  di un rapporto piรน personale e diretto con Dio e la ricerca di uno stile di culto diverso. Il 60% degli adulti ha non a caso lasciato la Chiesa cattolica alla ricerca di unโ€™esperienza religiosa piรน coinvolgente, che ponesse alti standard di moralitร .

Perchรฉ i cattolici si convertono all’evangelismo

Non stupisce, dunque, che nel fenomeno di fede evangelico sia centrale il credo nella discesa dello Spirito Santo sugli apostoli di Gesรน, avvenuta cinquanta giorni dopo la Pasqua di Resurrezione. Questo episodio informa tutta la liturgia evangelicale, dove i fedeli sperimentano il soprannaturale in maniera particolarmente coinvolgente e fortemente corporale.

In tal senso essenziale รจ la cosiddetta glossolalia, dal greco glossa (lingua) e lalรจo (parlare), significa letteralmente โ€œparlare altre lingueโ€. Nel cristianesimo delle origini รจ invece la capacitร  di parlare direttamente con Dio, tramite un linguaggio comprensibile ai pochissimi che detengono questo dono.

Nelle parole di San Paolo: ยซChi, infatti, parla con il dono delle lingue non parla agli uomini, ma a Dio, giacchรฉ nessuno comprende, mentre egli dice per ispirazione cose misteriose.ยป (1 Cor 14, 2).

La liturgia pentecostale diventa allora una celebrazione collettiva dove lโ€™ultraterreno e il trascendente si fanno presenti in maniera dirompente ed estatica: forse anche per questo, come nuovamente l’indagine del Pew Research Center dimostra, in quasi tutti i Paesi studiati, gli evangelicali affermano di andare in chiesa piรน spesso e di pregare molto piรน frequentemente dei cattolici. Una media regionale dell’83% dei neo-pentecostali riferisce di frequentare la chiesa almeno una volta al mese, rispetto a una media del 62% dei cattolici.

Il fattore meramente culturale รจ perรฒ soltanto la punta dellโ€™iceberg del fenomeno, che trova le sue radici nella disputa geo-religiosa che coinvolge Stati Uniti e Vaticano da almeno un secolo.

La spinta geopolitica dell’evangelismo

Lโ€™imperativo strategico di Washington di controllare lโ€™iberoamerica ed evitare che questa fosse soggetta a influenza di potenze antagoniste era giร  chiaro al presidente Monroe il 2 dicembre del 1823, data del suo celebre discorso sullo stato dellโ€™Unione al Congresso, ove egli avrebbe postulato la primazia degli Stati Uniti negli affari del continente americano.

In tal senso lโ€™influenza (politica, oltre che religiosa) di Roma negli affari del subcontinente ostacolava de facto la piena realizzazione di quella che รจ passata alla storia come โ€œDottrina Monroeโ€.

La convinzione che fosse necessario un forte intervento culturale da parte statunitense in America Latina, che affiancasse il giร  presente impegno economico-militare e diplomatico, propria anche del presidente Theodore Roosevelt nel 1912: ยซA mio giudizio, finchรฉ questi paesi rimarranno cattolici, la loro assimilazione agli Stati Uniti sarร  un compito lungo e difficile.ยป

Lo scontro strisciante da tempo tra Roma e Washington si รจ acuito considerevolmente per una vera e propria rivoluzione cominciata agli inizi del XX secolo in seno alla Chiesa cattolica, culminata con il Concilio vaticano II, che ha sancito in maniera definitiva il nuovo posizionamento della Chiesa nel mondo: non piรน bastione dellโ€™Ancien Rรฉgime, bensรฌ โ€“ almeno nelle intenzioni โ€“ punto di riferimento degli ultimi, dei deboli, delle periferie del mondo.

L’establishment statunitense avvertiva nella svolta del Concilio vaticano II un avvicinamento della Chiesa di Roma a posizioni considerate “socialiste“, incompatibili dunque con lโ€™American way of life. In effetti รจ proprio il Concilio a porre le basi per la nascita della teologia della liberazione: una visione teologico-politica di impronta latina imperniata sulla vicinanza e la difesa dei poveri e degli emarginati della societร , in aperta contrapposizione alla visione statunitense del mondo.

Giร  nel messaggio inaugurale dellโ€™evento conciliare Papa Giovanni XXIII espresse una formula che ne racchiudeva la sostanza: ยซIn faccia ai Paesi sottosviluppati la Chiesa si presenta quale รจ e vuole essere, come la Chiesa di tutti, e particolarmente la Chiesa dei poveri!ยป

Anche la Gaudium et spes, il documento conciliare piรน lungo (sul rapporto Chiesa-mondo) riprenderร  piรน volte lo stesso motivo: ยซDio ha destinato la terra e tutto quello che essa contiene all’uso di tutti gli uomini e di tutti i popoli, e pertanto i beni creati debbono essere partecipati equamente a tutti, secondo la regola della giustizia, inseparabile dalla caritร ยป (GS 69).

Nelson Rockefeller aveva intuito la rivoluzione in atto all’interno della Chiesa proprio in quegli anni, soprattutto in America Latina: ยซSebbene non sia ancora ampiamente riconosciuto, le istituzioni militari e la Chiesa cattolica sono tra le forze di oggi per il cambiamento sociale e politico nelle altre repubbliche americane. […] Pochi si rendono conto di quanto queste due istituzioni stiano rompendo con il loro passato. […] Si stanno rapidamente spostando in prima linea come forze di cambiamento sociale, economico e politico. Nel caso della Chiesa, si tratta di un riconoscimento della necessitร  di essere piรน rispondenti alla volontร  popolare. […].ยป

Il motto della teologia della liberazione, cosรฌ come scolpito dallโ€™allora vescovo di San Salvador โ€“ ucciso il 24 marzo 1980 mentre celebrava la messa โ€“ Gloria Dei vivens pauper (โ€œLa Gloria di Dio รจ che il povero vivaโ€), dimostra ancora una volta come questa visione ispano-cattolica si trovasse agli antipodi rispetto a quella statunitense e andasse dunque arginata.

Allโ€™evangelismo di marca statunitense รจ invece legata la cosiddetta teologia della prosperitร : scolpita sulla scia della visione del mondo americana, essa si basa su una concezione essenzialmente neoliberista e meritocratica della societร , in cui la ricchezza รจ vista come dono di Dio e la povertร , al contrario, come una sua punizione.

Il fedele punito con la povertร  deve essere buon discepolo di coloro che sono stati premiati da Dio. Lโ€™obiettivo ultimo รจ lโ€™interesse dellโ€™individuo, che prevale sempre su quello della comunitร .

L’evangelismo di Washington in iberoamerica

Questa particolare visione del mondo, che sposa lo stile di vita a stelle e strisce e gli imperativi strategici tratteggiati da Monroe, รจ stata, anche con il preciso obiettivo di contrastare la teologia della liberazione, concretamente sostenuta dagli Stati Uniti, che hanno lautamente sovvenzionato le numerose denominazioni evangeliche attive in Latinoamerica (si veda, ad esempio, lโ€™attivitร  del The Institute on Religion and Democracy, nato nel 1981 su impulso di Ronald Reagan).

L’evangelismo, perfettamente conforme allโ€™American way of life, vera e propria religione civile statunitense, anche grazie al diretto sostegno di Washington, ha ormai penetrato il tessuto sociale latinoamericano, con straordinario successo soprattutto in Brasile, Cile, Perรน, Venezuela, per quanto riguarda il Sud del continente, e Guatemala, Honduras, El Salvador e Nicaragua per quanto concerne il Centro America.

La rivoluzione religiosa in atto ha avuto e sta avendo conseguenze di notevole portata su due piani: lโ€™uno di politica interna, lโ€™altro di politica estera.

In politica interna le denominazioni neopentecostali, compatte e agguerrite, sono in grado di far valere le loro istanze efficacemente: chiedono e ottengono meno stato sociale, maggior conservatorismo culturale e sociale, e piรน militarizzazione. In politica estera il peso delle chiese evangeliche รจ preponderante nel posizionamento di molti dei Paesi dellโ€™America Latina nello scacchiere internazionale.

La fede non basta

La scommessa di Washington รจ quella di impedire, con maggior facilitร  rispetto al passato, che a sud del Rio Grande sorga una potenza antagonista abbastanza forte da poter minacciare concretamente gli interessi americani nella regione.

Maggiore continuerร  ad essere lโ€™efficacia del proselitismo evangelico in America Latina, maggiore sarร  lโ€™ascendente degli Stati Uniti nei confronti del subcontinente: meno autonomo da un punto di vista culturale, dunque incapace di sottrarsi alla sfera dโ€™influenza dellโ€™ingombrante vicino.

Nel concreto, perรฒ, se รจ vero che si รจ assistito di recente ad una forte crescita dei movimenti evangelici in iberoamerica, รจ altresรฌ innegabile che lโ€™influenza americana nella regione sia in realtร  andata deteriorandosi negli ultimi anni. Ciรฒ รจ dovuto primariamente al forte attivismo cinese.

La crescente pressione statunitense nellโ€™Oceano Pacifico e nello stretto di Taiwan ha condotto la Cina ad aumentare la sua presenza in America Latina sotto diversi profili: economico, culturale e militare.

Il 15 novembre scorso il presidente cinese Xi Jinping ha inaugurato, insieme alla presidente del Perรน Boluarte, il nuovo maxi-porto di Chancay. Lโ€™opera, finanziata dalla Repubblica Popolare e costata 1,3 miliardi di dollari, ha come obiettivo quello di facilitare gli scambi diretti tra Pechino e lโ€™America Latina, e si inserisce nel piรน ampio progetto della Bri (Bealt and Road Initiative), al quale a giugno dello scorso anno si รจ unito anche lโ€™Honduras, ventiduesimo paese latinoamericano a sottoscrivere lโ€™accordo.

Nel 2023 la Cina ha donato una nuova biblioteca a El Salvador: 360mila libri e 24mila metri quadrati di superficie per un costo di 54 milioni di dollari, interamente sostenuto dal Dragone. Una chiara mossa di soft power.

La Repubblica Popolare, dunque, oltre ad essere il primo partner commerciale di tutti i Paesi dellโ€™area (eccetto Messico e Colombia), e nonostante la rivoluzione religiosa in atto, รจ riuscita ad estendere consistentemente la sua influenza nel continente, proprio in chiave anti-statunitense.

In definitiva, la crescita dellโ€™evangelismo in iberoamerica รจ senza dubbio un moltiplicatore naturale dellโ€™influenza di Washington nella regione, ma non รจ detto che essa basti in unโ€™epoca in cui sempre piรน il primato del Numero Uno viene messo in discussione dalle potenze antagoniste, addirittura nel fu โ€œcortile di casaโ€ dellโ€™impero a stelle e strisce, oggi piรน conteso che mai.

Foto in evidenza: Photo by Hugo Martรญnez: https://www.pexels.com/photo/facade-of-santa-lucia-church-in-juayua-18047278/

La newsletter di Aliseo

Ogni domenica sulla tua mail, un'analisi di geopolitica e le principali notizie sulla politica estera italiana: iscriviti e ricevi in regalo un eBook di Aliseo

Giacomo Dello Vicario

Giacomo Dello Vicario

Dello stesso autore

In evidenza

Aliseo sui social