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Scopri L’America dopo l’egemonia

L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

Fentanyl, la droga che sta uccidendo l’America

Fentanyl, la droga che sta uccidendo l’America

L'epidemia di oppioidi negli Stati Uniti miete piรน di 100mila vittime ogni anno. Il caso del fentanyl e il ruolo della Cina

Negli Stati Uniti imperversa da anni una nuova devastante droga, il fentanyl, le cui proprietร  stanno dando forma a un dramma la cui eco ha ormai raggiunto anche lโ€™Europa, dove lโ€™argomento รจ sempre piรน oggetto di discussione.

Recentissime le parole del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, che in una conferenza ha dichiarato lโ€™assenza di un allarme fentanyl in Italia, facendo tirare un respiro di sollievo al Paese. Almeno per adesso.

Quali sono gli effetti e i rischi del fentanyl

Il fentanyl รจ un oppioide che si differenzia da quelli tradizionali come la morfina o lโ€™eroina, in quanto si tratta di una molecola prodotta interamente in laboratorio, sintetica al 100%.

Se, nellโ€™immaginario comune, lโ€™eroina ha detenuto a lungo lโ€™immagine di droga piรน deleteria e letale per lโ€™essere umano, il fentanyl puรฒ arrivare ad essere fino a 50 volte piรน potente in termini di danni per la salute. Rispetto alla morfina, invece, puรฒ raggiungere livelli addirittura fino a 100 volte superiori.

Basta quindi una dose minima per rischiare unโ€™overdose, che si รจ giร  dimostrata una delle piรน difficili da curare. Questo, sommato al bassissimo costo richiesto per una dose, che non comporta spese elevate per essere sintetizzata, sta generando unโ€™ondata di morte per droga paragonabile a quelle causate a suo tempo dallโ€™eroina e che si credeva di aver consegnato per sempre al passato.

Dopo un aumento vertiginoso di consumi di droga nel 2020, durante lโ€™ondata pandemica di Covid-19, nellโ€™aprile 2021 gli Stati Uniti hanno registrato piรน di centomila morti per overdose da oppioidi sintetici, tra i quali ha fatto da padrone il fentanyl.

Dato che si รจ ripetuto immutato di anno in anno, al punto che, ormai da tempo, i ricercatori e gli esperti della sanitร  pubblica ritengono che il numero sempre crescente di decessi per droga, sommato a quello dei sucidi, contribuisca allโ€™abbassamento dellโ€™aspettativa di vita media degli americani.

Il dato relativo alla mortalitร  รจ certamente spaventoso, ma costituisce solo la famosa โ€œpunta dellโ€™icebergโ€. Le grandi cittร  degli Stati Uniti brulicano sempre piรน, specialmente nei quartieri piรน poveri, di persone ridotte ad ombre di se stesse da questa droga. Effetto che รจ valso al fentanyl il soprannome di โ€œdroga degli zombieโ€.

Una tragedia umana che segue cosรฌ il tracciato delle disuguaglianze economiche e sociali presenti negli Stati Uniti, dove queste persone risultano sempre piรน sole e abbandonate a se stesse, nonostante la visibilitร  del fenomeno e la raggiunta risonanza mediatica.

2 milligrammi di fentanyl (una dose fatale per la maggior parte delle persone) comparati a un penny americano

L’epidemia di fentanyl e il ruolo della Cina

Questo dramma assume carattere geopolitico, considerato che dietro alla produzione e al commercio di fentanyl si nasconde laย longa manusย della Cina. รˆ proprio nellโ€™Impero celeste che il fentanyl viene prodotto ed esportato in quantitร  massicce in direzione delle Americhe, costituendo un contributo non indifferente allโ€™economia del paese.

Di recente, gli Stati Uniti, sempre piรน allarmati ed esasperati da questa piaga, hanno ulteriormente ribadito lโ€™allarme indicando direttamente la Cina quale responsabile ultimo in un rapporto del Congresso.

Negli ultimi anni, gli apparati statunitensi avevano privilegiato una condotta piรน conciliante, evitando accuse troppo specifiche e tentando ripetutamente di avviare un dialogo sullโ€™argomento con lโ€™interlocutore dโ€™oltreoceano. Le risposte, tuttavia, non sono mai state sufficienti e si รจ ben lontani dal raggiungere unโ€™intesa.

Al contrario, la Cina ha colto lโ€™occasione di questi appelli per ricordare alla controparte le restrizioni commerciali imposte nel 2020, ponendo quale condizione indispensabile per una propria concreta collaborazione sul tema l’annullamento dei dazi imposti dagli americani.

Il tutto senza rinunciare a una stoccata tesa a infierire su quel prestigio dellโ€™egemone globale, su quel sogno americano, ormai giร  piรน che scalfiti e dal quale molti si stanno risvegliando con non poco turbamento.

Xi Jinping e i suoi portavoce hanno infatti dichiarato che gli Stati Uniti dovrebbero riflettere sulle motivazioni e sulle deficienze interne che spingono tanta parte della propria popolazione nel vortice della droga, senza incolpare i Paesi stranieri dei propri fallimenti politici.

Negli ultimi anni la Cina รจ stata abile a sfuggire alle richieste statunitensi dimostrandosi in grado di delocalizzare la produzione della droga. Al seguito di alcuni colloqui con gli americani, infatti, le aziende cinesi hanno cessato la produzione di fentanyl in patria, trasferendola oltreoceano.

Cosรฌ oggi, se la Cina resta produttrice del 90% e dellโ€™80% dei precursori rispettivamente di fentanyl e metanfetamine, questi vengono trasferiti in Messico e lรฌ sintetizzati dai cartelli della droga per essere poi immessi massicciamente sul mercato americano valicando quel confine che nessun muro sembra in grado di impermeabilizzare.

Mappa che mostra il traffico di fentanyl nel 2019

Come i cinesi hanno “imparato” dai britannici

Difficile sperare di muovere a pietร  il gigante cinese. Nella mente di Xi e del suo popolo, a fare da bussola, vi รจ ancora e principalmente quel โ€œsecolo delle umiliazioniโ€ che segnรฒ un trauma indelebile nella memoria e nella coscienza cinesi.

Fu nel corso del XIX secolo che la civiltร  cinese, parallelamente allโ€™affermarsi dellโ€™impero britannico, conobbe la sua crisi piรน profonda. Una volta affermato il proprio controllo sullโ€™India, gli inglesi poterono sfruttarne la produzione dโ€™oppio immettendolo in quantitร  sempre piรน massicce sul mercato cinese.

Un traffico che nel tempo seppe fruttare grandi capitali che concorsero al potenziamento del neonato impero e alla sua definitiva affermazione. Per la Cina, al contrario, fu lโ€™etร  della decadenza. Il suo tentativo di frenare la penetrazione commerciale inglese condusse alle due celebri โ€œguerre dellโ€™oppioโ€ che palesarono al mondo lo stato di crisi in cui versava lโ€™Impero di mezzo.

Lโ€™Inghilterra si assicurรฒ una posizione di superioritร  sul nemico sconfitto attraverso i โ€œtrattati inegualiโ€, presto imitata da altre potenze globali quali Francia, Germania, Stati Uniti, ma anche Giappone e Russia.

Questa memoria pesa ancora a Pechino, nonostante la vistosa e opportunistica rimozione del ruolo giocato dalla Russia di allora, che nella sua espansione verso est cannibalizzรฒ i territori settentrionali siberiani allโ€™epoca sotto controllo cinese. Oggi quegli attriti sono accantonati, anche se non risolti, in virtรน di una collaborazione non priva di difficoltร .

Lo stesso, anche se per differenti ragioni, si puรฒ dire del complicato rapporto che lega il dragone al Messico. Questโ€™ultimo sta infatti potenziando la propria produzione industriale approfittando proprio delle delocalizzazioni di tutte quelle aziende, molte delle quali americane, che vogliono abbandonare la Cina, divenuta ormai un rivale troppo pericoloso.

Nonostante questo dato, lโ€™enorme mole di denaro che il traffico di stupefacenti assicura al Messico tanto quanto a Pechino, unito a un profondo sentimento antiamericano e di rivalsa, per il momento continua a garantire la cooperazione di questi due paesi.

Lโ€™Impero celeste ha dunque avuto in quello britannico il migliore maestro, del quale sembra aver appreso a pieno taluni insegnamenti che ora, tornato alla ribalta, non si fa scrupolo di impiegare contro il proprio rivale.

Immagine in evidenza: https://flic.kr/p/2kqbBfY; immagini presenti nell’articolo: 1) https://commons.wikimedia.org/wiki/File:FENTANYL_FLOW_TO_THE_UNITED_STATES_2019.png; 2) https://www.dea.gov/sites/default/files/2020-03/DEA_GOV_DIR-008-20%20Fentanyl%20Flow%20in%20the%20United%20States_0.pdf

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Pietro Tulipano

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