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Georgia e Moldavia: terreni di scontro fra Russia e Occidente

Georgia e Moldavia: terreni di scontro fra Russia e Occidente

Che lโ€™obiettivo sia lโ€™indipendenza strategica o lโ€™integrazione euroatlantica, Georgia e Moldavia devono trovare un modus vivendi con Mosca

Il 26 ottobre la Georgia รจ andata al voto per rinnovare il Parlamento nazionale. Qualche giorno dopo, il 3 novembre, si รจ svolto il secondo turno delle elezioni presidenziali in Moldavia. In entrambe le repubbliche post-sovietiche hanno vinto le compagini giร  al potere, che si distinguono per visioni antitetiche in fatto di relazioni internazionali.

Mentre in Georgia il partito Sogno Georgiano (erroneamente additato come filo-russo dalla stampa occidentale) รจ fautore di una politica di indipendenza strategica, camuffata da un velo di europeismo a cui nessuno sembra credere nรฉ in patria nรฉ allโ€™estero.

In Moldavia, per contro, la Presidente rieletta Maia Sandu รจ apertamente sostenitrice dellโ€™integrazione euroatlantica della piccola repubblica, fatto confermato dal celere tweet di congratulazioni giunto dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

In entrambi i Paesi il risultato elettorale รจ stato contestato dagli sconfitti. In Georgia la Presidente Salomรฉ Zourabishvili si รจ rifiutata di riconoscere la vittoria del partito di governo, denunciando brogli elettorali e una non meglio chiarita โ€œoperazione speciale russaโ€; ha poi invitato la popolazione a manifestare in piazza.

Le hanno fatto eco i partiti europeisti georgiani, che si sono rifiutati in blocco di entrare nel nuovo parlamento eletto il 26 ottobre. Le prime proteste si sono giร  svolte, anche se con minore affluenza rispetto al profluvio di persone che manifestรฒ contro la controversa legge sugli agenti stranieri la scorsa primavera. 

Il partito di governo sembra attualmente in grado di mantenere la situazione sotto controllo: sebbene siano piovute dallโ€™Occidente richieste di investigazioni sul corretto svolgimento delle elezioni, nessun governo ha tuttavia dichiarato le elezioni illegittime, mentre molti Paesi, specialmente quelli attorno alla Georgia (Armenia, Azerbaijan, Turchia e Russia) si sono congratulati con Sogno Georgiano per la vittoria.

Con le informazioni e i dati attualmente disponibili non รจ possibile asserire la portata effettiva dei brogli elettorali, le accuse della Presidente Zourabishvili e dellโ€™opposizione non hanno per il momento fornito prove a riguardo. Alla luce di quanto detto lโ€™ipotesi di un secondo โ€œEuromaidanโ€ a Tbilisi appare attualmente da scartare.

In Moldavia le elezioni si sono svolte in due round, il primo si รจ tenuto il 20 ottobre in contemporanea con un referendum consultivo sullโ€™adesione allโ€™Unione Europea. Il risultato del referendum รจ stata una risicatissima vittoria del โ€œsรฌโ€, con il 50,35%, decisivi i voti della diaspora, senza i quali il โ€œnoโ€ avrebbe vinto con ampio margine.

Il peso dei voti dallโ€™estero รจ stato fondamentale anche al secondo round delle elezioni presidenziali. Maia Sandu ha sconfitto il rivale filo-russo con uno scarto di circa 180mila voti, anche qui con il decisivo aiuto della diaspora, prima del conteggio dei voti dallโ€™estero infatti era il filo-russo Alexandr Stoianoglo ad essere in vantaggio. 

Ciรฒ che colpisce del voto moldavo รจ la polarizzazione presente allโ€™interno della repubblica, nella Gagauzia, piccola regione autonoma turcofona e ortodossa nella parte meridionale del Paese, il candidato filo-russo ha ottenuto piรน del 90% dei voti. Anche la Transnistria, regione de facto indipendente ma in cui i cittadini hanno comunque diritto di voto in Moldavia, il candidato filo-russo ha ottenuto altissime percentuali.

Nel voto della diaspora, invece, รจ stata Maia Sandu ad ottenere percentuali altissime, con quasi lโ€™80% delle preferenze. Anche la capitale Chisinau ha preferito Sandu e la sua agenda di integrazione euroatlantica. 

Lโ€™importanza che il voto dallโ€™estero ha ricoperto per la vittoria di Sandu ha spinto la Presidente georgiana ad additare lโ€™impossibilitร  di partecipazione della diaspora nelle elezioni parlamentari del suo Paese come un elemento a favore della non trasparenza del voto georgiano.

Di fatto la diaspora si รจ configurata come unโ€™arma da utilizzare (o non utilizzare) a seconda delle circostanze. Se il governo georgiano ha impedito, o convenientemente dimenticato, di mandare le schede ai cittadini allโ€™estero per evitare โ€œbrutte sorpreseโ€, le autoritร  moldave hanno mandato alla diaspora in Europa tutte le schede elettorali necessarie, consce del fatto che i voti sarebbero andati a favore di Sandu.

Non รจ certo un caso che la diaspora moldava in Russia, una delle piรน consistenti numericamente, si sia lamentata di aver ricevuto un numero insufficiente di schede elettorali, fatto rimarcato polemicamente anche dal Portavoce del Presidente russo, Dmitrij Peskov. Quel voto infatti sarebbe andato quasi sicuramente a Stoianoglo.

Secretary Antony J. Blinken meets with Moldovan President Maia Sandu in Chisinau, Moldova, May 29, 2024. (Official State Department photo by Chuck Kennedy)

Moldavia e Georgia continueranno le politiche giร  intraprese

I risultati elettorali nelle due repubbliche ex-sovietiche confermano i percorsi strategici giร  intrapresi. La Georgia continuerร  a mantenere la sua postura di equilibrio fra Occidente e Russia, con il partito di governo che punterร  a consolidare ancora di piรน la sua presa sul Paese. La Moldavia, al contrario, continuerร  il suo lento avvicinamento allโ€™Europa e alla Nato.

Importanti passi a tal riguardo sono giร  stati fatti: basti pensare al riconoscimento dello status di candidato allโ€™ingresso nellโ€™Unione Europea, alle esercitazioni congiunte svolte fra le forze moldave e quelle Nato, infine alle due visite del Segretario di stato americano Anthony Blinken, a marzo e giugno del 2024.

Che lโ€™obiettivo geopolitico sia lโ€™indipendenza strategica o lโ€™integrazione euroatlantica, entrambi i Paesi devono trovare un modus vivendi con la Russia. Mosca ha infatti finanziato, aiutato politicamente e militarmente movimenti separatisti sia in Moldavia (Transnistria e in misura minore Gagauzia) che in Georgia (Abcasia e Ossezia del sud), nel caso di questโ€™ultima ha anche combattuto una guerra nel 2008.

Qualsiasi considerazione di natura strategica deve tenere conto che un repentino avvicinamento allโ€™Alleanza atlantica garantirebbe un intervento attivo di Mosca in supporto della fazione anti-atlantista in Moldavia e un innalzamento della tensione fra il governo di Tbilisi e le repubbliche filo-russe di Abcasia e Ossezia del sud in Georgia. 

Sogno Georgiano ha fatto della paura di una seconda guerra russo-georgiana uno slogan elettorale, se ha questo si aggiungono i buoni rapporti con Pechino e lโ€™ostilitร  occidentale nei confronti del partito di governo, un repentino avvicinamento alla Nato appare da escludere nel breve e medio termine.

Non cosรฌ per la Moldavia, le comunicazioni fra Maia Sandu e la leadership dellโ€™Unione sono costanti e approfondite, non sarebbe quindi fantapolitica predire un prossimo tentativo di ingresso di Chisinau nellโ€™Ue. Ammesso (e non concesso) che a Mosca la cosa stia bene.

Immagine in evidenza:
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Georgian_Dream_rally_-_Freedom_Square_(23_October_2024).jpg
Immagine 1:
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:President_Maia_Sandu_of_Moldova_met_United_States_Secretary_of_State_Antony_Blinken_in_Chisinau,_Moldova_on_May_29,_2024_(cropped).jpg

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Simone Mesisca

Simone Mesisca

Grande appassionato sin da piccolo di Storia e geografia, mi sono laureato in "Scienze Politiche e Relazioni Internazionali" all'Universitร  Cattolica di Milano, conseguendo poi la Laurea Magistrale in "Politiche Europee e Internazionali" nel medesimo ateneo.

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