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L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

Gli effetti della guerra in Ucraina sul mercato alimentare globale

Gli effetti della guerra in Ucraina sul mercato alimentare globale

Il conflitto in Ucraina e la crisi del Mar Rosso hanno scosso gli equilibri del mercato alimentare. Quali sono gli effetti per gli agricoltori italiani

Prima del conflitto con la Russia, l’Ucraina rivestiva un ruolo strategico negli approvvigionamenti mondiali di prodotti agricoli chiave come semi di girasole, mais, grano e altri cereali. Tuttavia, con l’inizio delle ostilitร , un agricoltore su tre ha dovuto interrompere la propria attivitร , portando a una diminuzione della produzione agricola tra il 2022 e il 2023 del 36% per il mais, del 35% per il grano e del 10% per i semi e l’olio di girasole.

Il 2024 dovrebbe segnare una lieve ripresa, ma i livelli produttivi rimarranno comunque inferiori a quelli precedenti il conflitto. Nel frattempo, la Russia ha incrementato la propria produzione di grano del 22%, raggiungendo 92 milioni di tonnellate e consolidandosi come terzo produttore mondiale dopo Cina (138 milioni di tonnellate) e India (104 milioni di tonnellate).

Il conflitto tra Russia e Ucraina ha avuto un impatto significativo anche sulle dinamiche delle scorte di prodotti agricoli, con la Cina che oggi detiene il 50% delle scorte mondiali di grano e il 64% di quelle di mais.

Cosa importa l’Italia da Ucraina e Russia

Nonostante il conflitto, gli arrivi di prodotti agroalimentari in Italia dai due Paesi non sembrano essere diminuiti significativamente. Nel complesso, nei primi dieci mesi del 2023, le importazioni italiane dall’Ucraina sono aumentate in quantitร  di oltre il 150% rispetto al periodo precedente lo scoppio del conflitto, passando da poco piรน di 1 milione a 2,6 milioni di tonnellate.

  • Cereali: Si registrano crescite significative per gli arrivi di cereali, in particolare grano tenero (+260%), mais (+230%) e orzo (+128%). Circa tre quarti delle importazioni italiane dall’Ucraina riguardano questi prodotti cerealicoli.
  • Carni avicole: Le importazioni di carni avicole dall’Ucraina sono aumentate, superando le 700 tonnellate rispetto ai valori nulli del 2021.
  • Zucchero: Si segnalano aumenti rilevanti per le importazioni di zucchero ucraino, passate da zero a circa 50mila tonnellate.
  • Semi di girasole e soia: Anche le importazioni di semi di girasole (+368%) e soia (+108%) hanno registrato una crescita significativa.

Anche le importazioni di prodotti agricoli e agroalimentari dalla Russia sono in aumento, registrando un incremento del 9%, passando da 566mila tonnellate nei primi dieci mesi del 2021 a 617mila tonnellate nello stesso periodo del 2023. Questo aumento รจ trainato principalmente dagli arrivi di grano duro e olio di girasole.

Gli effetti della crisi sulle imprese agricole

La crisi innescata dalla guerra in Ucraina ha avuto impatti significativi sui costi di produzione nel settore agricolo. Nel 2022, i costi dei consumi intermedi sono aumentati di oltre il 25% in termini reali, nonostante un calo dei volumi degli input dello 0,9%.

In media, le aziende agricole hanno speso circa il 50% in piรน rispetto al 2021 per i consumi energetici, che hanno registrato una contrazione del 3% in volume, e oltre il 63% in piรน per i fertilizzanti, con un calo del 2,5% in volume. Queste due voci di spesa rappresentano mediamente un quarto dei consumi intermedi di un’azienda agricola italiana.

Ad aggravare la situazione, si รจ registrato un aumento dei costi per mangimi e spese per il bestiame (+23% in termini reali, con un calo dei volumi dello 0,9%) e per i fitosanitari (+12%), che rappresentano un terzo dei costi aziendali.

Nel 2024, le quotazioni dei fertilizzanti si attestano su valori mediamente superiori del 66% rispetto al 2020. Dopo i picchi registrati nel 2022, con valori medi di 1,34 euro al litro, si osserva un leggero calo del prezzo del gasolio agricolo, ora a 1,10 euro/litro, ancora lontano dai 0,70 euro/litro del 2020.

L’impatto della crisi del Mar Rosso

Alla guerra russo-ucraina si aggiunge oggi il caos nel Canale di Suez, da cui transita il 28% del valore dellโ€™export via mare e il 52% dellโ€™import dell’Italia. Per quanto riguarda il settore agroalimentare, le esportazioni attraverso questa via rappresentano il 32% dei flussi marittimi in uscita e il 29% in entrata.

I prodotti agroalimentari che transitano per Suez, sia in uscita dallโ€™Italia che in arrivo, sono principalmente destinati o provenienti da Asia e Oceania.

Quote rilevanti dellโ€™export agroalimentare italiano passano attraverso il Canale di Suez, tra cui il 16% dei volumi complessivi di olio dโ€™oliva, il 15% dei prodotti derivati dalla lavorazione dei cereali (escluso il riso), il 14% del pomodoro trasformato, il 33% dei tabacchi e il 40% delle foraggere. Complessivamente, il valore delle esportazioni agroalimentari italiane che vi transitano ammonta a 6 miliardi di euro.

Tra i principali prodotti importati dalla Penisola attraverso il Mar Rosso, troviamo al primo posto il riso (67% dei volumi giunti in Italia), seguito da oli vegetali diversi da quelli di oliva o di semi (47%), pomodoro trasformato (45%), tรจ e caffรจ (35%), prodotti ittici (14%), frutta a guscio (11%) e alimenti per animali (10%).

Le criticitร  nel passaggio delle navi attraverso il Canale di Suez ha causato un’escalation dei costi del trasporto marittimo, specialmente nei traffici tra Asia e Mediterraneo. Tra dicembre 2023 e gennaio 2024, le tariffe di trasporto dal Mediterraneo alla Cina sono aumentate del 659%, mentre quelle dalla Cina sono cresciute del 187%. Inoltre, trasportare merci dal Nord Europa all’Asia oggi costa tra il 251% e il 281% in piรน rispetto alla fine del 2023.

Le compagnie navali hanno dovuto sostituire il passaggio nel canale di Suez con la circumnavigazione dellโ€™Africa. Un percorso che comporta un maggior costo del carburante stimato in oltre 600mila dollari, oltre due settimane in piรน per i tempi di consegna e per i costi del personale, oltre allโ€™incremento delle tariffe assicurative per navi e merci.

Il presidente dell’Autoritร  del Canale di Suez ha dichiarato che il 2024 รจ iniziato con una diminuzione del 40% dei ricavi e del 30% dei transiti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo calo รจ attribuito alla paura generata dagli attacchi Houthi, in risposta alla crisi mediorientale che coinvolge Israele e Palestina.

Immagine in evidenza: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/fb/Anti-terrorist_operation_in_eastern_Ukraine_%28War_Ukraine%29_%2827106872785%29.jpg

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Alessandro Gorgoni

Alessandro Gorgoni

Giurista di formazione, ho sviluppato conoscenze trasversali tra economia e diritto sviluppando unโ€™accurata conoscenza della Pubblica Amministrazione e del settore energetico. Sono dottore di ricerca del Dottorato di Interesse Nazionale per la Pa presso lโ€™Universitร  del Salento e lavoro in unโ€™impresa statale.

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