A sedici mesi dallโinizio dellโinvasione russa in Ucraina, Vincenzo Zito ha intervistato il dott. Alessandro Verdoliva, analista geopolitico e autore di numerosi articoli di politica e relazioni internazionali, con il contributo di Umberto Mastropietro, consulente militare, e Pieralberto Mengozzi, professore di Diritto dellโUnione Europea allโ universitร di Bologna.
Il 30 settembre Putin ha firmato il protocollo di annessione dei territori ucraini di Donetsk, Luhansk, Zaporizhhia e Kherson. Come possiamo leggere questa mossa?
Durante la sua lunga carriera politica, Vladimir Putin – in ossequio alla prassi occidentale – ha sempre posto massima cura nel ricorrere quanto piรน possibile ad un quadro di liceitร internazionale. Difficilmente prima del 24 febbraio 2022, possiamo trovare nellโoperato di Putin, delle sbavature formali.
Sullโetica non entro nel merito. Persino i fatti di Crimea del 2014 possono essere da alcuni letti come tutto sommato diversamente-legittimi o comunque non totalmente illegittimi, solitamente facendo riferimento allโannosa questione del Kosovo come precedente giuridico.
La sua abilitร nel compiere qualsiasi tipo di azione, senza oltrepassare la soglia di non ritorno – in un limbo di assertivitร equilibrata costantemente al limite della legalitร – lo ha contraddistinto come leader particolarmente astuto e cauto.
Tuttavia questa tendenza, che possiamo definire โvirtuosaโ (forzando un machiavellismo) รจ stata bruscamente interrotta il febbraio scorso dove secondo nessun tipo di precedente giuridico, neanche sotto forma di prassi internazionale, possono considerarsi lecite le sue azioni. Neanche le azioni discutibili dei tanto inneggiati USA possono equipararsi, nรฉ formalmente nรฉ sostanzialmente.
Le mosse di annettere le regioni che hai citato sopra, quali Donetsk, Luhansk, Zaporizhia e Kherson, sono un tentativo maldestro, direi quasi postumo, di ritorno alla normalitร . Analizziamo bene la ratio dietro una mossa del genere: sotto il diritto internazionale รจ nulla, in quanto non puรฒ essere codificato unilateralmente un vantaggio tratto dal compimento di un illecito internazionale (come ad esempio la conquista territoriale con la forza armata).
Ha piรน senso, invece, se visto sotto unโottica strategica in quanto funge da catalizzatore per lโopinione pubblica interna e puรฒ servire per esporsi come vittime: mi impossesso di una altrui proprietร e formalizzo il furto davanti a un notaio, cosรฌ che quando il legittimo possessore vuole riprenderla io posso costituirmi come parte offesa, e posso ricorrere alla โdifesaโ. La questione delle โdifesaโ riguarda tutta la seconda parte della strategia russa, la quale ora sottolinea sempre meno le operazioni offensive e dร risalto a quelle difensive.
Questa mossa serve anche a catalizzare lโopinione pubblica interna, la quale ora รจ di piรน facile mobilitazione, dopo che il conflitto ha passato il confine con la Russia. Potrebbe essere un prequel atto a giustificare mosse piรน azzardate.
Va considerato che da quando sono stati dichiarate annesse, i confini sono cambiati ogni mese, vanificando quindi la sostanza del proclamo di annessione. Sarร il campo di battaglia a siglare il prossimo confine.
Il fondatore del Gruppo Wagner, Evgeny Prigozhin, prima dei fatti relativi all’ammutinamento di fine giugno, ha dichiarato che avrebbe consegnato all’esercito russo Bakhmut in funzione di spianare la strada per l’assedio dell'”anello del Donbass”.
Quando si parla di cose militari, una cartina geografica sarebbe obbligatoria. LโAnello del Donbass รจ quel corollario di piccole cittadine collegate dalla strada H20 lungo una direttrice nord-sud/est, cioรจ Kramatorsk, Sloviansk, Druzhkovka, Konstantinovka, Chasov Yar. Queste cittadine sono unite fra loro dalla H20, la quale, ovviamente, ne favorisce la cattura in termini ipotetici, dopo la caduta di Bakhmut. Le strade sono sempre unโarma a doppio taglio in guerra. Tuttavia, va ricordata una cosa fondamentale: la logistica militare russa si muove su ferrovia, non su gomma.
Prigozhin ha parlato di una caduta fulminea dellโanello, ma รจ tutto da dimostrare: per prendere Bakhmut, una piccola cittadina di 60mila abitanti, i corpi dโelites della formazione russa hanno impiegato 10 mesi, iniziando ad agosto 2022 e finendo ora, nel giugno 2023. Se questo รจ lโandamento, lโanello del Donbass batterebbe bandiera russa fra 25 mesi, ovvero verso luglio del 2025: un lasso di tempo che implica uno sforzo bellico che difficilmente puรฒ essere tollerato da una media potenza come la Russia.
Per quel che riguarda, invece, gli equipaggiamenti utilizzati, quali sono le armi e le unitร in possesso dalle due fazioni? Chi ha piรน risorse e chi le sta usando meglio?
Parto con un aneddoto che chiarisce molte cose: la moria di alti ufficiali e di carri armati, sul fronte russo, si รจ dovuta a due fattori, banali quanto tragici: vista la fatiscenza dei mezzi di comunicazione militare russi, i carristi hanno una sola trasmittente, mentre i carristi in cui รจ presente un ufficiale di alto rango necessita di due trasmittenti. Ciรฒ comporta che individuare un ufficiale di alto rango risulta incredibilmente facile. Se uniamo ciรฒ alla presenza della ricarica automatica dei T-72 posta in torretta, capiamo meglio quello che molti analisti hanno sottovalutato.
โRussiaโ ed โefficienzaโ difficilmente possono andare nella stessa frase. La Russia non hai mai vinto alcuna guerra moderna per via dellโefficienza, ma ha sempre e solo vinto avvalendosi di due grandi fattori: il numero schiacciante e lโutilizzo astuto del territorio.
Ritirarsi, far congelare il nemico nella steppa e poi contrattaccare con unโorda di uomini mal addestrati, la cui vita mai qualcosa รจ interessata al ministero della guerra. Ma questi sono tempi diversi: adesso รจ la Russia ad aggredire, quindi non puรฒ avvalersi del suo asso nella manica, cioรจ il territorio, bensรฌ solo ed esclusivamente di una mole maggiore di soldati, la cui vita รจ perรฒ, oggi, socialmente piรน importante di quanto lo fosse il secolo scorso.
La Russia possedeva un esercito ampiamente motorizzato, quindi prenderemo i carri armati come punto di riferimento, questi ammontavano a circa 10.000 unitร . Cosa molto importante รจ che il numero non conta. Conta quanti di questi siano marcianti e dispiegabili (circa la metร ) e quanti di questi siano in grado di reggere il gap tecnologico: non dimentichiamo che nonostante la riforma militare successiva alla guerra Georgiana del 2008, la Russia eredita una concezione militare datata allโUnione Sovietica.
Una concezione fatta di grandissimi dispiegamenti di carri su un lato e una classe di ufficiali non combattenti dallโaltra. Non รจ un esercito snello che comunica in itinere e che sa sorprendere il nemico con mosse operate in ultima istanza, bensรฌ un esercito lento e grosso concepito per sfruttare grandissimi territori, prettamente in difesa.
Nei mesi scorsi abbiamo visto il dispiegamento dei T54, dei carri la cui concezione precede la vita dei nostri nonni e che oggi, non puรฒ che mettere delle toppe nel tentativo di fare massa per tenere il fronte.
Lโesercito ucraino rappresenta invece, quasi lโopposto di tutte le caratteristiche che invece vediamo nei russi: un esercito moderno quasi tutto occidentale, una grandissima flessibilitร operativa composta di nuclei piรน piccoli, piรน addestrati e tecnologicamente piรน avanzati. Il morale รจ anche un fattore determinante che non puรฒ essere calcolato numericamente.
Gli Ucraini hanno mostrato, quindi, unโefficienza nonchรฉ una ferocia patriottica unica nel loro genere, riuscendo a far fruttare in modo eccezionale quelle quattro fionde e quel paio di catapulte che erano rimaste nei vecchi arsenali sovietici. Tuttavia, senza un supporto esterno, Kiev capitolerebbe o verrebbe lentamente erosa; tale supporto esterno nonostante sia in grado di soverchiare le disponibilitร russe, รจ sotto il controllo dellโopinione pubblica occidentale, la quale potrebbe venire meno in qualsiasi momento.
Coglierei lโoccasione per sfatare un mito che sentiamo spesso, cioรจ che le munizioni stiano terminando: difficilmente gli arsenali restano vuoti. Quando si parla di equipaggiamenti si ragiona in termini di rateo, o tassi: si calcola la velocitร di consumo di armamenti e sulla base di questo si calcola se ridurre o aumentare la fornitura. La guerra termina sempre molto prima delle munizioni. Questo vale per la Russia come per lโUcraina: nessuno resta totalmente senza, bisogna far sรฌ che il tasso di armi fornito sia uguale o superiore a quello consumato. Ciรฒ che non รจ rigenerabile, sono le vite umane.
Ragionando in questi termini, entrambi gli schieramenti non sono messi particolarmente bene.
Prendendo i carrarmati, oggi la Russia ha, in termini prettamente numerici โ a paritร di ritmo bellico (cioรจ lโintensitร di scontro, che oggi รจ molto bassa) โ due anni di vita rimasti. Fra due anni i carrarmati dovrebbero materialmente terminare.
Questo significa che fra due anni lo scontro terminerร ? No. Intanto abbiamo detto che la guerra finisce sempre prima delle munizioni, quindi non si arriverร mai a combattere con lโultimo carro rimasto.
Inoltre, il termine di scadenza di due anni รจ relativo al tipo di processo industriale e allโintensitร dello scontro. Se Mosca trova un modo alternativo allโOccidente per fornire ai propri carri tecnologia avanzata e trova un modo per tradurre ciรฒ in un aumento della produzione, allora i due anni ovviamente si dilatano. Ma di contro, se lโintensitร dello scontro aumenta, anche la velocitร con cui i carri armati vengono distrutti aumenta. Come vediamo, ragionare in termini numerici assoluti, รจ molto fuorviante.
In termini assoluti invece, i due schieramenti presentano delle differenze. Infatti, se da un lato lโUcraina โ leggesi Occidente โ ha un bacino ipotetico quantitativamente superiore a quello russo, lโutilizzo di questi armamenti รจ posto sotto un vincolo che la Russia non conosce: lโopinione pubblica. Questo รจ un tallone dโAchille per Kiev, motivo per cui Zelensky รจ continuamente in viaggio per sensibilizzare la nostra opinione pubblica.
La Russia questo problema lo vive in modo irrisorio, in quanto la transizione alla democrazia non รจ mai avvenuta e lโopinione pubblica ha un peso irrisorio e controllabile. Per Putin la sconfitta del suo esercito significa con quasi tutta probabilitร una rivoluzione con annessa la sua esecuzione. Ha tutti gli incentivi per non mollare la presa.
Facendo una scaletta Stato per Stato, chi ha dato di piรน allโUcraina in valore economico, sono senzโaltro gli USA con armamenti dal valore complessivo, aggiornato ad alcuni mesi fa, era di 75.000 milioni di dollari, a seguire al secondo posto la Germania con armamenti pari a 4.000 milioni di dollari, poi il Regno Unito, la Polonia, il Canada, i Paesi Bassi, la Svezia, lโItalia allโottavo posto con 470 milioni, poi Lettonia e Turchia, questโultima con soli 275 milioni. Ma a contare non รจ il valore economico ma la capacitร dโutilizzo degli armamenti e lโaddestramento degli uomini. Per addestrare un pilota di caccia servono anni, qualche tempo in meno serve per addestrare i carristi, i quali hanno il tasso di mortalitร piรน alto fra tutti i domini militari.
Mandare equipaggiamento complesso non ha senso se prima non si provvede allโaddestramento. Non voglio essere frainteso: gli armamenti complessi come i caccia e i carrarmati sono necessari per Kiev, ma mandarne grosse quantitร senza prima addestrare gli uomini รจ perfettamente inutile, anzi dannoso, in quanto ci espone al rischio di reverse engineering.
Gli armamenti piรน efficaci che abbiamo mandato a Kiev sono stati in primis le informazioni di intelligence e una struttura comunicativa militare molto efficiente, in secondo luogo i droni e gli armamenti da spalla con cui abbiamo vanificato lโaeronautica russa (Mosca non รจ riuscita nรฉ nelle operazioni SEAD quantomeno DEAD) e in ultima istanza i sistemi di difesa missilistica terra-aria e terra-acqua: questโultimi hanno costretto la logistica russa a ritirarsi nelle retrovie, comprimendo lo spazio necessario per le manovre militari, rendendole piรน lente e pesanti da gestire.
Aerei da combattimento e cari rarmati saranno necessari nelle prossime fasi del conflitto, sempre se durerร . Ma come giร detto, serve molto tempo per vedere sistemi complessi occidentali schierati ai confini della pianura sarmatica.
Putin annunciรฒ a settembre la mobilitazione parziale, chiamando alle armi 300 000 riservisti russi: sono un pericolo concreto o un mezzo di propaganda?
Sono un mezzo di propaganda sรฌ, ma anche un mezzo concreto. Lโutilizzo delle leve ha una funzione essenziale: tenere il fronte. I soldati normali in un anno di addestramento, nel migliore dei casi, imparano ad eseguire correttamente le piรน basilari formazioni dโassalto e imparano a dare fuoco di saturazione e di copertura. Il loro impiego รจ funzionale solo ed esclusivamente a: 1) far stancare gli ucraini, 2) operare il ricircolo dei soldati professionisti che non possono stare troppo sul fronte.
In tema di efficienza, lโunica nota positiva dellโesercito russo finora, รจ stato quello di saper rotare i propri uomini sul campo avvalendosi della grande quantitร di soldati, tenendone una parte sul fronte mentre lโaltra si addestra e si riposa. Consideriamo anche qui che prima del 2022, il rateo di reclutamento russo era negativo del 3%: significa che ogni anno il 3% in meno riusciva ad essere sostituito. La mobilitazione puรฒ essere unโarma a doppio taglio.
Il 25 maggio Mosca ha firmato con la Bielorussia degli accordi per il posizionamento di armi nucleari tattiche all’interno del paese: puรฒ essere un pericolo per l’Ucraina o, addirittura, il principio di un’escalation nucleare? Quanto รจ responsabile la Bielorussia in questo conflitto?
A mio parere, in caso di escalation, lโunico rischio probabile รจ relativo al corridoio di Suwalki, cioรจ il confine fra Polonia e Lituania che separa lโenclave di Kaliningrad dalla Bielorussia.
Tuttavia, la responsabilitร di Minsk รจ, a mio parere, prossima allo zero in quanto la sua effettiva sovranitร รจ alquanto discutibile. Da anni Putin cerca stratagemmi per annettere legalmente Minsk a Mosca. Oggi la Bielorussia appartiene alla CSTO e ha piรน una funzione di clientes di Mosca piรน che uno Stato nazionale con una propria sovranitร piena.
Il suo utilizzo da parte di Mosca รจ meramente strumentale al fine di spargere quanto piรน possibile la responsabilitร della guerra. La stessa Bielorussia fu creata per avere un seggio in piรน allโAssemblea generale dellโOnu. Le forze speciali russe (Spetsnaz) che per prime invasero Kiev, calarono proprio dalla Bielorussia, ma furono presto spazzate via durante i primi raid allโaeroporto di Hostomel.
La Bielorussia presenta un grande vantaggio per Mosca: la sua posizione che penetra il continente europeo. Le armi nucleari vengono spostate da tutti gli schieramenti cosรฌ come un pavone ostenta il proprio piumaggio. Chi vuole usarle, finora, lo ha fatto senza preavviso. Quando cโรจ preavviso vuol dire che รจ il preavviso stesso lโarma, cioรจ un mezzo psicologico per incuter timore e creare nellโavversario un incentivo alla sottomissione.
La Russia potrebbe voler creare una sorta di stato cuscinetto con l’Ucraina dell’est come giร previsto nel 2014? si fermerebbero a Donetsk, Luhansk, Zaporizhhia e Kherson o sarebbero disposti ad annettere tutta l’Ucraina?
Vedendo oggi la situazione sul campo ci si dimentica che lโobiettivo dichiarato da Putin, nonchรฉ visibile analizzando lo schieramento militare dei primi giorni di Mosca, era quello di riprendere tutti i territori antecedenti Lenin, partendo dallโUcraina tutta e mettendo in discussione anche lโindipendenza dei tre Stati Baltici.
Quindi giร , mettendo in paragone lโobiettivo iniziale con il risultato a distanza di piรน di un anno, capiamo le frustrazioni russe. La creazione di uno Stato cuscinetto fantoccio ha i suoi vantaggi, ma vista la posta in gioco e le brutte figure guadagnate, non credo Putin voglia correre il rischio di creare altri Stati.
Lโambizione russa e la realtร corrono su due binari paralleli. Il revanscismo manifesto dai discorsi di Putin alla vigilia dellโinvasione, mostra come qualora le cose andassero bene per Mosca, i propositi si estenderebbero ben oltre il confine ucraino. Sono stati messi in discussione diversi trattati di indipendenza e diverse demarcazioni territoriali, dagli Stati Baltici alla Moldavia, per non parlare del Caucaso.
Se allโambizione russa di riscrivere la Storia e tornare ai vecchi confini precedenti Lenin, corrispondesse unโaltrettanta eccellenza militare, allora potremmo star sicuri che lโUcraina sarebbe solo un piccolo pezzo di un grande disegno bellico russo. Fortunatamente, lโeccellenza militare non รจ da annoverarsi fra le virtรน di Mosca.
Dal punto di vista economico, ci si aspettava che le sanzioni rivolte alla Russia, e in generale le misure introdotte dall’inizio del conflitto, avrebbero portato ad una contrazione del PIL di circa il 10%, mentre in realtร l’effetto รจ stato un -2,5% in riferimento al 2022 e un leggero rialzo nel 2023. Le sanzioni funzionano?
Posso dire di non essere assolutamente sorpreso. Gli Occidentali vedono le sanzioni come Douhet vedeva i bombardamenti: piรน si sganciano bombe e piรน il morale avversario cede e la nazione capitola. Purtroppo lโeffetto รจ quasi sempre lโopposto. Lo Stato bombardato dalle sanzioni si galvanizza e cerca soluzioni alternative, spesso piรน pericolose.
Credo che questo conflitto abbia dato una potente lezione allโOccidente: noi viviamo in una bolla post storica fatta di benessere ed economia. Non riusciamo a concepire come si possa vivere al di fuori di questi confort e siamo dunque pervasi dallโidea che sanzionare qualcuno economicamente sia una pena terribile che funga da incentivo per riportarlo sulla retta via. La Russia non รจ una pecorella smarrita che ha bisogno delle nostre lezioni, รจ un antagonista maturo e conscio di sรฉ.
Non puoi fermare un cartello della droga con delle multe per parcheggio in doppia fila e non puoi fermare un esercito bloccandogli i conti corrente: purtroppo non รจ cosรฌ. Sono personalmente stato sempre scettico verso lโefficacia delle sanzioni poichรฉ non fanno altro che inasprire alcuni avversari inducendoli a misure drastiche, come quelle che stiamo vedendo oggi. Le sanzioni hanno nella storia spesso favorito le guerre, raramente dissuaso.
Le sanzioni allโItalia la portarono fra le braccia della Germania nazista, quelle al Giappone lo portarono in rotta di collisione con gli Stati Uniti, le sanzioni verso la Germania crearono un terreno fertile per lโascesa di Hitler, oggi le sanzioni alla Russia la spingono alla guerra e di certo le sanzioni aggiuntive non ridurranno le ambizioni di Mosca, anzi, possibilmente le fortificheranno. Le sanzioni sono quella punizione tiepida che riporta allโordine solo le piccole potenze, ma che fanno andare su tutte le furie le collettivitร piรน forti e organizzate, come appunto la Russia.
Sarebbe bene ricordarsi che non va sanzionato mai nessuno che con le sanzioni non si piega: la punizione deve essere o devastante o assente: una via di mezzo, fatta di sanzioni blande, aumenta le violenze in un futuro. Una sanzione oggi equivale ad una guerra domani. Forse, se le sanzioni di grande intensitร che vediamo oggi, fossero state fatte in modo progressivo e graduale giร nel 2008 con la guerra di Georgia, oggi non staremo qui a discutere di Ucraina.
Kiev ha chiesto di entrare nella Nato: bisogna preoccuparsi dell’art.5 del Patto atlantico, che prevede l’intervento in difesa dei Paesi membri? Qual รจ stata la reazione degli Stati che ne fanno parte?
Kiev non ha mai avuto i requisiti per entrare nella Nato, ma grazie al maldestro intervento russo, forse in futuro, li avrร . Qualora accada, muovere guerra contro un Paese Nato sarebbe improbabile, se non impossibile. Nessuno Stato puรฒ fare ingresso nell’Alleanza avendo delle dispute territoriali o essendo in conflitto per questioni di confine. Kiev era definitivamente invalidata giร dal 2014 e non aveva i requisiti minimi.
Inoltre, lโingresso deve recare un vantaggio agli altri membri e richiede un consenso di tutto lโensemble: non basta la volontร degli Stati Uniti. Eโ molto piรน probabile la via del bilateralismo in cui Stati volontari creeranno una rete di alleanze sussidiarie con Kiev, senza coinvolgere direttamente la Nato.
La Russia poteva fermarsi al 2014, momento in cui aveva ottenuto giร delle preziose vittorie strategiche, diventando dominante sul Mar Nero e precludendo a Kiev la possibilitร di entrare nella NATO.
Ahimรฉ, Mosca si รจ sopravvalutata superando il punto di culmine bellico e adesso si ritrova nella condizione che tutti conosciamo.
Paradossalmente, al termine di questa guerra, lโUcraina potrebbe avere i requisiti per lโingresso. Infatti, sia che vinca sia che perda, i confini un giorno verranno stabili e la disputa terminerร . Unendo questo al totale rinnovamento in senso occidentale dellโarmamento dellโesercito ucraino, potrebbero avere le carte in regola per il definitivo avverarsi dellโincubo di Putin.
Quali sono le posizioni di Usa e Cina? Quali le conseguenze geopolitiche?
Sulla Cina andrebbe aperto un capitolo a parte per quanto grande รจ la posta in gioco lรฌ. Molti hanno parlato, a personale avviso non conoscendo le principali logiche geopolitiche, di una โamicizia senza limitiโ fra Russia e Cina. Non ritengo ci possa essere qualcosa di piรน falso. Due imperi contigui e confinanti sono per definizione tutto fuorchรฉ amici. Gli Stati in generale non fanno amicizia, a meno che non si tratti di Stati le cui collettivitร siano etno-culturalmente molto prossime.
Qua si parla di due sistemi autoritari divergenti sotto i parametri culturali, quanto economici, quanto geopolitici e oggi che si trovano a condividere un interesse comune: destabilizzare lโOrdine mondiale ed imporne uno nuovo.
Pensiamo a prima della Guerra fredda: sovietici e americani erano morti insieme per un obiettivo comune. Nonostante ciรฒ, raggiunto lโobiettivo โ cioรจ la distruzione della Germania nazista – , abbiamo avuto decenni di terrore. Russi e cinesi non sono mai morti fianco a fianco combattendo per un obiettivo comune, quindi ritengo ancora meno probabile una loro futura e duratura amicizia.
Eโ difficile credere che qualora riuscissero nel loro intento, questi due intendano spartirsi equamente la torta in modo pacifico e amichevole. Basti pensare che la Russia, per comprare la non-ostilitร della Cina, ha dovuto svendere proprie risorse e concedere l’accesso commerciale al porto di Vladivostok a Pechino. Gli esempi potrebbero essere tanti.
Invece per gli Stati Uniti la partita รจ di grande importanza poichรฉ pochi sono i fattori che impediscono a Pechino di esercitare un vera forza egemonica, anzi, a dire il vero, sono probabilmente solo due: la prima รจ la frammentazione fra costa-entroterra che affligge la Cina da sempre e che ne detta i ritmi e le fasi storiche; la seconda รจ la propensione al mare.
La Cina รจ una potenza di grande livello ma profondamente tellurica, cioรจ terrestre. In geopolitica i domini ricoprono uno studio fondamentale. Il dominio terrestre mal si accompagna ad aspirazioni di tipo universalistico-imperiale. Questa aspirazione necessita di una forte padronanza dei domini successivi, principalmente quello marittimo.
Gli USA, in questo contesto, devono impedire che Pechino riesca a imporsi sui mari e per farlo deve dimostrare la sua forza in Ucraina. In questo senso, la partita ucraina e quella taiwanese sono collegate: se Washington lascia la presa su Kiev, apre la porta alle aspirazioni cinesi le quali procederanno nel futuro prossimo allโannessione di Taiwan. Se cade Taiwan, cadrร il sistema liberale mondiale come lo conosciamo oggi.
I russi scavano trincee da sei mesi, il conflitto sembra aver dimostrato che questo genere di fortificazioni resta molto difficile da superare, รจ vero?
I russi ora giocano in difesa, รจ piรน semplice per definizione. Inoltre, gli ucraini stanno attaccando da una pianura verso una vallata. Infatti i russi sono stazionati lungo una linea collinare mentre gli ucraini avanzano dalla pianura, pianura che, con la pioggia diventa un bagno di fango che non fa altro che facilitare il fuoco nemico.
Il conflitto ha insegnato che la guerra non si fa con semplici bombardamenti ma con la fanteria: la fanteria resta il perno insostituibile dellโesercito. Una guerra di attrito, di logoramento, di controllo capillare del territorio, necessita di tantissimi uomini. I russi hanno giocato dโastuzia: vedendo che non riuscivano ad attaccare, la mossa migliore era trincerarsi e giocare di difesa.
Tuttavia non si parla di fortificazioni molto sofisticate: con un abile uso di intelligence (per capire i punti di ingresso e di uscita dalle fortificazioni) e con un abile uso delle APC (trasporto soldati corazzato) o IFV (supporto armato alla fanteria) una fanteria che sa rapidamente schierarsi a ventaglio e fare fuoco di soppressione puรฒ, con buona probabilitร , catturare le fortificazioni piรน semplici senza dover ricorrere al supporto aereo e neanche agli MBT.
Gli ucraini hanno messo in contro forti perdite di certo, ma, alla luce del fatto che la controparte puรฒ contare su molte piรน unitร , quante se ne possono permettere?
Non molte perdite, ma ricordiamoci che difendono la madrepatria e questo puรฒ aumentare notevolmente i rapporti di tollerabilitร delle perdite. Gli ucraini stanno sacrificando gli ultimi orpelli del vetusto arsenale sovietico, specie i T-64/T-72, al fine di spianare la via ai piรน sofisticati dispositivi occidentali, che chiaramente ancora non vengono sfruttati da personale qualificato. Giร piรน di un centinaio di veicoli ucraini sono andati distrutti, fra cui qualcuno dei Leopard tedeschi e alcuni veicoli francesi.
Alcuni dati indicano in realtร poche migliaia di soldati mandati in avanscoperta. Vista lโirrisoria quantitร di soldati mandati in attacco credo che anche se dovessero perdersi tutti, questo non sarebbe una sconfitta invalidante militarmente: lo potrebbe tuttavia essere dal punto di vista morale o mediatico.
Una risposta sicura a questa domanda non si puรฒ fornire poichรฉ si dovrebbe avere accesso al numero esatto di uomini rimasti, dispiegabili e addestrati. Sono dati altamente contesi, falsificabili e includendo lโaddestramento, anche difficilmente misurabili.
Il tasso di attrito รจ per ora ancora in sfavore della Russia, con un tasso marginale superiore a quello ucraino; come giร detto perรฒ, la Russia ha anche una riserva maggiore e le perdite tangono meno nonostante siano in rapporto altissime.
Gli attacchi a Zaporizhia sono da intendersi come direttrice principale della controffensiva, oppure rimane sempre la possibilitร di un diversivo, con un attacco principale che punterร da un’altra parte?
Ogni azione offensiva, deve tener conto di un rapporto di 3 ad 1 a vantaggio dellโattaccante, il quale fisiologicamente subirร piรน perdite rispetto al difensore. Inoltre, a seconda della profonditร , questo rapporto dovrร aumentare: man mano che si entra in profonditร maggiori sono i fianchi da difendere e maggiori saranno i soldati che dovranno saldare le retrovie, il che significa meno uomini sul fronte.
Kiev non ha tutti gli uomini che gli servono, motivo per cui molto probabilmente sceglierร un punto la cui massima profonditร รจ gestibile: credo improbabile che procedano verso est (Donetsk, Luhansk), molto piรน probabile che lโobiettivo vero sia Mariupol (cioรจ direzione Zaporizhia). Giunti a Mariupol potrebbero fermarsi e chiudere il fronte sud.
Inoltre, bisogna ricordare unโaltra regola: lร da dove il nemico attacca รจ piรน vulnerabile. Se un fronte รจ ben fortificato รจ difficile che da lรฌ giungano attacchi in massa in quanto le fortificazioni e i campi minati debilitano anche chi li ha costruiti. Ecco perchรฉ a mio avviso il punto migliore dove gli ucraini possono inserirsi รจ fra Staromlinivka e Vuhledar: si tratta di uno spazio meno fortificato che porta direttamente a Mariupol grazie alla giร citata H20, stavolta la diramazione sud.
Per una questione di occultamento delle proprie intenzioni, non escluderei un colpo grosso. Ma ragionando militarmente รจ difficile pensare che un’eventuale operazione contro la Crimea avvenga con le risorse a disposizione di Kiev, anche perchรฉ dovrebbe attraversare lโistmo di Perekop, che รจ uno di quei colli di bottiglia che riesci ad attaccare solo ed esclusivamente o con una soverchiante forza militare, o con una costosissima operazione multi-dominio.
Quella ucraina รจ la prima grande offensiva da parte di un esercito occidentale condotta solo con la componente di terra, senza supporto della marina e senza aerei. Quanto influirร sulla riuscita dell’operazione?
Lo sconsiderato utilizzo della forza aerea giร รจ stato visto fra le righe dei russi. In piรน di un anno non sono riusciti a compiere operazioni di soppressione delle unitร anti aeree e men che meno la distruzione delle stesse (Sead e Dead). Le operazioni multi-dominio devono essere portate avanti da eserciti che oltre a detenere lโarsenale minimo necessario (cosa che Kiev non ha) devono anche disporre di sofisticati metodi di organizzazione e coordinazione (cosa che i russi invece non hanno).
Ovviamente si tratta di una operazione zoppa dettata da una necessitร impellente. Adesso tocca agli ucraini dimostrare di non commettere gli stessi errori che i russi hanno commesso allโinizio. Piรน che sullโessere una controffensiva monodominio, cioรจ solo terrestre, la cosa che lascia perplessi รจ la scelta della stagione.
Offensive di grande rilievo dovrebbero aver luogo in estate o subito prima dellโinverno per due motivi, in primis per cristallizzare la vittoria prima dello stazionamento invernale, e in secondo luogo perchรฉ con le piogge i mezzi terrestri sono particolarmente vulnerabili, in virtรน del fatto che si sta attaccando in una vallata.
Inoltre, gli uomini inviati sono di numero esiguo, sparsi su quattro punti di pressione. A tutti gli effetti sembra in realtร una volontร di sondare il terreno e tenere impegnati quanti piรน reparti possibili dellโesercito russo.
Credo che questa non sia una vera controffensiva, piรน probabile un diversivo o lโinizio di una controffensiva piรน massiccia. Non escluderei un overstretching voluto dellโoffensiva tale da mettere in difficoltร la logistica russa: vedasi gli attacchi ucraini in territorio russo, da Mosca a Belgorod.
Cosa possiamo aspettarci dal futuro questo conflitto?
In linea ipotetica, il Cremlino quasi puรฒ tirare la corda fino spezzarla dato che il suo sistema politico regge su una opinione pubblica tutto sommato favorevole e da cui oltretutto il governo non dipende direttamente; inoltre questa รจ grandemente influenzata dal partito al governo. Questa รจ la grande forza ma anche la grande debolezza del sistema russo.
Tuttavia puรฒ appunto succedere che un giorno la corda si spezzi senza dare troppo preavviso, cosรฌ come รจ sempre successo in Russia, dalle sommosse del 1861, alla creazione della Duma del 1905 alla rivoluzione bolscevica del 1917 al collasso totale dellโimpero sovietico nel 1991. Passaggi di potere morbidi, in Russia, non esistono.
Usciamo dalla logica di trincea e vediamo il tutto con piรน ampio respiro: lโUcraina ha terminato il proprio arsenale di origine sovietica. Esclusi gli aiuti esterni, entrambi gli schieramenti stanno raschiando il fondo. Questo comporta perรฒ un risvolto fondamentale: da cosa vengono sostituiti gli armamenti terminati?
Gli ucraini, che vincano o meno, a fine conflitto avranno lโarsenale militare piรน occidentale di tutto il quadrante, sancendo in futuro un fortissimo legame militare tra Kiev e la NATO. In egual modo, noi europei che stiamo supplendo ai loro armamenti, siamo costretti ad aggiornare tutte le nostre riserve, determinando quindi un ammodernamento totale dei nostri arsenali.
La Russia dal campo suo, era solita rifornire altri coi propri armamenti economici; adesso che essa stessa รจ in difficoltร avrร principalmente tre conseguenze:
- Lโautarchia dellโindustria militare dovendo fare a meno della componentistica canadese (lo stesso Prigozhin aveva ipotizzato una Russia sul modello isolato della Corea del Nord)
- Lโagganciamento a sistemi militari di qualitร inferiore come quelli iraniani
- La probabile diminuzione del proprio export bellico, sia per scarso rendimento in battaglia, sia per materiale scarsitร di armamenti da esportare.
Permettimi delle conclusioni sul metodo piรน che sul merito: perchรฉ alla tua seconda domanda abbiamo evidenziato alcune somme e altre no? Semplicemente perchรฉ il valore economico degli armamenti non รจ indice di diretta efficacia sul campo di battaglia.
Il contributo americano probabilmente รจ lโunico in cui vi รจ una netta correlazione fra valore economico degli armamenti ed efficacia di questi, anche perchรฉ stiamo parlando della miglior tecnologia bellica al mondo con ampissimo margine.
Ma in questa scaletta compare anche la Turchia con i suoi 275 milioni di dollari di armamenti, che se rapportati alla loro efficacia, ottengono un valore molto piรน alto. I droni Bayraktar turchi sono riusciti, dallโalto della loro umile economicitร , a svolgere un ruolo fondamentale nel conflitto nei primi mesi, obbligando Mosca ad una inversione di ritmo bellico.
Mosca รจ passata dal voler prendere tutta lโUcraina in una guerra lampo (con tanto di pericolosissime allusioni revansciste su altri Stati sovrani), ad un ritiro verso posizioni piรน sostenibili (il Sud e il Donbass)
Perchรฉ questo discorso? Nellโobbligare la Russia a cambiare ritmo bellico, il piccolissimo contributo turco ha fatto la differenza: in guerra il valore economico puรฒ dare solo una vaga indicazione, idem vale per i valori numerici empirici espressi in termini assoluti. Attualmente, il nostro team sta lavorando per proporre un nuovo sistema di misurazione delle capacitร belliche.