Lungo le ripide pendici dellโAnnapurna vive un popolo sferzato dal vento e temprato dal gelo; un popolo di pastori e di guerrieri che ha saputo conquistarsi lโimmortalitร grazie ad un impavido coraggio, ad un risoluto spirito armigero.
I Gurung sono una popolazione tibeto โ mongola, dedita alla pastorizia e alla coltivazione di mais, senape e patate. Padroni di una terra ostica, essi vivono tra impetuosi corsi dโacqua e verdi alture che si estendono ai piedi della dimora delle nevi: lโHimalaya. Questo popolo schivo, taciturno ed estremamente devoto โ abitante di una terra che si arrampica tra le nuvole โ dร prova del proprio celebre coraggio, tra le altre cose, attraverso la raccolta del โmad honeyโ, una rara e preziosa tipologia di miele che viene prodotto dallโapis laboriosa dellโHimalaya. Gli impavidi gurung si adoperano per raccogliere gli alveari che si trovano lungo strapiombi oltre i 2500 mt, inerpicandosi โ a piedi nudi โ lungo queste vette con scale fatte di dura corda.
Il mondo occidentale ha conosciuto la determinazione e il furore di questo popolo delle montagne quando, durante la guerra anglo โ nepalese, furono i gurkha a mantenere intatta lโindipendenza del proprio regno, riconosciuta dal Trattato di Sugauli. La Corona britannica, rapita dalla caparbietร di questi uomini โ la regina Vittoria li chiamerร : โi miei piccoli orientali cosรฌ prodi e fedeliโ โ decise di accorparli nel proprio esercito rendendoli una brigata dโรฉlite. La brigata, divenuta successivamente un reggimento, ha servito Sua Maestร lungo il corso dei secoli, distinguendosi per essere composta da militari tra i piรน temerari e leali, nonchรฉ riconosciuti tra i migliori corpi di fanteria del mondo. Temprato da addestramenti estenuanti, il reggimento vede ogni anno presentarsi circa 1.700 richieste per poter entrare a far parte del corpo, ma sono solo 200 gli arditi che riescono a conquistarsi il tradizionale khukuri, in nepali เคเฅเคเฅเคฐเฅ, un coltello ricurvo segno distintivo e simbolo di appartenenza al corpo. Il khukuri possiede un profondo valore simbolico: la leggenda vuole che il celebre pugnale fosse stato donato a Bappa Rawal, capostipite del popolo gurkha, dal santo guerriero Guru Gorkhanath, consacrando cosรฌ lo spirito del popolo delle montagne al combattimento. Il khukuri, simbolo escatologico del destino gurkha, incarna altresรฌ lโonore e lโaudacia del guerriero che ne diviene il possessore. Un antico detto nepalese ricorda alla mano che lo impugna che tale coltello non puรฒ essere rinfoderato se non prima di essere bagnato dal sangue, quello del nemico o il proprio.
Le gesta di questi antichi pastori dellโHimalaya hanno ottenuto innumerevoli riconoscimenti, tra cui tredici Victoria cross โ una delle piรน importanti onorificenze dellโimpero, insignita per โcospicuo coraggio, o per audacia o importanti atti di valore o auto-sacrificio, o estrema devozione al dovere in presenza del nemicoโ.
Una delle croci al merito appartiene al sergente Dipprasad Pun, il quale diede prova di inestimabile coraggio in Afghanistan nel 2010. Il Sergente Pun, che presidiava il check point di Babaji nella provincia di Helmand durante la notte del 17 settembre, riuscรฌ โ da solo โ a tenere testa e sconfiggere una cinquantina di talebani, pronti a portare a termine un attentato dinamitardo. Il sergente, che pattugliava la zona dal tetto della costruzione con una mitragliatrice, accorgendosi di rumori sospetti tra le tenebre e non avendo possibilitร di richiedere aiuto, decise di tenere fede al motto dei gurkha: โkaatar hunnu bhanda marnu ramroโ (meglio morire piuttosto che essere dei codardi). Lo scontro durรฒ allโincirca quindici minuti: il prode sergente sparando piรน di 400 colpi e oltre 17 granate, riuscรฌ nellโincredibile azione di resistere alla raffica di proiettili sparati dagli AK โ 47, uccidendo tra i venti e i trenta talebani in solitaria.
Il sergente Pun, discendente di una famiglia di guerrieri โ il padre e il nonno furono anchโessi gurkha dellโesercito britannico โ successivamente al conferimento della Victoria cross per mano della Regina Elisabetta II, disse: โquella notte non ebbi paura, non cโerano alternative, si poteva solo combattere. Mi accorsi che non avevo vie dโuscita, ero accerchiato e cosciente della certezza della mia morte. Decisi allora che avrei venduto cara la pelle prima di morire, uccidendone il maggior numero possibileโ.
Questo corpo leggendario, composto da implacabili combattenti figli di una tradizione millenaria, si continua a confrontare con il mondo tenendo fede alle sue tre parole dโordine: disciplina, coraggio, temerarietร . Presenti nei maggiori conflitti in cui lโesercito britannico รจ sceso in campo, dalla Prima Guerra Mondiale, alla Seconda, passando per le Falkland, il Kosovo, lโIraq e lโAfghanistan; essi hanno dato costantemente prova di meritarsi quel che il maresciallo Sam Manekshaw, parlando dellโimpaviditร di tali guerrieri delle montagne, disse: โse un uomo dice di non aver paura della morte vi sono solo due opzioni: o sta mentendo oppure รจ un gurkha.โ
di Lorenzo della Corte