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L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

Gurkha: i guerrieri delle montagne

Gurkha: i guerrieri delle montagne

Lungo le ripide pendici dellโ€™Annapurna vive un popolo sferzato dal vento e temprato dal gelo; un popolo di pastori e di guerrieri che ha saputo conquistarsi lโ€™immortalitร  grazie ad un impavido coraggio, ad un risoluto spirito armigero.

Lungo le ripide pendici dellโ€™Annapurna vive un popolo sferzato dal vento e temprato dal gelo; un popolo di pastori e di guerrieri che ha saputo conquistarsi lโ€™immortalitร  grazie ad un impavido coraggio, ad un risoluto spirito armigero.

I Gurung sono una popolazione tibeto โ€“ mongola, dedita alla pastorizia e alla coltivazione di mais, senape e patate. Padroni di una terra ostica, essi vivono tra impetuosi corsi dโ€™acqua e verdi alture che si estendono ai piedi della dimora delle nevi: lโ€™Himalaya. Questo popolo schivo, taciturno ed estremamente devoto โ€“ abitante di una terra che si arrampica tra le nuvole โ€“ dร  prova del proprio celebre coraggio, tra le altre cose, attraverso la raccolta del โ€œmad honeyโ€, una rara e preziosa tipologia di miele che viene prodotto dallโ€™apis laboriosa dellโ€™Himalaya. Gli impavidi gurung si adoperano per raccogliere gli alveari che si trovano lungo strapiombi oltre i 2500 mt, inerpicandosi โ€“ a piedi nudi โ€“ lungo queste vette con scale fatte di dura corda.

Il mondo occidentale ha conosciuto la determinazione e il furore di questo popolo delle montagne quando, durante la guerra anglo โ€“ nepalese, furono i gurkha a mantenere intatta lโ€™indipendenza del proprio regno, riconosciuta dal Trattato di Sugauli. La Corona britannica, rapita dalla caparbietร  di questi uomini โ€“ la regina Vittoria li chiamerร : โ€œi miei piccoli orientali cosรฌ prodi e fedeliโ€ โ€“ decise di accorparli nel proprio esercito rendendoli una brigata dโ€™รฉlite. La brigata, divenuta successivamente un reggimento, ha servito Sua Maestร  lungo il corso dei secoli, distinguendosi per essere composta da militari tra i piรน temerari e leali, nonchรฉ riconosciuti tra i migliori corpi di fanteria del mondo. Temprato da addestramenti estenuanti, il reggimento vede ogni anno presentarsi circa 1.700 richieste per poter entrare a far parte del corpo, ma sono solo 200 gli arditi che riescono a conquistarsi il tradizionale khukuri, in nepali เค–เฅเค•เฅเคฐเฅ€, un coltello ricurvo segno distintivo e simbolo di appartenenza al corpo. Il khukuri possiede un profondo valore simbolico: la leggenda vuole che il celebre pugnale fosse stato donato a Bappa Rawal, capostipite del popolo gurkha, dal santo guerriero Guru Gorkhanath, consacrando cosรฌ lo spirito del popolo delle montagne al combattimento. Il khukuri, simbolo escatologico del destino gurkha, incarna altresรฌ lโ€™onore e lโ€™audacia del guerriero che ne diviene il possessore. Un antico detto nepalese ricorda alla mano che lo impugna che tale coltello non puรฒ essere rinfoderato se non prima di essere bagnato dal sangue, quello del nemico o il proprio.

Le gesta di questi antichi pastori dellโ€™Himalaya hanno ottenuto innumerevoli riconoscimenti, tra cui tredici Victoria cross โ€“ una delle piรน importanti onorificenze dellโ€™impero, insignita per โ€œcospicuo coraggio, o per audacia o importanti atti di valore o auto-sacrificio, o estrema devozione al dovere in presenza del nemicoโ€.

Una delle croci al merito appartiene al sergente Dipprasad Pun, il quale diede prova di inestimabile coraggio in Afghanistan nel 2010. Il Sergente Pun, che presidiava il check point di Babaji nella provincia di Helmand durante la notte del 17 settembre, riuscรฌ โ€“ da solo โ€“ a tenere testa e sconfiggere una cinquantina di talebani, pronti a portare a termine un attentato dinamitardo. Il sergente, che pattugliava la zona dal tetto della costruzione con una mitragliatrice, accorgendosi di rumori sospetti tra le tenebre e non avendo possibilitร  di richiedere aiuto, decise di tenere fede al motto dei gurkha: โ€œkaatar hunnu bhanda marnu ramroโ€ (meglio morire piuttosto che essere dei codardi). Lo scontro durรฒ allโ€™incirca quindici minuti: il prode sergente sparando piรน di 400 colpi e oltre 17 granate, riuscรฌ nellโ€™incredibile azione di resistere alla raffica di proiettili sparati dagli AK โ€“ 47, uccidendo tra i venti e i trenta talebani in solitaria.

Il sergente Pun, discendente di una famiglia di guerrieri โ€“ il padre e il nonno furono anchโ€™essi gurkha dellโ€™esercito britannico โ€“ successivamente al conferimento della Victoria cross per mano della Regina Elisabetta II, disse: โ€œquella notte non ebbi paura, non cโ€™erano alternative, si poteva solo combattere. Mi accorsi che non avevo vie dโ€™uscita, ero accerchiato e cosciente della certezza della mia morte. Decisi allora che avrei venduto cara la pelle prima di morire, uccidendone il maggior numero possibileโ€.

Questo corpo leggendario, composto da implacabili combattenti figli di una tradizione millenaria, si continua a confrontare con il mondo tenendo fede alle sue tre parole dโ€™ordine: disciplina, coraggio, temerarietร . Presenti nei maggiori conflitti in cui lโ€™esercito britannico รจ sceso in campo, dalla Prima Guerra Mondiale, alla Seconda, passando per le Falkland, il Kosovo, lโ€™Iraq e lโ€™Afghanistan; essi hanno dato costantemente prova di meritarsi quel che il maresciallo Sam Manekshaw, parlando dellโ€™impaviditร  di tali guerrieri delle montagne, disse: โ€œse un uomo dice di non aver paura della morte vi sono solo due opzioni: o sta mentendo oppure รจ un gurkha.โ€

di Lorenzo della Corte

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Lorenzo Della Corte

Lorenzo Della Corte

Laureato in Scienze della Politica alla Sapienza e diplomato al Master in Comunicazione e Marketing politico ed istituzionale alla Luiss School of Government, รจ Corporate Communication & Pr Manager di Zotec Solar ed รจ stato Responsabile della Segreteria di Presidenza di Data Stampa. Giornalista pubblicista, appassionato di politica, marketing politico, geopolitica ed energia, collabora con TPI, La Ragione, Il Riformista, Parlamento Magazine e BeeMagazine.

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