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Dai fondi dell’Iran al crimine in Sud America: come si finanzia Hezbollah

Il Partito di Dio è un organizzazione capillare. Per mantenere la sua imponente struttura si affida a Teheran, ma anche al crimine e alle donazioni religiose

Il partito libanese “Hezbollah” è un’organizzazione sfaccettata, difficile da inquadrare nel suo insieme vista la tentacolare struttura che negli anni è riuscita a creare sia in Libano, sia in altri paesi della regione. Il Partito dispone infatti di numerose branche attive in vari settori, da quello economico a quello sociale, per non parlare dell’organizzazione militare che ne è spesso l’aspetto più appariscente.

Questa gigantesca struttura gestisce numerose attività in Libano, sostituendosi de facto allo Stato in alcune zone specifiche del paese, come il Sud e alcuni quartieri di Beirut. In molte zone Hezbollah gestisce ospedali, cliniche, negozi, scuole ed imprese edili oltre ad una cospicua serie di organizzazioni preposte alla gestione di aiuti alla popolazione ed in particolare alle famiglie dei suoi miliziani.

Tramite queste strutture il Partito mantiene un controllo diretto sulla sua popolazione di riferimento, principalmente sciita, ma questo richiede una quantità di proventi economici considerevole.

Quando si parla di Hezbollah si è spesso portati a credere che la principale spesa per l’organizzazione siano le sue forze combattenti, ma è da anni ormai che questa credenza è stata sfatata: secondo fonti americane, più della metà del budget totale dell’organizzazione viene speso dal suo dipartimento per gli affari sociali, che insieme al dipartimento politico e a quello militare forma il trittico organizzativo del Partito. Gran parte di questo denaro viene fornito dalla Repubblica Islamica d’Iran, ma non tutto.

Per mantenere il livello quantitativo, e qualitativo, dei propri servizi e per sostenere la propria organizzazione Hezbollah ha infatti dovuto ingegnarsi negli anni per trovare nuove fonti da cui attingere, non sempre riuscendo a farlo in maniera legale. Questa necessità è diventata sempre più pressante da quando i soldi provenienti dall’Iran sono cominciati a diminuire, ovvero dal 2010, anno in cui i finanziamenti iraniani calarono di circa il 40%, passando da circa un miliardo di dollari a poco più di 600 milioni.

Foto da Wikimedia Commons

Le tre basi economiche del Partito

Oltre ai fondi provenienti da Teheran, Hezbollah dispone di altre tre fonti da cui attingere per il proprio denaro: le rimesse degli espatriati libanesi; le attività illegali effettuate in tutto il mondo e le donazioni caritatevoli che giungono dalle varie comunità musulmane. Il Partito dispone anche di una serie di attività economiche in Libano, ma i loro proventi sono comunque quasi irrilevanti se messi a paragone con le somme che provengono dagli altri tre metodi di approvvigionamento economico.

Le rimesse degli expat sono forse, dopo i finanziamenti iraniani, la più importante delle voci economiche di Hezbollah. La comunità libanese è infatti molto estesa e distribuita in varie parti del mondo, ma mantiene comunque forti legami con la madre patria. Alcune di queste comunità, in particolare quelle sciite, inviano annualmente grandi quantità di denaro nelle casse del Partito, spesso riuscendo ad aggirare le sanzioni occidentali che colpiscono l’organizzazione. Interessante in tal senso fu il caso dell’incidente aereo del volo 141 Cotonou-Beirut, in cui perse la vita un esponente africano di Hezbollah di ritorno nel paese con quasi due milioni di dollari di rimesse.

Le attività criminali, tra cui rientrano il traffico di esseri umani, di droga e il contrabbando, compongono, secondo il dipartimento del Tesoro e la Jso University americana, un’altra importante fonte di reddito per Hezbollah. Il Partito svolge queste attività prevalentemente nella cosiddetta “Tri-Border Area” tra Argentina, Brasile e Paraguay, sia a causa degli scarsi controlli da parte delle autorità locali sia grazie alla forte presenza di una comunità libanese nell’area, stimata agli inizi del 2000 in circa 23mila persone. Si stima che gli introiti provenienti dalle varie attività illecite di Hezbollah nell’area valgano annualmente tra i 200 e i 500 milioni di dollari.

Da ultimo, il Partito riceve una quota notevole dei propri finanziamenti tramite istituti preposti alla raccolta di tasse religiose, sia in Libano che tra le comunità sparse per il mondo, ed in particolare la Zakat, che grazie ad una Fatwa emessa dall’Ayatollah Khomeini può essere utilizzata anche per finanziare attività di “resistenza contro Israele” e non solo attività di tipo caritatevole. Questa tassa è pari al 2,5% del reddito netto di ogni membro della comunità e costituisce quindi una notevole fonte di reddito.

Costruzioni, assistenza umanitaria e organizzazioni giovanili: i “servizi” offerti da Hezbollah

Come detto, circa la metà di questi fondi viene impiegata per mantenere attive una serie di organizzazioni ed aziende che operano all’interno del contesto sociale libanese promuovendo e garantendo una presenza capillare del Partito tra la popolazione. Queste organizzazioni, oltre a compensare alcune mancanze nell’assistenza sociale dello Stato dei cedri, permettono anche ad una parte sostanziale della popolazione sciita di trovare un posto di lavoro e di ottenere un salario, seppur per brevi periodi di tempo.

Forse la più importante, e più famosa, tra queste organizzazioni è il Jihad al-Binaa Development Group, un’entità, formalmente una Ong, che si occupa di ricostruire le aree del paese colpite dalla guerra e di rinnovare tramite grandi costruzioni zone impoverite del Libano. Tra il 1988 e i primi anni del 2000 Jbdg ha costruito più di 9mila case, 35 scuole, 800 negozi e 5 ospedali, ma il periodo di maggiore attività dell’organizzazione si è avuto a seguito della guerra del 2006 con Israele, quando Jbdg venne impiegata per alleviare almeno in parte i danni causati nel sud del Libano dai bombardamenti delle forze armate israeliane.

Oltre al Jbdg la sezione sociale del Partito controlla anche la Fondazione dei Martiri, quella dei Feriti e l’associazione delle Donne, tutte organizzazioni nate per sostenere le famiglie degli affiliati ad Hezbollah che hanno subito danni, materiali o immateriali, a seguito dei vari scontri con Israele. Negli ultimi anni queste organizzazioni hanno cominciato a dare sostegno anche alle famiglie dei veterani della guerra di Siria, considerati dei martiri da Hezbollah sebbene siano morti in circostante diverse da quelle tipiche della “guerra di resistenza” contro Israele.

Un’altra importante entità è la Al-Mahdi Scouts, un’organizzazione giovanile il cui scopo è quello di trasmettere i valori del Partito, ed in particolar modo la versione khomeinista dello sciismo, tra le fasce più giovani della popolazione, addestrandone nel frattempo i membri con metodologie paramilitari. È noto come questa organizzazione funga al contempo da strumento di assistenza sociale e da potenziale bacino di reclutamento per le forze armate del Partito. Molti dei quasi 50mila giovani che prendono parte al programma, infatti, vengono poi reclutati dai corpi riservisti di Hezbollah o da una delle sue altre organizzazioni a vocazione civile.

Grazie agli ingenti fondi che riesce ad ottenere tramite le sue varie attività e per mezzo del suo finanziatore iraniano, Hezbollah riesce quindi a mantenere una capillare e ben organizzata presenza in ogni aspetto della vita quotidiana di alcune aree del Libano. Questa rete, oltre a garantire al Partito una base di consensi stabile, permette anche all’intera organizzazione di confondere le acque e di nascondere parte delle sue attività più “offensive” dietro operazioni civili a scopo sociale.

Ciò ha permesso ad Hezbollah, negli ultimi anni, di mantenere la presa salda sul Libano nonostante l’inasprirsi di tensioni sociali e un sempre più diffuso senso di sfiducia della popolazione verso le milizie. Senza le infrastrutture di Hezbollah, infatti, zone come il sud del Libano perderebbero gran parte dei servizi sociali di cui dispongono oggigiorno e ciò garantisce al Partito, almeno per ora, la fedeltà e il sostegno della sua popolazione di riferimento.

Foto in Evidenza: “hezbollah hoarding” by Paul Keller is licensed under CC BY-NC 2.0.

Leonardo Venanzoni

Sono nato a Roma nel lontano '97. Ho studiato al Liceo Classico e mi sono laureato in "Scienze per l'investigazione e la sicurezza" e sono in procinto di laurearmi alla magistrale sempre nello stesso settore. Mi occupo di Medio Oriente, di qualsiasi cosa sia un'arma, specialmente se viaggia sul mare, e di intelligence. Collaboro con Aliseo perché credo che l'informazione contemporanea pecchi di superficialità e che qualcuno debba pur produrre qualcosa di valido.

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