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Il grande gioco della finanza europea: la partita tra le banche di Italia, Francia e Germania

Il grande gioco della finanza europea: la partita tra le banche di Italia, Francia e Germania

Le mosse di UniCredit tra BPM, Commerzbank e Generali ridisegnano il mercato finanziario. Come e perchรฉ il governo รจ coinvolto

Nonostante si componga di un linguaggio tecnico e di strutture interne che non ne facilitano lโ€™accesso agli esterni, il mondo della finanza presenta dinamiche tipiche dei contesti in cui una molteplicitร  di attori competono per prevalere e difendersi lโ€™uno dallโ€™altro.

Per questo le metafore piรน frequentemente impiegate per descrivere le mosse e le contromosse degli attori finanziari sono analoghe a quelle adottate per rappresentare la lotta per l’egemonia tra Stati nel mondo della geopolitica. Tantโ€™รจ che lโ€™agguerrita competizione in corso tra gli istituti di credito italiani ha indotto gli analisti a rinominarla โ€œrisiko bancarioโ€.

Negli ultimi anni il panorama finanziario europeo si รจ infatti contraddistinto da unโ€™inattesa vivacitร , ricca di cambiamenti repentini degli equilibri e continui colpi di scena, apparentemente immune alle preoccupazioni che invece appaiono sempre piรน concrete sul versante geopolitico.

Tale frenesia trova la propria origine nelle decisioni monetarie della Banca Centrale Europea. Lโ€™aumento dei tassi di interesse per contrastare lโ€™inflazione ha consentito alle banche di generare profitti record, grazie al vertiginoso aumento della redditivitร  sui prestiti. Quando a giugno 2024 la Bce ha ridotto i tassi, le banche europee si sono ritrovate a dover competere nuovamente dopo anni di cumulata ricchezza.

Inoltre, sono le stesse istituzioni europee che vorrebbero favorire il consolidamento degli istituti bancari al fine di potere essere in grado di competere con i rivali statunitensi. 

Come sottolineato anche dal Rapporto Draghi sul futuro della competitivitร  europea, il mancato completamento dellโ€™Unione Bancaria comporta una frammentazione che si riflette in istituti di credito di dimensioni ben piรน contenute rispetto ai concorrenti di oltreoceano. Ciรฒ limita la capacitร  delle banche di finanziare i grandi investimenti che sarebbero invece necessari per migliorare la competitivitร .

Il risiko di UniCredit

In Italia, il protagonista del โ€œrisiko bancarioโ€ รจ sicuramente UniCredit. Il tentativo a settembre 2024 di scalare la seconda banca tedesca, Commerzbank, ha provocato la reazione prima del governo Scholz, e in seguito del neo eletto cancelliere Friedrich Merz; mentre a livello nazionale lโ€™offerta su Banco Bpm ha dato inizio a una catena di operazioni che vedono coinvolti una molteplicitร  di attori, tra cui spicca unโ€™inedita partecipazione del governo.

UniCredit รจ la seconda banca dโ€™Italia per capitalizzazione dietro a Intesa Sanpaolo, e vanta una presenza significativa nellโ€™Europa Centro-orientale. Tuttavia, pur disponendo di una distribuzione delle attivitร  che ha pochi eguali nel continente, non รจ ancora riuscita ad affermarsi come leader forte in nessuno dei mercati in cui opera, il che รจ proibitivo per competere con le altre grandi banche europee, come Crรฉdit Agricole e Banco Santander. 

Per questo ora i vertici di UniCredit ritengono necessario espandersi nei mercati piรน importanti per la banca milanese: lโ€™Italia e la Germania.

Lโ€™operazione su Commerzbank

Il 23 settembre 2024, UniCredit ha dato inizio a un aumento della propria quota su Commerzbank passando dal 9% al 21%. A oggi controlla direttamente il 9,5% della banca tedesca e il 18,5% con strumenti derivati. Tale posizione, che complessivamente raggiunge il 28%, rende di fatto UniCredit socio principale, a cui fa seguito lo Stato tedesco, che controlla il 12,11% del capitale.

Mentre la reazione della Bce รจ stata positiva, con la presidente Christine Lagarde che ha approvato lโ€™operazione, malumori si sono subito manifestati a Berlino dallโ€™allora governo Scholz. 

Il cancelliere della Spd aveva dichiarato che ยซattacchi non amichevoli, acquisizioni ostili non sono una buona cosa per le bancheยป, posizionandosi di traverso allโ€™acquisizione.

Forte del sostegno governativo, Commerzbank ha alzato il muro contro la scalata italiana, e lo scorso 13 febbraio ha annunciato che taglierร  3.900 posti di lavoro entro il 2028 in un piano di riduzione dei costi volto ad affermare la propria indipendenza. 

I tagli del personale erano stati paventati dai sindacati tedeschi come un concreto rischio in caso di fusione con UniCredit, ma ora si realizzeranno comunque nonostante lโ€™operazione non sia stata portata a termine.

UniCredit รจ in attesa del posizionamento sulla questione del neoeletto cancelliere Friedrich Merz, il quale perรฒ si era giร  mostrato diffidente. A novembre Merz definiva un ยซsegnale veramente devastante per la stabilitร  della Germania come centro industrialeยป lโ€™ipotesi di una vendita a un concorrente estero di Commerzbank.

Lโ€™opposizione di Commerzbank fa anche leva sulla presenza che UniCredit ha mantenuto in Russia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Al momento, la banca ha in atto una vertenza con la Bce perchรฉ si rifiuta di abbandonare le attivitร  dellโ€™istituto a Mosca, dove รจ ancora impegnata con 2,1 miliardi di euro in prestiti e 2,6 miliardi di depositi.

UniCredit potrebbe essere in attesa di un cambiamento dellโ€™orientamento dellโ€™occidente verso la Russia, sperando in una rapida conclusione del conflitto ucraino in forza della nuova amministrazione Trump

Il cancelliere tedesco Friederich Merz al Congresso del Ppe a Bucarest

Lโ€™offerta su Banco Bpm

A livello nazionale, la prioritร  di UniCredit รจ portare a termine lโ€™offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalitร  delle azioni di Banco Bpm lanciata il 24 novembre. 

Unโ€™offerta pubblica di scambio (Ops) รจ unโ€™operazione finanziaria che consiste nellโ€™acquisizione di titoli attraverso lo scambio delle azioni dellโ€™azienda acquirente con quelle dellโ€™azienda acquisita. Il vantaggio dellโ€™Ops risiede nel fatto che non richiede lโ€™offerta di somme di denaro, e pertanto permette di lasciare intaccata la liquiditร  dellโ€™azienda acquirente.

Banco Bpm รจ perรฒ solo il tramite del vero obiettivo dellโ€™Ops. Bpm รจ infatti maggiore azionista di Anima Holding, societร  di asset management individuata come il target perfetto per le esigenze di UniCredit.

La banca milanese รจ rimasta orfana di Pioneer, societร  globale di investimento venduta nel 2017 ad Amundi, societร  di gestione dei patrimoni francese controllata da Crรฉdit Agricole. In seguito, UniCredit siglรฒ un accordo decennale di distribuzione proprio con Amundi. 

Recentemente i rapporti tra UniCredit e Amundi si sono complicati per via dellโ€™espansione in Italia di Crรฉdit Agricole, che nel 2022 รจ diventato primo azionista in Bpm con il 9,9%.

In prossimitร  della scadenza della collaborazione con Amundi, lโ€™offerta su Bpm condurrebbe al controllo da parte di UniCredit di una societร  di gestione del risparmio italiana. Lโ€™acquisizione di Anima, public company con 192 miliardi di patrimonio in gestione e al momento terzo operatore nazionale dietro Generali e Intesa Sanpaolo, consentirebbe di realizzare il consolidamento nazionale di cui UniCredit รจ alla ricerca. 

Controllare una societร  di asset management, cioรจ di gestione del risparmio, come Amundi o Anima, permette alla banca di offrire una gamma piรน ampia di servizi integrati, e tale integrazione genera sinergie: oltre alle commissioni derivanti dalla gestione degli investimenti, la banca puรฒ fidelizzare la clientela e ottenere dati preziosi sul comportamento degli investitori, rafforzando la propria posizione competitiva sul mercato.

Lโ€™operazione ha perรฒ trovato lโ€™opposizione del management di Bpm, che ha bollato lโ€™offerta come ostile, e di Crรฉdit Agricole, che in risposta ha incrementato la propria partecipazione nel capitale di Bpm, passando dal 9,9% al 15,1%, con lโ€™intenzione di arrivare fino al 19,99% previa autorizzazione della Bce. 

Crรฉdit Agricole potrebbe aspirare alla creazione di un superpolo del risparmio gestito con Amundi e Anima, sbarrando la strada alle ambizioni di UniCredit.

Il ruolo del governo

Allo stesso tempo, lโ€™Ops su Bpm ha indispettito anche il governo italiano, che si รจ sin da subito interessato attivamente sulla vicenda. Dal primo gennaio 2023 il governo ha esteso la propria influenza assumendo la facoltร  di ricorrere allo strumento del Golden power anche nel caso di operazioni tra imprese italiane in determinati settori, compreso quello bancario. 

Il Golden Power รจ uno strumento con cui il governo puรฒ intervenire in settori strategici per proteggere l’interesse nazionale. Introdotto in Italia nel 2012, consente di bloccare o imporre condizioni su operazioni che potrebbero compromettere la sicurezza o l’autonomia del Paese.

Palazzo Chigi dispone quindi di unโ€™inedita capacitร  di intervento, su cui la coalizione di centrodestra cerca di far leva per indirizzare la composizione del settore bancario a uno scenario piรน congeniale ai propri interessi.

Il governo progettava da tempo la costituzione di un โ€œterzo poloโ€ bancario, il quale andava costituendosi tra Bpm, Banca Mps e la stessa Anima, al fine di comporre un argine alla netta superioritร  finanziaria di Intesa e UniCredit. 

Lo โ€œstrumentoโ€ nelle mani del governo รจ Banca Mps (Monte dei Paschi di Siena), che lo Stato italiano ha salvato a seguito della crisi finanziaria e che, dopo averla risanata, ora cerca di privatizzare. A novembre la quota statale รจ stata ridotta allโ€™11,2% a beneficio di Banco Bpm e Anima, che si sono assicurati una quota aggregata del 9%.

La cessione definitiva di Mps a Bpm risponderebbe al duplice obiettivo del governo di evitare la formazione definitiva di un duopolio attorno a Intesa e UniCredit, e di creare un eventuale sponda di riferimento per la destra nel settore bancario.

Per questo lโ€™Ops di UniCredit su Bpm, che ha bloccato sul nascere il progetto di acquisizione di Mps, ha provocato le critiche di esponenti del governo.

Il segretario della Lega Matteo Salvini ha invocato lโ€™utilizzo del Golden Power, affermando che: ยซUnโ€™eventuale acquisizione di UniCredit, che รจ molto poco italiana, di Bpm significherebbe chiudere, licenziare, allontanare, soprattutto in terre come la Lombardia dove Bpm ha tantissimi sportelli, la banca dai territori, dalle imprese, dalle famiglie e dagli artigianiยป.

Salvini fa riferimento al fatto che solo lโ€™8% delle azioni di UniCredit sia di proprietร  di investitori italiani, con il gruppo di investimento americano Blackrock che ne detiene la quota di maggioranza relativa (5%).

Tuttavia, anche la fusione di Mps e Bpm potrebbe portare a un rafforzamento di una banca straniera nel sistema finanziario italiano. Lโ€™eventuale terzo polo vedrebbe infatti in una posizione ancora piรน dominante la francese Crรฉdit Agricole, che oltre a essere azionista di maggioranza di Bpm รจ giร  largamente presente nel Paese con Crรฉdit Agricole Italia, a oggi il settimo gruppo bancario del Paese.

Lโ€™altra partita su Generali

Fallito almeno per il momento il progetto di integrazione tra Mps e Banco Bpm, Mps ha ora messo gli occhi su Mediobanca. Il 23 gennaio il consiglio di amministrazione del gruppo senese ha approvato allโ€™unanimitร  il lancio di unโ€™offerta pubblica di scambio volontaria su tutte le azioni ordinarie di Mediobanca. 

Una manovra di tali dimensioni non poteva essere avallata senza il sostegno del governo Meloni, primo azionista della banca senese. 

La premier infatti ha approvato lโ€™operazione: ยซSe dovesse andare in porto parliamo della nascita del terzo polo bancario che potrร  avere un ruolo importante per la messa in sicurezza dei risparmi degli italianiยป.

Giorgia Meloni fa probabilmente riferimento al fatto che lโ€™offerta, oltre alla creazione del โ€œterzo poloโ€, consentirebbe anche di acquisire indirettamente il controllo di Generali, maggior gruppo assicurativo dโ€™Italia, il cui primo azionista รจ proprio Mediobanca (13%).

Il governo ha messo gli occhi su Generali sin da quando la compagnia assicurativa triestina ha firmato un memorandum dโ€™intesa con la francese Natixis per la creazione di una joint venture nella gestione del risparmio, dando potenzialmente vita a un colosso che andrebbe a costituire il primo asset manager europeo in termini di ricavi.

Fratelli dโ€™Italia vede lโ€™offerta di Mps su Mediobanca, e quindi indirettamente su Generali, come il modo per evitare che la gestione del risparmio italiano di Generali venga affidata ai francesi di Natixis.

Nel contrasto alla fusione con Natixis, palazzo Chigi ha trovato due alleati di rilievo della finanza italiana: si tratta della Holding Delfin della famiglia Del Vecchio e della Caltagirone Spa.

Delfin e Caltagirone figurano tra i primi azionisti di Generali (con il 9,9% e 6,9%), di Mediobanca (19,8%, 7,6%), e di Mps (9,8 e 5%). Se la fusione tra Mps e Mediobanca trovasse esito, lโ€™azionista di maggioranza sarebbe Delfin con una quota del 16%, seguito da Caltagirone con lโ€™8,20% e il Mef con il 4,8%. I primi tre azionisti arriverebbero a detenere dunque il 29% del capitale.

La partita su Generali vede perรฒ anche un coinvolgimento di UniCredit: lโ€™uno febbraio la banca milanese ha fatto sapere di aver acquistato il 4,1% delle azioni di Generali, a cui si aggiunge uno 0,6 detenuto come sottostante dell’ordinaria attivitร  per i clienti e relative coperture.

La ratio dellโ€™operazione sta tutta nella leva negoziale che UniCredit spera di far valere con il proprio azionariato per poter incidere sul rinnovo dei vertici del Leone, in programma per lโ€™8 maggio. La banca milanese potrebbe chiedere al governo, in cambio del proprio sostegno alla posizione di Delfin e Caltagirone, un via libera allโ€™operazione su Banco Bpm. Alternativamente, potrebbe appoggiare lโ€™attuale gestione Generali e il progetto con Natixis, risolvendo il problema riguardante la gestione del risparmio.

Stato dellโ€™economia

Difficile valutare lโ€™impatto economico complessivo delle operazioni che stanno alimentando il risiko bancario. Da un lato, lโ€™acquisizione di Banco Bpm da parte di UniCredit condurrebbe a una maggior concentrazione bancaria e a una riduzione della concorrenza; dallโ€™altro la creazione di un terzo polo con Banco Bpm rafforzerebbe ulteriormente la presenza di Crรฉdit Agricole nel sistema bancario italiano, ampliandone lโ€™influenza francese.

Tutto questo in un contesto di stagnazione economica: lโ€™Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb) ha riportato di recente stime al ribasso per la crescita italiana dal 2024 al 2026. Rispetto alle previsioni precedenti, che prospettavano una crescita superiore al punto percentuale, lโ€™Upb ha frenato gli entusiasmi, con uno +0,7% per il 2024, +0,8% nel 2025 e +0,9% nel 2026.

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Andrea Colavecchio

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