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Il massacro di Shakahola: il culto religioso costato la vita a centinaia di persone

Il massacro di Shakahola: il culto religioso costato la vita a centinaia di persone

Il predicatore keniano Paul Nthenge Mackenzie รจ sotto inchiesta per la morte di 191 bambini. Secondo le accuse, avrebbe convinto i suoi seguaci a togliersi la vita prima dellโ€™apocalisse

Sono 191 i bambini che il predicatore keniano Paul Nthenge Mackenzie รจ accusato di aver ucciso. Lโ€™incriminazione ufficiale รจ arrivata lo scorso 6 febbraio, dopo che da aprile centinaia di corpi –ย  diventati piรน di 400 ad oggi – sono stati rinvenuti nella Shakahola Forest, in Kenya, dove lโ€™uomo viveva insieme ai suoi seguaci.

Mackenzie, cresciuto in unโ€™area rurale del Paese, lavorava come guidatore di taxi, quando nel 2003 decise di lasciare lโ€™impiego per fondare un suo culto religioso: la Good News International Church. Secondo il New York Times, a collaborare al progetto anche Ruth Kahindi, una donna conosciuta in una chiesa battista.

Quello che allโ€™inizio per molti apparve come un leader normale, a pochi anni di distanza cominciรฒ a trattare temi diversi nei suoi sermoni, tra cui quello dellโ€™apocalisse, portando anche la signora Kahindi a distaccarsi dal culto. Una deriva che venne notata anche dalle autoritร . Da lรฌ a breve per Mackenzie cominciarono, infatti, diversi problemi legali che lo costrinsero a chiudere la sua chiesa nel 2019 e a trasferirsi nella foresta di Shakahola, invitando i suoi seguaci a fare lo stesso.

Nel 2017 Mackenzie venne arrestato e accusato, tra le altre cose, di radicalizzazione e promozione di idee estremiste. Dopo essere stato assolto, nel 2019 venne fermato nuovamente in connessione alla morte di due bambini, deceduti in seguito a malnutrizione e soffocamento. Ma sarร  solo cinque anni piรน tardi che il leader religioso dovrร  affrontare una delle accuse piรน gravi nella storia del Kenya. Insieme a lui al banco degli imputati anche altre 29 persone, giudicate capaci di intendere e di volere e mentalmente stabili per poter sopportare il processo. 

Lโ€™uomo, diventato ormai una guida spirituale per centinaia e centinaia di persone, avrebbe convinto i suoi seguaci a smettere di mangiare per poter incontrare Gesรน in Paradiso, prima dellโ€™arrivo dellโ€™apocalisse. Una credenza che con lโ€™avvento del Covid – visto come il primo segnale verso la fine del mondo – non avrebbe fatto altro che attirare ulteriori adepti. Le prime vittime del massacro sarebbero stati, in ordine, i bambini, poi le donne e infine gli uomini della comunitร .

Nelle settimane scorse Mackenzie si รจ dichiarato non colpevole per lโ€™accaduto, respingendo tutte le accuse a suo carico e negando di aver mai costretto qualcuno a morire di fame. Ma, a insospettire, sono state soprattutto le condizioni dei cadaveri ritrovati. Tra le cause del decesso, infatti, non ci sarebbe solo la malnutrizione. Diversi corpi mostrano anche segni di asfissia, strangolamento, percosse e, in alcuni casi, lโ€™assenza di organi

ยซQuello a cui abbiamo assistito a Shakahola รจ analogo al terrorismoยป, ha affermato il presidente del Kenya William Ruto, in merito alla strage. ยซIl signor Mackenzie che si comporta come un pastore รจ in realtร  un criminaleยป. E mentre il governo tenta di supportare la popolazione colpita, in vista del processo – il ministro dellโ€™interno keniota Kandini ha ad esempio dichiarato di voler creare un memoriale nella foresta – in tanti pensano che parte della responsabilitร  sia da identificare proprio nel comportamento delle forze dellโ€™ordine.

Il mancato intervento della polizia, nonostante le segnalazioni, e lโ€™assenza di condanne per Mackenzie, malgrado le accuse, sono i due elementi principali su cui la stampa si interroga. Non si puรฒ perรฒ tralasciare il fatto che da sempre il Kenya deve fare i conti con un numero elevato di chiese indipendenti, spesso non controllate nรฉ tanto meno regolamentate. Secondo gli ultimi dati ci sarebbero, infatti, migliaia di culti registrati in un Paese che conta circa 53 milioni di abitanti. Una situazione che ha spinto lo stesso presidente Ruto a ripensare alla legislazione attualmente in vigore in Kenya per la loro gestionei.

Il massacro di Shakahola: comโ€™รจ stato possibile?

รˆ la stessa domanda che chiunque si รจ posto dopo il suicidio di massa a Jonestown, in Guyana, nel 1978, quando 900 persone furono spinte dal predicatore Jim Jones a togliersi la vita. E la stessa che non esita a tornarci in mente leggendo di questo caso. Comโ€™รจ stato possibile convincere centinaia di persone a commettere un tale gesto? 

Memoriale eretto nel 2011 per le vittime del massacro di Jonestown

In primis, cโ€™รจ lโ€™isolamento. Oltre a parlare dellโ€™imminente fine del mondo, tra gli insegnamenti di Mackenzie cโ€™era anche quello di vietare la frequentazione di scuole e ospedali per i suoi sostenitori. Un taglio netto, insomma, con la societร  e chiunque vi facesse parte. Molti familiari delle vittime non avevano idea di dove si trovassero i propri cari, almeno fino al ritrovamento dei corpi. 

Poi la disumanizzazione. Secondo Reuters, le donne, infatti, erano costrette a tagliarsi i capelli e a eliminare il make-up dalla loro routine. E infine la vulnerabilitร . Mackenzie ha offerto ai suoi seguaci una strada fuori dalla dannazione eterna e verso il Paradiso, dando alle persone la speranza di un futuro migliore. Attraverso il suo carisma e lโ€™illusione della forza curativa delle prediche, il leader religioso ha esercitato un potere su chi forse cercava disperatamente una risposta ai suoi problemi. 

Foto in evidenza: By Oxfam East Africa – A mass grave for children in Dadaab, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16001983; foto nel’articolo: Jonestown Memorial” by www78 is licensed under CC BY-NC-SA 2.0.

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Alessandra Neri

Alessandra Neri

Giornalista praticante da sempre appassionata di geopolitica.

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