La fine della guerra รจ un momento di passaggio cruciale per il Principe, che entra nella fase piรน intensa ed emozionante della sua carriera. Dal punto di vista affettivo, nel 1954 si lega a Franca Faldini; dal punto di vista lavorativo decide di dedicarsi sempre di piรน al cinema che in quegli anni come forma di intrattenimento comincia ad andare per la maggiore.
Infatti da un lato รจ sempre migliore la qualitร delle pellicole e dellโaltro il cinema ha una maggiore capacitร di diffusione rispetto al teatro.
Dal โRatto delle Sabineโ del 1945, Totรฒ si getta a capofitto nella sua nuova avventura, portando a casa un successo dietro lโaltro. Tutti i produttori lo vogliono per i loro film: รจ un nuovo Re Mida, capace di trasformare ogni film in un affare milionario.
Il segreto del suo successo รจ lโevoluzione del suo personaggio: dalla marionetta inespressiva delle prime apparizioni, al ritratto del piccolo borghese con tutte le sue sfumature, dagli accenti di cattiveria a quelli di furbizia.
A questo si aggiunge un repertorio di frasi o calembour linguistici giร affinati al teatro, quali โparli come badiโ, โogni limite ha una pazienzaโ, โaccร nisciuno รจ fessoโ, โe io pagoโ e il famoso โma mi faccia il piacereโ della famosissima scena del โVagone Lettoโ con Mario Castellani, alias Onorevole Trombetta.
Nei suoi film Totรฒ รจ sempre accompagnato da una spalla, che perรฒ spesso rischia di venire, se non schiacciata, almeno messa in secondo piano dalla prepotente personalitร del comico partenopeo.
Tra le collaborazioni piรน fortunate, senza nulla togliere allโimmenso Nino Taranto, a Castellani, a Macario, Fernandel e agli altri, restano certamente quelle con Peppino de Filippo e Aldo Fabrizi.
Per il primo sarebbe ingiusta la qualifica di spalla: i due infatti โconcreavanoโ, come nel caso della famosa scena della lettera, in cui Peppino regge perfettamente il confronto con Totรฒ interpretando alla perfezione il ruolo dello zotico ed inserendosi con battute di sua creazione (โvi consoliateโ storpiato come โcon l’insalataโ).
Dirร poi Peppino:โPosso affermare che tutti i films che abbiamo girato assieme, spesso li abbiamo recitati ยซ a soggetto ยป. Creati lรฌ per lรฌ, scena per scena, al momento di girareโ.
Tra le migliori pellicole del loro sodalizio artistico rimangono โTotรฒ Peppino e la Malafemmenaโ(1956), โLa banda degli Onestiโ(1956) e โSignori si nasceโ(1960).
Unโaltra grande collaborazione รจ quella con Aldo Fabrizi, che nel primo film โGuardie e ladriโ(1951), registra un ottimo apprezzamento anche da parte della critica, che lo giudica da subito come un classico del nascente filone della commedia allโitaliana.
L’intesa tra i due, parsa inizialmente un problema per il carattere molto forte e scontroso di Fabrizi, si rivela invece vincente.
I due attori replicano lo stesso successo anche nei โTartassatiโ(1959) e in โTotรฒ, Fabrizi e i giovani dโoggiโ(1960). Questa la sentenza di Totรฒ sulla loro collaborazione โL’umorismo napoletano e quello romano si integrano perfettamente.ยป
Dallโaltra parte perรฒ il rapporto con la critica รจ conflittuale e fin dai primi lavori arrivano molte stroncature nette ed i film che vengono risparmiati dalla mannaia degli โesegetiโ si contano sulla punta delle dita. Spesso perรฒ ad animare tali critiche รจ piรน un pregiudizio di base verso il genere comico o farsesco, che una vera e propria analisi di tipo tecnico sul film.
Mario Castellani, amico e collaboratore stretto di Totรฒ, che ha visto tutto il suo percorso sin dagli esordi e dalle prime difficoltร con Achille Maresca, dirร su di lui: โL’arte, la vera arte di Totรฒ, รจ scomparsa con lui e i giovani che non hanno avuto la fortuna di vederlo sul palcoscenico non possono ritrovarlo come รจ stato veramente guardando i suoi film. Totรฒ non รจ Chaplin o Buster Keaton, fenomeni tipicamente cinematografici. Totรฒ รจ il teatro. Il cinema, nel migliore dei casi, lo ha dimezzato. Nel peggiore, che era poi la norma, lo ha puramente e semplicemente traditoโ.
Totรฒ trova col cinema il culmine del suo successo, ma รจ tradito dalla sua stessa ansia di lavorare: non riesce a stare fermo piรน di un mese. Gira 5-6 film allโanno, accettando spesso proposte semplici e lusinghiere solo dal punto di vista economico, i cosiddetti film di โcassettaโ.
Ne svelerร lui stesso il motivo: ยซHo girato diversi film mediocri, altri che erano veramente brutti, ma, dopo tutta la miseria patita in gioventรน, non potevo permettermi il lusso di rifiutare le proposte scadenti e restarmene inattivo…ยป.
Cosi, di contro, si trova a dover rifiutare molte proposte che avrebbero potuto dargli lustro, come quella di fare un film assieme a Stanlio e Ollio, quelle di registi importanti come Lattuada ed accetta invece proposte per film di basso livello, come โTotรฒ Tarzanโ, โTotรฒ e Macisteโ, โTotรฒ contro il Pirata Neroโ e molti altri, di piรน sicuro impatto al botteghino.
Ha modo comunque di prendere parte a film di grande qualitร artistica come โi Soliti ignotiโ, ritenuto uno dei migliori film di sempre mai girati in Italia, con attori come Marcello Mastroianni, e Vittorio Gassmann.
In questo film la commedia esce dal genere farsesco, perchรฉ si assiste alla morte di uno dei protagonisti, un evento tragico. Inoltre sono evidenti gli influssi del neo-realismo nella descrizione puntuale del degrado della periferia e del sottoproletariato urbano.
Totรฒ nel ruolo di Dante Cruciani sa farsi precursore, in una commedia dalle forti tinte drammatiche, del passaggio da un modo di recitare ingessato e serioso ad uno nuovo caratterizzato da una forte carica comica. Ca va sans dir che anche questa novitร fa storcere il naso a piรน di un critico.
Altre partecipazioni da segnalare in ruoli diversi dall’abituale maschera di โTotรฒโ sono le fortunate partecipazioni nei panni di Felice Sciosciamocca, nella riedizione cinematografica della commedia โMiseria e Nobiltร โ(1954) di Eduardo Scarpetta e nell’episodio del guappo ne โLโoro di Napoliโ del 1954 di Vittorio de Sica, nellโindimenticabile, ironico e tenero ruolo di Don Saverio Petrillo detto il โPazzarielloโ. ร la storia di un comico di strada, che, venuta meno la moglie, รจ insidiato dalle prepotenze di un camorrista.
Sulla maschera di Totรฒ anche Lattuada e Pasolini sanno plasmare le loro memorabili figure grottesche in film come โla Mandragolaโ del 1965 e in โUccellacci e Uccelliniโ del 1966 e nellโepisodio โChe cosa sono le nuvoleโ di โCapriccio all’Italianaโ, che uscirร postumo nel 1968.
Con registi di tal calibro Totรฒ deve seguire attentamente il copione, cosa molto difficile per uno come lui, abituato ad andare a braccio.
Si rimette in discussione, desideroso di lasciare il segno in qualcosa di diverso, piรน intellettualmente impegnato rispetto al genere di film cui era abituato a prender parte.
Ed รจ proprio in queste ultime proiezioni che l’attore, secondo il giornalista e critico cinematografico Goffredo Fofi, riesce ad โessere […] qualcosa di diverso, e diventare, grazie al cinema, la memoria sincretica di una magnifica tradizioneโ.
Allโestero, nonostante fosse tradotto persino in coreano, i suoi film, cosรฌ regionalmente caratterizzati, risultano certamente di difficile esportazione.
In ogni caso Totรฒ riesce comunque a lasciare il segno, grazie alla sua incredibile mimica; a questo proposito รจ preziosa la testimonianza di George Clooney, rilasciata a margine del remake americano de โI Soliti Ignotiโ: <<Secondo me a Totรฒ devono qualcosa tutti, da Jerry Lewis a Jim Carrey ad Adam Sandler. I suoi film potrebbero essere anche muti: riesce sempre a trasmettere il senso della storia. Queste qualitร sono molto chiare per gli stranieri, sia nei suoi film comici piรน noti che in quelli di Pasolini. Totรฒ, poi, non era certo solo un comico, proprio come Buster Keaton. Grazie ai vostri sceneggiatori e alla sua mimica, dai suoi film traspare un personaggio a tutto tondo: astuto, ingenuo e anche vessato dalle circostanze della vita. Per questo continuerร a essere imitato, senza speranza di eguagliarlo. C’รจ sempre suspense nella sua recitazione: si aspetta una sua nuova battuta, una strizzatina d’occhi, ma resta imprevedibile il suo modo di sviluppare una storia. Secondo me, anche Woody Allen ha visto e rivisto Totรฒ…โ.
Politica e concezioni sulla societร .
Del suo orientamento politico il Principe cerca di non far mai trapelare nulla.
Di sicuro non puรฒ provare simpatia per il clima del Dopoguerra cosรฌ profondamente bigotto, proprio lui che per lโunione con Franca Faldini viene accusato di โpubblico concubinatoโ e che, per mettere a tacere le voci, ha anche finto un matrimonio
Certamente poi Totรฒ non sopporta alcuna forma di autoritarismo e ha molto a cuore il miglioramento delle condizioni sociali delle fasce di popolazioni indigenti, di cui si prende cura con ingenti donazioni.
Proprio nellโottica di una trasformazione della societร in termini di solidarietร si puรฒ leggere la sua adesione alla Massoneria, nella quale Totรฒ vede la possibilitร di fare del bene. Totรฒ entra a farne parte nel 1944, agli sgoccioli della prima guerra mondiale, un periodo di grande confusione, in cui le Officine riprendono le attivitร in maniera libera ma senza alcun riconoscimento formale.
Tra i motivi che spingono l’attore ad aderire alla loggia Palingenesi cโรจ lโinsofferenza verso l’idea di Stato tipica sia del Fascismo che della Democrazia Cristiana, sentita come coercitiva e dannosa nei confronti delle libertร individuali.
Lโappartenenza alla Massoneria scozzese, sarebbe stata talmente viva per Totรฒ da portarlo addirittura alla fondazione di una propria โofficinaโ, la โFulgor artisโ, che riunisce tra l’altro molti esponenti del mondo dello spettacolo, tra cui lo stesso amico Castellani.
Ne uscirร comunque qualche anno dopo per non essere riuscito ad assolvere il suo desiderio di diventare un benefattore universale. Cosรญ sul presunto passato da massone di Totรฒ Renzo Arbore:”Credo che Totรฒ avesse molto forte il sentimento della solidarietร ed era in questo senso massone. [ … ] Totรฒ aveva queste due anime. Una voleva elevarsi, affrancarsi dal personaggio. Potrebbe aver visto questa strada, entrare a far parte di un club di persone rette e giuste, un modo, appunto, di esprimere la sua voglia di andare incontro al prossimo”.
Ad ogni modo tale appartenenza viene svelata solo molti anni dopo la morte del Principe tramite un comunicato della stessa Loggia, destando reazioni incredule addirittura nella figlia Liliana e nelle persone che erano molto vicine a lui e ne avrebbero dovuto intuire le intenzioni.
Come abbiamo giร detto, Totรฒ ha un alto senso religioso, ma la sua รจ una religiositร tutta personale: ritiene ad esempio inumana la castitร e probabilmente non ritiene la fede cristiana in contrasto con la sua adesione ad un gruppo, la Massoneria, che, pur rigettando la religione cristiana, ha secondo lui idee di libertร ed uguaglianza molto simili alle sue.
โโA livellaโ sarebbe stato il suo testamento massonico, in quanto riprende un simbolo della massoneria e il tema della morte, che per i massoni avviene due volte: la prima quando si diventa iniziati e si passa dal profano al sacro e la seconda con la morte fisica. In questo senso la morte porterebbe al superamento di ogni forma di odio, separazione, divisione.
Dโaltra parte, perรฒ, Totรฒ non fa mai mistero delle sue simpatie per la monarchia e secondo molte testimonianze si fa chiamare addirittura Principe, per via del titolo nobiliare tanto desiderato.
Peppino de Filippo racconta a questo proposito: “Era monarchico, eh sรฌ, eccessivamente. Infatti una volta, durante un’elezione, cercรฒ di convincermi a votare per Stella e Corona. La monarchia andรฒ piuttosto male e, a elezioni compiute, mi chiese a chi avessi dato il voto. ยซHo votato comunistaยป gli dissi. Stavamo mangiando sul set, lo ricordo bene. Buttรฒ via tutto, cartocci e bicchieri, gridandomi addosso: ยซQuesto proprio non me lo dovevi fareยป. Un giorno mi disse: ยซMa tu lo sai che se la Regina d’Inghilterra m’invita a pranzo a me mโha da mettere vicino ad essa?ยป. Gli piaceva nominare cavalieri e commendatori, ma a me mi disse: ยซA te non ti faccio, pecchรฉ mi sfottiยป.
Su Umberto II ha peraltro detto che โsarebbe stato un grande re, il piรน grande. Ha pagato le colpe di suo padre. Lui avrebbe fatto benissimo, fu un gran signore, un uomo di mondo. […] Io, a Umberto, questo avrei voluto dirgli: <<Maestร , questโinchiostro, invece di usarlo per le dediche, lo tenga per firmare le cambiali>>.”
Ad avvalorare la tesi del Totรฒ monarchico interviene anche la prima apparizione di Totรฒ in Tv nel โ58 al โMusichiereโ di Mario Riva un quiz molto popolare allora.
I concorrenti del programma dovevano ascoltare l’attacco di un brano musicale e, una volta riconosciutolo, precipitarsi a suonare una campanella a dieci metri di distanza per avere diritto a dare la propria risposta. Sullโonda dellโentusiasmo per il gioco Totรฒ si lascia andare, forse per un suo istinto alla battuta, a quello che sembra un chiaro apprezzamento nei confronti di Lauro, esponente di spicco del Partito Monarchico:โViva Lauro!โ.
Per questo motivo Totรฒ viene allontanato per quasi un decennio dagli studi televisivi, accusato dai dirigenti democristiani di aver sfruttato uno spazio televisivo per fare propaganda politica.
Infatti in quel momento Achille Lauro concorre per la rielezione a sindaco di Napoli e, pur coinvolto in alcune controversie e faccende poco chiare, risulta per Totรฒ, come per molti napoletani, capace di fare molto per gli ultimi, i poveri ed i derelitti della sua amata cittร .
A questo proposito, anche la compagna Franca non negherร la simpatia di Totรฒ per alcune azioni di Lauro, ma afferma decisamente: “non era monarchicoโ, anche se โnon (le) aveva mai detto per chi votava”.
Di certo alcune sue dichiarazioni di quei tempi danno l’idea di un uomo profondamente ancorato alla tradizione, che tenta di ritrovare nelle sue abitudini e nelle sue certezze un argine contro i marosi delle rivoluzioni e dei cambiamenti che attraversano l’Italia del Secondo Dopoguerra.
Dirร infatti su quegli anni in unโintervista a Silvio Bertoldi per โOggiโ del 1 dicembre 1966:
โSono un uomo all’antica. Io appartengo al secolo scorso, anzi, che dico?, al secolo delle crociate. Il mondo moderno, il mondo d’oggi, per me non c’รจ, non esiste. Non lo vedo, non mi piace. Detesto tutto di esso: la fretta, il frastuono, l’ossessione, la volgaritร , l’arrivismo, la frenesia, le brutte maniere, la mancanza di rispetto per le tradizioni, le stupide scoperte. (โฆ) Ma cos’รจ quest’affare dei capelloni? dei Piper, dello yรฉ-yรฉ? Cos’รจ questa roba dei balli moderni, delle minigonne, del toccarsi le cosce ballando? Cosa sono queste schifezze? Ma dove andiamo a finire? Ma quale protesta e protesta? Quelli sono degli scostumati. Quella รจ una gioventรน di scimuniti pericolosi.
A me piace la gente perbene, seria. La gente perbene non si mette in maschera. Quali problemi? Le donne, il divorzio? Tutti al loro posto. Niente divorzio. Niente libertร sessuale, niente uguaglianza dei sessi e altre schifezze. In casa, l’uomo รจ l’uomo e la moglie fa la moglie. Se no, mi dice lei dove andiamo a finire? Io sono pronto ad accettare la discussione, le opinioni della donna, la paritร dei diritti. Ma il capo di casa sono io. ร ora di finirla con le mogli che prendono il nome del marito, si fanno mantenere e vogliono comandare loro. Non amo viaggiare, non sono mai stato in America, non sono mai stato in Inghilterra, non sono mai stato in Germania. Non sono, credo, mai stato in nessun posto, tranne in Francia. La Francia mi piace, รจ un paese libero. Lร , per esempio, sfottono De Gaulle e nessuno dice niente. Se l’immagina da noi? Saremmo tutti in galera”.
Un uomo quindi, che, pur rimanendo su posizioni conservatrici, crede profondamente nel diritto di ogni individuo di esprimere liberamente le proprie idee. Da lรฌ la sua ammirazione per la Francia, che, al contrario di un’Italia perbenista e bigotta, consentiva la possibilitร di irridere e contestare il potere senza veli.
Infatti, proprio a lui, lโattore piรน famoso e piรน amato del cinema, la censura giocava spesso brutti scherzi.
Molti suoi film, seppur in maniera molto velata, mettevano in ridicolo i valori fondanti dell’epoca: la Religione, i magistrati, le forze di Polizia come in โGuardie e Ladriโ, le massime cariche dello Stato come in โTotรฒ e sette i re di Romaโ(1951).
Risulta esemplificativa una scena di questโultimo film in cui Totรฒ, interrogato da Alberto Sordi, nel rispondere alla domanda:โQualโรจ il nome di un pachiderma?โ viene sostituito da una voce fuoricampo(peraltro montata male) che dice โBartaliโ.
Totรฒ avrebbe dovuto rispondere โDe Gasperiโ e la replica del professore(Sordi) โvedo che non ha perso lโabitudine di insultare i suoi superioriโ, sembra coerente con questa interpretazione.
In conclusione per riassumere il pensiero di Totรฒ, uomo profondamente attaccato alla tradizione, ma amante della libertร potrebbero bastare le parole di un suo film โTotรฒ Eva e il pennello proibitoโ del 57โ:โio sono social-democratico-monarchico-napoletanoโ.
di Giacomo Bonetti