Che si tratti di ragazzi appartenenti ad antichi lignaggi della nobiltà guerriera, la cosiddetta “casta” degli kshatriya, o di giovani le cui famiglie di origine versano in condizioni di povertà, la volontà di entrare nelle forze armate nazionali in India è qualcosa che affascina una considerevole quantità di ragazzi. La possibilità di accesso alle forze armate della quarta potenza militare del mondo, che ad oggi tra esercito, marina e aviazione conta il numero impressionante di circa 1.500.000 uomini, rappresenta la speranza per milioni di giovani di assicurarsi un lavoro stabile e prestigioso.

Con una mossa a sorpresa, negli scorsi giorni il partito popolare indiano attualmente al governo, il BJP, ha annunciato l’entrata in vigore da questa estate di un nuovo sistema che va a rinnovare in maniera drastica l’intero apparato militare e in particolare il reclutamento. Il provvedimento ha suscitato le critiche del Congresso, il maggiore partito di opposizione, e il malcontento generale di milioni di giovani che sono scesi in strada in tutto il paese per chiedere l’abolizione del neonato sistema Agnipath.

Le manifestazioni sono da subito sfociate in atti di vandalismo e violenza in cui centinaia di migliaia di giovani hanno ingaggiato scontri con la polizia e preso d’assalto stazioni ferroviarie provocando morti e feriti. Proprio a seguito dell’incendio di un treno nella stazione della cittadina di Kaimur, nello stato di Bihar, una regione particolarmente povera, un uomo ha perso la vita tra le fiamme. Per capire a fondo le ragioni di questo malcontento bisogna chiedersi cosa sia il sistema Agnipath e perché sia stato percepito in maniera così negativa.

Agnipath: contenuto e controversie della riforma militare dell’India

Nella filosofia indù Agni è la divinità che presiede all’elemento fuoco ed è una delle figure più importanti del pantheon indiano. Il nome altisonante Agnipath (letteralmente “cammino del fuoco”) per una riforma delle forze armate nazionali è già da considerarsi come il marchio del Bharatiya Janata Party, frangia politica conservatrice che combatte da anni il secolarismo in virtù di un ritorno dell’induismo come religione di stato.

La riforma, abbassando l’età per il reclutamento, consiste nel permettere l’accesso ogni anno alle forze armate a circa 46.000 giovani di età compresa tra i 17 e i 23 anni e nel garantire alle nuove reclute 4 anni di addestramento, i quali durante questo periodo prenderanno il nome di Agniveers, per distinguerli dai ranghi tradizionali. Il primo dubbio degli aspiranti soldati è proprio in relazione alla durata del servizio militare nel nuovo sistema. Il reclutamento precedente assicurava infatti ben 17 anni di servizio, che quindi anche grazie alla possibilità di fare carriera rappresentavano per milioni di giovani un lavoro solido e duraturo nel tempo.

Viene dunque naturale chiedersi quale futuro ci sia dopo i 4 anni di servizio come Agniveer. La riforma prevede che il 25% delle reclute avrà accesso diretto alle forze armate con possibilità di scegliere tra esercito, marina e aviazione, mentre per coloro che saranno esclusi al termine del periodo di addestramento sono previste alcune garanzie, tra cui una sorta di liquidazione in denaro, prestiti bancari agevolati, borse di studio utili per intraprendere altre carriere lavorative e la priorità nei concorsi per le forze di polizia.

Questo però potrebbe non essere abbastanza in un paese in cui nell’Aprile 2022 il tasso di disoccupazione sfiorava l’8% ma che si stima sia ben più alto, specialmente nelle vaste zone rurali. Le date di registrazione per gli Agniveers sono state già fissate per il periodo tra il 24 giugno e il 5 luglio e rappresentano la ripresa del reclutamento dopo il blocco durato quasi un anno e mezzo causato dalla pandemia. Il congelamento dell’accesso alle forze armate è stato devastante per tantissimi giovani, i quali vedono nella “corsia preferenziale” riservata alle nuove reclute un vero e proprio tradimento delle loro speranze.

Le conseguenze della riforma e le finalità ideologiche

Il Primo Ministro Narendra Modi, col supporto dei vertici militari e di decine di influenti industriali, ha presentato la riforma come un successo e come un’opportunità per milioni di giovani indiani desiderosi di servire il proprio paese. Questo provvedimento che ha la firma chiara del PM e del BJP non è solo mirato a rendere più agile il sistema di reclutamento, e di conseguenza ad aumentare l’efficienza delle forze armate, ma anche un chiaro messaggio ideologico.

L’India di Modi sembra destinata a durare nel tempo e, salvo improbabili cambi di rotta nelle future elezioni, il disegno prevede una nazione in cui la gioventù sia sempre più addestrata e militarizzata. L’India inoltre conta un numero preoccupante di forze paramilitari, principalmente composte da conservatori e fanatici, tra cui spicca l’RSS, movimento nazionalista nelle cui file da ragazzo ha militato anche Modi, che conta dai 2 ai 6 milioni di membri, molti dei quali inquadrati in formazioni paramilitari.

Nonostante la forte spinta ideologica del BJP che sta di fatto costruendo una nazione di combattenti e patrioti, la necessità di giovani capaci e addestrati è anche il segnale di una tensione crescente coi vicini cinesi. Il ministro degli esteri indiano Jaishankar, apparso sui media occidentali nei primi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina per le stoccate rifilate all’Unione Europea e agli USA in merito alle sanzioni sul gas russo, dopo aver tenuto un incontro col suo omologo cinese ha dichiarato che le relazioni tra Cina e India al momento sono distanti e, senza giri di parole, tese.

Una dichiarazione preoccupante che spiega la volontà della riforma Agnipath di preparare i giovani indiani alla presenza dell’ingombrante Dragone cinese. Sarà necessario almeno un anno prima di tirare le somme sulla validità o il fallimento del “cammino del fuoco”, ma sembra che le perplessità dei cittadini non siano abbastanza per fermare la volontà di Modi di lavorare in una direzione che possa assicurare all’India il dominio militare e politico dell’Asia.

Immagine in evidenza: “Indian Army Soldiers participate in amphibious assault vehicle drills during exercise Tiger TRIUMPH” by #PACOM is licensed under CC BY-NC-ND 2.0.