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L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

Il tempo libero, questione politica e filosofica per il nostro tempo

Il tempo libero, questione politica e filosofica per il nostro tempo

Questo articolo intende affrontare il tema del Tempo Libero, emerso dalle recenti proteste in Francia e lo vuole fare da un punto di vista filosofico e spirituale.

Sanare ciรฒ che sanguina

Cosa significa tornare alla vita cristiana oggi? 

La Rerum Novarum invita a ยซ tornare alla vita cristiana, senza la quale gli stessi argomenti stimati piรน efficaci, si dimostreranno scarsi al bisogno. Quanto alla Chiesa, essa non lascerร  mancare mai e in nessun modo l’opera sua, la quale tornerร  tanto piรน efficace quanto piรน sarร  libera, e di questo devono persuadersi specialmente coloro che hanno il dovere di provvedere al bene dei popoliยป. Questo significa trasformare il messaggio di salvezza ascoltato in compito e missione, senza lโ€™auto-compiacimento narcisistico di una religiositร  privata e individualistica. Significa, cioรจ, rispondere con lโ€™azione allโ€™opera di rinnovamento continuo realizzata dallo Spirito Santo, nella consapevolezza che, come vi รจ una dimensione sociale della caritร , vi รจ anche una dimensione sociale del peccato. Tanto il male quanto il bene operati dal singolo influenzano le comunitร  umane nellโ€™orizzonte di unโ€™inclusione o di unโ€™esclusione, dellโ€™edificazione dellโ€™armonia o della semina di zizzania e discordia.

Caritร  Sociale

La Rerum Novarum prosegue accennando alla caritร  come al ยซpiรน sicuro antidoto contro lโ€™orgoglio e lโ€™egoismo del secoloยป. La caritร  ยซรจ longanime, รจ benigna, non cerca il suo tornaconto, tutto soffre, tutto sostieneยป e la salvezza del singolo รจ ยซeffusione di questa caritร ยป.

In questo senso, lโ€™estensione sociale della caritร  non puรฒ non toccare il peccato sociale rappresentato dallo sfruttamento economico-sociale operato spesso in lungo e in largo dal capitalismo liberale, che ha condotto ad una societร  capitalistica ormai marcescente, fondata sul dogma calvinistico del lavoro โ€œduroโ€, attraverso il quale ogni singolo uomo otterrebbe la propria salvezza. Una salvezza della quale il merito, sancito dal mercato, sarebbe il segno. Il capitalismo, pur presentandosi molto piรน spesso in chiave atea, liberale e libertina, non ha mai dismesso questa tentazione di assurgere ad una funzione sacrale e salvifica, quasi una sorta di idolatria opposta a quella del marxismo ortodosso.

Una nuova idea di Societร 

La societร  capitalistica รจ strutturata, per usare le parole di Giovanna Botteri, sul ยซdevi lavorare, devi lavorare duro, dipendi dal lavoro che fai, dai soldi. E oggi, improvvisamente, nelle strade, si sente qualcosโ€™altro: che cโ€™รจ una vita oltre il lavoro e che bisogna rivendicare anche questa vita oltre il lavoroยป

Il diritto al Tempo Libero

Sulla stessa lunghezza dโ€™onda sono le parole di Melenchon, che rivendicano il diritto al tempo libero, al tempo della libera contemplazione personale, quello che cristianamente, per i monaci benedettini, francescani e domenicani per cui cโ€™รจ un ozio che รจ โ€œnemico dellโ€™animaโ€ e โ€œi fratelli devono dicarsi in alcune ore ai lavori manuali e in altre invece, pure determinate, alla lettura dei libri contenenti la Parola di Dioโ€(Alessandro Paglia, Il monastero come azienda, Edizione grafica Sanvitese, 2017), era il tempo dellโ€™Ora, cioรจ dellโ€™attivitร  autotelica della contemplazione, che segue e/o precede quello del Labora, ossia il tempo del lavoro manuale.

Ebbene, Melenchon ha affermato: ยซNoi difendiamo il diritto di prendersi una pausa durante lโ€™esistenza, il tempo libero, il tempo in cui uno decide da sรฉ stesso quello che va a fare. Vivere, amare, leggere poesie, pitturare. Il tempo libero รจ quello che ci dร  la possibilitร  di essere integralmente umani, produrre meglio, lavorare di meno, lavorare tutti e faticare di meno. Diritto di vivere pienamente umanamente nel tempo libero, nel tempo auto-gestitoยป[3]

Ridurre l’orario di lavoro

In questo senso ridurre l’orario di lavoro sarebbe un obiettivo importante per far spazio ad una logica di mercato che non sia solo legata al profitto e alla massimizzazione dell’utile ma che abbia di mira il bene integrale delle persone.

L’attuale governo Meloni nella persona del ministro Urso ha operato un’apertura importante sul tema, proclamando la propria disponibilitร  a venire incontro ad una richiesta operata dal sindacato piรน rappresentativo cioรจ la CGIL, a lavorare sul tema senza pregiudizi“, sottolinenando come l’attuazione di tale proposta debba accompagnarsi ad “una saggia politica industriale con lโ€™obiettivo di aumentare produttivitร  e occupazione”.

Il superamento della Societร  della prestazione

In questo senso sembra che ad una societร  della prestazione debba sostituirsi una civiltร  del valore, fondata su  unโ€™educazione integrale che tenga conto dei due aspetti dellโ€™uomo, quello lavorativo e quello contemplativo, lโ€™arte di procurarsi il necessario per vivere e quella di esercitare la meraviglia di fronte al Creato. In questo senso la famiglia รจ il tempio della contemplazione e della pace anche se, citando Emanuele Samek Lodovici, in essa ยซciascuno รจ amato per se stesso, non per il ruolo che ricopreยป, non in quanto funzionale ad un sistema di profitto o ad un meccanismo sociale o economico. Sappiamo che nella vita quotidiana siamo accettati, fuori dalla famiglia, nella misura in cui svolgiamo una funzione รจ quindi rientriamo in un meccanismo, per esempio lโ€™ambiente di un ospedale, di un tribunale, di un ufficioโ€I rapporti fuori della famiglia, sono rapporti bronzei, di prestazione, si usa dire, ma nella famiglia non si รจ accettati per le prestazioni che si danno, ma per quello che si รจยป(Emanuele Samek Lodovici, Una Vita Felice, Edizioni Ares, p. 35-36).

Questa scissione tra il tempo della famiglia e quello del lavoro ha spesso finito per risolversi sporcando la famiglia stessa, trasformandola nel luogo di formazione di ragazzi pronti per il mercato del lavoro e per il gioco della competizione economica, plasmati da genitori ansiosi di proiettarli nel mondo, che desiderano si realizzi per loro il sogno borghese dellโ€™affermazione sociale.

E’ lo spazio della contemplazione a rendere veramente liberi

Al contrario, la famiglia dovrebbe essere ยซil luogo dove le persone sono accolte per quello che sonoยป e in cui si puรฒ trasmettere il principio secondo cui ยซnon importa il risultato ma il comeยป. In questo senso, il modo attraverso il quale ci si confronta con la realtร  diventa fondamentale per entrare in rapporto profondo con essa. Infatti, l’uomo รจ fatto per le altezze della contemplazione, per comprendere la Veritร  delle cose e la Veritร  che pone le cose, l‘inoggettivabile per eccellenza, lo scrigno di ogni perfezione, ciรฒ che sta ad ogni cosa come l’atto del suo Essere. Ossia quello che noi chiamiamo Dio, per citare Tommaso d’Aquino.

Lavoro, Veritร  e Bellezza

รˆ nella contemplazione di questa altezza e di questa Veritร  che sta la Libertร , in una passivitร  che riceve e contempla, per il quale ogni atto della volontร  e dell’amore puรฒ essere di preparazione o complemento, ma non sostanza. Non รจ nel Lavoro che รจ tutta lโ€™essenza dellโ€™uomo, alienata dallโ€™iniqua distribuzione delle ricchezze e dalla  โ€œL’animale forma cose solo secondo la misura e il bisogno della specie cui appartiene, mentre l’uomo sa produrre secondo la misura di ogni specie e dappertutto sa conferire all’oggetto la misura inerente, quindi l’uomo forma anche secondo le leggi della bellezzaโ€.

In questo senso non รจ il Lavoro che rende liberi, come tristemente recitavano le targhe dei campi di Auschwitz, o che rende onore, come recitavano le targhe d’ingresso dei gulag. Ciรฒ che rende onore allโ€™uomo รจ l’operare il Bene e il contemplare il Vero, due attivitร  che stanno al di lร  di ogni atto indirizzato al concreto del quotidiano operare mondano.

La natura contemplativa dellโ€™uomo

L’uomo non รจ solo animal laborans

Il Lavoro รจ parte integrante dell’esperienza umana, ha una sua nobiltร , ma non va assolutizzato, monumentalizzato e idolatrato. Piรน in alto del Labora sta l’Ora.

Citando le parole ancora molto attuali di Pieper nellโ€™Elogio della filosofia: ยซOggigiorno non dovrebbe riuscire difficile a nessuno immaginarsi un mondo la cui atmosfera sia quasi completamente determinata da un continuo e generale abuso del linguaggio, ridotto ormai soltanto a slogan.|โ€ฆ| Non dobbiamo perรฒ neppure dimenticare un’altra veritร  che, sebbene, non sโ€™imponga con altrettanta evidenza, occorre immediatamente richiamare alla nostra consapevolezza: colui che, in mezzo a un ambiente condizionato a tal punto da appelli, manifesti pubblicitari e annunci opportunistici, riuscisse a tenere presente con fermezza l’effettiva, autentica realtร  delle cose, colui che, sia pure in silenzio e in segreto, con le parole del cuore, fosse in grado di esprimere la conoscenza di ciรฒ che realmente รจ, ebbene costui si sarebbe conservato uno spazio di libertร !ยป(J. Pieper, Elogio della Filosofia, Edizioni Ares, p. 52, 2022).

Recuperare uno spazio personale

Spinti dalle innumerevoli offerte di consumo e dai ritmi stressanti di lavoro o studio come sottolinea Papa Francesco nellโ€™esortazione apostolica Guadete ex Exsultate, ยซa volte non lasciamo spazi vuoti in cui risuoni la voce di Dio. Tutto si riempie di parole, di piaceri epidermici e di rumori ad una velocitร  sempre crescente. Lรฌ non regna la gioia ma lโ€™insoddisfazione di chi non sa per che cosa vive. Come, dunque, non riconoscere che abbiamo bisogno di fermare questa corsa febbrile per recuperare uno spazio personale, a volte doloroso, ma sempre fecondo, in cui si intavola il dialogo sincero con Dio? In qualche momento dovremo guardare in faccia la veritร  di noi stessi, per lasciarla invadere dal Signore, e non sempre si ottiene questo se uno ยซnon viene a trovarsi sullโ€™orlo dellโ€™abisso, della tentazione piรน grave, sulla scogliera dellโ€™abbandono, sulla cima solitaria dove si ha lโ€™impressione di rimanere totalmente soliยป

รˆ da questo spazio di contemplazione che la vita prende senso, spazio in cui dedicarsi ad esempio alla preghiera, alla letteratura, alla filosofia. Filosofare infatti ยซequivale โ€ฆ ad ascoltare in modo tanto profondo e totale che questo silenzio, tutto assorto nell’ascolto, non sia interrotto o disturbato da nulla, neppure da una sola domandaยป(J. Pieper. Elogio della Filosofia, Edizioni Ares, 2022, p. 55)

Comprendere la fragilitร , ascoltare il dolore

Lโ€™infelicitร  desolante dei nostri tempi dipende da un sistema che ha elogiato la prestazione, che ha messo il fare al centro, dimenticando che la libertร  dellโ€™uomo non si estrinseca in un febbrile attivismo, ma nel silenzio assorto della contemplazione. E in questo senso sono valide le parole di Emanuele Samek Lodovici: ยซL‘infelicitร  non dipende dal fatto che il mondo non dร  all’uomo le cose, ma dipende dal fatto che lui รจ ormai incapace di riceverle. Questa รจ l’infelicitร  del nostro mondo che viene il presente e non gode nel presente. Perchรฉ facciamo tutto il possibile per non soffrire, ma nella misura in cui facciamo il possibile per non soffrire atrofizziamo la nostra capacitร  di gioire|โ€ฆ|solo chi non rifiuta in linea di principio alla possibilitร  della fatica, della sofferenza, del fare agli altri gratuitamente, solo chi rischia sรฉ stesso, puรฒ vincere sรฉ stesso e perfezionarsi, perchรฉ l’acrobata รจ bravo anche quando cade …. e questo fenomenologo che si chiama Gesรน ci dice di star attenti a non essere uomini per il domani, perchรฉ bisogna vivere il presente e il presente si vive se si ha la capacitร  di accettare la sofferenza: non andare a cercarla, ma essere disposti ad accettarla in linea di principioยป(Emanuele Samek Lodovici, Una Vita Felice, Edizioni Ares, p. 23, 2023).

Verso una societร  dell’Essere

Il soffrire, connotato della condizione umana, per il cristianesimo pena in conseguenza della colpa dโ€™origine, viene continuamente atrofizzato dalla nostra societร  con lโ€™effetto di vivere una vita in superfice mentre il dolore si sedimenta in profonditร , inconsciamente, riemergendo in modo repentino ed inaspettato. 

Dalla societร  della prestazione sarebbe ora di passare alla societร  dell’Essere, in cui si viene valutati per quello che si รจ e non per quello che si ostenta o si haยป per capire ยซche quello che conta non sono principalmente i risultati ma il come; se hai capito questo verranno anche i risultati, se non lo hai capito, anche i risultati che verranno non potranno essere da te compresiยป(Emanuele Samek Lodovici, Una Vita Felice, Edizioni Ares, p. 38, 2022).

L’ozio creativo

Da come noi ci approcciamo alla realtร , ad esempio mettendola in questione filosoficamente e riflettendo sui dati che essa ci offre, dipende il nostro stare al mondo e la risposta alle nostre domande sul perchรฉ e sul che cosโ€™รจ ciรฒ che abbiamo intorno.

Oggi la questione tempo libero รจ riemersa all’intero delle proteste francesi sull’innalzamento dell’etร  pensionabile: lโ€™uomo non รจ solo lavoro – รจ senzโ€™altro uno dei temi di questa protesta โ€“ ma รจ svago, spiritualitร  libera, giocositร , esercizio dell’attenzione in una speculazione libera e disinteressata sulla realtร  che lo circonda. Melenchon ha detto parole interessanti e tanto i sindacati quanto le associazioni giovanili hanno fatto presente questo concetto: c’รจ una vita oltre il Lavoro e quest’ultimo รจ parte importante, certamente, ma non integrale dell’esistenza umana. Esso puรฒ, sรฌ, nobilitarla, ma puรฒ anche guastarla, e non solo se รจ malpagato o poco sicuro, ma anche se non lascia la possibilitร  di un ozio creativo, anche se i macchinari stancano fino all’eccesso o mettono a rischio la vita del lavoratore, diventando quindi fonte di stress, anche se il lavoro รจ inserito nel contesto di una vita frenetica sull’onda della corsa al guadagno e in una prospettiva di felicitร  sempre rimandata. 

Per una vita senza divisioni

La felicitร  รจ ora, puรฒ essere ora, e non dipende solo dal lavoro; quest’ultimo รจ degno, ma non รจ la sola parte essenziale dell’esperienza umana in questo mondo.

ยซNoi cristiani โ€” ha scritto Josemarรญa Escrivรก โ€” non conduciamo una doppia vita; manteniamo un’unitร  di vita coerente, semplice e forte, nella quale si fondono e si compenetrano tutte le nostre azioniยป(Josemaria Escrivร , Amici di Dio, ed. Ares, 12 gennaio 2001). Non si tratta di una vaga aspirazione, di un generico stato d’animo di nostalgia del divino. Anche per san Josemarรญa il raggiungimento di una simile unitร  rappresenta ยซuna condizione essenziale per tutti coloro che intendono santificarsi nelle circostanze ordinarie del loro lavoro, delle loro relazioni famigliari e sociali. Gesรน non ammette la divisioneยป(Josemaria Escivร , Amici di Dio, ed. Ares, 12 gennaio 2001).

Dignitร  e valore della contemplazione

La vita per essere autenticamente umana deve comprendere, oltre al lavoro, lโ€™attivitร  contemplativa, lโ€™essere assorti, concentrati, in unโ€™attivitร  pienamente libera e disinteressata. Vita Felice รจ quella trascorsa nella contemplazione disinteressata. 

Per Aristotele la prerogativa della contemplazione appartiene in prima istanza a Dio ma egli la condivide con noi. Quindi รจ una cosa divina a cui noi perรฒ partecipiamo metafisicamente.

Come scrive Aldo Vendemiati ยซessere morali non รจ solo tendere al dio, ma far sรฌ che le nostre strutture culturali e politiche corrispondano in qualche modo alla sua sapienza pur nella inevitabile contingenza e indeterminazione in cui la vita pratica รจ situataยป(Aldo Vendemiati,ย Dio e l’etica, p. 43).

In questo senso Aristotele nella Politica indica che ยซ bisogna seguire le stesse preferenze che valgono per le parti dellโ€™anima e per le loro attivitร , cioรจ la guerra in vista della pace, lโ€™occupazione in vista dellโ€™ozio, le cose necessarie e utili per quelle belle. Il politico deve legiferare tenendo presenti tutte queste cose, secondo il fine delle parti dellโ€™anima e delle loro attivitร , mirando alle cose migliori e ai finiยป(Aristotele, Politica, ed. Bur, p. 601.). E cioรจ il lavoro, lโ€™occupazione, il necessario per vivere devono essere in funzione di qualcosa di superiore, bisogna nutrire con poesia, letteratura, arte, filosofia, religione, la meraviglia di fronte alla Realtร .

Una pausa nellโ€™esistenza per essere pienamente umani

Nella societร  odierna lโ€™uomo รจ considerato come un lavoratore per il quale esiste la pausa ma come funzionale al riprendersi dal lavoro per nuovo lavoro. Non esiste la quiete di un tempo affrancato dal meccanismo lavorativo, tempo di un’attivitรก disinteressata e quindi libera. Per istituire questo tempo libero ed essere quindi integralmente umani, รฉ necessaria โ€œuna pausa nellโ€™esistenzaโ€, per citare ancora il bel discorso di Melenchon, che impedisca allโ€™uomo di trasformarsi in una ruota alienata del meccanismo socioeconomico.

La felicitร  dellโ€™uomo รจ nella contemplazione nella  ricerca della ragione ultima di ciรฒ che accade nel mondo. Con la contemplazione lโ€™uomo va al cuore della realtร  in cui รฉ immerso, nelle profonditร  del Cosmo e del proprio animo.

Contro il rigorismo ascetico di certo capitalismo รจ un antidoto sicuro citare Tommaso D’Aquino: ยซรˆ contrario alla ragione – scrive – essere di peso agli altri col non mostrarsi mai piacevoli o con lโ€™impedire il divertimento altruiโ€ฆ quelli che rispetto al giuoco peccano per difetto, non dicono mai niente di divertente e non tollerano che altri lo facciano, questi stessi sono viziosi, pedanti e maleducatiยป.

La salvaguardia dell’uomo interiore

In questo senso รจ da confutare un certo determinismo funzionale alla societร  della prestazione e di quello che Simon Weil definirebbe โ€œil grande animale socialeโ€, tale determinismo nega questo spaaio di libertร  e dignita, come dice uno dei suoi esponeti lo psicologo Skinner ยซCiรฒ che sta per essere abolito รจ l’uomo autonomo: l’uomo interiore, l’homuncolus, il demone che ci possiederebbe, l’uomo difeso dalle letterature della libertร  e della dignitร . Questa abolizione รจ ormai molto in ritardo[…] Egli(lโ€™uomo interiore, n.d.r)  ha tratto origine nella nostra onoranze, e, a mano a mano che la nostra comprensione aumenta, la sostanza di cui รจ composto si dilegua […] รˆ necessario per la salvezza della specie umana. Non esitiamo a dire addio all’uomo in quanto tale. Solo spodestandolo possiamo passare […] dall’inferenza all’osservazione, dal miracolo alla natura, dall’inaccessibile al manipolabile”(Shoshana Zuboff, Il futuro dell’umanitร  nell’era dei nuovi poteri, ne Il capitalismo della sorveglianza, 2019 Luiss University Press, p. 455).

Dire addio allโ€™uomo รจ perรฒ quantomeno controverso, in quanto ognuno di noi fa esperienza di coscienza nel valutare le azioni da compiere e nel dare alle azioni possibili un grado di positivitร  o negativitร , tale valutazione รฉ possibile solo interrompendo il flusso degli eventi e serbandosi uno spazio per sรฉ nella riflessione. Tale termine deriva dal latino re-flectere e sta a significare in chiave filosofica volgere indietro col pensiero quanto ci รฉ dato nella realtร  e quindi ai sensi fino a coglierne l’essenziale, quindi comprendere per poi sapere come agire.

Uno spazio di libertร 

Esperienza tipicamente umana รจ quella dellโ€™attenzione, del concentrarsi su un oggetto posto dalla ragione o dalla cui entitร  la ragione viene investita e che la volontร  desidera. In questo senso ha detto parole efficaci Simone Weil: ยซLโ€™attenzione รจ distaccarsi da sรฉ e rientrare in sรฉ stessi, cosรฌ come si inspira e si espira. Lโ€™attenzione consiste nel sospendere il proprio pensiero, nel lasciarlo disponibile, vuoto e permeabile allโ€™oggettoยป( S. Weil, Attesa di Dio, Adelphi, 2008, p. 197).

Deve essere garantito uno spazio di libertร  e intangibilitร  rispetto allo Stato, lo spazio per speculare liberamente sulla natura, sull’essere, dal particolare all’universale, lo spazio che Maria Zambrano definisce di โ€œsolitudine e libertร โ€(Maria Zambrano, Personane Democrazia, la storia sacrificale SE 2021), della luce della coscienza, che agisce nella Polis tuttavia senza obliare la propria singolaritร , la propria il singolo esiste come personalitร  libera al di lร  dell’egoismo e non solo come parte di una comunitร , come istanziazione della specie uomo, ma รจ singolaritร  incarnata, che si predica dell’universale ma in carne ed ossa, in โ€œquesta carne e queste ossaโ€(S. Tommaso dโ€™Aquino,  De ente et essentia, Bompiani, Milano, 2017, p. 87.), come sottolinea Tommaso nel De Ente et Essentia.

Verso il superamento del determinismo imperante

Il determinismo e la minaccia alla libertร  personale compare ogni qual volta si immanentizzi il trascendente: dal Dio di Spinoza, dotato di pensiero ed estensione, libero e necessario, dal quale ogni uomo รจ determinato necessariamente ad agire, al Dio di Hegel, che รจ necessitร  totale e che arriva ad incarnarsi nello Stato, non lasciando spazio alla libertร  personale che รจ deprivata della sua forza impattante nella societร . 

Sulla stessa lunghezza dโ€™onda si muove il capitalismo nella sua opera di feticizzazione della merce e divinizzazione del profitto, ma anche Marx quando prospetta il comunismo come un destino ineluttabile e necessario, una Gerusalemme Celeste dellโ€™uguaglianza, talora lasciandosi andare ad un linguaggio apertamente messianico. Questa atmosfera messianica รจ presente in questo passo dellโ€™โ€Ideologia Tedescaโ€:<< la societร  regola la produzione generale e appunto in tal modo mi rende possibile di fare oggi questa cosa, domani quellโ€™altra, la mattina andare a caccia, il pomeriggio pescare, la sera allevare il bestiame, dopo pranzo criticare, cosรญ come mi vien voglia; senza diventare nรฉ cacciatore, nรฉ pescatore, nรฉ pastore, nรฉ critico>>(K. Marx-F. Engels, Lโ€™ideologia tedesca, Editori Riuniti, Roma, 1972, pag. 24).

Qui Marx, oltre al tema del Lavoro, poi esaltato a dismisura dai regimi comunisti, introduce il tema del tempo libero e del disinteresse, lo spazio di libertร  dellโ€™attivitร  disinteressata e fine a sรฉ stessa, della contemplazione, uno spazio in cui si vive la propria singolaritร  e unicitร  in rapporto col silenzio e con la solitudine, intesa come rapporto con la propria coscienza, che non รจ incapsulabile in un meccanismo sociale.

Guardare alla realtร  con gli occhi della mistica

   Contro il determinismo si erge Martin Buber che ne Il principio dialogico e altri saggi scrive: ยซLa sola cosa che puรฒ divenire fatalitร  per l’uomo รจ la credenza nella fatalitร : essa impedisce il movimento della conversione. Fin dall’inizio credere nella fatalitร  impedisce il movimento della conversione. Fin dall’inizio credere nella fatalitร  porta fuori stradaโ€(Martin Buber, il Principio Dialogico e altri saggi, Ed. San Paolo, p. 99). โ€œOgni considerazione riguardo al processo รจ solo un ordine, il โ€œnient’altro che si รจ divenutoโ€  i separati eventi del mondo, l’oggettualitร  come storia. La presenza del tu, il costituirsi a partire dal legame, le รจ inaccessibile.

Essa non conosce la realtร  dello spirito, nรฉ il suo schema vale per lo spirito|…| Colui che รจ sopraffatto dal mondo dellโ€™esso รจ costretto a vedere nel dogma del processo inalterabile una veritร  che produce chiarezza nel pullulare delle cose;  in veritร  esso lo rende ancor piรน profondamente dipendente dal mondo dellโ€™esso. Tuttavia, il mondo del tu non รจ sbarrato|โ€ฆ|E liberarsi dalla fede nella non-libertร  significa diventare liberiยป(ivi p. 100).

Secondo Buber, oltre al modo tecnico di guardare al mondo per controllarlo e farne esperienza (scienze dure ma non solo) vi รจ il modo mistico, che guarda al mondo dandogli del tu e si apre con meraviglia allo splendore del creato.

Lavorare in libertร 

In ogni societร , citando la Caritas in Veritate di Benedetto XVI, il lavoro dovrebbe essere ยซl’espressione della dignitร  essenziale di ogni uomo e di ogni donna: un lavoro scelto liberamente, che associ efficacemente i lavoratori, uomini e donne, allo sviluppo della loro comunitร ; un lavoro che, in questo modo, permetta ai lavoratori di essere rispettati al di fuori di ogni discriminazione; un lavoro che consenta di soddisfare le necessitร  delle famiglie e di scolarizzare i figli, senza che questi siano costretti essi stessi a lavorare; un lavoro che permetta ai lavoratori di organizzarsi liberamente e di far sentire la loro voce; un lavoro che lasci uno spazio sufficiente per ritrovare le proprie radici a livello personale, familiare e spirituale; un lavoro che assicuri ai lavoratori giunti alla pensione una condizione dignitosaยป. Il lavoro deve quindi assicurare un tenore di vita dignitoso ed uno spazio di libertร  in cui essere pienamente sรฉ stessi.

Un tempo per ritrovare sรฉ stessi

Secondo Paolo VI, ogni popolo deve ยซcriticare ed eliminare i falsi beni che porterebbero con sรฉ un abbassamento dellโ€™ideale umano, accettare i valori sani e benefici per svilupparli, congiuntamente a loro, secondo il proprio genio particolareยป. Bisogna perciรฒ promuovere un โ€œumanesimo plenarioโ€  Un umanesimo ยซaperto verso lโ€™Assoluto, nel riconoscimento dโ€™una vocazione, che offre lโ€™idea vera della vita umana. Lungi dallโ€™essere la norma ultima dei valori, lโ€™uomo realizza se stesso che trascendendosi. Secondo lโ€™espressione giusta di Pascal: ยซLโ€™uomo supera infinitamente lโ€™uomoยป.

In questo senso per una vita pienamente umana |โ€ฆ|deve essere garantita ad ogni futuro lavoratore ยซun’adeguata istruzione. Resta chiaro ovviamente che ogni uomo, che partecipa al processo di produzione, anche nel caso che esegua solo quel tipo di lavoro, per il quale non sono necessari una particolare istruzione e speciali qualificazioni, รจ tuttavia in questo processo di produzione il vero soggetto efficiente, mentre l’insieme degli strumenti, anche il piรน perfetto in se stesso, รจ solo ed esclusivamente strumento subordinato al lavoro dell’uomoยป

Guadagnare in consapevolezza.

Piuttosto che tentare di anticipare lโ€™ingresso degli studenti nel mondo del Lavoro, con il progetto di Alternanza Scuola/Lavoro, bisognerebbe insegnare loro a divenire coscienti della realtร  che li circonda, portando la filosofia oltre il confine dei Licei, negli istituti tecnici, al fine di formare lavoratori manuali o futuri ingegneri dotati di una preparazione umanistica integrale, che permetta di rispondere con coscienza alle sfide che attendono ciascun uomo non solo sul mercato del lavoro ma piรน in generale nella vita.

In questo senso sottolineava Giovanni Paolo IIยฐ ยซBisogna sottolineare e mettere in risalto il primato dell’uomo nel processo di produzione, il primato dell’uomo di fronte alle cose. Tutto ciรฒ che รจ contenuto nel concetto di โ€œcapitaleโ€ – in senso ristretto – รจ solamente un insieme di cose. L‘uomo come soggetto del lavoro, ed indipendentemente dal lavoro che compie, l’uomo, egli solo, รจ una persona. Questa veritร  contiene in sรฉ conseguenze importanti e decisiveโ€[3].

La mistica come unitร  teoretico-pratica dellโ€™umano

โ€œL’insegnamento della Chiesa ha sempre espresso la ferma e profonda convinzione che il lavoro umano non riguarda soltanto l’economia, ma coinvolge anche, e soprattutto, i valori personali. Il sistema economico stesso e il processo di produzione traggono vantaggio proprio quando questi valori personali sono pienamente rispettatiยป.  

In questo senso, come sottolinea Levinas  ogni uomo andrebbe indirizzato ยซalla ricerca di una veritร  รจ appunto una relazione che non si fonda sulla privazione del bisogno. Cercare e ottenere la veritร  significa essere in rapporto, non perchรฉ si รจ definiti da altro da sรฉ, ma perchรฉ, in un certo senso, non si manca di nienteยป.(Emmanuel Levinร s, Totalitร  e infinito, Jaca Book, p. 59) Unโ€™educazione che insegni ad andare oltre la logica del bisogno, del piacere-dispiacere, del piรน e del meno, per abbracciare invece la logica dellโ€™essere, dellโ€™autentica felicitร , in cui non vi รจ nรฉ il piรน nรฉ il meno ma la felicitร , lโ€™eterno presente dellโ€™essere. Felicitร  che รจ lโ€™agostiniana โ€œinsatiabilis satietasโ€, qualcosa che sazia e che allo stesso tempo non basta mai, ovvero lโ€™incontro tra Amore e Conoscenza, in questo senso il miglior modo di stare al mondo รจ quello mistico di aderire allโ€™Essere nel pratico operare e nel teoretico contemplare, una contemplazione in azione, unโ€™ontologia della vita, qui รจ lo spazio della libertร  come scrisse Carmen Hernandez rivolgendosi a Gesรน:โ€ Vieni, vieni, amore della mia gioventรน e mia speranza. Infondimi energia, che sto crollando nel nullaโ€ e โ€œForza miaโ€ฆ grazie, mi conforti nel profondo. Sento la libertร โ€

Foto in evidenza: The Persistence of Memory (1931) by Salvador Dali” by hannibal1107 is licensed under CC BY 2.0.

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Giacomo Bonetti

Giacomo Bonetti

Sono Giacomo Bonetti classe 2000 vengo da Fermo, splendida cittadina immersa tra le colline marchigiane. Studio Filosofia all'Universitร  Cattolica di Milano. Tutto ciรฒ che รฉ umano mi appassiona.

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