Abbonati

a

Scopri L’America dopo l’egemonia

L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

Lo Jus Publicum Europaeum di Schmitt: un ordine europeo per il mondo

Lo Jus Publicum Europaeum di Schmitt: un ordine europeo per il mondo

Il continente al centro del mondo, fuori la terra di nessuno. Limitare la guerra facendola altrove
jus publicum europaeum

โ€œVoi dite che la buona causa santifica persino la guerra? Ed io vi dico: la buona guerra santifica ogni causa.โ€

Friedrich Nietzsche, Cosรฌ parlรฒ Zarathustra

La guerra รจ il concetto cardine di ogni rapporto tra entitร  politiche. Ogni tentativo di creare un ordine internazionale muove necessariamente dal confronto con la limitazione del conflitto. Ora criminalizzata, ora ammantata dietro le asimmetrie della tecnica bellica moderna, alle volte data per morta ma mai del tutto espunta nella sua forma ancestrale di violenza dellโ€™uno ai danni dellโ€™altro.

Gli Stati, afferma il padre del realismo Kenneth Waltz, conducono (e condurranno) i propri affari โ€œallโ€™ombra di una violenza imperanteโ€. Come ogni ordinamento, anche lo Jus Publicum Europaeum descritto da Carl Schmitt nel Nomos della Terra nasce dalla riflessione sulla violenza. La sua genesi รจ legata alla limitazione della guerra come atto di sterminio, con lo scopo di pervenire ad un uso dello strumento militare regolato. รˆ un tentativo di contenerne la portata distruttrice e di incanalare le energie piรน terribili, prodotto collaterale di ogni vivere sociale, oltre il limes dello spazio europeo.

Lo Jus รจ anzitutto un ordine del mondo, imperniato su Stati che si riconoscono e si fanno guerra in un determinato modo. รˆ compresenza di diritto e ordinamento territoriale visibile, che guarda al pianeta attraverso la lente della centralitร  dellโ€™Europa, bipartendolo in mondo europeo e mondo non europeo.

Nasce sulle ceneri della Res Publica cristiana medievale, costretta a cedere il passo in seguito alla rivoluzione spaziale inaugurata dallโ€™epoca delle scoperte. La sua vicenda storica si dipana tra la fine del โ€˜600 e la Prima guerra mondiale, quando lโ€™ordinamento eurocentrico sarร  irrimediabilmente compromesso dallโ€™ingresso degli Stati Uniti dโ€™America nelle vicende globali.

Le date di inizio e fine di questo nomos coincidono con la Pace di Westfalia del 1648, che andrร  a costruire lโ€™unitร  esclusiva dello Jus publicum Europaeum, vale a dire lo Stato territoriale chiuso e la pace di Cateau Cambrรฉsis con cui si arriva ad una provvisoria partizione dello spazio marittimo. Intorno a questi due dualismi, Terra e Mare e Europa-non-Europa, si sviluppa lโ€™intera narrazione genealogica di Schmitt.

Lo Jus Publicum Europaeum e lo Stato

Lโ€™attore unico ed esclusivo del diritto pubblico europeo รจ lo Stato. Fondata sul principio del cuius regio eius religio, l’ordine statuale rappresenta il superamento “delle fazioni super territoriali che avevano ispirato le guerre civili del secoli XVI e XVII“. I conflitti motivati dalla justa causa avevano mostrato, nel corso della guerra dei Trentโ€™anni, il loro volto piรน terribile, dando vita ad un conflitto che era costato tra i 5 e i 10 milioni di morti.

Attraverso la neutralizzazione della “prepotenza confessionale” lo Stato europeo adesso escludeva la giustizia aprioristica dal panorama del diritto internazionale. Eliminata la justa causa il fuoco si veniva a spostare sulla persona giuridica che detiene, sola, la decisione sullโ€™azione politica – pertinenza esclusiva della statualitร . In questo modo, lo Stato europeo diviene “il primo prodotto dellโ€™epoca della tecnica, il primo moderno meccanismo in grande stile, machina machinarumโ€ (Sul Leviatano p.69).

Lo Stato sorto a partire dal tardo โ€˜600 trova nel Leviatano di Hobbes la sua formulazione piรน famosa, ma Schmitt sottolinea, ancor piรน del pensatore inglese, il senso spaziale del nuovo attore della politica europea. รˆ infatti nel fronteggiarsi di diversi Leviatani che nasce la riflessione di Schmitt, imbevuta di un โ€œprimato della geopoliticaโ€ che la avvicina al pensiero dei realisti.

Lo Stato occupa un territorio determinato e si concepisce allโ€™interno di un continente frammentato in altre entitร  spaziali sovrane giuridicamente. Lo Jus รจ un ordinamento pragmatico, calato nello spazio e nella storia, che non scinde lโ€™implicazione geografica da quella giuridico-politica. Esiste perchรฉ immediatamente visibile sulla carta geografica e nei segni impressi sul territorio che occupa.

Sottesa al discorso schmittiano, la sovranitร  assoluta dello Stato ai danni di tutti gli altri soggetti che ne abitano il territorio, destinati alla ribalta e alla piena soggettivitร  solo con lโ€™avvento del liberalismo. Schmitt guarda lo Stato moderno attraverso la lente della semplificazione interna secondo uno stilema giร  caro, ancora una volta, alla scuola realista americana.

In questo senso il Nomos der Erde รจ una “controstoria dello Stato” (Galli). Schmitt rifiuta in toto la narrazione elaborata dal pensiero moderno per fornire una giustificazione metafisica dello Stato, prima religiosa e successivamente, con il trionfo dellโ€™emisfero occidentale, con la secolarizzazione della religione in missione universale.

Per farlo spoglia Hegel di quella critica che situa nellโ€™empireo le ragioni della statualitร , accusata di distorcere la prospettiva di un qualcosa di ordine essenzialmente pratico: ยซle formulazioni di Hegel, che si pretendono smarrite nella dimensione metafisica, sostengono infatti che รจ stata la forma storica, concreta, di organizzazione di questโ€™epoca โ€“ lo Stato โ€“ a operare quale portatrice di progresso inteso come crescente razionalizzazione e limitazione della guerraยป (pp.176). Lo Stato, insomma, รจ una questione di prassi, che nasce per trarre un ordine concreto che solo ยซla decisione per la politica in senso territoriale chiuso, cioรจ [la] decisione per la sovranitร  dello Statoยป (Galli) poteva assicurare.

Guerre in forma

Il giurista tedesco concorda che il senso fondamentale del diritto internazionale รจ quello di pervenire alla limitazione della guerra. Il sistema di diritto pubblico europeo raggiunge lโ€™obiettivo attraverso il paradosso della de-ideologizzazione del conflitto, ora strumento pienamente legittimo dell’azione geopolitica.

Muovendo i passi dalla dottrina della guerra dello spagnolo Ayala, la ragione trascendente viene espunta dalla vita politica degli Stati europei ed assume centralitร  assoluta la qualitร  della persona che avvia le operazioni militari. Il diritto alla guerra รจ infatti esclusiva della persona giuridica statuale. Dimenticate le fazioni sovranazionali delle guerre di religione, in cui ciascuna delle parti rivendicava una justa causa di natura superiore, lo Jus Publicum Europaeum richiede al conflitto caratteristiche meramente formali:

La guerra diventa ora una guerra in forma, una guerre en forme, e ciรฒ solo per il fatto che essa diventa guerra tra Stati europei chiaramente delimitati sul piano territoriale, ovvero un confronto tra entitร  spaziali raffigurate come personae pubblicae, le quali costruiscono sul suolo comune dโ€™Europa la famiglia europea e possono considerarsi reciprocamente come justi hostes (p. 165)

Il nemico cessa di esser considerato un male da annientare e diventa un elemento politico altro con cui, allโ€™occorrenza, รจ necessario e legittimo il confronto militare. Nello specifico cade la distinzione tra assalitore-criminale e assalito-legittimato a difendersi. Gli Stati europei sono infatti hostes equaliter justi, nemici reciprocamente legittimi in base alla qualitร  della persona giuridica che rappresentano.

La metafora del duello, utilizzata dallo stesso Schmitt, รจ particolarmente indicata: un duello, in altre parole, non รจ giusto per il fatto che in esso vince sempre la causa giusta, ma perchรฉ nella tutela della forma sono assicurate determinate garanzie: la qualitร  dei duellanti, lโ€™osservanza di una determinata procedura e in particolare il ricorso paritario a testimoni.

Nello Jus Publicum Europaeum i magni homines, i grandi leviatani, sono lโ€™uno di fronte allโ€™altro senza alcun diritto a sopprimere la giuridicitร  dellโ€™altro nรฉ di discriminarlo come malvagio โ€“ al massimo di prendere le armi contro lo stesso in un clima di paritaria legittimitร .

La guerra decriminalizzata e de-teologizzata perviene inoltre alla de-sistemicizzazione della stessa. Ai tempi delle grandi guerre di religione, dove il nemico รจ entitร  malvagia da cancellare totalmente, la neutralitร  di potenze terze รจ inammissibile. Evitare di prendere una posizione di fronte ad una guerra archetipica tra bene e male significherebbe solidarizzare con il maligno e prenderne le difese.

Nel momento in cui la guerra assume il valore di legittimo strumento di politica estera, neutralitร  e intervento in un conflitto di altri sono scelte parimenti legittime che sono rimesse al calcolo di potenza dello Stato terzo. Allo stesso modo dello spazio, anche il diritto alla guerra รจ ripartito esclusivamente tra gli Stati sovrani e riconosciuti della famiglia europea. Il pirata, il criminale e il ribelle non godono della qualitร  giuridica per muovere guerra, gli Stati vi si relazionano tramite opera di polizia e non di guerra โ€“ non sono considerati in alcun senso nemici ma โ€œoggetto di azione penale e repressioneโ€

Terra e mare

Lโ€™ordinamento globale eurocentrico si sostanzia dei due archetipi che contraddistinguono il pensiero schmittiano fin dai primi anni โ€™40: la terra e il mare. Molto piรน che meri principi geografici, gli elementi terrestre e marittimo sono per Schmitt degli elementi che orientano l’afflato politico delle potenze che vi si votano. Potenze di terra e potenze di mare hanno ognuna i propri concetti di guerra, di preda, di nemico e di libertร .

Sbaglierebbe tuttavia chi volesse leggere nelle pagine del Nomos un progetto, alla maniera di Kant, di confinare le potenze di mare, tradizionalmente liberali e aperte alla concezione mercantile della politica, alla subordinazione. Se Schmitt รจ e sarร  sempre un tedesco innamorato della sua Germania, potenza terrestre per eccellenza, incastonata nel cuore dellโ€™Europa, allโ€™interno dello Jus Publicum Europaeum i due elementi stanno lโ€™uno accanto allโ€™altro, in unโ€™armonica tensione. Accanto allโ€™Europa terragna infatti il sistema di Schmitt vede lโ€™Inghilterra, assurta ad unica dominatrice degli oceani, come stabilizzatrice e contraltare della politica continentale:

Lโ€™Inghilterra divenne dunque la portatrice di una nuova visione marittima universale dellโ€™ordinamento eurocentrico, custode dellโ€™altro aspetto dello Jus Publicum Europaeum, signora dellโ€™equilibrio di Terra e Mare. Lo spazio oceanico si sottrae per sua natura alla misura terrestre: nessun confine puรฒ essere tracciato tra le onde, come non esiste una netta divisione geografica tra belligeranti e civili.

Il mare รจ il regno dellโ€™illimite di contro al continente misurato, ordinato e ripartito. In Europa la politica post-westfaliana รจ contraddistinta dallโ€™equilibrio di potenza, un ordine tettonico, ben esplicato dallo scontro bellico del tempo dove quadrati di uomini si affrontano in terre limitanee. I flutti sono invece contraddistinti dal disequilibrio, dalla guerra di corsa che colpisce il ventre molle del nemico e serba lโ€™ereditร  del conflitto di annientamento precedente all’avvento dello Jus.

Il raid dellโ€™ammiraglio olandese Michiel de Ruyter che risalendo il Tamigi arriva ad insidiare la capitale stessa dellโ€™impero britannico, incendiando il naviglio inglese all’ancora, sta alle disciplinate guerre del continente come la terra sta al mare. Di contro, la definitiva vittoria degli Inglesi sul mare costringe lโ€™Olanda con il trattato di Utrecht allโ€™abdicazione totale della sua potenza marittima, ne stravolge lโ€™essenza e la costringe alla penitenza terragna.

Dopo il 1713 solo lโ€™isola britannica sarร  potenza marinara, unica portatrice del vessillo delle onde, un non-ordine marittimo che solo nella sua polaritร  con il resto della terra emersa dร  vita al nomos della terra e, in ultima analisi, al moderno.

Lo Ius Publicum Europaeum e il mondo

Lโ€™infrastruttura dello Jus รจ per Schmitt un qualcosa che trascende il legittimismo artefatto dei congressi e delle conferenze. Egli รจ consapevole che il bilanciamento di potenza in Europa รจ possibile grazie allโ€™esistenza di una โ€œnon Europaโ€ di cui gli Stati del Vecchio Continente possono disporre a piacimento. Il resto del mondo รจ la valvola di sfogo dellโ€™eccesso di potenza dello Stato europeo, il luogo dove questo puรฒ concretamente accumulare dei benefici dalla propria forza senza dare il via a catastrofici mutamenti nel sistema.

Introdotte come clausola segreta del trattato di Cateau Cambrรฉsis, le linee di amicizia segnano il limes oltre quale smette di valere il sistema di diritto pubblico europeo. In particolar modo la linea di faglia viene stabilita nel 1634 dal re di Francia al Tropico del cancro: oltre la linea la guerra cessava di rispondere alle regole dello Jus Publicum Europaeum.

Lโ€™unico principio che viene riconosciuto in questo oltremare รจ quello della libertร  dei nuovi spazi. Gli Europei si accordano dunque a stabilire uno โ€œspazio bellico tra le potenze contraentiโ€ dove tutto รจ lecito. Allo scomparire del katechon, il potere frenante della comune fede cristiana, lโ€™energia cinetica in eccesso ha bisogno degli spazi sconfinati del nuovo mondo per esperire il proprio potenziale senza dar vita alle guerre sistemiche che sancirono la fine della Res Publica Christiana.

รˆ in questa polaritร  che Schmitt mostra lโ€™aspetto piรน interessante e controverso del suo pensiero internazionalista. Lโ€™ordine europeo รจ implicitamente riconosciuto come superiore: il mondo รจ terra di conquista, anzi, di โ€œcaccia grossaโ€ (Galli). Di lร  dallโ€™equatore vi รจ il selvaggio la cui sottomissione ad opera delle armi europee รจ la pietra di volta su cui si impernia lโ€™ordine continentale.

Lโ€™esistenza stessa del titolo giuridico della scoperta โ€“ unico titolo giuridico riconosciuto nel sistema di diritto pubblico europeo per lโ€™accaparramento di nuove terre – pesca a piene mani dalla concezione eurocentrica in quanto si riferisce alla scoperta di terre mai visitate da Europei e non dallโ€™uomo:

Dal punto di vista di chi รจ โ€œscopertoโ€, la scoperta non รจ mai legale: nรฉ Colombo nรฉ alcun altro scopritore si รจ mai presentato al cospetto dei principi dei paesi โ€œscopertiโ€ munito di visto di entrata. Le scoperte vengono fatte senza la previa autorizzazione di chi รจ scoperto. Il loro titolo giuridico consiste perciรฒ in una superiore legittimitร . Scoprire puรฒ soltanto chi sul piano spirituale e storico รจ tanto superiore da comprendere con il proprio sapere e la propria coscienza la realtร  scoperta.

La filosofia di Schmitt, dicevamo, รจ una filosofia di dualismi. Di contro alla terra sorge il mare, di contro allโ€™Europa il resto del mondo. La non Europa รจ il regno dellโ€™irrazionale e del non ordine, terra priva dell’afflato ordinato del politico, imperniato su comunitร  territoriali chiuse in perenne conflitto โ€“ e il giurista qui si rifiuta di riconoscere ai grandi imperi non europei, che pure vi furono, la piena dignitร  di organismi politici sovrani.

Qui lโ€™Europeo ha diritto a sfogare lโ€™impulso al disordine e allโ€™irrazionale ed ha luogo il grande processo che da vita al Moderno. Forma e sostanza, nella modernitร , sono legate ma perennemente scostate. Sono due impulsi naturalmente discordanti che il vivere politico deve necessariamente sforzarsi di tenere insieme.

Al sovrano รจ dato il compito di riallineare tramite la decisione arbitraria il reale dallโ€™ideale allโ€™interno della comunitร  politica domestica. Lo Jus Publicum Europaeum vive, come ogni sistema di organismi politici, la medesima deriva: lโ€™ordine รจ continuamente messo a rischio dalla sconnessione tra le regole del sistema e lโ€™azione caotica dei vari Stati. Eโ€™ in questo che cogliamo lโ€™essenza del moderno rispetto allโ€™antico. Venuta a mancare lโ€™azione del katechon, si spezzano i vincoli che costringono nellโ€™ordine cristiano le forze distruttrici dellโ€™azione politica. Sorge immediatamente il bisogno di un prisma, un giunto di collegamento che impedisca la sconnessione definitiva e riallinei di volta in volta le due placche.

Ed รจ nelle terre di lร  dal mare che Schmitt situa la boa di salvataggio dellโ€™ordine europeo. Lโ€™afflato disgregativo e nichilista, anima oscura della modernitร , viene indirizzato a danno delle collettivitร  indigene distanti migliaia di chilometri, che scontano il prezzo della salvaguardia di una realtร  ordinata nei confini del Vecchio Continente. Su questo terribile segreto riposa il significato della guerra come duello cavalleresco, ordinato e regolato, che gli Stati europei adottarono allโ€™interno dello Jus Publicum Europaeum.

La newsletter di Aliseo

Ogni domenica sulla tua mail, un'analisi di geopolitica e le principali notizie sulla politica estera italiana: iscriviti e ricevi in regalo un eBook di Aliseo

Francesco Dalmazio Casini

Francesco Dalmazio Casini

Fondatore di Aliseo, archeologo redento, appassionato di studi strategici. Voglio raccontare la geopolitica, cercando di leggere tra le righe gli interessi di attori espliciti e meno espliciti. Credo che all'informazione italiana manchino due cose: il realismo e la capacitร  di prendersi un po' di tempo prima di raccontare quello che succede.

Dello stesso autore

In evidenza

Aliseo sui social