โVoi dite che la buona causa santifica persino la guerra? Ed io vi dico: la buona guerra santifica ogni causa.โ
Friedrich Nietzsche, Cosรฌ parlรฒ Zarathustra
La guerra รจ il concetto cardine di ogni rapporto tra entitร politiche. Ogni tentativo di creare un ordine internazionale muove necessariamente dal confronto con la limitazione del conflitto. Ora criminalizzata, ora ammantata dietro le asimmetrie della tecnica bellica moderna, alle volte data per morta ma mai del tutto espunta nella sua forma ancestrale di violenza dellโuno ai danni dellโaltro.
Gli Stati, afferma il padre del realismo Kenneth Waltz, conducono (e condurranno) i propri affari โallโombra di una violenza imperanteโ. Come ogni ordinamento, anche lo Jus Publicum Europaeum descritto da Carl Schmitt nel Nomos della Terra nasce dalla riflessione sulla violenza. La sua genesi รจ legata alla limitazione della guerra come atto di sterminio, con lo scopo di pervenire ad un uso dello strumento militare regolato. ร un tentativo di contenerne la portata distruttrice e di incanalare le energie piรน terribili, prodotto collaterale di ogni vivere sociale, oltre il limes dello spazio europeo.
Lo Jus รจ anzitutto un ordine del mondo, imperniato su Stati che si riconoscono e si fanno guerra in un determinato modo. ร compresenza di diritto e ordinamento territoriale visibile, che guarda al pianeta attraverso la lente della centralitร dellโEuropa, bipartendolo in mondo europeo e mondo non europeo.
Nasce sulle ceneri della Res Publica cristiana medievale, costretta a cedere il passo in seguito alla rivoluzione spaziale inaugurata dallโepoca delle scoperte. La sua vicenda storica si dipana tra la fine del โ600 e la Prima guerra mondiale, quando lโordinamento eurocentrico sarร irrimediabilmente compromesso dallโingresso degli Stati Uniti dโAmerica nelle vicende globali.
Le date di inizio e fine di questo nomos coincidono con la Pace di Westfalia del 1648, che andrร a costruire lโunitร esclusiva dello Jus publicum Europaeum, vale a dire lo Stato territoriale chiuso e la pace di Cateau Cambrรฉsis con cui si arriva ad una provvisoria partizione dello spazio marittimo. Intorno a questi due dualismi, Terra e Mare e Europa-non-Europa, si sviluppa lโintera narrazione genealogica di Schmitt.
Lo Jus Publicum Europaeum e lo Stato
Lโattore unico ed esclusivo del diritto pubblico europeo รจ lo Stato. Fondata sul principio del cuius regio eius religio, l’ordine statuale rappresenta il superamento “delle fazioni super territoriali che avevano ispirato le guerre civili del secoli XVI e XVII“. I conflitti motivati dalla justa causa avevano mostrato, nel corso della guerra dei Trentโanni, il loro volto piรน terribile, dando vita ad un conflitto che era costato tra i 5 e i 10 milioni di morti.
Attraverso la neutralizzazione della “prepotenza confessionale” lo Stato europeo adesso escludeva la giustizia aprioristica dal panorama del diritto internazionale. Eliminata la justa causa il fuoco si veniva a spostare sulla persona giuridica che detiene, sola, la decisione sullโazione politica – pertinenza esclusiva della statualitร . In questo modo, lo Stato europeo diviene “il primo prodotto dellโepoca della tecnica, il primo moderno meccanismo in grande stile, machina machinarumโ (Sul Leviatano p.69).
Lo Stato sorto a partire dal tardo โ600 trova nel Leviatano di Hobbes la sua formulazione piรน famosa, ma Schmitt sottolinea, ancor piรน del pensatore inglese, il senso spaziale del nuovo attore della politica europea. ร infatti nel fronteggiarsi di diversi Leviatani che nasce la riflessione di Schmitt, imbevuta di un โprimato della geopoliticaโ che la avvicina al pensiero dei realisti.
Lo Stato occupa un territorio determinato e si concepisce allโinterno di un continente frammentato in altre entitร spaziali sovrane giuridicamente. Lo Jus รจ un ordinamento pragmatico, calato nello spazio e nella storia, che non scinde lโimplicazione geografica da quella giuridico-politica. Esiste perchรฉ immediatamente visibile sulla carta geografica e nei segni impressi sul territorio che occupa.
Sottesa al discorso schmittiano, la sovranitร assoluta dello Stato ai danni di tutti gli altri soggetti che ne abitano il territorio, destinati alla ribalta e alla piena soggettivitร solo con lโavvento del liberalismo. Schmitt guarda lo Stato moderno attraverso la lente della semplificazione interna secondo uno stilema giร caro, ancora una volta, alla scuola realista americana.
In questo senso il Nomos der Erde รจ una “controstoria dello Stato” (Galli). Schmitt rifiuta in toto la narrazione elaborata dal pensiero moderno per fornire una giustificazione metafisica dello Stato, prima religiosa e successivamente, con il trionfo dellโemisfero occidentale, con la secolarizzazione della religione in missione universale.
Per farlo spoglia Hegel di quella critica che situa nellโempireo le ragioni della statualitร , accusata di distorcere la prospettiva di un qualcosa di ordine essenzialmente pratico: ยซle formulazioni di Hegel, che si pretendono smarrite nella dimensione metafisica, sostengono infatti che รจ stata la forma storica, concreta, di organizzazione di questโepoca โ lo Stato โ a operare quale portatrice di progresso inteso come crescente razionalizzazione e limitazione della guerraยป (pp.176). Lo Stato, insomma, รจ una questione di prassi, che nasce per trarre un ordine concreto che solo ยซla decisione per la politica in senso territoriale chiuso, cioรจ [la] decisione per la sovranitร dello Statoยป (Galli) poteva assicurare.
Guerre in forma
Il giurista tedesco concorda che il senso fondamentale del diritto internazionale รจ quello di pervenire alla limitazione della guerra. Il sistema di diritto pubblico europeo raggiunge lโobiettivo attraverso il paradosso della de-ideologizzazione del conflitto, ora strumento pienamente legittimo dell’azione geopolitica.
Muovendo i passi dalla dottrina della guerra dello spagnolo Ayala, la ragione trascendente viene espunta dalla vita politica degli Stati europei ed assume centralitร assoluta la qualitร della persona che avvia le operazioni militari. Il diritto alla guerra รจ infatti esclusiva della persona giuridica statuale. Dimenticate le fazioni sovranazionali delle guerre di religione, in cui ciascuna delle parti rivendicava una justa causa di natura superiore, lo Jus Publicum Europaeum richiede al conflitto caratteristiche meramente formali:
La guerra diventa ora una guerra in forma, una guerre en forme, e ciรฒ solo per il fatto che essa diventa guerra tra Stati europei chiaramente delimitati sul piano territoriale, ovvero un confronto tra entitร spaziali raffigurate come personae pubblicae, le quali costruiscono sul suolo comune dโEuropa la famiglia europea e possono considerarsi reciprocamente come justi hostes (p. 165)
Il nemico cessa di esser considerato un male da annientare e diventa un elemento politico altro con cui, allโoccorrenza, รจ necessario e legittimo il confronto militare. Nello specifico cade la distinzione tra assalitore-criminale e assalito-legittimato a difendersi. Gli Stati europei sono infatti hostes equaliter justi, nemici reciprocamente legittimi in base alla qualitร della persona giuridica che rappresentano.
La metafora del duello, utilizzata dallo stesso Schmitt, รจ particolarmente indicata: un duello, in altre parole, non รจ giusto per il fatto che in esso vince sempre la causa giusta, ma perchรฉ nella tutela della forma sono assicurate determinate garanzie: la qualitร dei duellanti, lโosservanza di una determinata procedura e in particolare il ricorso paritario a testimoni.
Nello Jus Publicum Europaeum i magni homines, i grandi leviatani, sono lโuno di fronte allโaltro senza alcun diritto a sopprimere la giuridicitร dellโaltro nรฉ di discriminarlo come malvagio โ al massimo di prendere le armi contro lo stesso in un clima di paritaria legittimitร .
La guerra decriminalizzata e de-teologizzata perviene inoltre alla de-sistemicizzazione della stessa. Ai tempi delle grandi guerre di religione, dove il nemico รจ entitร malvagia da cancellare totalmente, la neutralitร di potenze terze รจ inammissibile. Evitare di prendere una posizione di fronte ad una guerra archetipica tra bene e male significherebbe solidarizzare con il maligno e prenderne le difese.
Nel momento in cui la guerra assume il valore di legittimo strumento di politica estera, neutralitร e intervento in un conflitto di altri sono scelte parimenti legittime che sono rimesse al calcolo di potenza dello Stato terzo. Allo stesso modo dello spazio, anche il diritto alla guerra รจ ripartito esclusivamente tra gli Stati sovrani e riconosciuti della famiglia europea. Il pirata, il criminale e il ribelle non godono della qualitร giuridica per muovere guerra, gli Stati vi si relazionano tramite opera di polizia e non di guerra โ non sono considerati in alcun senso nemici ma โoggetto di azione penale e repressioneโ
Terra e mare
Lโordinamento globale eurocentrico si sostanzia dei due archetipi che contraddistinguono il pensiero schmittiano fin dai primi anni โ40: la terra e il mare. Molto piรน che meri principi geografici, gli elementi terrestre e marittimo sono per Schmitt degli elementi che orientano l’afflato politico delle potenze che vi si votano. Potenze di terra e potenze di mare hanno ognuna i propri concetti di guerra, di preda, di nemico e di libertร .
Sbaglierebbe tuttavia chi volesse leggere nelle pagine del Nomos un progetto, alla maniera di Kant, di confinare le potenze di mare, tradizionalmente liberali e aperte alla concezione mercantile della politica, alla subordinazione. Se Schmitt รจ e sarร sempre un tedesco innamorato della sua Germania, potenza terrestre per eccellenza, incastonata nel cuore dellโEuropa, allโinterno dello Jus Publicum Europaeum i due elementi stanno lโuno accanto allโaltro, in unโarmonica tensione. Accanto allโEuropa terragna infatti il sistema di Schmitt vede lโInghilterra, assurta ad unica dominatrice degli oceani, come stabilizzatrice e contraltare della politica continentale:
LโInghilterra divenne dunque la portatrice di una nuova visione marittima universale dellโordinamento eurocentrico, custode dellโaltro aspetto dello Jus Publicum Europaeum, signora dellโequilibrio di Terra e Mare. Lo spazio oceanico si sottrae per sua natura alla misura terrestre: nessun confine puรฒ essere tracciato tra le onde, come non esiste una netta divisione geografica tra belligeranti e civili.
Il mare รจ il regno dellโillimite di contro al continente misurato, ordinato e ripartito. In Europa la politica post-westfaliana รจ contraddistinta dallโequilibrio di potenza, un ordine tettonico, ben esplicato dallo scontro bellico del tempo dove quadrati di uomini si affrontano in terre limitanee. I flutti sono invece contraddistinti dal disequilibrio, dalla guerra di corsa che colpisce il ventre molle del nemico e serba lโereditร del conflitto di annientamento precedente all’avvento dello Jus.
Il raid dellโammiraglio olandese Michiel de Ruyter che risalendo il Tamigi arriva ad insidiare la capitale stessa dellโimpero britannico, incendiando il naviglio inglese all’ancora, sta alle disciplinate guerre del continente come la terra sta al mare. Di contro, la definitiva vittoria degli Inglesi sul mare costringe lโOlanda con il trattato di Utrecht allโabdicazione totale della sua potenza marittima, ne stravolge lโessenza e la costringe alla penitenza terragna.
Dopo il 1713 solo lโisola britannica sarร potenza marinara, unica portatrice del vessillo delle onde, un non-ordine marittimo che solo nella sua polaritร con il resto della terra emersa dร vita al nomos della terra e, in ultima analisi, al moderno.
Lo Ius Publicum Europaeum e il mondo
Lโinfrastruttura dello Jus รจ per Schmitt un qualcosa che trascende il legittimismo artefatto dei congressi e delle conferenze. Egli รจ consapevole che il bilanciamento di potenza in Europa รจ possibile grazie allโesistenza di una โnon Europaโ di cui gli Stati del Vecchio Continente possono disporre a piacimento. Il resto del mondo รจ la valvola di sfogo dellโeccesso di potenza dello Stato europeo, il luogo dove questo puรฒ concretamente accumulare dei benefici dalla propria forza senza dare il via a catastrofici mutamenti nel sistema.
Introdotte come clausola segreta del trattato di Cateau Cambrรฉsis, le linee di amicizia segnano il limes oltre quale smette di valere il sistema di diritto pubblico europeo. In particolar modo la linea di faglia viene stabilita nel 1634 dal re di Francia al Tropico del cancro: oltre la linea la guerra cessava di rispondere alle regole dello Jus Publicum Europaeum.
Lโunico principio che viene riconosciuto in questo oltremare รจ quello della libertร dei nuovi spazi. Gli Europei si accordano dunque a stabilire uno โspazio bellico tra le potenze contraentiโ dove tutto รจ lecito. Allo scomparire del katechon, il potere frenante della comune fede cristiana, lโenergia cinetica in eccesso ha bisogno degli spazi sconfinati del nuovo mondo per esperire il proprio potenziale senza dar vita alle guerre sistemiche che sancirono la fine della Res Publica Christiana.
ร in questa polaritร che Schmitt mostra lโaspetto piรน interessante e controverso del suo pensiero internazionalista. Lโordine europeo รจ implicitamente riconosciuto come superiore: il mondo รจ terra di conquista, anzi, di โcaccia grossaโ (Galli). Di lร dallโequatore vi รจ il selvaggio la cui sottomissione ad opera delle armi europee รจ la pietra di volta su cui si impernia lโordine continentale.
Lโesistenza stessa del titolo giuridico della scoperta โ unico titolo giuridico riconosciuto nel sistema di diritto pubblico europeo per lโaccaparramento di nuove terre – pesca a piene mani dalla concezione eurocentrica in quanto si riferisce alla scoperta di terre mai visitate da Europei e non dallโuomo:
Dal punto di vista di chi รจ โscopertoโ, la scoperta non รจ mai legale: nรฉ Colombo nรฉ alcun altro scopritore si รจ mai presentato al cospetto dei principi dei paesi โscopertiโ munito di visto di entrata. Le scoperte vengono fatte senza la previa autorizzazione di chi รจ scoperto. Il loro titolo giuridico consiste perciรฒ in una superiore legittimitร . Scoprire puรฒ soltanto chi sul piano spirituale e storico รจ tanto superiore da comprendere con il proprio sapere e la propria coscienza la realtร scoperta.
La filosofia di Schmitt, dicevamo, รจ una filosofia di dualismi. Di contro alla terra sorge il mare, di contro allโEuropa il resto del mondo. La non Europa รจ il regno dellโirrazionale e del non ordine, terra priva dell’afflato ordinato del politico, imperniato su comunitร territoriali chiuse in perenne conflitto โ e il giurista qui si rifiuta di riconoscere ai grandi imperi non europei, che pure vi furono, la piena dignitร di organismi politici sovrani.
Qui lโEuropeo ha diritto a sfogare lโimpulso al disordine e allโirrazionale ed ha luogo il grande processo che da vita al Moderno. Forma e sostanza, nella modernitร , sono legate ma perennemente scostate. Sono due impulsi naturalmente discordanti che il vivere politico deve necessariamente sforzarsi di tenere insieme.
Al sovrano รจ dato il compito di riallineare tramite la decisione arbitraria il reale dallโideale allโinterno della comunitร politica domestica. Lo Jus Publicum Europaeum vive, come ogni sistema di organismi politici, la medesima deriva: lโordine รจ continuamente messo a rischio dalla sconnessione tra le regole del sistema e lโazione caotica dei vari Stati. Eโ in questo che cogliamo lโessenza del moderno rispetto allโantico. Venuta a mancare lโazione del katechon, si spezzano i vincoli che costringono nellโordine cristiano le forze distruttrici dellโazione politica. Sorge immediatamente il bisogno di un prisma, un giunto di collegamento che impedisca la sconnessione definitiva e riallinei di volta in volta le due placche.
Ed รจ nelle terre di lร dal mare che Schmitt situa la boa di salvataggio dellโordine europeo. Lโafflato disgregativo e nichilista, anima oscura della modernitร , viene indirizzato a danno delle collettivitร indigene distanti migliaia di chilometri, che scontano il prezzo della salvaguardia di una realtร ordinata nei confini del Vecchio Continente. Su questo terribile segreto riposa il significato della guerra come duello cavalleresco, ordinato e regolato, che gli Stati europei adottarono allโinterno dello Jus Publicum Europaeum.