Quando si pensa a Kaliningrad viene in mente lโelegante metafora cinese del mozzo della ruota che, pur essendo vuoto, tutto attrae e fa girare attorno a sรฉ stesso. Mai come nelle ultime settimane ciรฒ รจ stato vero. Non cโรจ stato notiziario, giornale, sito web che non abbia parlato, anche in maniera marginale della situazione di tensione generata dal blocco della regione (oblastโ) di Kaliningrad da parte della Lituania in ottemperanza ai pacchetti di sanzioni europei varati dallโUnione Europea contro la Russia.
Ma chi conosce davvero Kaliningrad? La regione, lo abbiamo ricordato, รจ una sorta di vuoto, un buco nero nellโimmaginario dellโEuropa contemporanea. Poco si sa, di questo piccolo territorio sul Mar Baltico, circondato da Unione Europea e NATO, e ancor meno rimane impresso, nella mente degli occidentali, a livello di immaginario.
Kaliningrad: una storia sospesa
Per i piรน colti, Kaliningrad รจ la vecchia Kรถnigsberg, heimat di quellโImmanuel Kant che fu uno dei piรน grandi filosofi del pensiero occidentale. Kรถnigsberg, la vecchia capitale del Ducato di Prussia, un tempo crocevia tra cultura tedesca, lituana, polacca, russa e yiddish, embrione del futuro stato nazionale tedesco, le cui frontiere oggi distano oltre quattrocento chilometri dallโantico capoluogo, รจ quello che oggi si definisce un non-luogo.
Nรฉ tedesca, nรฉ lituana, ma mai realmente russa, la cittร ha visto la Germania andarsene nellโaprile del 1945, con la resa delle truppe della Wehrmacht del generale Otto Lasch agli assedianti sovietici, e da allora le aquile prussiane non sono piรน tornate. La popolazione tedesca ancora rimasta in cittร , circa centocinquantamila persone delle quasi quattrocentomila che vi risiedevano nel 1939, fu quasi completamente evacuata per ordine dei sovietici giร entro il mese di dicembre.
Il 1ยฐ Gennaio 1946 risiedevano nella cittร di Kant non piรน di settantatremila persone, in gran parte di etnia lituana. La vasta area rurale di quella che tradizionalmente per i tedeschi era stata la Prussia Orientale, venne spartita, in ottemperanza agli accordi di Potsdam, tra la Polonia comunista e lโUnione Sovietica (che a sua volta divise la sua parte tra Repubblica Socialista Sovietica Russa e la neonata Repubblica Socialista Sovietica Lituana). Da allora Kรถnigsberg ha preso il nome di Kaliningrad, in onore di Michail Ivanoviฤ Kalinin, eroe russo della Rivoluzione dโOttobre, fedelissimo di Lenin e poi di Stalin, presidente del Presidium del Soviet Supremo, morto di cancro proprio nel Marzo del 1946.
Da allora Kaliningrad รจ un grande spazio vuoto nellโimmaginario collettivo, ma non solo. Ancora oggi, a quasi ottantโanni dallโannessione sovietica della cittร e del suo entroterra, non si รจ nemmeno lontanamente vicini al numero di residenti che lโarea vantava allโinizio della Seconda guerra mondiale. Entrata nella tragedia dellโultima guerra mondiale con quasi due milioni e mezzo di abitanti, oggi lโintero oblastโ di Kaliningrad conta poco piรน di un milione di residenti, la metร dei quali nel capoluogo.
Come il bilancio impietoso dei numeri sta a testimoniare, la russificazione massiccia non ha impedito che gran parte della regione diventasse vittima di uno drammatico spopolamento. Se la popolazione รจ stata piรน o meno sostituita negli insediamenti piรน grandi, lo stesso non si puรฒ dire degli innumerevoli paesi e villaggi dellโentroterra, dove, da quando i tedeschi se ne sono andati, nessuno รจ piรน tornato. Interi insediamenti, spesso con ancora le suppellettili originali dentro le abitazioni, sono oggi inghiottiti dalle brughiere e dalle foreste di conifere tipiche della zona dei Laghi Masuri, e la bassa natalitร della Russia non ha aiutato a rivitalizzare lโarea.
Il permanere di Kaliningrad come โspazio vuotoโ รจ stato agevolato anche dallo status di cittร chiusa, rimasto in vigore per tutta lโepoca sovietica fino al 1992. Come cittร chiusa, Kaliningrad ha visto molto limitato il suo potenziale di sviluppo. Per tutto il periodo sovietico era impossibile visitarla e stabilirvisi se non grazie a permessi speciali elargiti con grande parsimonia dalle autoritร . In quanto importante porto sul Baltico proteso verso lโOccidente, lโoblastโ รจ infatti da sempre uno dei principali porti della Flotta militare russa del Baltico.
Nellโantica Pillau, oggi Baltijsk, risiede ancora oggi il quartier generale della Flotta del Baltico della marina militare russa, unico porto militare della Federazione Russa sul Mar Baltico libero dai ghiacci tutto lโanno. Lโappartenenza alla RSS Russa anzichรฉ alla RSS Lituana dellโoblastโ ha fatto sรฌ che nel 1991, alla dissoluzione dellโUnione Sovietica, Kaliningrad e la sua regione siano rimaste parte della Russia anzichรฉ diventare parte della Lituania indipendente come invece accaduto allโantico territorio prussiano-orientale di Memel (oggi Klaipฤda).
Da allora le autoritร locali di Kaliningrad e quelle di Mosca hanno cercato di spezzare lโisolamento dellโarea, anche aprendo la regione al turismo, per la veritร con scarsi risultati. Dellโantica cittร prussiano-tedesca rimane infatti ben poco. I devastanti bombardamenti aerei alleati, che avevano ridotto la cittร di Kant in un cumulo di rovine giร nel 1944 hanno fatto solo da prodromo alla devastante โricostruzioneโ sovietica che ha fatto di Kaliningrad un trionfo dellโarchitettura brutalista con il preciso scopo di cancellare lโidentitร tedesca della cittร .
Lโantico castello dei cavalieri teutonici, giร danneggiato dai bombardamenti, รจ stato definitivamente demolito nel 1968 per diretto ordine di Breลพnev nonostante lโopposizione di diversi intellettuali ed accademici sovietici, ed al suo posto sorge ora, peraltro incompleta, la sede del soviet di Kaliningrad, uno dei piรน celebri esempi di architettura brutalista sovietica. Lโavvento al potere di Vladimir Putin ha visto un parziale tentativo di recupero, perlomeno dal punto di vista architettonico-folkloristico dellโereditร tedesca della cittร , a scopo prevalentemente turistico.
ร stato ricostruito, in maniera per la veritร piuttosto pacchiana e artificiale, il cosiddetto villaggio dei pescatori, lโarea del vecchio Fischmarkt, il mercato del pesce dove ogni mattina i pescatori tedeschi di Pillau venivano a vendere il loro pescato ai negozianti e alla popolazione di Kรถnigsberg, e oggi vi si trovano i ristoranti piรน turistici della cittร .
Stessa sorte ha subito la possente Porta di Rossgarten, una delle pochissime vestigia autentiche della vecchia cittร tedesca, classico esempio di gotico prussiano in laterizio, oggi noto ristorante turistico dove si serve birra locale โOstmarkโ, e dove i cuochi russi cercano di riprodurre le antiche ricette del posto come la trippa Kรถnigsberger Fleck e le polpette Kรถnigsberger Klopse, piatti di cucina povera riscoperti da unโarea di Russia che cerca, evidentemente e con difficoltร , di darsi unโidentitร autonoma.
La cittร nella tensione tra Russia e Alleanza atlantica
Ma la timida riapertura di Kaliningrad si ferma qui. Con il riaprirsi dellโostilitร strisciante tra NATO e Federazione Russa, la cittร รจ tornata sotto regime di assedio virtuale, ma dove sono i russi, questa volta, a trovarsi chiusi nella cittร . Separata dalla madrepatria dai cento chilometri del cosiddetto โCorridoio di Suwalkiโ, Kaliningrad viene rifornita grazie ad accordi bilaterali tra Russia e Lituania, dove questโultima concede un regime particolarmente vantaggioso agli autocarri e ai residenti russi intransito tra Kaliningrad e la Bielorussia.
Altri rifornimenti arrivano allโexclave via mare, quando il porto di San Pietroburgo รจ libero dai ghiacci e i bastimenti da carico possono attraccare in cittร . Da sempre cittร militarmente importante per lโUnione Sovietica, รจ stata gradualmente smobilitata fino al 2008, quando Putin ha deciso una potente rimilitarizzazione dellโexclave a causa della progressiva ostilitร occidentale dovuta allโinvasione russa della Georgia nel mese di Agosto.
Lโentitร delle forze russe acquartierate nella ex Prussia Orientale รจ ovviamente coperta da segreto militare, ma si stima che siano almeno due decine di migliaia di uomini tra forze di terra, marina militare ed aeronautica. Oltre al quartier generale della Flotta del Baltico di Baltijsk, in grado anche di ospitare sottomarini, nel capoluogo di Kaliningrad รจ stanziato il comando dellโ11ยฐ Corpo dโArmata dellโEsercito assieme al 7ยฐ Reggimento Motorizzato della Guardia, alla 244ยฐ Brigata di Artiglieria della Guardia ed al 22ยฐ Reggimento Antiaereo della Guardia.
A Gusev, lโantica Gumbinnen, non lontano dal confine lituano, รจ acquartierata la 79ยฐ Brigata Motorizzata della Guardia, mentre a ฤernjachovsk, lโantica Insterburg, ha sede la base aerea della 152ยฐ Brigata Missilistica della Guardia. Altri siti di lancio missilistici, potenzialmente armabili con testate nucleari, sono presenti a Donskoe (ex Bryusterort), sulla costa, ed a Gvardejsk (Tapiau) e Znamensk (Wehlau), nellโentroterra ad oriente del capoluogo.
La Marina recentemente ha rafforzato in maniera cospicua i suoi contingenti, in particolare per quanto riguarda la difesa costiera, con batterie di missili antinave K300 โBastionโ. I carri armati a Kaliningrad dovrebbero ammontare attorno alle duecento unitร , prevalentemente T72-B3M, in corso di sostituzione con mezzi piรน moderni. Una dotazione considerevole se si considera che i carri armati operativi a Kaliningrad superano di numero quelli in servizio nellโintera Germania.
Tutto ciรฒ, chiaramente, per limitarsi alle forze che la Federazione Russa ha dichiarato ufficialmente presenti a Kaliningrad, mentre non รจ possibile al momento quantificare esattamente la dotazione missilistica, in particolare per quanto riguarda i temibili missili antiaerei S-400, i missili ipersonici aria-terra Kinzhal e i nuovissimi S-500 โPrometheij, dotati anche di capacitร anti-satellitari.
Parliamo quindi, in riferimento a Kaliningrad, di una piazzaforte militare di tutto rispetto, in grado di complicare non poco i piani della NATO nella regione del Baltico, in particolare per quanto riguarda la sicurezza delle due nazioni confinanti, Polonia e soprattutto Lituania. Il piccolo paese Baltico, infatti, difficilmente potrebbe reggere lโurto combinato da sud (via Kaliningrad) e da est (via Bielorussia) contro le forze armate di Mosca.
Lโentrata nellโAlleanza Atlantica di Svezia e Finlandia, paradossalmente, non cambia realmente la bilancia delle forze in campo, poichรฉ Helsinki ma soprattutto Stoccolma, giร erano considerate come avversarie de facto dalla dottrina militare russa.
Proprio la Svezia potrebbe avere, perรฒ, la carta in piรน per mettere in difficoltร Kaliningrad sbilanciando lโassetto baltico in favore della NATO. Lโisola di Gotland, secondo le leggende urheimat dei Goti, che vi lasciarono innumerevoli pietre runiche, รจ infatti, con la sua posizione al centro del Baltico, una portaerei naturale che la rende lโavversario per antonomasia dellโexclave russa. Unโeventuale sfida tra Gotland e Kaliningrad avrebbe il non indifferente potere di stabilire lโegemonia sul Baltico del Sud spostando quindi la minaccia, in caso di vittoria occidentale, verso San Pietroburgo, seconda cittร russa per abitanti nonchรฉ luogo di nascita dello stesso Vladimir Putin.
Lโisola svedese, demilitarizzata dal 2005, รจ perรฒ vulnerabilissima agli attacchi missilistici: sono solo novanta i secondi che impiegherebbe un missile Kalibrโ in dotazione alle forze armate russe, e oggi largamente utilizzato in Ucraina, per compiere il tragitto tra la costa dellโexclave di Kaliningrad fino ad unโeventuale base militare o gruppo navale a Gotland. Circa centoventi sarebbero i secondi necessari per colpire Stoccolma, capitale del piรน importante degli stati scandinavi; un dato preoccupante se si considera che i missili Kalibrโ non sono i piรน veloci in dotazione alle forze armate di Mosca, e sono comunque armabili con testate nucleari.
Altrettanto disastrose potrebbero essere le conseguenze per la piรน distante isola svedese di รland e per lโarcipelago finlandese delle ร land. Gravissimi sarebbero poi i danni, in caso di ostilitร convenzionale tra Russia e NATO, lungo lโintera linea costiera della Polonia e della Germania orientale, con cittร portuali di primaria importanza come Danzica e Rostock pienamente esposte alle rappresaglie russe (si consideri, a titolo di esempio, che la Germania non รจ ancora dotata di uno scudo antimissile, e solo di recente il governo ha preso in considerazione lโidea di dotarsi della tecnologia Iron Dome da Israele).
La stessa Berlino, accanto ovviamente a Varsavia, Stoccolma, Helsinki, Riga e Tallinn, sarebbe virtualmente sotto il costante ombrello missilistico dellโexclave baltica russa. Una situazione a dir poco esplosiva che ha visto lโUnione Europea, di fronte a piรน che concrete minacce russe di โtutelare i propri interessiโ, cercare una mediazione tra Mosca e Vilnius per evitare unโescalation nel Baltico che si preannuncerebbe, in caso di deflagrazione, ben piรน rovinosa di quella in terra dโUcraina.
La sempre maggiore criticitร della situazione degli approvvigionamenti di Kaliningrad avrebbe quindi esiti potenzialmente imprevedibili, ma sarebbero paesi NATO, questa volta, a pagarne le conseguenze, con tutto ciรฒ che questo comporterebbe tanto per la Russia quanto per le nazioni occidentali, in primis quelle affacciate sul Baltico.
Con una NATO che dopo il summit di Madrid intende fare del Baltico uno dei suoi baricentri operativi e una Russia che riarma sempre piรน la sua piccola fortezza ex germanica, quello che fu il mare solcato dagli antichi Variaghi, mitici fondatori scandinavi dello stato russo, sembra essere il sempre piรน probabile candidato ad essere la miccia di un piรน grande e mortale ordigno. Ancora una volta nei fili misteriosi che collegano il Baltico alle fertili pianure dellโUcraina si giocheranno i destini della Russia, e forse del mondo.
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