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La guerra aerea in Ucraina dopo tre anni: brevi riflessioni da parte di un “operativo”

La guerra aerea in Ucraina dopo tre anni: brevi riflessioni da parte di un “operativo”

L'impiego del potere aereo nella guerra in Ucraina: perchรฉ la Russia non sfrutta la sua superioritร  nei cieli

Secondo una delle definizioni in uso nel mondo occidentale, il potere aereo (aerospaziale) รจ โ€œLa capacitร  di proiettare potenza dall’aria e dallo spazio, per influenzare il comportamento delle persone o il corso degli eventi.” โ€‹

La semplicitร  di questa definizione lascia trasparire tutta la rilevanza e lโ€™importanza, per non dire lโ€™imprescindibilitร , che il potere aereo ha assunto nei tempi moderni.

Nei moderni conflitti, infatti, a partire dalla Seconda Guerra Mondiale inclusa a oggi, il controllo dellโ€™aria, funzionale al controllo di tutto quello che si trova sotto lโ€™aria, in terra come in mare ha consentito, alla parte che ne poteva disporre, di uscire militarmente vincitrice, proteggendo le proprie forze e il proprio territorio impedendo, allo stesso tempo, allโ€™avversario di utilizzare le sue capacitร  militari.

La libertร  di movimento e/o di manovra (freedom of movement) per le proprie forze, unita alla capacitร  di colpire lโ€™avversario in profonditร , dove meno se lo aspetta, risulta infatti requisito indispensabile per qualsiasi tipo di attivitร  sia essa militare sia essa civile.  Ed รจ proprio per questo motivo che il potere aereo, caratterizzato da unโ€™intrinseca asimmetria e da una dimensione strategica inarrivabile per le altre componenti militari, prende il carattere di irrinunciabilitร  in qualsiasi conflitto.

Ne deriva, quindi, che il prerequisito fondamentale per ogni tipo di operazione militare, ma anche e soprattutto per una solida e credibile capacitร  di deterrenza, sia che si parli di conflitto, sia che si parli di โ€œoperazione militare specialeโ€ รจ il poter disporre di un potere aereo adeguato, da impiegare coerentemente attraverso una โ€œair campaignโ€ capace di permettere il raggiungimento degli obiettivi e dellโ€™โ€end stateโ€ (lo scopo finale per cui si รจ intrapresa unโ€™operazione militare) previsto, attraverso un serie di step logici e consequenziali e incrementali, che sfruttino in maniera adeguata tutte le variegate caratteristiche e capacitร  del potere aereo.

Senza entrare troppo nel dettaglio, va comunque ricordato che il tipo e il numero di missioni che il potere aereo puรฒ svolgere รจ praticamente illimitato, spesso consentendo un cambio repentino da un tipo di missione a unโ€™altra e da un obiettivo a un altro nello spazio di poche ore, altra caratteristica impensabile in altri domini.

Su-34 russo durante una dimostrazione nei cieli di Mosca (2015)

Si va infatti dalla ricognizione al trasporto tattico, dalle operazioni speciali allโ€™attacco di precisione in profonditร , dalla difesa aerea e missilistica integrata alla ricerca e soccorso, alla guerra elettronica, alla capacitร  di avvistamento lontano con sensori in volo, alla soppressione delle difese avversarie, fino allโ€™impego di droni come ampiamente dimostrato dal conflitto in Ucraina, e solo per citare alcune delle capacitร  del potere aereo.

Questa doverosa rapida digressione iniziale รจ funzionale a meglio inquadrare la breve analisi che seguirร  sulla guerra aerea attualmente in svolgimento in Ucraina.

Risulta dunque evidente e logico che la parte in possesso di risorse che consentano di esprimere meglio le varie caratteristiche del potere aereo, non potrร  che avere la meglio militarmente su qualsiasi avversario, cosรฌ come ci insegna la storia, senza eccezione alcuna.

Quindi ci potremmo adesso chiedere per quale motivo la Russia, pur disponendo di un arsenale militare impressionante, ma soprattutto di una forza aerea numerosa, moderna, potente e in grado di esprimere la totalitร  delle missioni tipiche del potere aereo, non solo non abbia ancora avuto ragione militarmente della resistenza ucraina, ma addirittura abbia perso porzioni del proprio territorio, pagato un prezzo spropositato in termini di risorse materiali, umane e di consenso internazionale, solo per conquistare una limitata porzione di territorio ucraino, e mostrando al mondo intero di non essere in grado di progredire oltre nella conquista dei territori nรฉ, tantomeno, di essere in grado di proteggere le proprie forze, il proprio territorio e la propria popolazione, a meno di ricorrere allโ€™arma atomica.

Probabilmente la risposta alla nostra domanda puรฒ essere trovata ampliando e parafrasando una frase pronunciata dal gabbiano Jonathan Livingston nellโ€™omonimo libro di Richard Bach, ossia โ€œper volare, non basta avere le aliโ€. Credo infatti che, nel nostro caso, potremmo dire che per fare Air Power in modo moderno, e soprattutto efficace, non basta avere velivoli, missili, droni, elicotteri, satelliti, radar, munizioni ecc. (lโ€™elenco sarebbe lungo), bisogna saperli usare!

Ovviamente questa affermazione, volutamente provocatoria, va necessariamente letta con la lente e il filtro di chi, come lo scrivente, ha una concezione dellโ€™impiego della forza in genere, e del potere aereo in particolare, tipicamente occidentale, propria del mondo e della dottrina della Nato.

Nel  โ€œnostroโ€ mondo infatti lโ€™utilizzo della forza letale รจ improntato al massimo rispetto della popolazione civile e alla protezione e alla salvaguardia delle proprie forze, conseguiti attraverso un processo di pianificazione operativa fatto di dottrina, di conoscenza, di competenza e di rispetto delle leggi, che porti allโ€™assunzione di rischi attentamente calcolati e volti a minimizzare lโ€™impatto delle operazioni militari, nel pieno rispetto delle leggi internazionali.  

In altre parole, la maniera di combattere dal cielo della Nato, che ha ampiamente dimostrato la sua efficacia in tempi recenti, ossia dalla prima Guerra del Golfo alla campagna sui Balcani del 1999 e, soprattutto, allโ€™Operazione Unified Protector sui cieli della Libia nel 2011, รจ basata sullโ€™uso consapevole e responsabile della forza, che viene usata solo nella quantitร  minima indispensabile per il conseguimento degli effetti necessari al raggiungimento degli obiettivi generali dellโ€™operazione e del suo โ€œend stateโ€, secondo una gradualitร  controllata ed evitando, per quanto possibile, vittime civili (Civilian Casualties) e danni collaterali (Collateral Damages).

Da questi tre anni di โ€œoperazione militare specialeโ€, sembra invece emergere una realtร  completamente diversa, lontana anni luce dalla nostra idea di operazioni e di considerazione dellโ€™importanza della vita umana.

Relitto di un Su-34 russo abbattuto durante le prime fasi dell’invasione russa (marzo 2022)

Infatti la Russia, pur disponendo di un rapporto di forze schiacciante nei confronti dellโ€™Ucraina, si parla, ad esempio e solo per citare i velivoli pilotati, di circa 10 a 1, dopo tre anni, circa 800mila perdite e costi iperbolici (stimati in allโ€™incirca di 1 miliardo di dollari al giorno), non solo non รจ riuscita a spezzare la resistenza ucraina, ma non รจ riuscita a conseguire quella superioritร  aerea, che consentirebbe alle sue truppe lโ€™indispensabile libertร  di movimento e di manovra e nรฉ, tantomeno, a proteggere le sue truppe, il suo territorio e la sua stessa popolazione civile.

Lโ€™accanimento russo contro i civili, colpiti indiscriminatamente sia direttamente, sia indirettamente con sciami di droni e missili di tutti i tipi, diretti costantemente e quotidianamente contro infrastrutture energetiche, e contro tutto il sistema che assicura la sopravvivenza della popolazione, come ad esempio ospedali, residenze civili, centri commerciali, scuole, sistema di trasporti ecc. sembrerebbe evidenziare una miopia strategica, se non addirittura una vera e propria confusione mentale, di dimensioni sorprendenti, e che ha come diretta e immediata conseguenza la scarsa efficacia complessiva dellโ€™azione militare russa, capace di ottenere solo risultati limitati e assolutamente sproporzionati rispetto ai costi necessari per ottenerli.

Altro fattore difficilmente comprensibile รจ la frammentazione del potere aereo in campo russo, una sorta di โ€œlottizzazioneโ€ di porzioni di potere aereo, assegnate ai vari comandanti terrestri, ognuno responsabile di uno specifico settore geografico, allโ€™interno del quale condurre operazioni in maniera disconnessa dai settori attigui, e praticamente senza alcun coordinamento con gli altri attori.

Questo โ€œmodus operandiโ€ racchiude in sรฉ due dei comportamenti piรน sbagliati in tema di impiego del potere aerospaziale. Da un lato, infatti, viene meno uno dei cardini su cui da sempre si basa lโ€™impiego del potere aereo, ossia โ€œcentralized control and decentralized executionโ€: lโ€™efficacia di impiego del potere aereo dipende da un singolo responsabile della campagna aerea (nel mondo della Nato si chiama Joint Force Air Component Commander), in grado di allocare le risorse in funzione degli effetti da conseguire e di ridistribuirle, se necessario cambiando il piano, allโ€™insorgere di eventuali situazioni contingenti che lo richiedano.

Questo non รจ ovviamente possibile quando si decide di sbriciolare il potere aereo subordinandolo a piรน comandanti, soprattutto terrestri, che non sono in grado di comprendere e di sfruttare la dimensione asimmetrica e strategica del potere aereo, relegandolo al mero compito ancillare di supporto alle truppe terrestri.

E questo รจ il secondo aspetto che influenza negativamente la capacitร  russa di impiegare il potere aereo correttamente, ossia lโ€™antica ostinata (o meglio ancora ottusa) convinzione, secondo cui il potere aereo ha una sua ragione di essere solo come strumento di supporto allโ€™azione terrestre, alla stregua di artiglieria volante, destinata quindi al solo utilizzo tattico o addirittura sub-tattico, e non certo al suo utilizzo come il โ€œmatch winnerโ€ di dimensione e portata strategica, che la storia dei moderni conflitti ci ha consegnato.

La miopia di questo approccio, fermo concettualmente alla Prima Guerra Mondiale in termini di comprensione del potere aereo, ha portato a conseguenze catastrofiche per i russi, sia in fase offensiva, basti ricordare il fallimento dellโ€™attacco allโ€™aeroporto di Hostomel allโ€™inizio della guerra, sia in fase difensiva, come ad esempio al momento di proteggere le colonne di blindati in avanzata verso Bucha.

Ancora adesso, a tre anni dallโ€™inizio delle ostilitร , questo approccio non ha permesso ai russi nรฉ di conseguire la superioritร  aerea, nรฉ di spezzare la resistenza ucraina, nรฉ di essere in grado di proteggere le proprie truppe, il proprio territorio e la propria popolazione, colpiti regolarmente dal cielo dagli ucraini.

Da questa veloce disamina, forzatamente breve per evidenti motivi editoriali, emergono comunque alcune considerazioni che, a parere di chi scrive, le nazioni europee appartenenti alla Nato dovrebbero fare proprie, e sulle quali attuare un deciso cambio  di passo, per svegliarsi definitivamente dal torpore mentale e dottrinale derivato da trenta e piรน anni di comode operazioni di tipo Coin (Counter Insurgency), caratterizzate dalla bassa intensitร , dallโ€™enorme distanza dalle nostre cittร , e da contesti di superioritร  e spesso di supremazia aerea, che lasciavano campo libero per qualsiasi tipo di manovra sul terreno da parte delle nostre truppe.

รˆ altresรฌ vitale comprendere che nel contesto CoIN, la qualitร  delle armi impiegate รจ praticamente sempre in grado di fare la differenza, fatto che porta erroneamente a credere che si possa/debba fare di piรน con meno, e che la superioritร  tecnologica sia un valore assoluto in ogni caso.

Invece la tecnologia, da sola e di per sรฉ, non รจ in grado di vincere un conflitto di logoramento, come potrebbe essere quello contro un โ€œpeer competitorโ€, e in cui la quantitร  diventa essa stessa una qualitร , soprattutto in presenza di importanti questioni di budget da rispettare, fatto che sta molto a cuore alla dirigenza politica delle Nazioni occidentali.

In tale scenario, รจ vitale capire che il potere aereo (aerospaziale) richiede invece un impiego indipendente e coerente con le sue possibilitร , che deve essere gestito da personale competente, evitando inutili e pericolose divisioni, supportato da una dottrina adeguata e assolutamente svincolato da questioni di colore di divisa, di prestigio o, peggio ancora, di consuetudini che non hanno piรน alcun valore.

Le nazioni occidentali devono comprendere che, per disporre di un adeguato livello di deterrenza รจ imprescindibile potenziare ulteriormente la nostra capacitร  di impiegare il potere aerospaziale veicolando, alla potenziale controparte, il messaggio per cui ogni attacco contro le nazioni della Nato avrebbe effetti devastanti per lโ€™aggressore, e tornando a un livello di equilibrio che metta il mondo libero al riparo da mire espansionistiche che appartengono a un passato che non possiamo permettere che risorga in alcun modo. 

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Immagine in evidenza: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/9a/Russian_Air_Force_Sukhoi_Su-35_Belyakov.jpg; Foto nell’articolo: Di Vitaly V. Kuzmin – http://vitalykuzmin.net/?q=node/615, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=50477221; By Dsns.gov.ua, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=115807304;

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Claudio Gabellini

Claudio Gabellini

Giร  responsabile del Comando Operazioni Aerospaziali e capo di Stato Maggiore del Comando Squadra Aerea, capo di Stato Maggiore del Comando delle forze aeree della Nato a Ramstein, il Gen. Claudio Gabellini ha partecipato tra le altre cose allโ€™operazione Allied Force (Kosovo 1999) e alle operazioni in Libia nel 2011, come Targeting Directorate Chief

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