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L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

La guerra, l’Ucraina, la Pace: un punto di vista filosofico.

La guerra, l’Ucraina, la Pace: un punto di vista filosofico.

Un punto di vista filosofico, quanto mai attuale, sulla Pace attraverso i saggi della Chiesa e la visione di Francesco

Sulla guerra in Ucraina si รจ scritto e letto molto sul piano di analisi geopolitica ed economica del conflitto, ma poco – ad eccezione di alcune voci isolate, come quella del Pontefice- se ne รจ parlato cercando di tematizzare la questione da un punto di vista filosofico e spirituale. Papa Francesco ha parlato a proposito dei conflitti in corso giร  nella Fratelli Tutti, come di una โ€œterza guerra mondiale a pezziโ€ยป.[23].

Ha poi ribadito, a proposito dei meccanismi psicologici e spirituali che reggono questa, come ogni guerra, dei rischi di una polarizzazione che fa danno alla Veritร  e alla ricerca del Bene. A questo proposito, sempre della Fratelli Tutti, sono mirabili le seguenti parole per la chiarezza, la semplicitร  e allo stesso tempo profonditร  evangelica: ยซQuesto non stupisce se notiamo la mancanza di orizzonti in grado di farci convergere in unitร , perchรฉ in ogni guerra ciรฒ che risulta distrutto รจ il territorio di ciรฒ che รจ โ€œbarbaroโ€, da cui bisogna difendersi ad ogni costo.

Smilitarizzare i cuori

Di conseguenza si creano nuove barriere di autodifesa, cosรฌ che non esiste piรน il mondo ed esiste unicamente il โ€œmioโ€ mondo, fino al punto che molti non vengono piรน considerati esseri umani con una dignitร  inalienabile e diventano semplicemente โ€œquelliโ€ยป.

Riappare ยซla tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro finirร  schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti. Perchรฉ gli manca questa alteritร ยป[1].

Smilitarizzare i cuori, รจ il richiamo di Papa Francesco ad una conversione delle menti e dei cuori che risuona tra i rombi dei cannoni, tra le grida dei sofferenti di questo mondo, afflitti dalla povertร , dalla guerra. La guerra in Ucraina ha colpito al cuore l’Europa e l’ha riprecipitata nellโ€™inferno della guerra: questo ha profondamente scosso le coscienze e riportato il tema della guerra al centro dell’agenda giornalistica, mentre dallโ€™agenda vaticana non se nโ€™era mai andato. 169 sono i conflitti aperti nel mondo, come sottolinea Avvenire, e in tutti questi conflitti il Vaticano รจ impegnato in azioni di Pace.

A proposito della guerra in Ucraina, il Papa ha inoltre sottolineato il ruolo che la stessa Europa, culla della cristianitร  puรฒ e deve giocare in chiave ecumenica: ยซVoi siete per natura un ponte tra le Chiese in Europa e le istituzioni dellโ€™Unioneยป, le parole rivolte alla Comece (Commissione delle conferenze episcopali della comunitร  europea): ยซSiete per missione costruttori di relazioni, di incontro, di dialogo. E questo รจ giร  lavorare per la pace. Ma non basta. Ci vuole profezia, ci vuole lungimiranza, ci vuole creativitร  per far avanzare la causa della pace. In questo cantiere ci vogliono sia gli architetti sia gli artigiani; ma direi che il vero costruttore di pace devโ€™essere sia architetto sia artigianoยป[2].

Un’alternativa allo stato di guerra

Secondo la Chiesa, non ogni guerra รจ esecrabile, se dichiarata con retta intenzione e senza fine imperialistico; tuttavia, nรฉ vescovi nรฉ preti possono essere parte attiva nella dichiarazione di una guerra, come รจ invece accaduto in Russia col patriarca Kirill. In ogni caso, la Chiesa non considera mai auspicabile una guerra. Persino quando si tratta di un male necessario per riparare all’ingiustizia essa non รจ mai, almeno per chi scrive, instauratrice del Bene.

รˆ vero perรฒ che Dio passa attraverso perรฒ l’ingiustizia, la sofferenza, la miseria, ed รจ proprio quando non si ha voce che la voce di Dio puรฒ articolarsi, nel suo apparente o paradossale silenzio. Per questo รจ importante che gli intellettuali, piuttosto che asservirsi al potere costituito di turno, articolino la voce di chi ha un grido strozzato in gola e non รจ in grado di esprimere la propria sofferenza.

A questo punto, รจ interessante osservare quali limiti la Chiesa attribuisce al ruolo del potere politico. Secondo la dottrina della Chiesa Cattolica, l’autoritร  politica deve tener conto sul piano tanto spirituale quanto economico della dignitร  di ogni individuo e non puรฒ attentare alla Veritร  eterna, cui deve invece vincolarsi. In questo, il cattolicesimo si discosta molto dalla filosofia della storia di Hegel per cui: ยซLo stato รจ la vita morale reale. Tutto il valore dell’uomo, tutta la realtร  spirituale gli viene solo dallo Stato. Lo Stato รจ la Veritร , unione di universale e particolar, qui la libertร  ottiene la sua oggettivitร ยป[3]. Al contrario, ยซLo Stato รจ per la Chiesa uno strumento che deve operare al servizio del Bene comuneยป[4].

Contro ogni tentativo di nascondimento della Veritร  nella sofferenza degli ultimi รจ quanto mai necessario che si levino voci attente, nei periodi in cui si consumano guerre e sofferenze atroci, capaci di tenere conto dell’altro, del sui punto di vista, delle sue ragioni, del suo stesso esistere, riconoscere il suo valore nella sua umanitร  e quindi anche nella sua debolezza, nella sua finitezza, fallibilitร , contingenza e cioรจ, nel non suo non avere la sua ragione d’essere in sรฉ stesso, eppure partecipare dell’Essere.
Riconoscere la comunanza nella differenza, anche nello scontro piรน aspro riconoscere l’altro come un Tu e cioรจ qualcosa di irriducibile all’oggettivazione, di cui non si puรฒ fare un uso tecnico, come si fa con le cose.

Se questo riconoscimento manca ogni scontro, dal piรน piccolo al piรน grande, da quello nato per difendere la propria patria a quello per il piรน bieco interesse imperialistico, diventa l’inferno. L’altro, per usare un’espressione sartriana, diventa il nostro inferno, avviene la demonizzazione dell’avversario. Cosรฌ, agli occhi dei russi l’Ucraina diventa il paese corrotto, una sorta di Anticristo, con tanto di giustificazione religiosa del vescovo Kirill, e viceversa la Russia viene vista come erede dello stalinismo.

รˆ la schmittiana distinzione amico-nemico, l’altro รจ l’antitesi hegeliana, ciรฒ senza il quale la propria tesi, la propria identitร  e il proprio universo di valori non acquistano concretezza e forza, รจ questa dialettica che si vivifica. Detta in modo ecclesiastico, senza l’eresia non c’รจ l’ortodossia: senza l’eresia di Marcione non c’รจ Ireneo di Lione e questa รจ l’anima di veritร  di ogni conflitto.

La logica amico-nemico

Ma cโ€™รจ anche l’anima di erroneitร  di ogni polarizzazione, di ogni contrapposizione frontale, e cioรจ ciรฒ che si perde di vista รจ  quanto si ha in comune, non solo sul piano delle tradizioni e della religione, come nel caso di Ucraina e Russia, ma piรน essenzialmente quello che si perde รจ proprio l’elemento eterno dell’uomo, la propria anima di ragione e passione, come se questo presupposto comune mancasse. Diversi modi di pensare e leggere il mondo si contrappongono; l’una taccia l’altra di follia, di illogicitร , di irrazionalismo. Di mancare insomma di quel presupposto che distingue l’uomo dalle bestie selvagge. รˆ la capacitร  di leggere la realtร  attraverso le lenti della riflessione, di cogliere il dato coi sensi ed astrarne il contenuto profondo, con la ragione. Data forma alla realtร  con il linguaggio l’uomo coglie l’essere dapprima nello stupore, poi animato dalla meraviglia si domanda il senso delle cose, il perchรฉ del loro essere cosรฌ come sono.

รˆ una capacitร  universale, la cui universalitร  non sfuma anche se si incarna in dei singolari. Tale capacitร  sfuma se alla lettura aperta del dato subentra una chiusura ideologica che genera un muro tra le diverse razionalitร  intente ad analizzare la realtร , si addensa il fumo dell’illusione, della realtร  rimane solo l’ombra e la luce della Razionalitร  si spegne.

Questo รจ il rischio insito in ogni conflitto umano, tale rischio sembra precipitare la realtร  nel caos e l’uomo diventa incapace di coglierne il senso, l’armonia intrinseca, dietro il contrasto che sembra animare ogni cosa all’occhio distratto dell’uomo contemporaneo. Uomo che dimentica la lezione di Eraclito, come dalla caoticitร  dei contrari risalta la piรน bella armonia. In questo senso esiste una conflittualitร  sana, che diventa rigoglio di pace e giustizia, ed รจ il conflitto sociale, nel divergere e nell’incontrarsi dei diversi interessi e delle diverse prospettive su temi etici o economici.

In questo senso un conflitto che tiene conto del punto di vista dell’altro senza squalificarlo a priori o demonizzazione รจ auspicabile: in questa direzione va ad esempio la valorizzazione del movimento sindacale operata da San Giovanni Paolo II nella Laborem Excersens

ยซPerciรฒ, bisogna continuare interrogarsi circa il soggetto del lavoro e le condizioni in cui egli vive. Per realizzare la giustizia sociale nelle varie parti del mondo, nei vari Paesi e nei rapporti tra di loro, sono necessari sempre nuovi movimenti di solidarietร  degli uomini del lavoro e di solidarietร  con gli uomini del lavoro. Tale solidarietร  deve essere sempre presente lร  dove lo richiedono la degradazione sociale del soggetto del lavoro, lo sfruttamento dei lavoratori e le crescenti fasce di miseria e addirittura di fame. La Chiesa e vivamente impegnata in questa causa, perchรฉ la considera come sua missione, suo servizio, come verifica della sua fedeltร  a Cristo, onde essere veramente la โ€œChiesa dei poveriโ€. E i โ€œpoveriโ€ compaiono sotto diverse specie; compaiono in diversi posti e in diversi momenti; compaiono in molti casi come risultato della violazione della dignitร  del lavoro umano: sia perchรฉ vengono limitate le possibilitร  del lavoro – cioรจ per la piaga della disoccupazione -, sia perchรฉ vengono svalutati il lavoro ed i diritti che da esso scaturiscono, specialmente il diritto al giusto salario, alla sicurezza della persona del lavoratore e della sua famigliaยป[5].

La Pace, anelito profondo di ogni uomo

Come dice Giovanni  XXII nella Pacem In Terris ยซLa Pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, puรฒ venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dellโ€™ordine stabilito da Dio. I progressi delle scienze e le invenzioni della tecnica attestano come negli esseri e nelle forze che compongono lโ€™universo, regni un ordine stupendo; e attestano pure la grandezza dellโ€™uomo, che scopre tale ordine e crea gli strumenti idonei per impadronirsi di quelle forze e volgerle a suo servizio.

La convivenza fra gli esseri umani รจ quindi ordinata, feconda e rispondente alla loro dignitร  di persone, quando si fonda sulla veritร , conformemente al richiamo dellโ€™apostolo Paolo: “Via dunque da voi la menzogna e parli ciascuno col suo prossimo secondo veritร , poichรฉ siamo membri gli uni degli altri” (Ef 4,25)ยป[6].

In questo senso, Kant ha scritto pagine degne di nota nei suoi scritti sulla Pace Perpetua. L’autore tedesco ritiene la Pace una necessitร  della Ragione e ritiene che la prova empirica di questa necessitร  sia da ritrovarsi nel suo tempo, nell’evoluzione apportata dalla Rivoluzione Francese alla politica europea: l’evolvere cioรจ da forme di dispotismo monarchico alla forma costituzionale della Repubblica, nella quale il ricorso della guerra deve essere limitato fortemente dalle leggi. Il Filosofo di Koenisberg ritiene inoltre che in tale quadro legislativo la conflittualitร  sarร  legata alla competizione economica, l’impulso egoistico mercantile concorre per Kant alla possibilitร  della Pace.

Secondo Kant, la diffusione delle idee repubblicane e l’incentivazione indurranno l’uomo a seguire quella tendenza formale della Ragione, soggiogando gli impulsi sensibili. Secondo chi scrive, in Kant c’รจ una grande e lodevole fiducia nelle potenzialitร  della ragione, che tiene conto anche delle difficoltร  di attuazione della pace perpetua: infatti Kant tiene conto del male radicale che affetta l’uomo, una sorta di riedizione laica del peccato originale. Tuttavia, in Kant manca una considerazione ontologica della possibilitร  della pace: infatti, si considera la libertร  come condizione di possibilitร  di un’esistenza umana.

La libertร  รจ nella formalitร (il dovere in quanto dovere, lโ€™universale), cosรฌ per Kant si distingue dell’animale. Viene perรฒ meno la possibilitร  di definire positivamente il contenuto della libertร  umana, del Bene morale a partire da una descrizione di chi รจ l’uomo. Senza una definizione positiva di questo non รจ possibile costruire un edificio morale coerente che tenga conto dell’uomo nella sua integralitร  e nelle sue molteplici sfaccettature.

 Definire per concetti, dunque, fatto salvo il limite dell’indicibile, sulla soglia del quale bisogna sempre fermarsi quando si parla dell’uomo. Come sottolinea Jacques Maritan in โ€œUmanesimo Integraleโ€  la cittร  temporale conduce insieme verso il regno della perdizione e verso il regno di Dio” e sinchรฉ vi saranno classi oppresse. Eโ€™ che l’amore andrร  prima a cercarli[…] e perchรฉ li ama vuole che un giorno non vi siano piรบ classi oppresse”[7] e cioรจ la Grazia di Dio interviene nella storia donando speranza allโ€™uomo e risollevandolo dai suoi fallimenti facendo della sua debolezza la sua forza.

In questo senso vorrei citare lโ€™enciclica Spe Salvi di Papa Benedetto XVI. Nel passo citato si condensa un’indicazione di possibilitร  per un futuro di speranza: un futuro che rimane sempre nei limiti del possibile e dell’umano, ma mantiene un orizzonte aperto all’operare della Grazia, di un Bene che, per citare il Platone del Simposio ยซci deve essere dato dall’altoยป.

Una prospettiva di libertร 

ยซPoichรฉ l’uomo rimane sempre libero e poichรฉ la sua libertร  รจ sempre anche fragile, non esisterร  mai in questo mondo il regno del bene definitivamente consolidato. Chi promette il mondo migliore che durerebbe irrevocabilmente per sempre, fa una promessa falsa; egli ignora la libertร  umana. La libertร  deve sempre di nuovo essere conquistata per il bene. La libera adesione al bene non esiste mai semplicemente da sรฉ. Se ci fossero strutture che fissassero in modo irrevocabile una determinata โ€“ buona โ€“ condizione del mondo, sarebbe negata la libertร  dell’uomo, e per questo motivo non sarebbero, in definitiva, per nulla strutture buone.

Conseguenza di quanto detto รจ che la sempre nuova faticosa ricerca di retti ordinamenti per le cose umane รจ compito di ogni generazione; non รจ mai compito semplicemente concluso. […] Con ciรฒ ha ristretto l’orizzonte della sua speranza e non ha neppure riconosciuto sufficientemente la grandezza del suo compito โ€“ anche se resta grande ciรฒ che ha continuato a fare nella formazione dell’uomo e nella cura dei deboli e dei sofferenti[…]

L’uomo viene redento mediante l’amore. Ciรฒ vale giร  nell’ambito puramente intramondano. Quando uno nella sua vita fa l’esperienza di un grande amore, quello รจ un momento di โ€œredenzioneโ€ che dร  un senso nuovo alla sua vita. Ma ben presto egli si renderร  anche conto che l’amore a lui donato non risolve, da solo, il problema della sua vita. รˆ un amore che resta fragile. Puรฒ essere distrutto dalla morte. L’essere umano ha bisogno dell’amore incondizionato. Ha bisogno di quella certezza che gli fa dire: โ€œNรฉ morte nรฉ vita, nรฉ angeli nรฉ principati, nรฉ presente nรฉ avvenire, nรฉ potenze, nรฉ altezze nรฉ profonditร , nรฉ alcun’altra creatura potrร  mai separarci dall’amore di Dio, che รจ in Cristo Gesรน, nostro Signoreโ€ (Rm 8,38-39). Se esiste questo amore assoluto con la sua certezza assoluta, allora โ€“ soltanto allora โ€“ l’uomo รจ โ€œredentoโ€, qualunque cosa gli accada nel caso particolareยป[8].

Parlare della Pace, per concetti.

In questo senso la Pace che discende dallโ€™Amore รจ che ha la sua radice ultima in dio รจ una forza che ha valore ontologico. In questo senso รจ importante tenere conto del fatto che il Bene non รจ qualcosa di non cogliibile e di noumenico, ricompensa della fedeltร  al Dovere come in Kant, nรฉ qualcosa di intuibile come in Moore, o qualcosa di riducibile ad un mi piace/non mi piace come in Hume o in Ayer e nel contemporaneo neopositivismo.

Il Bene รจ, come sottolinea Peter Geach in Good and Evil (1956) attributivo. Infatti buono non รจ predicativo, non รจ nemmeno qualitร  non naturale come per Moore ma attributivo, attaccato al sostantivo che qualifica, buono ha significato descrittivo e valutativo.

Inoltre come evidenzia Philippa Foot in โ€œNatural Goodnessโ€[9] โ€œBuonoโ€ deve essere collegato ad una โ€œteoria generale della valutazione degli esseri viventi|โ€ฆ| รจ necessario  infatti, per parlare di moralitร , fare riferimento a contenuti. Le considerazioni morali devono cioรจ essere collegate al bene degli esseri umani, nel senso di una normativitร  naturale.

Bene e Male non sono nemmeno invenzioni o strumento di controllo dei piรน deboli sui piรน forti con la motivazione politica di un’eguale distribuzione per coprire l’impotenza dei piรน deboli vedi Callicle nel Gorgia di Platone. Come Callicle rivendicava la possibilitร  per lโ€™uomo che davvero doveva considerarsi tale di andare al di lร  della giustizia e della temperanza, cosรฌ Nietzche nella contemporaneitร  ha provato, con le debite differenze, a prendere in positivo a mettersi dalla parte di Callicle contro Socrate, simbolo di unโ€™etica del risentimento e dellโ€™auto-repressione degli istinti vitali, mettendo al centro della sua oltre-etica la nozione di volontร  di potenza, una volontร  che andasse al di lร  dei canoni costituiti della razionalitร  come dellโ€™irrazionalitร .

Tuttavia tale nozione non considera abbastanza che, come รจ possibile dedurre dallโ€™insegnamento di Tommaso dโ€™Aquino, ogni volontร  non รจ fine a sรฉ stessa ma deve sempre avere un oggetto ultimo del suo agire, essa รจ sempre infrenata razionalmente, ogni impulso lo รจ perchรฉ รจ accompagnato da una rappresentazione di uno stato di cose del Bene e del male che inerisce alla realtร  in questo senso sincronia tra emozione e passione attraverso il concetto di esercizio nella virtรน come medio tra due eccessi di pathos.

Nietzche รจ grande nello squalificare le etiche dualiste che contrappongono l’intelletto agli impulsi ma non sembra andare molto oltre la decostruzione, la stessa volontร  di potenza sembra piรน una proiezione dell’io, piuttosto che un giudizio normativo sulla realtร  delle cose sul piano morale, volendo andare oltre la morale.

Anche sul tema dell’identitร  e del soggetto Hume nel suo Trattato sulla natura umana sembra aver operato una decostruzione efficace proprio come Nietzche. Identitร  siamo fasci di percezioni solo attraverso un’influenza extra-empirica ed extra logica posso parlare di Io o di Persona.

 Non c’รจ nessuna impressione che rimanga la stessa, il flusso passionale varia continuamente, l’io non รจ se non un collettore di Passioni. Qui si perde il principio d’identitร  per cui ogni cosa รจ uguale a sรฉ stessa, l’essere sostanziale รจ identico, ciรฒ che รจ accidentale puรฒ mutare, ed in questo senso si puรฒ fare un esempio per risolvere il dilemma: se Giovanni si รจ fatto male al polso avrร  uno stato mentale di afflizione, oppure se ha paura tale sentimento potrร  avere delle ricadute psicofisiche ma c’รจ sempre qualcosa a cui inerisce il mutamento. Inoltre nel conflitto tra sensazioni รฉ sempre il soggetto pensante che puรฒ legiferare.

In questo senso lโ€™aristotelismo tomista, linea guida della Chiesa Cattolica. riesce inoltre a parlare del Valore, il Giusto, il Bene, la Pace nel nostro caso a partire dai soggetti che ne sono portatori che lo incarnano o non li incarnano, la Pace il Bene, il Giusto sono radicati nella Persona Divina e non sono idee da raggiungere tramite metodo dialettico ( vedi Platone) o idee regolative della ragione ma si fanno carne, prendono Volto.

L’uomo ha la capacitร  di giungere attraverso la propria individuale ricerca al Bene Universale e alla Veritร ,  inferenza dellโ€™animale che s c’รจ un modo di essere felice proprio dell’uomo, questa felicitร  non si ferma per Tommaso sul piano del naturale come in Aristotele ma grazie alla Grazia puรฒ portare l’uomo sino alla visione beatifica, il Bene che viene dall’alto.

Per una ontologia della Pace

In questo senso va la quarta via di Tommaso dโ€™Aquino, quella dei gradi di perfezione  che si riscontrano nelle cose. โ€œรˆ un fatto che nelle cose si trova il bene, il vero, il nobile e altre simili perfezioni in un grado maggiore o minore. Ma il grado maggiore o minore si attribuisce alle diverse cose secondo che esse si accostano di piรน o di meno ad alcunchรฉ di sommo e di assoluto; cosรฌ piรน caldo รจ ciรฒ che maggiormente si accosta al sommamente caldo. Vi รจ dunque un qualche cosa che รจ vero al sommo, ottimo e nobilissimo, e di conseguenza qualche cosa che รจ il supremo ente; perchรฉ, come dice Aristotele, ciรฒ che รจ massimo in quanto vero, รจ tale anche in quanto ente. Ora, ciรฒ che รจ massimo in un dato genere, รจ causa di tutti gli appartenenti a quel genere, come il fuoco, caldo al massimo, รจ cagione di ogni calore, come dice il medesimo Aristotele.

Dunque vi รจ qualche cosa che per tutti gli enti รจ causa dell’essere, della bontร  e di qualsiasi perfezione. E questo chiamiamo Dioโ€[10].

Ad indicare la tendenza dellโ€™uomo al Bene รจ  la quinta via โ€œLa quinta via si desume dal governo delle cose. Noi vediamo che alcune cose, le quali sono prive di conoscenza, cioรจ i corpi fisici, operano per un fine, come appare dal fatto che esse operano sempre o quasi sempre allo stesso modo per conseguire la perfezione: donde appare che non a caso, ma per una predisposizione raggiungono il loro fine. Ora, ciรฒ che รจ privo d’intelligenza non tende al fine se non perchรฉ รจ diretto da un essere conoscitivo e intelligente, come la freccia dall’arciere. Vi รจ dunque un qualche essere intelligente, dal quale tutte le cose naturali sono ordinate a un fine: e quest’essere chiamiamo Dioโ€[11].

Il finalismo intrinseco nellโ€™essere umano รจ qualcosa che lo porta secondo la propria natura a desiderare la Pace, uno stato di armonia tra i popoli simbolo dellโ€™armonia che il Creatore ha posto nella realtร .
La pace รฉ  quindi ontologica perchรฉ รจ radicata nell’Essere Divino, non รจ idea della ragione come per Kant nรฉ trova perfetta incarnazione nello Stato come per Hegel, รจ qualcosa di Trascendente e allo stesso tempo di Reale, la Persona Divina come Ipsum Esse per Se Subsistens, fonte e origine di ogni positivitร . Lo stato di guerra cruento e il male sono un allontanamento da questa sorgente che dร  la Vita, allontanarsi da essa equivale alla morte e alla perdita di Realtร  e di Essere.

La libertร  dellโ€™uomo non รจ quindi come ritengono Nietzche e Sartre nella non esistenza di Dio, nรฉ รจ qualcosa di folle o contradditorio credere ancora in Do perchรฉ il progresso scientifico non confuta in alcun modo lโ€™idea di un creatore, lo stesso Big Bang in realtร  conferma lโ€™idea cristiana e tomista che il mondo non sia eterno e che abbia avuto inizio nel tempo. Le teorie morali alternative in ambito analitico come la sopravvenienza (non spiega come il fisico derivi dal non fisico), lโ€™espressivismo o emotivismo(โ€œrende il disaccordo morale la normaโ€[12]), il naturalismo(non spiega il mentale e la sua separazione dal fisico) sono frammentarie e carenti, mancano cioรจ di una visione integrale, quella visione integrale richiamata da Maritain ma anche da molti pontefici da Paolo VIยฐ a Papa Francesco…

La Pace รจ per citare nuovamente la Pacem in Terris di Giovanni XXIIIยฐ un โ€œordine fondato sulla veritร , costruito secondo giustizia, vivificato e integrato dalla caritร  e posto in atto nella libertร โ€[13].


[1] Fratelli Tutti, Papa Francesco, 2020.

[2] Idem.

[3] Lezioni sulla Filosofia della Storia, Georg Wilelhm Hegel, Laterza 2013.

[4] Fratelli Tutti, Papa Francesco, 2020.

[5] Laborem Excersens, Giovanni Paolo IIยฐ, 1981.

[6] Pacem in Terris, Giovanni XXIIIยฐ, 1963.

[7] Umanesimo Integrale. Jacques Maritain, ed. orig. 1936, ed. Borla 2009.

[8] Spe Salvi, Benedetto XVIยฐ, 2007

[9] STORIA DELLโ€™ETICA CONTEMPORANEA, da Kant alla filosofia analitica, Luca Fonnesu, Carroci Editore, 2006, p. 268.

[10] Summa Theologia, S. Tommaso dโ€™Aquino, Carimo.

[11] Idem.

[12] Morale e Religione.  Per una visione teistica, Andrea Aguti, Morcelliana, 2021.

[13] Pacem in Terris, Giovanni XXIIIยฐ, 1963.


Foto in evidenza. “General Audience with Pope Francis” by Catholic Church (England and Wales) is licensed under CC BY-NC-SA 2.0.

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Giacomo Bonetti

Giacomo Bonetti

Sono Giacomo Bonetti classe 2000 vengo da Fermo, splendida cittadina immersa tra le colline marchigiane. Studio Filosofia all'Universitร  Cattolica di Milano. Tutto ciรฒ che รฉ umano mi appassiona.

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