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L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

La lezione di Mahan sul Sea Power tra le onde dell’Indo Pacifico

La lezione di Mahan sul Sea Power tra le onde dell’Indo Pacifico

Il primato statunitense si basa sul potere della Marina. Come Alfred Mahan ha influenzato le strategie di Washington

Nel secolo corrente gli Stati Uniti identificano nella Repubblica Popolare Cinese la minaccia principale alla propria supremazia. Secondo lโ€™Indo-Pacific Strategy of the United States del 2022 โ€“ documento strategico emesso dalla Casa Bianca โ€“ la Cina รจ oggi impegnata a realizzare una propria sfera di influenza nellโ€™Indo-Pacifico al fine di diventare la maggior potenza del mondo, combinando la sua forza economica, militare, diplomatica e tecnologica.

Gli apparati statunitensi vedono come necessario il contenimento dellโ€™espansionismo cinese per garantire la sicurezza nazionale, la prosperitร  economica degli americani e la pace della regione. Per motivi storici e soprattutto dopo il secondo conflitto mondiale, gli Usa possono contare su vari avamposti e Paesi alleati nel Pacifico, questโ€™ultimi accomunati dalla paura di possibili azioni ostili da parte di Pechino.

Il Paese del Dragone รจ infatti determinato a proiettarsi ben oltre i mari che bagnano le proprie coste. A tal proposito, molta attenzione viene rivolta verso lo sviluppo della flotta โ€“ di recente costruzione sono le uniche due portaerei cinesi, entrate in servizio nel 2012 e 2019, mentre una terza sta per essere varata โ€“ e lโ€™apertura di nuove basi militari allโ€™estero.

Nonostante lo sviluppo tecnologico e della tecnica militare abbia portato alla creazione di sofisticati sistemi missilistici che possono colpire a grande distanza, ancora oggi il primato di Washington si fonda sullโ€™abilitร  di controllare le principali rotte marittime e oceaniche attraverso le quali passa lโ€™80% delle merci mondiali.

Questa capacitร  poggia le basi sugli assunti dellโ€™ammiraglio della US Navy Alfred Thayer Mahan che, con i suoi scritti a cavallo tra XIX e XX secolo, ha teorizzato per primo lโ€™importanza per gli Usa di proiettarsi negli oceani al fine di gestire i traffici commerciali nel loro insieme e assicurarsi la supremazia sugli altri Paesi.

Mahan e il Sea Power

Quando nel 1890 Mahan terminรฒ di scrivere la sua opera piรน significativa โ€“ The Influence of Sea Power upon History, 1660-1783 โ€“ gli Stati Uniti avevano completato la loro espansione territoriale ed erano passati oltre lโ€™esperienza della guerra civile. Grazie a unโ€™economia fiorente e guidati dallโ€™ideale di โ€œdestino manifestoโ€, gli americani โ€“ secondo Mahan โ€“ erano in quel momento pronti ad andare oltre la โ€œDottrina Monroeโ€ per favorire il progresso del Paese.

In questo modo, si sarebbero sfruttate tutte le potenzialitร  degli Usa, a partire dal loro posizionamento geografico, fattore chiave per il perseguimento del potere marittimo โ€“ Sea Powerโ€“ insieme ad altri elementi come la conformazione delle coste, il carattere della popolazione e il tipo di governo.

Alfred Thayer Mahan | da Wikimedia Commons

Le riflessioni di Mahan hanno avuto un forte impatto prescrittivo per gli apparati del governo statunitense. Lโ€™autore stesso caldeggiรฒ la partecipazione alla guerra ispano-americana (1898), con la quale il Paese si assicurรฒ il controllo di Cuba, Porto Rico, Guam e le Filippine.

Il conflitto avrebbe infatti implicato un importante incremento delle unitร  navali, essenziale per presidiare le rotte nel Pacifico e difendere la costa occidentale da una potenza emergente nella regione, il Giappone.

Nel 1916 il Congresso approvรฒ il โ€œBig Navy Actโ€, seguendo le indicazioni di Mahan circa la necessitร  di possedere una grande flotta da guerra per far valere i propri interessi. In 20 anni, le unitร  della marina americana passarono da 72 nel 1897 a 774 nel 1918, di cui 39 corazzate.

Analizzando alcuni documenti prodotti oggi dalle istituzioni di Washington come โ€œNaval Warfareโ€ โ€“ il manuale congiunto della Marina, del Corpo dei Marines e della Guardia Costiera โ€“ e lo โ€œStrategic Management Planโ€ del Pentagono, possiamo notare come, piรน di un secolo dopo, il Sea Power sia ancora individuato come lโ€™obiettivo primario degli Usa per garantire la sicurezza e la prosperitร  economica della popolazione. A tale fine, la marina รจ descritta come impegnata a prevenire qualsiasi aggressione cinese, contando anche sullโ€™aiuto di alcuni alleati.

Lโ€™importanza del Pacifico per Mahan

Mahan descriveva il Pacifico come unโ€™area geopoliticamente vuota ma contendibile dalle potenze europee, dal Giappone e dagli Stati Uniti. Questโ€™ultimi avrebbero dovuto occupare una serie di avamposti โ€“ ovvero isole, atolli e scogli โ€“ al fine di prevenire qualsiasi mossa degli altri Paesi.

Giร  entro la fine del XIX secolo gli Usa avevano esteso la loro sovranitร  sulle isole Hawaii, le Midway, lโ€™Isola di Wake, le Samoa, Guam e altre piccole isole che, insieme allโ€™Alaska โ€“ acquisita dalla Russia nel 1867 โ€“ rappresentano ancora oggi la rete di territori che permette il controllo di questo oceano e delle rotte che collegano lโ€™America, lโ€™Oceania e lโ€™Indo-Pacifico.

In The Problem of Asia (1900), Mahan descrive il continente asiatico come una grande distesa essenzialmente vuota nella quale un forte attore locale puรฒ proiettarsi senza che le potenze marittime possano intervenire. Lโ€™autore si riferisce in particolare a Russia e Cina. Ma, mentre la prima non potrebbe mai minacciare seriamente gli interessi americani data la lontananza dai mari aperti e caldi, fattore che la colloca in una posizione molto sfavorevole, la Cina รจ sia una potenza di terra che, teoricamente, di mare.

Per questo Mahan era convinto della necessitร  della โ€œpolitica della porta apertaโ€ verso Pechino. Non solo per questioni economiche e commerciali, ma anche relative alla sicurezza delle nazioni occidentali, le quali si sarebbero trovate in pericolo nel momento in cui la Cina avesse perseguito una linea di azione propria.

Cento anni dopo, mentre la Russia cerca ancora di approdare ai mari caldi, Pechino ha superato il โ€œsecolo delle umiliazioniโ€ e, sotto la guida del Partito Comunista, negli ultimi decenni ha attraversato una crescita economica impetuosa tanto da diventare โ€œingombranteโ€ e minacciosa per i Paesi vicini. Proprio verso questโ€™ultimi รจ rivolta lโ€™attenzione statunitense per ricercare un bilanciamento di potenza nella regione dove รจ dispiegata la Settima Flotta.

Alleati e alleanze per fermare Pechino

Per affrontare la sfida posta da Pechino, il Segretario di Stato Antony Blinken ha riassunto la politica dellโ€™attuale amministrazione con tre parole: โ€œinvestire, allearsi e competereโ€. Tra i partner di lunga data nella regione vi sono la Corea del Sud e il Giappone.

Questโ€™ultimo in particolare รจ impegnato in un progressivo riarmo in contrasto con alcune disposizioni della sua stessa Costituzione che vietano lo sviluppo di qualunque forza terrestre, navale e aerea. Il Paese รจ centrale nella strategia americana di contenimento della Cina tenendo anche conto dei seguenti due elementi.

In primo luogo, Tokyo ospita piรน di 50 mila unitร  del personale militare americano considerando le forze armate nel loro complesso. In particolare, di grande rilevanza sono la base navale a Yokosuka โ€“ sede del quartier generale della Settima Flotta โ€“ e le installazioni sullโ€™isola di Okinawa, data la loro vicinanza a Taiwan.

Secondariamente, il Paese รจ parte del Quad โ€“ Quadrilateral Security Dialogue โ€“ alleanza informale stretta giร  nel 2007 con Australia, India e Usa in funzione anticinese e con la quale i partecipanti, tramite una dichiarazione congiunta del 2021, mettono in guardia sullโ€™importanza di contrastare ogni rivendicazione del Dragone nel Mar Cinese Meridionale e Orientale al fine di garantire la sicurezza e la libertร  nellโ€™Indo-Pacifico.

Un altro patto รจ lโ€™Aukus โ€“ acronimo di Australia, Regno Unito e Usa โ€“ una partnership per collaborare sulla difesa navale, la cybersicurezza e con la quale Washington e Londra si impegnano ad aiutare Canberra nella costruzione di sottomarini a propulsione nucleare.

Questโ€™ultima, oltre a essere al centro delle alleanze su cui Washington fa affidamento, da qualche anno รจ molto critica riguardo le iniziative di Pechino come la Nuova via della seta, ritenuta destabilizzante per alcuni Paesi della regione per i rischi di โ€œtrappola del debitoโ€ in cui questi possono incorrere.  

Nella strategia americana trovano posto anche le Filippine. Manila ha infatti dei contenziosi aperti con Pechino riguardo la sovranitร  delle Isole Spratly, localizzate nel Mar Cinese Meridionale, e ha da poco deciso di mettere a disposizione di Washington ulteriori quattro postazioni per lโ€™invio di truppe, portando il totale delle basi statunitensi nel Paese a nove.

Infine, la Casa Bianca ha annunciato nel maggio 2022 lโ€™Indo-Pacific Economic Framework for Prosperity (IPEF), un ambizioso progetto di integrazione economica con altri 12 Paesi della zona tra cui Nuova Zelanda, Australia, Indonesia, Filippine, Vietnam, Giappone e India.

Sulla carta questo partenariato prevede una stretta collaborazione sui settori del commercio, dellโ€™energia rinnovabile, delle catene di approvvigionamento e della lotta alla corruzione; in realtร , molti la ritengono unโ€™iniziativa in contrasto con la Via della seta cinese e utile per rinsaldare i rapporti con i Paesi partecipanti.

Foto in evidenza: By US Indo-Pacific Command – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:INDOPACOM_Emblem_2018.png, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=119427793 By J. E. Purdy, Boston, Massachusetts – https://hdl.loc.gov/loc.pnp/cph.3c20219, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=319599

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Alessandro Taviani

Alessandro Taviani

Sono nato nel 1998 e abito in provincia di Firenze. Storia รจ da sempre la mia materia preferita ma da anni studio e mi interesso di politica internazionale, delle relazioni tra Stati e del mondo della diplomazia. Laureato in Scienze Politiche nel 2021, adesso sono laureando presso la magistrale di Studi Internazionali dell'Universitร  di Pisa. Collaboro con Aliseo per il puro piacere di scrivere e approfondire temi inerenti all'attualitร .

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