Cโรจ un piccolo Paese al centro dellโAsia che importa merci italiane per circa 50 milioni di dollari. Tre anni fa, quando la Russia ancora non aveva avviato la sua Operazione militare speciale, ne importava meno di 5 milioni. Questi dati sono stati portati alla luce dallo studio del Brookings Institution, uno dei piรน importanti think tank americani, che, utilizzando le informazioni disponibili al Fondo Monetario Internazionale, ha verificato come lโItalia, insieme a molti paesi europei, abbia aumentato negli ultimi anni in maniera esponenziale lโexport verso il Kirghizistan.
Il piccolo Stato asiatico, posizionato al centro della Via della Seta, non ha sbocchi sul mare e conta una popolazione inferiore ai 7 milioni di persone. Caratteristiche che, per il think tank di Washington, non possono ยซgiustificare un aumento della domanda internaยป. Proprio per questo motivo, ยซsembra altamente probabile che questo boom delle esportazioni rifletta il trasbordo di merci verso la Russiaยป.
Come fa la Russia ad aggirare le sanzioni occidentali?
Il sospetto รจ quello di una triangolazione tra Europa, Kirghizistan e Russia, necessaria per aggirare le sanzioni imposte dallโUnione Europea dopo lโinvasione russa dellโUcraina del 2022. Negli ultimi tre anni, il Kirghizistan ha aumentato del 953% le importazioni dall’Unione Europea, sfruttando la sua posizione geografica strategica per la logistica. Lo Stato asiatico rimane un importante partner per Mosca, grazie alla sua adesione allโUnione doganale eurasiatica (Uec) insieme a Bielorussia, Armenia, Kazakistan e, ovviamente, Russia.
I Paesi membri dellโaccordo doganale non sono soggetti a dichiarazioni per la circolazione delle merci e non subiscono ispezioni transfrontaliere obbligatorie. Lo spazio economico eurasiatico facilita la riesportazione di merci europee verso la Russia, mentre per le industrie europee consente lโacquisto di beni russi attraverso gli Stati confinanti.
Secondo il Brookings Institution, inoltre, le aziende di alcune nazioni europee, come Germania, Ungheria e Repubblica Ceca, dichiarano parte del loro export come destinato al Kirghizistan, ma in realtร ยซle esportazioni segnalate dalle aziende tedesche verso questo Paese sono ben al di sopra di quelle che il Kirghizistan riporta come importazioni dalla Germaniaยป. Lโipotesi รจ che ยซl’ondata di esportazioni post-invasione non arrivi mai in Kirghizistan e vada direttamente in Russiaยป.
Il divario tra quanto dichiarato dai Paesi europei e quanto invece registrato dal Kirghizistan รจ sproporzionato, soprattutto se si analizzano i dati ungheresi e cechi. Budapest, a maggio 2024, ha registrato oltre 15 milioni di euro in esportazioni verso il Kirghizistan, mentre Biลกkek ha segnalato al Fondo Monetario Internazionale meno di 1 milione di euro in importazioni dall’Ungheria. Un fenomeno simile si osserva nei movimenti di merce tra Praga e Biลกkek, con lโexport ceco attestato intorno ai 20 milioni di euro, mentre i dati kirghisi lo riportano a poco piรน di 1 milione.
Il Kirghizistan non รจ lโunico Stato asiatico ad aver beneficiato indirettamente delle sanzioni europee alla Russia. Anche lโArmenia, incastonata tra il Mar Caspio e il Mar Nero, ha registrato un aumento significativo delle importazioni dallโEuropa. Nel 2024, l’Italia ha esportato nel piccolo Paese caucasico merci per un valore di circa 40 milioni di euro, piรน che raddoppiando il valore rispetto all’inizio del conflitto russo-ucraino.
Una nuova rotta per le merci europee dirette verso oriente?
Lโantico percorso commerciale che collega lโEuropa al Caucaso e allโAsia Centrale, fino alla Cina, รจ chiamato “Corridoio di Mezzo”; per chi รจ piรน avvezzo allโetร moderna, “Via della Seta”; per chi preferisce lโinglese, Trans-Caspian International Transport Route (Titr). Il volume di merci che attraversa il Mar Caspio per poi superare le altissime montagne della catena del Pamir e dellโHindukush รจ aumentato considerevolmente negli ultimi tre anni, a seguito della chiusura della Northern Route, il percorso terrestre che collegava Europa, Russia e Cina.
Nel 2024, il commercio lungo questa tratta ha raggiunto il suo picco, con 3,3 milioni di tonnellate di merci trasportate, segnando un aumento del 463% rispetto al 2021. Consapevole del ruolo strategico di questa rotta, lโUnione Europea ha stanziato circa 10 miliardi di euro per migliorare le infrastrutture lungo il percorso. Lโiniziativa puรฒ portare numerosi benefici, ma al tempo stesso presenta rischi strategici.
Secondo Alberto Rizzi, policy fellow presso il Consiglio Europeo per le Relazioni Estere, la Russia potrebbe ยซtrarre beneficio dallo sviluppo di questo percorso, dirottando alcune delle sue merci lungo il Corridoio di Mezzo per proteggerle dagli attacchi ucraini alle ferrovie siberiane o per aggirare le sanzioni e i controlli sulle esportazioni, cosa che sta giร accadendo nelle economie dellโAsia Centraleยป. Inoltre, questo favorirebbe lโinfluenza della Cina nella regione asiatica.
Nonostante i rischi, Rizzi sostiene che ยซlโUe ha la possibilitร di posizionarsi come un grande attore geopolitico nella regione, facendo leva sulle preoccupazioni dellโAsia Centrale per lโapproccio espansionista di Cina e Russiaยป. Gli investimenti infrastrutturali dovrebbero essere collegati a un ยซpartenariato energetico e industrialeยป, aggiungendo che ยซgli europei, qualora non si impegnino a sostenere il progetto, saranno superati dalla concorrenza russa e cineseยป.
Immagine in evidenza: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Kyrgyzstan_-_48215582271.jpg