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L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

L’India sulla Luna: Delhi riesce dove Mosca fallisce

L’India sulla Luna: Delhi riesce dove Mosca fallisce

Mentre atterra sulla Luna la sonda spaziale indiana Chandrayaan-3, Mosca deve ripensare le proprie capacitร  spaziali

Il 23 agosto scorso รจ atterrata sulla Luna la sonda spaziale indianaย Chandrayaan – 3, la prima nella storia a raggiungere il polo sud del satellite terrestre. Un lato inesplorato che sarebbe di interesse scientifico per via della probabile presenza di ghiaccio dโ€™acqua, che potrebbe essere usato per sostenere la presenza umana.

Il traguardo raggiunto ha inoltre permesso a Delhi di diventare competitiva nella corsa allo spazio ma – allo stesso tempo – ha messo in mostra i limiti di Mosca, un tempo leader del settore. Pochi giorni prima, infatti, la Russia annunciava il fallimento dellaย missione Luna – 25, che avrebbe dovuto raggiungere lo stesso obiettivo indiano.

โ€œDobbiamo tornare a padroneggiare tutte le tecnologieโ€ ha dichiarato Jurij Borisov, il capo dellโ€™agenzia spaziale russa – conosciuta anche con il nome di Roscosmos – pur rassicurando che i lavori per le missioni Luna – 26 e Luna – 27 non solo continueranno ma accelereranno.

Il lander della Chandrayaan-3 | Wikimedia Commons

Tra le cause dellโ€™insuccesso della missione di Mosca ci sarebbe lโ€™utilizzo di sistemi ormai arcaici, dovuto probabilmente anche alle difficoltร  di reperire risorse e componenti spaziali aggiornate, per via delle sanzioni imposte dallโ€™Occidente. La stessaย European Space Agencyย avrebbe dovuto collaborare con Roscosmos ma con il concretizzarsi dellโ€™invasione ucraina, lโ€™organizzazione ha deciso di sospendere qualunque tipo di sostegno.

โ€œLโ€™ereditร  spaziale della Russia durante la Guerra Fredda rimarrร  solo quello, unโ€™ereditร โ€, dichiara alla Cnn Victoria Samson, la direttrice dellโ€™ufficio di Washington dellโ€™istituto Secure World Foundation, unโ€™organizzazione non-profit che promuove lโ€™esplorazione pacifica dello spazio.

Dall’India a Artemis, la nuova corsa alla Luna e allo spazio

Ma se la Russia parrebbe essere fuori dai giochi e lโ€™India sembra aver appena iniziato il suo processo integrativo tra i giganti dello spazio, quali Paesi ad oggi possono essere definiti davvero competitivi e in grado di svelare i segreti dellโ€™universo per primi?

Da un lato a governare la competizione ci sono gli Stati Uniti, da sempre allโ€™avanguardia nel settore. Washington sta infatti tentando di consolidare il suo potere nellโ€™outer spaceย attraverso il programmaย Artemisย con lโ€™obiettivo di mandare nuovi astronauti sulla Luna entro il 2024.

Un traguardo importante visto che si tratterebbe del primo lancio con persone a bordo dal 1972. Ma stavolta lโ€™intento รจ quello di restare e stabilire una presenza fissa sul satellite terrestre. Creare nuovi mercati e opportunitร  economiche, permettere sviluppi nellโ€™esplorazione e nella ricerca scientifica, sono le ragioni principali che il governo statunitense ha fornito per le sue missioni spaziali.

Ma non finisce qui. Per la Nasa questo traguardo rappresenterebbe solo il primo tassello di un puzzle molto piรน grande. Se le missioni sulla Luna dovessero avere successo, gli Stati Uniti sarebbero giร  pronti a espandere ulteriormente i propri confini, inviando le prime delegazioni su Marte che, secondo i piani, dovrebbero partire giร  dal 2030.

A partecipare alla corsa sembra perรฒ esserci anche un nuovo attore globale, ovvero la Cina. Secondo lo Space Threat Assessment Report di questโ€™anno, Pechino, infatti, โ€œcontinua a fare progressi verso il suo obiettivo di diventare il leader mondiale nello spazioโ€. Il completamento della stazione spaziale cinese Tiangong a novembre 2022 e il successo di numerosi lanci di sonde hanno permesso allo Stato asiatico di diventare una minaccia per i programmi americani.

In un documento dellโ€™intelligence statunitense ottenuto dal Washington Post si legge che โ€œla Cina puรฒ mettere a rischio risorse strategiche statunitensi e alleateโ€. E questo non solo attraverso uno sviluppo competitivo di programmi e infrastrutture, ma anche con metodi spesso non โ€œcorrettiโ€. Piรน volte in passato Pechino รจ stata accusata di disabilitare o distruggere satelliti avversari. In particolare, i suoi obiettivi principali sembrerebbero essere proprio i satelliti Starlink, costruiti da SpaceX, lโ€™azienda aerospaziale fondata dallโ€™imprenditore sudafricano Elon Musk.

Un modello della stazione spaziale cinese Tiangong, operativa dal 2021 | Wikimedia Commons

Per contrastare quella che la Cina reputa una minaccia, Pechino pianifica di lanciare in orbita oltre 13.000 satelliti. Una strategia che punta non solo a rafforzare la sua presenza fuori dal nostro pianeta, ma anche a formulare una nuova tattica militare.

Nelle prime fasi della guerra tra Russia e Ucraina, Starlink รจ stato uno strumento essenziale per permettere avanzamenti e successi delle missioni organizzate da Kiev. Dallโ€™identificazione di target militari alle comunicazioni tra i soldati, i satelliti di Musk sono riusciti a cambiare le sorti del conflitto.


Ed รจ proprio questo potere a far tremare Pechino. Se le tensioni tra Cina e Taiwan dovessero crescere, aumenterebbe anche il pericolo di un collegamento tra Taipei e Starlink, rendendo difficile un ipotetico attacco cinese, proprio comโ€™รจ avvenuto con la Russia. Una competizione, dunque, sempre piรน agguerrita in cui le principali potenze mondiali si giocano non solo il controllo dello spazio ma anche i futuri assetti geopolitici globali, proprio qui sulla Terra.

Foto in evidenza: “Flag-map of India (de-facto)” by Stasyan117 is licensed under CC BY-SA 4.0.

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Alessandra Neri

Alessandra Neri

Giornalista praticante da sempre appassionata di geopolitica.

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