ร risaputo che situazioni di profonda crisi economica, sociale e politica generano un senso di smarrimento e di vacuitร da cui le fasce piรน povere ed emarginate della popolazione di un paese provano a fuggire tramite lโuso di sostanze stupefacenti. Non รจ una novitร ed รจ una tendenza che, piรน o meno, puรฒ ritrovarsi invariato in ogni parte del globo, persino nelle modernissime e decadenti capitali occidentali.
Non รจ una sorpresa quindi che questo fenomeno sia in costante crescita in uno dei luoghi del mondo piรน martoriati e devastati: il Medio Oriente. Straziato da unโinfinitร di guerre senza senso e profondamente distruttive, la culla della civiltร รจ oggi il punto focale di unโattivitร di commercio e consumo di stupefacenti senza eguali in quella parte del globo.
LโIraq, che di tragedie ne ha viste piรน di qualunque altro paese negli ultimi quarantโanni, รจ il centro nevralgico di questo consumo, con le sue generazioni piรน giovani che sempre piรน spesso scivolano verso una dipendenza da cui รจ quasi impossibile uscire, viste le condizioni strutturali di quel paese. Tre guerre devastanti, nellโ80, nel โ91 e nel 2003, e i dieci anni di occupazione americana, hanno lasciato un deserto lรฌ dove un tempo esisteva una potente nazione, seppur con i suoi cronici difetti. Ad oggi non vi รจ un singolo iracheno che non abbia vissuto esperienze strazianti e, cosรฌ come vale per lโAfghanistan, dopo cosรฌ tanto tempo in quelle condizioni si fossilizzano una serie di comportamenti deleteri che รจ poi molto difficile sradicare.
Il primo di questi comportamenti, che diventa quasi un modello di vita, รจ lโuso smodato e indiscriminato della violenza. La societร irachena di oggi รจ avvezza, assuefatta, alla convivenza con un livello cosรฌ elevato di atti violenti da non permettere a nessuno di sfuggire a questa morsa. Le milizie dominano il paese da ormai piรน di un decennio e sono quasi ventโanni che si compiono efferati attentati sul suo territorio.
Non รจ un caso, quindi, che si cerchino nuovi modelli dโevasione da questo inferno. E la droga รจ uno di questi, seppur non propriamente sconosciuta prima del nuovo millennio nel paese. Ciรฒ che era invece sconosciuta era perรฒ la diffusione di questo fenomeno, che specialmente nel sud del paese รจ ormai quasi la norma.
Un tempo la droga transitava sul territorio iracheno, arrivando principalmente dallโIran, per poi prendere le varie rotte che lโavrebbero portata in Europa, nel Golfo ed in altri paesi della regione. Era difficile, quando non impossibile, che si trovassero ingenti quantitร di sostanze stupefacenti prodotte sul territorio e ivi consumate. Durante il regime di Saddam era tuttโaltro che facile compiere attivitร clandestine cosรฌ imponenti come quelle richieste da una produzione massiccia di droghe nel paese. Ad oggi non รจ piรน cosรฌ e le ragioni di questo cambiamento sono piuttosto evidenti: amministrazione statale inesistente, povertร , frammentazione e milizie incontrollate.
Tutto nasce nel cimitero degli imperi
ร risaputo che il cuore pulsante del commercio e della produzione di oppiacei sia lโAfghanistan, dove per secoli se ne sono coltivati e lavorati i fiori. Da quando hanno preso il potere i Talebani ne hanno vietato invece la coltivazione, fatto curioso se si tiene a mente che la maggior parte dei loro finanziamenti durante la guerra con gli Stati Uniti derivava proprio dal commercio di queste sostanze.
Quanto il loro divieto possa far diminuire il problema della droga in Medio Oriente non รจ facile capirlo, ma rimane probabile che in molte parti del paese non si abbia nรฉ la voglia nรฉ la capacitร di far rispettare questa inversione di rotta. Erano moltissimi, dopotutto, gli agricoltori che derivavano la quasi totalitร del proprio reddito da questo commercio.
Se la condizione dellโAfghanistan รจ ben nota e ben documentata, molto meno nota รจ la profonda crisi e lโelevato consumo di stupefacenti che si rileva nel vicino Iran, ad oggi uno dei piรน importanti consumatori al mondo. Anche lรฌ le ragioni sono piuttosto palesi e sarebbe inutile ripetere le solite condizioni strutturali che favoriscono questo tipo di fenomeno. Tuttavia, รจ interessante nellโottica specifica di ciรฒ di cui stiamo parlando: del consumo di droga in Iraq. Tra i tre paesi puรฒ essere infatti tracciata una linea diretta e continua e ciรฒ spiega perchรฉ il fenomeno si sia cosรฌ tanto radicato sul territorio iracheno, nonostante storicamente non vi sia mai stato un consumo cosรฌ elevato di stupefacenti in quello stato.
In qualche anno lโIraq รจ passato da essere una semplice tappa di un commercio piรน grande volto a mercati ben piรน remunerativi ad essere non solo meta di destinazione ma addirittura punto di partenza di un commercio piรน limitato e piรน semplice di stupefacenti di โbassa qualitร โ.
Nei governatorati di Maysan e Basra si produce una gran quantitร di Captagon e di Meth, che vengono poi reindirizzate lungo il vicino confine con lโIran o reimmesse nel mercato interno, specialmente in quelle regioni. A favorire questo sistema sembrerebbero esserci alcune milizie filoiraniane che proprio tramite i loro contatti con i vicini correligionari persiani riescono a far passare le merci al confine.
Le forze preposte al contrasto di questo fenomeno non sono sufficienti nรฉ sufficientemente equipaggiate per lo scopo e il paese manca completamente di know-how e di strutture adatte alla gestione delle persone che tentano la disintossicazione. Come detto, il consumo intensivo e diffuso di stupefacenti รจ cosa del tutto nuova in Iraq. Se si considera poi lโavversario che le autoritร devono affrontare, le milizie, e i mezzi a loro disposizione si comprende che la lotta รจ piรน che impari: รจ semplicemente impossibile. Qualche poliziotto di frontiera non riuscirร a fermare e contrastare le potenti e ben armate milizie del sud.
In Iraq la droga รจ una calamitร nelle calamitร
Ad oggi, secondo numerosi attivisti, nella fascia di etร compresa tra i 15 e i 35 anni ci sarebbe circa un 40% di persone che fa uso di queste droghe. La percentuale ovviamente aumenta sensibilmente nel sud del paese, dove le sostanze sono ampiamente piรน diffuse e dove spesso vengono prodotte. Lโimpossibilitร delle autoritร di intervenire; i tabรน tribali e sociali e i forti legami clientelari fanno sรฌ che sia pressochรฉ impensabile un ridimensionamento del fenomeno nel breve periodo. Considerando poi che molti dei leader delle stesse milizie che gestiscono questo traffico sono legati a politici che siedono in parlamento a Baghdad o, peggio, sono essi stessi dei parlamentari, si comprende che questa tragedia non avrร una facile soluzione.
La stessa classe politica che dovrebbe far in modo che ciรฒ non accada, come in tutti gli altri aspetti orribili della vita irachena, ha tutto lโinteresse affinchรฉ la situazione permanga. Niente di nuovo, dunque, in un paese che di situazioni analoghe ne ha viste decine negli ultimi anni, รจ soltanto lโennesima calamitร tra le tante che affliggono il paese. Anche qualora si trovasse un nuovo Parlamento, un nuovo Presidente e quantโaltro รจ molto difficile che le cose possano cambiare. Persino se Sadr dovesse arrivare al potere. Si tratta di una condizione strutturale, tipica, di un paese ormai in rovina.
Come in tutti i casi simili รจ la societร civile che sta lentamente cercando di risolvere le lacune lasciate dalle autoritร ma difficilmente, visto il contesto in cui si muovono alcuni attivisti, avranno qualche successo. La societร irachena, specie nel sud, รจ piuttosto complessa e non รจ facile muoversi negli ambienti tribali e clientelari senza farsi troppi nemici.
A complicare tutto si รจ anche scoperto che gran parte dei corrieri della droga locali che attraversano il confine da e per lโIran sono donne, visto che possono trattenere sotto le ampie vesti numerosi โpanettiโ di droga e che difficilmente verranno perquisite dalle forze dellโordine. ร ovvio lo scandalo che scoppierebbe se dei poliziotti cominciassero a fare questo tipo di perquisizioni.
La droga รจ solo uno dei tanti problemi dellโIraq, forse neanche il piรน pressante, ma รจ un tetro segnale di allarme per il futuro del paese e per le sue giovani e giovanissime generazioni. Con quasi un terzo dei ragazzi che cade tra le spire degli stupefacenti tra lโindolenza ed il disinteresse generale delle autoritร , lโIraq sta ipotecando il proprio futuro prossimo, probabilmente senza possibilitร di rimedio.
Non esistono soluzioni semplici e sbrigative nel medio termine, ma qualcosa dovrร prima o poi venir fatto per evitare che quel paese sprofondi ancora piรน in un baratro che viene scavato da quasi quarantโanni. Quando lโinstabilitร si cronicizza รจ difficile tornare indietro e la droga sembra una via di fuga che perรฒ porta con sรฉ ancora piรน instabilitร . ร lโuroboro del terrore iracheno.
Foto in evidenza: “Public Domain: Baghdad Parade Grounds (DOD)” by pingnews.com is marked with Public Domain Mark 1.0.