In questo report:
- L’M23 conquista anche Bukavu
- Il ruolo dei minerali nella guerra civile
- La situazione per Kinshasa รจ disperata
Dopo la presa di Goma, il capoluogo della provincia del Nord Kivu, i ribelli congolesi di etnia tutsi del Movimento 23 marzo (M23) hanno conquistato domenica scorsa anche Bukavu, il capoluogo del Sud Kivu. Lโavanzata dei ribelli, appoggiati dal Ruanda, in una delle regioni piรน ricche di minerali della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), appare inarrestabile.
A conferma della presa della cittร il portavoce dell’M23, Willy Ngoma, ha pubblicato su X un video di un gruppo di combattenti in posa nella centrale Piazza dell’Indipendenza a Bukavu.
In seguito alla caduta della cittร la reazione del governo di Kinshasa non si รจ fatta attendere, espressa in toni duri tramite una nota ufficiale: ยซIl Ruanda persegue ostinatamente il suo piano di occupare, saccheggiare e commettere crimini e gravi violazioni dei diritti umani sul nostro territorioยป.
Come avvenuto per Goma, tuttavia, alle parole del governo non sono seguiti i fatti. Le Forze armate congolesi sembrano infatti incapaci di respingere i ribelli dellโM23, con questi ultimi che dalla ripresa attiva degli scontri nel 2022 non hanno praticamente mai perso nessuno scontro militare di rilievo.
Il 17 febbraio il braccio politico di M23, l’Alleanza del fiume Congo โ M23, ha rilasciato un comunicato in cui invitava ยซtutte le forze politiche e sociali nella Rdc a unirsi alla lotta costituzionale per la liberazione del Paeseยป. Appare dunque improbabile che la situazione nella Rdc possa stabilizzarsi nel breve periodo.
Mentre lโM23 entrava a Bukavu, ad Addis Abeba (capitale dellโEtiopia) si svolgeva il summit dellโUnione Africana, a cui ha preso parte anche il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che ha cosรฌ commentato la situazione in Congo: ยซL’escalation regionale deve essere evitata a tutti i costi. Non esiste una soluzione militare. La situazione di stallo [diplomatico] deve finire e il dialogo deve iniziareยป.
Piรน duro il presidente del Burundi, Evariste Ndayishimiye, che essendo di etnia hutu – quindi rivale sia dei tutsi al governo in Ruanda che dei combattenti M23 – ha voluto sottolineare il rischio che il conflitto possa degenerare in una guerra piรน ampia: ยซSe continua cosรฌ, la guerra rischia di diffondersi nella regioneยป.
Conflitto etnico e interessi economici: le ragioni dietro alla guerra civile congolese
Le ragioni che hanno portato allโennesimo conflitto civile in Congo sono principalmente due; la prima di natura etnico-tribale, la seconda di natura economica. Per giustificare l’imposizione di sanzioni contro lโM23, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite asserisce: ยซdiverse testimonianze oculari affermano che M23 riceve rifornimenti militari generali dalle Forze di difesa ruandesi sotto forma di armi e munizioni, oltre al supporto materiale per le operazioni di combattimentoยป.ย
Il governo ruandese, guidato dallโex guerrigliero di etnia tutsi Paul Kagame, finanzia, arma e supporta l’M23. Facile spiegarne il motivo: dopo una vita passata a combattere per i diritti politici dei tutsi in Ruanda alla guida del Fronte patriottico ruandese, Kagame riuscรฌ ad assumere il controllo del suo Paese natio al termine dellโevento piรน drammatico degli anni Novanta, il genocidio ruandese del 1994.ย
In quellโanno, a seguito dellโassassinio da parte di ignoti dellโallora presidente Juvรฉnal Habyarimana, la maggioranza hutu diede il via alla macabra mattanza, che vide perire fra le 500mila e le 800mila persone appartenenti alla minoranza tutsi. Proprio verso la fine del genocidio, le milizie del Fronte patriottico ruandese riuscirono a conquistare il Paese, uccidendo o mettendo in fuga la maggior parte dei capi hutu e delle loro forze.
Molti di essi si rifugiarono proprio in Congo, fondando le Forze democratiche per la liberazione del Rwanda, in un territorio (quello confinante col Ruanda) dove era presente anche una consistente minoranza tutsi, ora organizzatasi nellโM23.
Oltre allโodio interetnico, il conflitto civile nella Rdc รจ anche motivato da ragioni economiche. Come รจ noto, la regione del Kivu abbonda in materie prime, tra cui i minerali. Essa รจ il luogo di maggiore estrazione del coltan e dei suoi derivati, fra cui leย 3T, ossia tantalio, stagno e tungsteno (ma anche oro), tutti materiali indispensabili per la produzione di dispositivi elettronici.
Non sorprende quindi che lโM23 fra aprile e maggio dello scorso anno abbia occupato la miniera di Rubaya, una delle piรน grandi al mondo, dove un rapporto delle Nazioni Unite stima 880mila dollari di guadagni derivanti dalle tasse imposte sulle attivitร di estrazione mineraria e di trasporto. Gli esperti ritengono che questa situazione costituisca ยซla piรน grande contaminazione mai registrata delle catene di approvvigionamento minerario nella regione dei Grandi Laghiยป.ย
Questi fondi illeciti vengono reinvestiti dall’M23 per la modernizzazione del proprio equipaggiamento militare, mentre gran parte dei minerali estratti viene indirizzata verso il vicino Ruanda e successivamente immessa nei mercati mondiali.
Dโaltra parte, come riportato dallโOng Global Witness, la maggior parte dei colossi Big Tech, come Apple, Google, Microsoft e Tesla, non dispone di sistemi efficaci per evitare che le risorse contrabbandate finiscano nelle loro catene di approvvigionamento.
La situazione di Kinshasa รจ disperata, lโM23 ha tutte le opzioni sul tavolo
Alla luce dei proventi illegali dovuti ai blood minerals e al supporto diretto dato dal Ruanda, risulta chiaro che M23 resterร lโattore principale nell’est della Rdc. Il governo di Kinshasa sconta lโendemica inefficienza delle sue Forze armate, aggravata dalla resa ai ribelli tutsi dei circa 300 mercenari rumeni assunti dal governo congolese per difendere la cittร di Goma.
La disparitร di mezzi (oltre che di morale) fra le Forze armate della Rdc e lโM23 รจ destinata a crescere. La nuova offensiva dei ribelli, culminata nella presa di Bukavu, ha di fatto reso il lago Kivu un โmare internoโ tutsi, senza dimenticare che al centro del lago si trova lโisola Idjwi, con le sue miniere di tantalo, che certamente saranno una nuova fonte di finanziamento per i ribelli.
Non รจ certo un caso che la pagina ufficiale dellโM23 su X abbia annunciato la riapertura dei porti di Goma e Bukavu, a partire da martedรฌ 18 febbraio; porti che torneranno utili per esportare in Ruanda i minerali estratti e per ricevere materiale bellico dal regime di Kagame. Dal punto di vista strategico, la presa di Bukavu apre inoltre una nuova via di collegamento fra i territori controllati dallโM23 e la cittร ruandese di Cyangugu.
Il governo della Rdc si trova ora nel suo momento piรน disperato, privato dellโapporto dei mercenari rumeni, e, a partire da martedรฌ 18 febbraio, anche del supporto dei soldati dellโesercito del Burundi dispiegati nel Kivu. A Kinshasa non resta che puntare tutto sulla mediazione di un cessate-il-fuoco e sullโaumento del supporto militare dal Sudafrica.
Come riportato da Reuters, Pretoria avrebbe inviato altri 800 militari nel Paese per rinforzare il contingente di 2900 uomini ivi presente (cifra molto elevata se si considera che lโesercito sudafricano conta solo 38mila uomini).
Il 19 febbraio, invece, lโesercito ugandese avrebbe inviato forze e mezzi nel capoluogo della regione di Ituri, a nord del Kivu. Secondo il portavoce delle forze armate ugandesi, generale maggiore Felix Kulayigye, il dispiegamento รจ stato autorizzato dagli omologhi congolesi, in virtรน delle difficoltร incontrate nellโassicurazione della sicurezza nellโarea.
Lโevento รจ rilevante per la crescente percezione negativa dei vicini rispetto alla situazione di Kinshasa. LโUganda, cosรฌ, inizia a costruire una propria zona cuscinetto per evitare lo sconfinamento delle violenze nel suo territorio e si assicura un’area dโinfluenza in quella che sembra una vera e propria spartizione dellโest del Paese.
Le autoritร della Repubblica Democratica del Congo non possono far altro che rimanere a guardare, nella speranza che i tentativi di mediazione volgano a favore proprio e degli alleati.
I ribelli di M23 dispongono invece di un ventaglio di scelte molto piรน ampio. Continuare le proprie conquiste nel Kivu, aumentando il controllo sulle miniere e i conseguenti proventi del contrabbando di minerali, oppure fermarsi e consolidare le recenti conquiste. Molto dipenderร da quanto in lร sono disposti a spingersi Sudafrica e Burundi, lโipotesi di una guerra regionale non รจ mai stata cosรฌ reale.
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