La NATO Air Policing è una missione, che ha lo scopo di preservare e difendere la sicurezza dello spazio aereo dell’Alleanza Atlantica. Tale missione è attiva 24/24 per tutto l’anno e prevede una presenza di sistemi d’arma, in particolare caccia, sempre pronti a reagire tempestivamente a violazioni dello spazio aereo della NATO in operazioni denominate scramble, decollo immediato di caccia, solitamente in coppia, al fine rilevare ed intercettare il velivolo che ha sconfinato nello spazio aereo di un Paese della NATO.
Il Supreme Allied Commander Europe (SACEUR) è al comando generale della missione della NATO Air Policing e svolge il compito principale di supervisionare e fornire il giusto supporto a tutti i Paesi membri dell’Alleanza. Infatti, alcuni di Paesi contribuiscono a fornire l’integrità dello spazio aereo ad altri che non hanno le stesse capacità in termini di aerei da combattimento.
Il SACEUR insieme all’Allied Air Command (AIRCOM) dà l’ordine di intervenire quando è necessaria un’intercettazione tramite uno scramble. L’AIRCOM è composto da due Combined Air Operations Center (CAOC): uno a Torrejòn, in Spagna, che copre lo spazio aereo a sud delle Alpi e uno a Uedem, in Germania, quello a nord.
Aree Operative della NATO Air Policing
Come già accennato i Paesi che sono privi dei mezzi necessari per preservare il proprio spazio aereo e quello dell’Alleanza sono assistiti da altri Paesi membri. Attualmente la NATO opera in cinque missioni regionali: Stati Baltici, Fase di Potenziamento dal 2014, Adriatico orientale e Balcani occidentali, Islanda e Benelux.
Sin dall’ingresso di Estonia, Lettonia e Lituania nel 2004 nella NATO è attiva una missione per la polizia aerea, alla quale i Paesi membri contribuiscono volontariamente e il comando della stessa cambia ogni 4 mesi. Le basi utilizzate dall’Alleanza sono quello di Siauliai in Lituania e dal 2014 anche quello di Amari in Estonia. La fase di potenziamento a partire dal 2014 avviene in risposta all’annessione russa della Crimea, comportando a un aumento dei velivoli schierati nel fianco est in particolare in Polonia, Bulgaria e Romania.
Nei Balcani, Ungheria e Italia coprono lo spazio aereo della Slovenia, invece quello dell’Albania, del Montenegro e della Macedonia del Nord è coperto congiuntamente da Italia e Grecia. In Islanda, unico Paese NATO a non possedere delle Forze Armate permanenti, dal 2006 gli Stati Uniti mantengono una missione permanente schierando diversi caccia presso la base aerea di Keflavik. Nel Benelux i tre Stati che ne fanno parte hanno siglato un accordo nel 2015 per istituire una missione di polizia aerea congiunta, iniziata ufficialmente a gennaio 2017.
L’Aeronautica Militare nelle missioni della NATO Air Policing
L’Italia è implicata in diverse missioni di Air Policing sullo spazio aereo dell’Alleanza. Durante la NATO Baltic Air Policing, missione durata 15 mesi terminata nel dicembre 2021, l’Aeronautica Militare ha schierato a rotazione diversi velivoli soprattutto gli Eurofighter. Dal 15 settembre 2021, nell’ambito della Task Force Air Baltic Eagle II, sono stati impiegati per la prima volta dei caccia di quinta generazione, gli F-35A dell’Aeronautica Militare. Quest’ultimi, negli anni passati, sono stati inviati nel 2020 in Islanda, nell’operazione Northern Lighting II, dopo il successo della Northern Lighting I del 2019.
In Polonia, sempre l’Aeronautica Militare è impegnata nell’operazione Task Force Air (TFA) White Eagle ed ha schierato 4 Eurofighter nella base di Krolewo, che si trova in una posizione strategica a 3 minuti da Kaliningrad, a 15 dal confine bielorusso e 20 da quello ucraino. La TFA White Eagle è diretta dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI) e conta un totale di 130 effettivi dell’Aeronautica Militare. Nel dicembre del 2022 si è conclusa la missione, nella quale gli Eurofighter sono stati impiegati per più di 500 ore di volo eseguendo 23 scramble per la presenza di velivoli russi che operavano nella zona di competenza dei caccia italiani.
Il 25 novembre 2022, sono stati dispiegati 14 caccia della NATO in Romania, che è diventata sempre più strategica e rilevante nella strategia di contenimento nei confronti della Russia, nell’ambito della missione di potenziamento dell’Air Policing iniziata nel 2014. In totale, sul suolo rumeno, sono presenti 4 Eurofighter italiani alla base di Mihail Kogalniceanu, 6 F-18 Hornet spagnoli a Fetesti, mentre a Siauliai, Lituania, 4 Rafale francesi in supporto degli stati baltici. L’operazione denominata TFA-R, Romania, Gladiator sarà attiva fino a luglio 2023 prosegue la Black Storm conclusasi nel luglio 2022.
NATO Integrated Air and Missile Defense
La NATO Air Policing, istituita nel 1961, è parte integrante della NATO Integrated Air and Missile Defense (IAMD), la quale comprende anche la Ballistic Missile Defence (BMD) volta a difendere lo spazio aereo dell’Alleanza dai missili balistici a corto e medio raggio. Inoltre, in Europa è presente lo European Phased Adaptive Approach (EPAA) che prevede lo schieramento del sistema Aegis Ashore in Romania e in Polonia, più le navi Aegis della classe Alvaro de Bazan della Marina Spagnola presso la base di Rota. In Turchia è presente un radar BMD presso Kurecik. Francia e Italia ospitano il sistema missilistico terra-aria SAMP/T.
Sconfinamenti nello spazio aereo NATO nella guerra in Ucraina
Agli inizi di marzo a Zagabria è esploso un Tupolev TU-141 STRIZH ucraino senza causare morti. Tale drone può essere assimilato più ad un missile da crociera più che ad un drone ed è utilizzato per raccogliere dati in operazioni ISTAR (Intelligence, Surveillance, Target, Acquisition e Recoinassance).

Il fatto che sia esploso nella capitale croata, probabilmente per un malfunzionamento nel sistema di guida, ha destato varie domande riguardo la prontezza operativa della NATO nel monitorare lo spazio aereo in quanto l’UAV ha sorvolato lo spazio aereo dell’Ungheria prima di cadere in Croazia (per dare un’idea della traiettoria percorsa, Zagabria è distante 900 km da Leopoli, città nell’occidente dell’Ucraina).
È possibile che il TU-141 sia stato impiegato dall’Ucraina per colpire l’aeroporto russo di Engels dove sono presenti i bombardieri strategici TU-160 e i TU-95S, fondamentali per la deterrenza nucleare di Mosca. Questo attacco ha messo in luce la difficoltà della Russia di rilevare un missile/drone nemico che è riuscito a colpire una struttura così sensibile
Un altro caso di sconfinamento è avvenuto a novembre, quando un S-300 ucraino è caduto in un villaggio polacco di confine Przewodow, causando la morte di due cittadini. È possibile che l’esplosione del missile antiaereo sia, anche in questo caso, stata causata da un malfunzionamento nel sistema di guida.
Foto in evidenza: “Lockheed Martin F-35 ‘Lightning II’ Heritage Flight Team” by aeroman3 is marked with Public Domain Mark 1.0.