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La sacralità di Notre Dame vincerà le fiamme

La sacralità di Notre Dame vincerà le fiamme

Un rogo imponente, ingordo e terrificante ha avvolto per ore la cattedrale di Notre-Dame de Paris: alle 18,50 di lunedì 15 Aprile questo colossale monumento veniva spolpato dalle fiamme veraci, rimanendo ostaggio di un incendio indifferente alle preghiere commosse e ai canti solenni dei fedeli in lacrime. Fiaccole e mani giunti tappezzavano l’Île de la Cité, illuminando questa piccola isoletta sulla Senna nel cuore della capitale francese;

Un rogo imponente, ingordo e terrificante ha avvolto per ore la cattedrale di Notre-Dame de Paris: alle 18,50 di lunedì 15 Aprile questo colossale monumento veniva spolpato dalle fiamme veraci, rimanendo ostaggio di un incendio indifferente alle preghiere commosse e ai canti solenni dei fedeli in lacrime. Fiaccole e mani giunti tappezzavano l’Île de la Cité, illuminando questa piccola isoletta sulla Senna nel cuore della capitale francese; proprio su questa porzione di terra si stava assistendo ad una violenza sterminatrice che presagiva soltanto il peggio, cioè la distruzione totale della meravigliosa cattedrale. Ma grazie alla prestazione eroica dei vigili del fuoco, la struttura portante è tuttora esistente e permane stabile, seppur danneggiata dal fuoco.

Notre-Dame, emblema del gotico mondiale e reperto straordinario del periodo medievale, è stata costruita nel corso del XII e XIII secolo, subendo delle modifiche anche sul finire dell‘800 (alcune parti arse appartenevano proprio al XIX secolo, come la guglia pesante 750 tonnellate).
Una parte del mondo rischiava di diventare cenere e con essa un frammento dell’umanità: Notre-Dame non è solo una straordinaria opera d’arte, ma è la testimonianza tangibile del passaggio di culture, popoli e tradizioni. É la Cattedrale per antonomasia, è la cristianità, è il faro per quella comunità di fedeli che si commuove dinnanzi alle guglie vertiginose e ai gargouille ruggenti: inoltre il museo della cattedrale custodiva la corona di spine di Cristo e la tunica di San Luigi, due reliquie sacre messe in salvo grazie all’efficienza dei pompieri.
Tuttavia Notre-Dame appartiene anche ad atei, credenti, parigini, europei e a tutti coloro i quali si riconoscono nella bellezza di un capolavoro simile e ne apprezzano la potenza simbolica (ogni anno vanta 16 milioni di persone, assumendo così il primato di monumento più visitato).
Notre-Dame è una perla della cultura mondiale e ha scritto alcune pagine della sua storia: il 2 dicembre 1804, proprio tra le sacre mura della cattedrale, Napoleone si faceva incoronare imperatore e nel 1831 Victor Hugo, scrittore sublime del Romanticismo, pubblicava il suo capolavoro proprio dal titolo “Notre-Dame de Paris”. E involontariamente fu proprio Hugo nel suo romanzo a profetizzare un incendio della cattedrale, anche se con la seguente descrizione l’autore alludeva ad un escamotage messo in atto da Quasimodo per distrarre i malviventi:

“Tutti gli occhi si erano alzati verso il sommo della chiesa, ciò che vedevano era straordinario. In cima alla galleria più elevata, più in alto del rosone centrale, c’era una grande fiamma che montava tra i due campanili, con turbini di scintille, una grande fiamma disordinata e furiosa di cui il vento a tratti portava via un limbo nel fumo” (Victor Hugo aveva più volte denunciato la pessima condizione di Notre-Dame e sosteneva che “se avessimo il piacere di esaminare una ad una le diverse tracce di distruzione impresse sull’antica chiesa, quelle dovute al tempo sarebbero la minima parte, le peggiori sarebbero dovute agli uomini”)
Ma Quasimodo ed Esmeralda non sono semplicemente due personaggi nati dalla penna di un genio come Hugo, perché la Walt Disney nel 1996 ha fatto emozionare grandi e piccini con un cartone animato creato proprio sull’opera del poeta francese, dando voce e colori al campanaro deforme dall’animo buono e alla sensibile gitana caritatevole, avvicinando ulteriormente il grande pubblico alla cattedrale. La guglia (meglio conosciuta come la flèche), crollata insieme al tetto ligneo (elemento originale del 1200), era proprio quella su cui il gobbo tristemente si arrampicava senza speranze, per ammirare desolato dall’alto di Notre-Dame la vita quotidiana impeditagli dal cardinale/giudice Claude Frollo: assistere imbelli proprio alla caduta di quella guglia è stato un pugnale nel cuore per tutti coloro i quali hanno cantato e gioito di fronte alle avventure di Quasimodo e si sono emozionati per la sua rivalsa finale targata Disney.
Ma oltre al riferimento cinematografico, letterario e teatrale (pensando al musical di Cocciante), lunedì sera il mondo occidentale assisteva all’apocalisse dei suoi valori, delle sue credenze e delle sue certezze, rendendosi conto della tragicità del momento che si sta vivendo: l’incendio di Notre-Dame non è stato semplicemente il crollo di pietre, statue (16 quelle salvate prima del rogo) e architettura, bensì la devastazione totale di una cultura ormai in putrefazione a causa di un barbaro cinismo. Assistere al rogo della cattedrale è stato molto simile all’incendio della biblioteca dell’abbazia nella fiction appena trasmessa Il nome della rosa (tratta dal romanzo geniale di Umberto Eco): nell’ultima puntata i monaci tentarono invano di limitare i danni, ma oltre alla ricchissima biblioteca, anche l’intera abbazia bruciò per tre giorni, decretando la fine di un sistema marcio e scabroso che scandiva le giornate dei frati domenicani. Così è stato per Notre-Dame e per l’intero continente, perché mentre crollava la flèche e il tetto veniva ferocemente carbonizzato, anche l’Europa periva silenziosamente e soccombeva disarmata dinnanzi a questa catastrofe.
Adesso è necessario abbattere barriere ideologiche e accantonare posizioni politiche, perché come sostiene il presidente francese Emmanuel Macron la cattedrale di Notre-Dame merita di risorgere subito (“Ve lo dico stasera, questa cattedrale la ricostruiremo, tutti insieme” […] “Mi impegno, da domani lanceremo una raccolta fondi, anche Oltralpe. Lanceremo un appello affinché i grandi talenti vengano a ricostruire la cattedrale”). Tutto il mondo commosso si è subito reso disponibile alla causa e con messaggi d’affetto ha manifestato la vicinanza al popolo francese durante l’incendio, compreso il premier Giuseppe Conte (“un colpo al cuore per i francesi e per tutti noi europei”): anche il pontefice ha espresso “vicinanza alla popolazione e preghiere per quanti erano a lavoro per domare le fiamme”, augurando che Notre-Dame “torni ad essere segno di fede”.
Le donazioni da ogni parte del globo cominciano ad arrivare e con esse viene alimentata la speranza di un’imminente resurrezione della cattedrale (Francois Pinault, miliardario presidente di Kering, ha donato subito 100 milioni di euro).
In questi giorni i media dovranno solamente illuminare la superstite facciata di Notre-Dame e farla risplendere nella sua sacrale eleganza, affinché possa tornare ad incantare i cuori di chi contempla la sua maestosità. La cattedrale è un gioiello della collettività e con il suo ampio rosone continuerà ad osservare lo scorrere della vita e i cambiamenti del mondo, mantenendo fino alla fine dei tempi la sua fiera natura imperitura.

di Davide Chindamo

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Davide Chindamo

Davide Chindamo

Laureato in Scienze dei Beni Culturali e in Filologia moderna presso l'Università Cattolica di Milano, è un poeta e scrittore, docente e studioso dannunziano. Autore di raccolte poetiche ("Apollo", 2020; "Allegrezza solitaria", 2021; "Dimmi, a cosa stai pensando? - Cento poesie d'amore (2021-2024)", in fase di pubblicazione; "Elegie romane", in fase di pubblicazione), romanzi ("Il trionfo dell'Arte", 2022) e articoli scientifici sulla figura di Gabriele d'Annunzio. Vincitore del Premio Letterario Europeo "Oscar Wilde". Storico collaboratore di Aliseo per la sezione Cultura.

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