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Papa Francesco e la riforma dell’Ordine di Malta

Papa Francesco e la riforma dell’Ordine di Malta

Papa Francesco ha iniziato una riforma radicale dell'Ordine di Malta, il più antico ordine militare ancora operativo. Vediamo in cosa consiste
ordine di malta

Uno dei molteplici motivi per cui, secondo un’opinione diffusa, papa Francesco passerà alla storia è rappresentato dalla sua ferma volontà di trasformare la Chiesa, e la stessa Santa Sede, al fine di renderne l’azione più consona alle aspettative del mondo cattolico – e non solo – del XXI secolo.

Un “aggiornamento”, per usare la celeberrima espressione di Giovanni XXIII, ma sviluppato su vasta scala e con provvedimenti talvolta radicalmente innovativi. Basti pensare alla recente Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium del 19 marzo 2022, riguardante la riforma della “Curia Romana e il suo servizio alla Chiesa e al Mondo”.

Nel quadro di questa azione riformistica, una recente decisione di Francesco, di minore portata, ancorché di per sé emblematica, investe l’Ordine di Malta (ovvero, per usare l’intera denominazione ufficiale dell’istituzione, l’Ordine Sovrano Militare e Ospedaliere di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta). Tale riforma è stata promulgata lo scorso 3 settembre 2022 e ha richiamato l’attenzione di numerosi organi della stampa internazionale.

L’Ordine di Malta è il più antico ordine militare tuttora operativo. Nato nella seconda metà dell’XI secolo, come ordine religioso dedito alla assistenza dei pellegrini ammalati o poveri giunti in Terra Santa, dopo la conquista cristiana di Gerusalemme (1010), si tramutò in ordine militare. Iniziarono, cioè, a entrarvi cavalieri celibi che professavano i tre consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza e che si impegnavano a difendere il Regno Latino di Gerusalemme dagli attacchi mussulmani. L’abbandono della Terra Santa da parte dei cavalieri, il loro insediamento a Rodi e il posteriore trasferimento all’isola di Malta, loro concessa dall‘imperatore Carlo V d’Asburgo come feudo sovrano il 24 marzo 1530, spiegano l’odierna denominazione.

Sebbene l’Ordine abbia perso, per opera di Napoleone, l’effettiva sovranità sull’isola sin dal 1798, esso viene ancora oggi riconosciuto come entità sovrana e intrattiene relazioni diplomatiche bilaterali con 112 paesi, oltre che con l’Unione Europea. L’istituzione è attualmente composta da una cinquantina di cavalieri professi e da circa 13.500 membri. Con loro collaborano intorno ai 100.000 volontari ed esperti nello sviluppo di iniziative caritative in oltre 120 nazioni. Si tratta dunque di una organizzazione umanitaria di vaste proporzioni.

Negli anni passati, vi furono incomprensioni tra Ordine e Santa Sede, e questa circostanza indusse papa Francesco a nominare un proprio delegato speciale, nella persona del cardinale Silvano Maria Tomasi, per avviare un’opera di riforma, alla quale fu poi associato il neo-cardinale Gianfranco Ghirlanda, già rettore della Pontificia Università Gregoriana e illustre canonista. Quest’ultimo è stato l’estensore del nuovo Codice e del nuovo Regolamento, anch’essi resi pubblici il 3 settembre.

Va osservato, tuttavia, che l’opera di riforma imposta da papa Francesco era stata avviata sin dal 13 giugno 2022, allorquando, essendosi resa vacante la carica elettiva di Luogotenente di Gran Maestro, il pontefice nominava motu proprio Fra’ John T. Dunlap, canadese d’origine e titolare di un grande studio di avvocati a New York. Una personalità di grande prestigio e il primo non europeo destinato ad occupare la carica apicale dell’Ordine in attesa dell’elezione del Gran Maestro.

La riforma dell’Ordine di Malta

La riforma recentemente varata ruota su alcuni punti fondamentali. In primo luogo, l’Ordine viene dichiarato a tutti gli effetti un ordine religioso e, come tale, sottoposto all’autorità papale. In secondo luogo, la sua sovranità è da considerare “strumentale” al più efficace esito della sua missione umanitaria e caritativa: in altre parole, non può essere fatta valere per sottrarsi all’autorità della Santa Sede.

In terzo luogo – e questa è la decisione più radicale – l’attuale organo di governo (il “Sovrano Consiglio”) è sciolto e sostituito da membri tutti nominati, a titolo transitorio, dal papa stesso. Infatti, essi, su convocazione di Francesco e sotto la co-presidenza del cardinale Tomasi e di Fra’ John, dovranno eleggere il 25 gennaio 2023 il nuovo Gran Maestro e il nuovo Sovrano Consiglio.

Certo, i membri dell’attuale Sovrano Consiglio nominati dal papa si trovano in una posizione avvantaggiata rispetto a qualsiasi altro candidato. Si tratta, comunque, di persone di alto profilo: il francese Fra’ Emmanuel Rousseau, uno studioso di fama internazionale, come Gran Commendatore (il superiore religioso dei cavalieri professi), Riccardo Paternò di Montecupo, economista e docente universitario, come Gran Cancelliere (l’equivalente di un primo ministro), Fra’ Alessandro de Franciscis, medico e attualmente Directeur du Bureau des Constations Médicales del Santuario di Lourdes, come Grand’Ospedaliere (una specie di ministro della Salute) e Fabrizio Colonna, avvocato di fama, come Ricevitore del Comun Tesoro Ministro delle Finanze e del Bilancio).

La svolta, vista nel suo complesso, è indubbiamente radicale. Ma soltanto dopo il 25 gennaio dell’anno prossimo se ne vedranno i risultati.

Foto in evidenza: By Pietro Testa – Roma, Palazzo Altieri – scansione, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=66620724

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Agostino Borromeo

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