Luciano Pavarotti รจ stato l’essenza dell’Italia nel mondo. Nessuno meglio di lui ha saputo rappresentare il nostro Paese, con il tipico sorriso di chi diffonde il valore universale dell’Arte e ne diventa ambasciatore.
Ma Pavarotti non era soltanto il piรน grande tenore di sempre, la voce piรน celestiale del Novecento. Era anche la celebritร rimasta “normalitร “, una luce immensa che non ha mai brillato per gettare gli altri nell’ombra. Ha sempre conservato quel tratto genuino e semplice, che lo ha reso un mito del popolo. Un gigante simpatico e carismatico, che non faceva sentire le persone comuni come dei piccoli nani.
In qualsiasi parte del mondo, Pavarotti ha sempre rivendicato le sue origini contadine, il suo amore viscerale verso l’Italia e verso quel cibo onesto e frugale che tanto lo rappresentavano. Indifferente alle critiche dei puristi della musica classica, ha messo il suo talento al servizio della gente, con concerti pop di beneficenza e raccolte fondi di vitale importanza. Un uomo rimasto tale, nonostante riscuotesse un successo esorbitante.
Luciano Pavarotti, breve storia di un grande uomo
Luciano era figlio di Fernando Pavarotti, un umile fornaio, ma anche tenore amatoriale nella “Corale Gioacchino Rossini” di Modena. “Mio padre รจ un tenore e io sarรฒ un tenorino”, diceva quel piccolo bambino, mentre canticchiava La donna รจ mobile di Giuseppe Verdi su uno sgabello piรน grande di lui.
Nonostante Luciano fosse giร maestro elementare, la madre Adele ha battagliato affinchรฉ facesse del canto la sua professione: dopo aver studiato con Arrigo Pola ed Ettore Campogalliani, il 26 aprile 1961 ha vinto il concorso “Achille Peri” e ha ottenuto il ruolo di Rodolfo nella Bohรจme di Giacomo Puccini. Un trionfo: il nome di Pavarotti rimbalzava sui giornali e questo giovane ragazzo aveva fin da subito la parvenza di un fuoriclasse.
Passione e voglia d’imparare hanno permesso a Pavarotti di spiccare il volo. Dopo le ovazioni in Italia, le sue ampie braccia, sempre spalancate dopo la fine di una performance, accoglievano l’entusiasmo dei loggioni stranieri. Intrepretare di nuovo Rodolfo a Covent Garden a Londra nel 1963, al posto di un indisponibile di Stefano, รจ stato determinante: Pavarotti era il cantante d’opera che suscitava maggior interesse, considerata la giovane etร e il talento indecifrabile. Nel 1965 volava negli Stati Uniti, per mettere in scena Lucia di Lammermoor di Donizetti, ed esordiva alla Scala con L’elisir d’Amore dello stesso Donizetti. Nel 1972 la prima volta all’Arena di Verona con Un ballo in maschera di Verdi, mentre continuava la sua straordinaria carriera negli Stati Uniti.
Da questo momento, Pavarotti non sarร piรน chiamato Luciano, bensรฌ Maestro e il Nessun dorma dalla “Turandot” di Puccini diventerร il suo marchio di fabbrica.
La voce di Pavarotti? “Quando nacque, Dio gli baciรฒ le corde vocali” (H. von Karajan)
La voce di Pavarotti aveva, e vanta tuttora, un grandissimo pregio: รจ sempre riconoscibile. Morbida, avvolgente e armoniosa, allo stesso tempo robusta, struggente e passionale. Sembrava che fosse accompagnata dagli strumenti anche quando cantava senza orchestra, proprio perchรฉ conteneva una serie di sfumatura capaci di elevarla oltre il possibile. Tutte le volte che emetteva un suono, era come se si potessero contare le molecole che lo componevano, come se la sua voce fosse materica e malleabile.
La prova del talento di Pavarotti, a patto che ce ne fosse bisogno, รจ arrivata nel 1972. Luciano vestiva i panni di Tonio nella Figlia del reggimento di Donizetti al Metropolitan Opera House di New York.
Piccola curiositร . La partitura originale prevede l’aria “Ah mes amis”, all’interno della quale vi รจ l’esecuzione da parte del tenore di nove Do di petto (in inglese high ‘C). Di solito i cantanti lirici saltavano quel passaggio, per evitare di confrontarsi con una sfida cosรฌ difficile, e continuavano a cantare senza eseguirlo, come se non fosse previsto dallo spartito. Il rischio era quello di stonare o di emettere un grido stridulo, in quanto il Do di petto richiedeva uno squillo molto alto, vibrante e pulito.
Pavarotti aveva 37 anni. Senza averlo mai tentato alle prove, effettua nove Do di petto durante lo spettacolo: netti, tenaci e brillanti, gli acuti del Maestro conquistavano gli Stati Uniti, stabilendo il record di 17 chiamate al sipario.
Pavarotti in Cina, I Tre Tenori e il Pavarotti & Friends
Memorabile la tournรฉe in Cina del 1986, prima volta per un tenore italiano in terra cinese, cosรฌ come i concerti de “I Tre Tenori”, insieme a Placido Domingo e Josรฉ Carreras (il primo nel 1990 alle Terme di Caracalla a Roma). Indimenticabili le apparizioni del 1994 a Los Angeles, di fronte a un commosso Frank Sinatra, e del 1998 a Parigi.
Degna di lode รจ l’iniziativa del Pavarotti & Friends. Promossi a partire dal 1992, questi mega concerti, spesso a Modena, radunavano alla corte di Re Luciano tutti i piรน grandi artisti viventi. Alcuni nomi? Queen, U2, Sting, Michael Jackson, James Brown, Eric Clapton e tanti altri. Tutti i fondi venivano devoluti in beneficenza, per arginare le conseguenze drammatiche di malattie e guerre, a tutela dei piรน fragili (edizione del 1992 contro l’anemia mediterranea, 1995 contro la guerra in Bosnia, insieme a Lady Diana, 1998 a favore dei bambini in Liberia).
Nel 2001, per i suoi atti di filantropia, Pavarotti ha ricevuto il “Nansen Refugee Award“, risultando il privato cittadino che maggiormente ha contribuito a raccogliere fondi.
La stella nella Walk of Fame: ancora Italia nel mondo
La motivazione della stella รจ la seguente:
The legendary Maestro Pavarotti, whose voice transcended generations, will always be a gift to the world and a legend for eternity. We are proud to honor this icon and give his fans the opportunity to celebrate him when they visit his star on the Hollywood Walk of Fame.
Ana Martinez, Producer of the Hollywood Walk of Fame
Questo riconoscimento postumo concesso dalla Camera di Commercio di Hollywood, comitato addetto all’assegnazione delle “stelle” nella Walk of Fame, dimostra come questo gigante della lirica sia intramontabile. Dichiara come il suo nome, sebbene siano passati 15 anni dalla sua scomparsa (6 settembre 2007), abbia tutto il diritto di sfilare tra quello delle donne e degli uomini piรน illustri in ogni ambito della cultura. E concede all’Italia, ancora una volta, di apparire nel mondo con il suo abito migliore.
LINK PER LA DIRETTA DA LOS ANGELES: https://youtu.be/WvCuZtwnF2M
Foto: https://www.ondamusicale.it/wp-content/uploads/2017/06/pavarotti.jpg