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L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

Riscoprire il Bene Comune

Riscoprire il Bene Comune

In una societร  come la nostra in cui sentimenti di sconforto e di abbandono sono la norma รจ necessario tornare a parlare di Bene Comune, restituendo voce a chi รจ stato ridotto al silenzio. Uomo animale politico? ยซLโ€™uomo รจ un animale politico per naturaยป: cosรฌ recita Aristotele nel cap 2 libro I della โ€œPoliticaโ€ e […]

In una societร  come la nostra in cui sentimenti di sconforto e di abbandono sono la norma รจ necessario tornare a parlare di Bene Comune, restituendo voce a chi รจ stato ridotto al silenzio.

Uomo animale politico?

ยซLโ€™uomo รจ un animale politico per naturaยป: cosรฌ recita Aristotele nel cap 2 libro I della โ€œPoliticaโ€ e queste parole sono state a fondamento della concezione e della visione dellโ€™uomo europeo per oltre un millennio.

Ma che significato assumono per noi oggi? Ha ancora senso parlare di socialitร  naturale in unโ€™Europa e in unโ€™Italia attraversate da profonde spaccature sul piano economico, sociale e culturale?

Per rendere unโ€™idea: meno del 50 per cento degli italiani ha votato alle comunali dello scorso novembre e percentuali ancora piรน irrisorie si sono registrate alle recenti comunali e al referendum su un tema cruciale come la giustizia.

Sul piano delle disuguaglianze la forbice fra il 10% che guadagna di piรน e il 50% che guadagna di meno si รจ allargata nel corso degli ultimi decenni. Infine sconcertante e segno di crisi apicale รจ il dato che riguarda la natalitร , dato il comprovato nesso tra natalitร  e progresso economico. come riporta il “Sole 24 ore” secondo Blagiardo “tra il 2020 e il 2040 la popolazione scenda di circa quattro milioni, proiezione non campata in aria stante le cifre che abbiamo ogni anno, il Pil scenderebbe del 6,9%”.

Didascalia: La forbice fra il 10% che guadagna di piรน e il 50% che guadagna di meno si รจ allargata nel corso degli ultimi decenni. Fonte: World Inequality Database.

I sentimenti che sembrano farsi strada in questo โ€œuniverso di discorsoโ€, per usare unโ€™espressione di Marcuse ne โ€œLโ€™uomo a una dimensioneโ€, sono di rassegnazione, di rinuncia, di abbandono. Non sembra esserci piรน spazio per lโ€™indignazione e per lโ€™ira, lโ€™istinto alla giustizia sembra essersi spento. Il sistema politico decadente, inetto e sordo alle esigenze del sentire comune, sembra porsi come qualcosa a cui non esiste alternativa.

I movimenti di protesta, in Italia come in Francia, sembrano non riuscire ad attecchire, e troppo deboli sono le loro visioni del mondo per andare oltre semplici rimostranze, troppo fragili per non infrangersi sul muro di gomma del sistema.

Tecnocrazie decadenti

Tale sistema รจ la manifestazione ultima di unโ€™inclinazione tecnocratica, una tentazione che ha attraversato lโ€™Occidente fin dai suoi primordi, ma che solo nella modernitร  ha espresso sรฉ stessa in tutto il suo potenziale tanto generativo quanto distruttivo.

La divisione del lavoro sulla base del talento e della competenza, giร  esemplificata nella โ€œRepubblicaโ€ di Platone, se portata allโ€™estremo, come avviene nellโ€™odierna civiltร  tecnologica, non solo non genera armonia, concordia, sicurezza e unโ€™esistenza realizzata, ma addirittura produce lโ€™esatto contrario.

Il criterio della divisione del lavoro non puรฒ essere rifiutato del tutto, ma deve trovare una condizione di compatibilitร  con la dignitร  della Persona. Non sembra infatti averla trovata nellโ€™odierna societร  meritocratica, una societร , per usare le parole di Michael Sandel ne ‘la Tirannia del Merito‘, ยซdi vincitori e perdenti, che produce tra i vincitori tracotanza; tra i perdenti, umiliazione e risentimentoยป.

Tutto รจ nelle mani dellโ€™iniziativa individuale. Il discrimine tra il successo e lโ€™insuccesso รจ spesso caratterizzato dallโ€™unico ascensore sociale rimasto in piedi, lโ€™istruzione, discrimine tra le classi colte, destinate a ruoli di direzione nella societร , e quelle meno istruite, destinate al contrario al discredito sociale e allโ€™irrilevanza politica.

Il sistema capitalistico ha riallineato la disuguaglianza sul merito, ignorando come il talento sia un dono e come spesso siano altri fattori di disuguaglianza ad essere incisivi come la posizione sociale di partenza.

Ma la svalutazione che questโ€™ultimo ha ricevuto ha attraversato tanto il lavoro intellettuale, quanto quello materiale: il primo tramutato in attivitร  nozionistica e parcellizzata, il secondo ridotto a operazioni meccaniche e mal retribuite. Questo, per citare il Marx de ‘ I Manoscritti economico-filosofici”, ha portato a far sรฌ che ยซil lavoratore si senta appagato solo nei suoi bisogni animaliยป precludendo la strada per uno sviluppo integrale della persona umana.

Grafico 1 Didascalia: Il sistema fiscale italiano รจ caratterizzato da una progressivitร  molto bassa e diventa addirittura regressivo per il 5% piรน ricco dei contribuenti. Fonte: Guzzardi, Demetrio, Palagi, Elisa, Roventini, Andrea and Santoro, Alessandro, (2022), Reconstructing Income Inequality in Italy: New Evidence and Tax Policy Implications from Distributional National Accounts, LEM Papers Series, Laboratory of Economics and Management (LEM), Sant’Anna School of Advanced Studies, Pisa, Italy, https://EconPapers.repec.org/RePEc:ssa:lemwps:2022/06.

รˆ a questo proposito che la domanda sul bene e sul male deve essere posta anche nellโ€™odierno universo morale, attraversato da una molteplicitร  caotica di concezioni.
Qui ad imperare รจ la concezione emotivista, secondo la quale il giudizio morale non รจ che lโ€™espressione di un atteggiamento e di un sentimento e vi รจ incommensurabilitร  tra le pretese morali dei singoli.

Tale concezione ha trovato nei โ€œPrincipiaโ€ di Moore una sua sistematizzazione. Egli ha infatti definito il bene come โ€œproprietร  non naturaleโ€, qualcosa che non ha alcun radicamento nella โ€œnatura umanaโ€, ma di esclusivo appannaggio della parte emotiva dellโ€™uomo.

La morale soggettiva

Ogni pretesa di oggettivitร  della morale sembra essere stata abbandonata anche tra i filosofi del Vecchio Continente, tanto nella diagnosi di Sartre, quanto in quella di Nietzsche, come espressione della volontร  di potenza dei governanti.
Tale concezione sembra aver attecchito, come evidenzia MacIntyre nel suo saggio โ€œDopo la Virtรนโ€, tanto nellโ€™individualismo esistenzialista di Sartre quanto nel burocraticismo borghese.

Ce ne dร  una bella espressione Max Weber, secondo il quale i valori sono messi al mondo dalle decisioni umane e tutte ยซle fedi e le valutazioni sono direzioni soggettive impresse dallโ€™emozioneยป.

Se le fedi e i fini sono arbitrari, allora saranno mezzi per lโ€™azione di chi detiene il potere, di chi orienta sentimenti, desideri, inclinazioni, in funzione della creazione e del soddisfacimento di bisogni effimeri, non radicati se non nellโ€™orizzonte  dellโ€™istinto.

Se lโ€™emozione รจ lโ€™unica fonte del valore, allora, come sottolinea Mcyntire in โ€After Virtueโ€non cโ€™รจ alternativa a stabilire relazioni sociali manipolative, a trattare gli altri, per parafrasare Kant, mai come fini e sempre come mezzi, lโ€™uno dellโ€™arbitrio dellโ€™altro.

Se non esiste alcun criterio per definire il bene e il male, non ve ne sarร  nemmeno uno per definire che cosโ€™รจ lโ€™uomo, e tale domanda risulta insensata.

L’io e le sue maschere

Lโ€™io รจ โ€œcome un attaccapanni su cui sono appesi degli abitiโ€, e allora non rimane che indossare una maschera, incarnare un personaggio, e, in rapporto alla credibilitร  della nostra recitazione, guadagnare credito sociale agli occhi del sistema.

Tra le maschere che vanno per la maggiore cโ€™รจ, seguendo MacIntyre, quella dellโ€™esperto (manager, scienziato, burocrate) e quella dellโ€™esteta.
Lโ€™una complementare allโ€™altra nella sua funzione sociale: la sfera del lavoro come terreno di battaglia del merito e dellโ€™estenuante ricerca di gratificazione sociale, quella del privato, invece, come sfera di un tempo libero in cui ยซrincretinirsi e bambineggiare a proprio piacimentoยป per riprendersi dagli affanni del lavoro, come sottolinea Nietzche in โ€Auroraโ€.

Organizzazioni sociali rigidamente strutturate nel pubblico hanno il compito di tenere insieme popoli ormai ridotti ad accozzaglie di monadi isolate, deresponsabilizzate e deprivate della possibilitร  di unโ€™esistenza che vada oltre la mera conservazione della vita e il perseguimento dellโ€™interesse individuale in unโ€™ottica di competizione sfrenata e in un orizzonte i cui confini sono segnati dallโ€™azione dello Stato.

Quali sono i criteri di legittimazione per un ordine sociale cosรฌ composito? Essenzialmente due: i ruoli di comando sono affidati ai tecnici e agli scienziati, mentre lโ€™oggettivitร  e la neutralitร  sono garantite dalla loro capacitร  di formulare generalizzazioni legali sui fatti sociali allo scopo di liberarsi dalla fragilitร  e dallโ€™incertezza.

Al contrario la cosa pubblica ha per l’economista cattolico Toniolo ha due funzioni una giuridica, orientata alla conservazione dell’ordine sociale ed una sociale-civile, orientata al progresso sociale ed economico. Esso si rende necessario quando le energie personali e della societร  civile non riescono a raggiungere i fini del progresso e dell’uguaglianza sostanziale.

Lo Stato รจ antihegelianamente uno strumento nelle mani della societร  e in questo senso รจ forte in Toniolo l’attenzione al principio di “sussidiarietร ” e la riceca di un equilibrio tra Stato e societร  civile. Un esempio in questo senso รจ stata l’esemplare mobilitazione dei lavoratori GKN tale da dotarsi per la loro battaglia di esperti qualificati e da riuscire ad ottenere la condanna dell’azienda per comportamento anti-sindacale. La mobilitazione ha ottenuto l’esito anche di mettere al centro dell’attenzione le storture di un’economia finanziarizzata(GKN รจ di proprietร  di un fondo speculativo) e la sconnessione tra finanza, industria e Bene Comune.

L’esempio Mazzuccato, lo “Stato innovatore”

In questo senso nel dibattito economico odierno si puรฒ rivelare una brillante sintesi tra funzione direttiva del pubblico e dinamismo della societร  civile nello “Stato innovatore” di Marianna Mazzuccato.

L’economista italiana evidenzia come sia oggi necessario riscoprire la funzione dello Stato come imprenditore, capace cioรจ attraverso la sua zione di portare avanti l‘innovazione tecnologica ad un ritmo e ad un raggio molto piรน ampio delle imprese private, le quali se non stimolate dallo Stato e da un’esigenza comunitaria. i cosiddetti “venture capitalists” sono assai spesso animati da spirito puramente conservativo e da scarsa propensione al rischio e quindi al nuovo.

Un esempio di questa sinergia indispensabile tra Stato come propellente verso il progresso e privati รจ il successo planetario di Apple, che รจ dovuto al sapiente combinato di tecnologie progettate dallo Stato e magistralmente assemblate da quel genio di Steve Jobs. Va perรฒ sottolineato come quanto ricevuto dallo Stato e dalla comunitร  scientifica americana non sia stato restituito per un sistema fiscale fin troppo accomodante con i colossi del settore tecnologico.

L’imponderabile

In questa fede si sono cullati lโ€™illuminista Helvetius, Comte, l’utilitarista Mill, Condorcet, lo stesso Marx, i moderni sociologi, come fa notare McIntyre nel suo saggio โ€œDopo la Virtรนโ€; ma non hanno tenuto conto del margine di imprevedibilitร  che governa sempre lโ€™ambito decisionale dellโ€™uomo, il quale non si trova mai di fronte a decisioni giร  prese, in un orizzonte visuale privilegiato sulla realtร  sociale.

Nella realtร  fattuale rispetto alla simulazione ยซmolte transazioni possono avere luogo tra membri dello stesso gruppoยป, elementi accidentali possono cambiare situazioni giร  scritte ยซcome lโ€™infreddatura di Napoleone a Waterlooยป.

Prevedibilitร  ed efficienza sembrano essere chimere illuministiche e controproducenti in quanto organizzazioni sociali cosรฌ orientate sopprimono ยซlโ€™intelligenza e lโ€™elasticitร  mentale e rivolgono le energie dei subordinati contro il progettoยป.

Il disordine morale europeo

Arrivati a questo punto cerchiamo di far emergere la causa dellโ€™attuale disordine morale e politico e, di conseguenza, sociale. Essa ha le sue radici nei bruschi rivolgimenti che attraversarono lโ€™Europa dal crollo dellโ€™aristocrazia allโ€™emergere al potere della classe borghese.

Questโ€™ultima era mossa nei suoi rappresentanti intellettuali da un radicale anti-aristotelismo ebbe il suo rigoglio nellโ€™orizzonte del protestantesimo secolarizzato, Kant, Mozart, Hume, Smith. Qui lโ€™orizzonte morale si scollรฒ da quello metafisico, religioso, estetico. E lโ€™uomo โ€œinteroโ€ di Aristotele, cosรฌ come quello del Cattolicesimo, in cui la ragione si armonizzava con le passioni e che attraverso le virtรน dava forma al proprio essere, passando dallโ€™essere al dover essere, scomparve.

La filosofia della scienza del โ€˜600 era giร  arrivata con Pascal a riconoscere lโ€™impossibilitร  per lโ€™uomo di โ€œragionare per essenzeโ€ predicando la non fondabilitร  di ogni criterio morale su base razionale.
La ragione รจ solo calcolatrice, e al di lร  del suo ambito tutto รจ convenzione. Non รจ accertabile alcun passaggio dalla potenza allโ€™atto e lโ€™uomo non ha unโ€™essenza, nรฉ un fine a cui tende naturalmente.

Tale concezione porterร  Hume a collocare la morale nellโ€™ambito emozionale, cosรฌ come Diderot in quello passionale, mentre Kant tenterร  di fondarla sulla base di prescrizioni universalizzabili, determinando uno scollamento tra morale e natura umana, essere e dover essere, bene e dovere.

Infatti, in Kant, la cui concezione legata alla cultura protestante di Koinsberg vi รจ una scissione tra ragione ed emozione, la passione รจ definita โ€œcancro della ragion praticaโ€ e con il criterio dellโ€™โ€universabilizzabilitร โ€ delle massime morali e della legge morale come qualcosa di slegato dal piacere e dalla felicitร .

Per il suo formalismo sarร  categorizzata da Max Scheler tra le โ€œetiche del risentimentoโ€, per distinguerle dalle etiche materiali, come la sua, che rivalutavano il valore morale del corporeo.

Come ravvisava Scheler infatti ciรฒ che manca alle etiche moderne รจ proprio il radicamento materiale nellโ€™esistenza personale e comunitaria.

 Tra le premesse su cui si รจ fondata la filosofia politica moderna cโ€™รจ quella del perseguimento individuale della felicitร  in ordine ad una natura umana percepita come preda di passioni incontrallabili allo scontro e al raggiro come in Machiavelli e Hobbes e auto-sufficiente come nel padre del liberalismo Locke.

 Lo stato moderno nasce in ogni caso solo per sopperire alle originarie mancanze dellโ€™uomo, sotto la forma di un contratto.

Ideologie conflittuali e unilaterali.

Anche le dottrine piรน impegnate socialmente, come quella di Rousseau o quella di Marx, aderiscono a questa concezione dellโ€™umano, rilevando nelle strutture sociali ed economiche la radice della corruzione e nel loro cambiamento la salvezza, lโ€™uno sul lato della partecipazione politica, lโ€™altro sul lato dellโ€™estinzione dello Stato.

Tanto nelle concezioni socialiste quanto in quelle liberali cโ€™รจ spazio per una visione unilaterale dellโ€™umano e uno sguardo sospettoso sia verso lโ€™autoritร , ritenuta da ambo le ideologie un demone pestifero, sia verso la politica, ritenuta mera lotta per il potere. Tanto il marxismo quanto il liberalismo promuovono una concezione antagonistica dellโ€™uomo dannosa per la coesione sociale, lโ€™una sul lato della lotta di classe, lโ€™altra su quella della competizione economica, entrambe una concezione individualistica e non riescono a raggiungere lโ€™umano nella sua integralitร , ferme come sono sulla concezione di homo faber, lโ€™uomo trae la sua identitร  dalla sua produzione.

Tanto il capitalismo quanto il socialismo hanno colto degli aspetti dellโ€™umano: lโ€™uno lโ€™indipendenza, la dinamicitร , la creativitร , lโ€™altro la dignitร  del lavoro, minacciata dai ritmi frenetici e dallโ€™impermeabilitร  alle disuguaglianze del capitalismo moderno.

Fioritura morale dell’uomo

Anche i concetti moderni di diritto come quello di utilitร  , spesso associati tanto al marxismo quanto al liberalismo, sono scatole vuote senza una concezione ontologica dellโ€™uomo. Per S. Tommaso, sulla linea aristotelica, lโ€™uomo ha una predisposizione a ricercare i beni (autoconservazione, amore, Dio) e ad evitare il male; ma tale predisposizione deve essere portata a frutto con una adeguata educazione delle virtรน e con lโ€™esperienza delle relazioni intersoggettive, nelle quali si plasmano i desideri e le inclinazioni e si forgiano le abitudini.

Proprio in questo tipo di relazioni, di cui si ha una prima esperienza nella famiglia, si situa la possibilitร  per lโ€™uomo di fiorire o di appassire; รจ qui che lโ€™uomo acquista o perde sรฉ stesso, รจ qui che si radica la possibilitร  di una autentica felicitร  definita dallโ€™Aristotele dellโ€Etica Nicomacheaโ€ ยซattivitร  di uomini giusti e temperanti che agiscono pienamente nellโ€™armonia di ragione e emozione, pensiero e azione, individualitร  e socialitร , che le leggi acquistano il loro valore non come mezzi del dominio del piรน forte ma come veicoli della vita buona in comuneโ€.

รˆ qui che possono risplendere le virtรน, e cioรจ le capacitร  di giudicare ciรฒ che รจ giusto al momento giusto: quelle cardinali e aristoteliche, come la giustizia, finestra sulla miseria e la sofferenza umana, la fortezza e la temperanza contro ogni paura paralizzante, e quelle cristiane, come la fede e la speranza contro ogni rassegnazione allโ€™esistente, o la caritร  per entrare in sintonia con lโ€™anima del mondo. Ad esse si contrappone l’azione opposta dei vizi di chi difetta in caritร : lussuria, gola, avarizia, accidia, ira, invidia, sulperbia.

La vita come storia unitaria e comune

Ecco che con Aristotele la vita umana si presenta come un tutto, che ha bisogno di svilupparsi tanto nel corpo, con beni esteriori e una educazione fisica adeguata, quanto nellโ€™anima, con la possibilitร  di trascorrere il proprio tempo libero elevando il proprio animo, indagando i misteri del mondo naturale e ricercando la propria origine metafisica.

Quale contrasto tra questa concezione e quella individualistica dellโ€™oggi che ha prodotto, per citare MacIntyre, ยซbalbuzienti e ansiosi e senza copioneยป, protagonisti di storie irrelate e parallele.

La sfida dellโ€™uomo di oggi, in una realtร  sociale costituita da universi paralleli, รจ proprio quella di ritrovare la strada educativa e politica per acquistare la consapevolezza che la storia che attraversiamo e ci attraversa รจ comune,  che in essa tra mali, pericoli e tentazioni, si puรฒ far strada il bene e puรฒ riemergere il legame con la tradizione, il portato di miti, leggende e storie di cui lโ€™umanitร  รจ depositaria nella traiettoria delle virtรน dalle societร  โ€œeroicheโ€ alle moderne societร  secolarizzate.

Politica รจ l’amicizia, politica la felicitร .

In senso comunitario รจ per Aristotele da intendere il concetto di amicizia, che non รจ semplice inclinazione emotiva e simpatetica verso un altro da sรจ ma si attua pienamente nel perseguimento comune di un progetto legato al bene e trova una declinazione sublime nella meravigliosa sintonia di anime che รจ la caritร  cristiana.

Politica รจ anche la felicitร  che si attua nella buona vita in comune, non nel perseguimento del piacere individuale, nรจ nelle apparenze dell’onore, della gloria e del merito nรจ nell’amicizia intesa come consumo dell’altro per le emozioni che ci trasmette ma l’unione รจ data dall’amore per lo stesso Bene.

Nel Cristianesimo la felicitร  terrena รจ riflesso di quella celeste, lieto preannuncio di quella dell’Al di lร , Gioia che per citare Emanuele Severino รจ โ€toglimento della contraddizioneโ€.

La felicitร  umana ha il suo fondamento metafisico nella beatitudo.Questโ€™ultima sarร  ottenuta dallโ€™uomo con la finale contemplazione di Dio e sancisce un limite ai diritti che lo Stato puรฒ avere sulla vita umana che diventa insacrificabile, di qualunque colpa il singolo uomo si macchi, oltre a garantire un fondamento ai diritti civili (libertร  parola, espressioneโ€ฆ), sociali (allocazione paritaria dei beni, socializzazione imprese) e politici (partecipazione) e i doveri ad essi corrispondenti che trascenda lโ€™orizzonte della societร  politica e la fondi.

La politica รจ unโ€™arte che deve avere per fondamento lโ€™uomo, che, per citare Gehlen, รจ โ€œun essere carenteโ€ rispetto agli altri animali, che sono animati dallโ€™istinto e sono al proprio posto nel mondo; infatti, ยซil figlio dellโ€™uomo non ha dove posare il capoยป, ma deve, con la propria con ragione e volontร , ingegno e fantasia, dare forma al mondo attraverso gli artifici della tecnica, la ricerca del divino nellโ€™arte, nella filosofia e nel religioso.
E non raggiunge mai lo stato di perfezione, ma trova la grazia nel riconoscimento della propria imperfezione, donandosi allโ€™altro con umiltร  e rifiutando lโ€™hybris dellโ€™onnipotenza, che ha funestato la modernitร  sin dai suoi albori illuministici, accettando i limiti di una convivenza umana e rifiutando, per citare Michael Sandel, ยซil paradigma della perfezioneยป.

Nellโ€™orizzonte mutevole e fragile dellโ€™umana politica, ยซla cui veritร  puรฒ essere accertata solo a grandi linee e perlopiรนยป, lโ€™uomo puรฒ trascendere sรฉ stesso e attingere il buono, il giusto e il vero, donandosi agli altri nellโ€™amore.

Come la “virtรน civica” ebbe piรน successo del “merito”

Come evidenzia Michael Sandel nel suo meraviglioso saggio “Tirannia del Merito” il “credenzialismo“, cioรจ quell’ideologia che fa della laurea il presupposto per ruoli di comando nella societร  ha portato ad un cambiamento radicale nella composizione dei Parlamenti europei.

Ad esempio il Governo di Attlee “considerato la piรน signficativa amministrazione riformatrice della Gran Bretagna del XXยฐ secolo” diede ampio potere nella sua formazione di governo alle classi lavoratrici e “stabilรฌ i termini etici su cui venne fondato il nuovo contratto sociale della Gran Bretagna“(sette dei suoi ministri avevano lavorato nelle miniere a carbone). Oggi nei paesi ocidentali in cui cira il 70 per cento delle persone non ha una laurea i parlamenti europei si aggirano su percentuali vicine o superiori all’80 per cento di laureati, una sconnessione evidente con il paese reale, di cui il Parlamento nella sua composizione dovrebbe essere fedele fotografia.

Questo dimostra come la competenza sia un criterio erroneo su cui stabilire il potere politica e phronesis aristotelica, cioรจ alla ragion pratica, la capacitร  di saper decidere il buono e il giusto nella variabilitร  delle circostanze, sia qualcosa alla portata di chiunque( a prescindere da sesso, etnia, classe) porti a segno quelli che S. Tommaso definisce come “semi di virtรน”.

Nella โ€medietร โ€ la comunitร  possibile”

In conclusione, seguendo Aristotele non si puรฒ non pensare al suo concetto di “medietร ”, รฉ virtuoso ciรฒ che รฉ terra di mezzo tra due estremi come coraggioso rispetto a pavido e temerario.
Anche nell’ambito della comunitร  c’รจ un limite da rispettare quello delle leggi e del principio di rappresentanza.

Aristotele ci insegna ad apprezzare della comunitร  tanto la forza dei legami(la famiglia, le consorterie, l’educazione, il pubblico dibattito, i riti pubblici) quanto quelle che Plessner avrebbe chiamato forze distanzianti della societร .

Essa richiede l’artificio e la convenzione, la separazione atomistica tra gli individui, ciascuno seguendo il proprio interesse(artificio che ha costituito un incentivo anche per il cambiamento sociale, chiaramente combinato a lotte sociali e riforme progressive, verso una societร  diversa da quella schiavista e sessista prospettata come il dato “naturale” da Aristotele nella “Politica”). La societร  รจ apparente e passeggera, la comunitร  durevole e intima. Non c’รจ l’una senza l’altra, senza societร  la comunitร  si dissolve in delirio collettivista delle indifferenze, nell’annullamento della pluralitร  e della dignitร  delle persone.

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Giacomo Bonetti

Giacomo Bonetti

Sono Giacomo Bonetti classe 2000 vengo da Fermo, splendida cittadina immersa tra le colline marchigiane. Studio Filosofia all'Universitร  Cattolica di Milano. Tutto ciรฒ che รฉ umano mi appassiona.

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