ยซStiamo tornando alla legge della giunglaยป. Questa รจ la cifra geopolitica del 2025 secondo Eurasia, la societร di consulenza del politologo americano Ian Bremmer. Pubblicato il 6 gennaio scorso, il report โTop Risks for 2025โ ha presentato la previsione del think tank americano circa i maggiori rischi politici che attendono il nuovo anno.
Secondo lโistituto americano, infatti, il nuovo mondo sarร un luogo ยซin cui i piรน forti fanno ciรฒ che possono, mentre i piรน deboli sono condannati a soffrire ciรฒ che devonoยป. Un ritorno alla legge della giungla, dunque. Questo nuovo contesto internazionale dominato da incertezza e instabilitร รจ dovuto al fatto che viviamo in unโera in cui nessuna potenza o gruppo di potenze รจ in grado di dettare lโagenda internazionale.
Un mondo G-Zero, come รจ stato definito da tempo da Ian Bremmer, รจ un mondo piรน pericoloso perchรฉ nelle logiche della geopolitica non esistono vuoti di potere e, di conseguenza, questo deficit di leadership incoraggia nuove e piรน audaci operazioni militari.
La fine dell’assetto geopolitico post Guerra Fredda
Il sistema di garanzia scaturito dalla Seconda guerra mondiale e dalla successiva fine della Guerra fredda รจ ormai superato, con il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale che, sempre secondo Eurasia, non riflettono piรน l’equilibrio del potere globale.
Le cause di questa recessione geopolitica sono, secondo lโistituto di Bremmer, tre. In primo luogo il disordine contemporaneo รจ stato generato dallโincapacitร dellโOccidente di riuscire ad integrare nel mondo liberale la Russia postsovietica. Questa incapacitร ha reso una potenza in declino un nuovo e pericoloso competitorย geopolitico che, sotto la guida spregiudicata di Vladimir Putin, รจ riuscito ad inserirsi non solo nelle dinamiche europee, ma anche nei quadranti africano e mediorientale.
La seconda causa รจ riscontrabile nellโevoluzione del rapporto tra Stati Uniti e Cina. Difatti, la scommessa statunitense di inserire il modello cinese allโinterno delle regole economiche occidentali e la presunta consequenziale trasformazione della politica cinese in senso piรน democratico รจ fallita.
Il modello cinese, certamente, ha beneficiato dellโinserimento allโinterno del mercato globale, ma non ha in alcun modo ragionato su una liberalizzazione dei processi politici interni. Di conseguenza, la sola integrazione economica dei due modelli non ha causato una reale distensione nei rapporti tra occidente e Cina, bensรฌ รจ stata foriera di una nuova competizione geopolitica tra superpotenze.
In ultimo, la fiducia nel modello occidentale, con il suo portato di valori, sta subendo un forte ridimensionamento, con milioni di cittadini che si sono sentiti traditi dalla effimeritร delle promesse di benessere e crescita economica continua. Questo malessere ha aiutato lโapparizione di nuove e piรน radicali figure politiche che interpretano lo spirito del tempo. Il ritorno di Donald Trump e lโemersione delle nuove destre europee ne sono un risultato evidente.
Tutte le democrazie occidentali, eccetto per alcuni versi lโItalia, stanno attraversando un momento di grave instabilitร politica. La Francia di Macron รจ alla continua ricerca di un proprio nuovo equilibrio politico; la Germania di Scholz รจ immersa in una crisi strutturale che ha riportato in auge partiti con idee che, si credeva, fossero state definitivamente sconfitte dalla storia; la Gran Bretagna, ancora scossa dalla Brexit, รจ alla ricerca di un proprio nuovo profilo internazionale.
Ma la crisi, come si รจ appurato negli ultimi giorni, non รจ solo una cifra degli alleati europei, รจ viva anche negli altri alleati occidentali: il Canada รจ stato colpitoย dallโannuncio delle dimissioni di Trudeau, la Corea del Sud รจ nel disordine e il Giappone sta attraversando la fine del predominio del Partito liberale.
Se il modello liberaldemocratico sembrerebbe in declino, il Sud Globale non รจ, nonostante la consistente crescita economica, capace nรฉ di prospettare un nuovo modello, nรฉ di guidare un nuovo corso. Ci stiamo avventurando nel chiaroscuro gramsciano, laddove quel che deve morire, si rifiuta di morire e quel che potrebbe nascere, tarda a generarsi. In questa incertezza le difficoltร si moltiplicano, i rischi crescono e le prospettive si fanno piรน fosche.
Immagine in evidenza: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Vice_President_Joe_Biden_greets_Russian_Prime_Minister_Vladimir_Putin.jpg; immagini presenti nell’articolo: 1) https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ian_Bremmer_120612-N-LE393-099_%287365343382%29.jpg