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Stato imprenditore e neoliberismo, le creature mitologiche del nostro tempo

Stato imprenditore e neoliberismo, le creature mitologiche del nostro tempo

di Enrico CeciSarebbe bene ricordare a Conte che รจ proprio grazie a questo sistema economico anche orientato al profitto che oggi ci sono duecento (200!) vaccini in fase di valutazione, di cui sette nella fase 3, due dei quali hanno giร  annunciato un altissimo grado di efficacia. รˆ proprio in funzione del profitto che le […]

di Enrico Ceci
Sarebbe bene ricordare a Conte che รจ proprio grazie a questo sistema economico anche orientato al profitto che oggi ci sono duecento (200!) vaccini in fase di valutazione, di cui sette nella fase 3, due dei quali hanno giร  annunciato un altissimo grado di efficacia. รˆ proprio in funzione del profitto che le aziende stanno sรฌ procedendo velocemente ma comunque con tutte le cautele del caso, perchรฉ lโ€™esistenza di un alto rischio per la salute dei potenziali vaccinati equivarrebbe ad una pietra tombale sulla vita di queste โ€œmostruoseโ€ big pharma. Sarebbe bene anche ricordarlo ad Arcuri, fulgido esempio di uomo dello Stato (imprenditore) morale che persegue la giustizia sociale a partire dalle mascherine.

โ€œ[โ€ฆ] negli ultimi decenni รจ successo che il capitalismo sรฌ orientato ha progressivamente abbandonato queste intuizioni (lโ€™obbligo morale dello stato di estirpare la disoccupazione, considerando il lavoro come spazio di realizzazione della vocazione sociale dellโ€™uomo) radicate nella nostra tradizione, e quindi si รจ avviluppato in una prospettiva neoliberale. Perรฒ, chiaramente questa prospettiva si รจ rivelata inadeguata ad affrontare le crisi piรน recenti che stiamo attraversando. [โ€ฆ] questo obiettivo ha prodotto la distruzione del valore dโ€™impresa; cioรจ la massimizzazione del profitto di breve periodo da parte dei responsabili, la finanziarizzazione di tutto quello che รจ il tessuto produttivo. [โ€ฆ] oggi possiamo invece affermare, ma ci ha aiutato la crisi del 2007-2008, ci aiuta oggi questa pandemia, che รจ una straordinaria occasione per rimeditare il nostro agire in materia di politica economica e sociale. [โ€ฆ] lโ€™economia non puรฒ dissociarsi dagli obiettivi della giustizia sociale. Quindi un vecchio modo di intendere il capitalismo รจ al tramonto, il modo che sin qui รจ risultato predominante.โ€

Queste sono alcune dichiarazioni rilasciate dal premier Conte il 27 settembre, che sembrano lasciar presagire lโ€™inizio di una nuova era, unโ€™era di rivoluzioni che ci affrancheranno da un vecchio e ostile mondo. Un mondo nel quale lo stato avrร  lโ€™obbligo morale di estirpare la disoccupazione (non vi ricorda nulla a proposito di povertร ?), ed in cui lโ€™uomo verrร  finalmente elevato alla sua dimensione di piena dignitร  e non piรน considerato secondo una visione spregevolmente cinica ed economicistica (estratto non riportato). รˆ tempo insomma di nuovi paradigmi. Di paradigmi che perseguano la giustizia sociale (sรฌ, รจ Conte e non la Ocasio-Cortez).

Ma andando ad analizzare le parole di Conte รจ facilmente riscontrabile unโ€™inversione del legame causa-effetto. Lui dice che questa pandemia (ma giร  la crisi del 2007-2008) rappresenta lโ€™occasione per rimeditare, in sintesi, il nostro sistema. Escludiamo lโ€™ipotesi che tale affermazione intenda che lโ€™attuale sistema economico รจ stata une delle concause dello sviluppo e della diffusione della pandemia, perchรฉ altrimenti sconfineremmo in campi legati alla valutazione della sanitร  mentale piรน che a quella politico-economica. Se questa invece intende che la pandemia รจ stata lโ€™ennesima riprova dellโ€™inadeguatezza strutturale del nostro sistema economico, anche a fronteggiare shock di tale natura, allora bisogna precisare alcuni elementi. In primis รจ necessario ricordare che le performance delle economie di tutto il mondo sono state il risultato di misure di contenimento imposte agli agenti economici da parte dei vari governi. Non si puรฒ negare lโ€™imprescindibilitร  di tali provvedimenti, che sicuramente potevano essere pianificati con piรน raziocinio ed attuati con maggior tempestivitร , ma al contempo non si puรฒ affermare che i crolli del PIL e di altri indicatori economici in tutto il mondo siano il risultato dell’incapacitร  delle naturali dinamiche dei nostri sistemi di libero mercato di rispondere alla pandemia. Sarebbe a dir poco miope.

Anzi, se si vuole essere totalmente sinceri, sono stati proprio gli agenti economici privati in Italia e nel mondo i primi a cercare e sviluppare il piรน tempestivamente possibile metodi alternativi per non arrestare le proprie attivitร  e per adattarsi piรน dinamicamente alle nuove condizioni al fine di riportare ai precedenti livelli, o quantomeno mantenere accettabili, le loro performance produttive. Cosa che invece non sembra essere avvenuta, ad esempio, allโ€™interno della PA italiana, una delle branche del futuro Stato-padre che le parole di Conte lasciano presagire. Leggendo le parole di Pietro Ichino, giuslavorista fra i piรน apprezzati in Italia, emerge che per molti dipendenti pubblici lo smart-working sia equivalso ad una sospensione del lavoro (a stipendio invariato) e che solo per alcuni sia stato un cambio di modo di lavorare, con addirittura un aumento di mansioni in qualche caso. Questa considerazione non depone di certo a favore del dinamismo della PA italiana, anzi.

Ma ora spostiamo la lente sul nostro paese e per vedere se effettivamente โ€œil capitalismo avviluppato in una prospettiva neoliberaleโ€ stia veramente provocando โ€œla distruzione del valore dโ€™impresaโ€. Se guardiamo ad un articolo pubblicato nella rubrica Econopoly de Il Sole24Ore risalente al 2018 (la situazione รจ solamente peggiorata) leggiamo tutta una serie di dati che smentiscono la visione di Conte. Solo considerando i dati certi, si scopre che lo stato produce in situazione di monopolio il 49,7% del PIL; se a questo aggiungiamo quanto prodotto dalle 10.500 aziende partecipate dallo stato centrale e locale si arriva ad una quota vicina al 70% del PIL nazionale (qualuno ha detto neostatalismo?).

Inoltre, tutti conosciamo lโ€™accanimento terapeutico nei confronti di Alitalia, per la quale รจ stata decisa la creazione di una nuova societร  dal nome ITA (Italia Trasporto Aereo), sulla legittimitร  della quale sono stati sollevati dubbi, e questo ha del paradossale, niente meno che dai socialisti rumeni allโ€™interno del parlamento europeo. Ultima ma non per importanza, รจ lโ€™attivitร  di acquisizione senza sosta che sta portando avanti cdp nel solco della strategia dello Stato imprenditore-innovatore. Investimenti in Tim, OpenFiber ed Euronext, per non parlare di tutti gli investimenti in altri settori, come quello turistico-alberghiero che di questi tempi tutto รจ fuorchรจ proficuo. Non scordiamoci poi delle dichiarazioni illuminate del ministro della cultura che ha auspicato la creazione di una Netflix italiana della cultura di matrice ovviamente pubblica, attraverso la RAI. รˆ legittimo chiedersi che tipo di Netflix abbia in mente Franceschini visti i disarmanti risultati dellโ€™emittente nazionale, che senza il canone imposto in bolletta sicuramente farebbe la stessa fine di Alitalia.

Ora, alla luce di questi dati e di queste considerazioni, lโ€™unica cosa che viene spontanea รจ chiedere a Conte dove viva. In Italia non cโ€™รจ alcuna traccia di quel neoliberismo avviluppato e avviluppante che vede lโ€™uomo solo nella cinica prospettiva di homo economicus (testuali parole) e che ha ridotto il lavoro a semplice fattore di produzione di reddito e non ad attivitร  di realizzazione sociale (sembra un bignami di Marxismo per conferenze stampa) e che fallisce nellโ€™obiettivo ultimo di estirpare la piaga della disoccupazione.

Conte fa finta di non sapere che la perfezione non รจ di questo mondo e che la disoccupazione, come tutti gli altri mali che lo affliggono non puรฒ essere estirpata, e che in paesi molto meno dirigisti e corporativisti di noi, o piรน neoliberali per mantenere il suo linguaggio, i tassi di disoccupazione sono molto piรน bassi dei nostri perchรฉ la flessibilitร  del mercato รจ di gran lunga superiore. Flessibilitร  che permette la riallocazione efficiente di tutte quelle risorse che si liberano nel processo di distruzione-creativa che opera naturalmente in un sistema economico inserito allโ€™interno di una cornice che stabilisca delle โ€œregole del giocoโ€ non troppo vincolanti per la libertร  di azione dei suoi operatori, e la certezza di alcuni elementi imprescindibili come la tutela della proprietร  privata; diritto che in Italia viene messo in discussione da pantomime come quella per le autostrade in cui si รจ parlato di esproprio.

Proprio il tema della disoccupazione si allaccia perfettamente a quello della giustizia sociale che Conte auspica venga perseguita indefessamente nel suo modello di Stato. Una delle definizioni di economia e proprio quella di scienza per lโ€™allocazione efficiente di risorse in un mondo nel quale queste sono scarse. Ora, al di lร  di questa esemplificazione, solo in presenza di grande disonestร  intellettuale o ignoranza si potrebbe incolpare lโ€™economia di essere troppo poco morale o ingiusta. Questa non รจ nรฉ morale nรฉ immorale, se proprio si volessero usare queste categorie allora sarebbe piรน giusto parlare di amoralitร  dellโ€™economia (la fisica non รจ tacciata di immoralitร ). Le scelte che operano le aziende non vengo fatte secondo criteri di giustizia o ingiustizia, ma secondo criteri di legati ad efficienza ed efficacia.

Il profitto tanto demonizzato non รจ altro che una misura dei risultati ottenuti, dellโ€™approvazione dei consumatori, e quindi della qualitร  dellโ€™operato di ogni singolo agente economico. Basta, solo questo e nulla piรน. Non puรฒ esistere una definizione assoluta di moralitร  del profitto. Qual รจ il limite oltre il quale questโ€™ultimo o uno stipendio si possano definire immorali? Quello di un metalmeccanico? Quello di un calciatore? O lo stipendio mediano fra tutti gli stipendi possibili? E perchรฉ non un euro in piรน o un euro in meno? Le risposte ancora non ci sono pervenute e probabilmente non ci perverranno. E dunque, parlare di economia che persegua la giustizia sociale รจ pura propaganda, รจ pura malafede ideologica, รจ pura disonesta intellettuale. Se lโ€™economia perseguisse la giustizia sociale, allora la chiameremmo beneficenza (ma anche questa ha bisogno di soldi).

Sarebbe bene ricordare a Conte che รจ proprio grazie a questo sistema economico anche orientato al profitto che oggi ci sono duecento(200!) vaccini in fase di valutazione, di cui sette nella fase 3, due dei quali hanno giร  annunciato un altissimo grado di efficacia. รˆ proprio in funzione del profitto che le aziende stanno sรฌ procedendo velocemente ma comunque con tutte le cautele del caso, perchรฉ lโ€™esistenza di un alto rischio per la salute dei potenziali vaccinati equivarrebbe ad una pietra tombale sulla vita di queste โ€œmostruoseโ€ big pharma. Sarebbe bene anche ricordarlo ad Arcuri, fulgido esempio di uomo dello Stato (imprenditore) morale che persegue la giustizia sociale a partire dalle mascherine.

Se Conte vuole smantellare il capitalismo neoliberale vada altrove dove ce nโ€™รจ, perchรฉ in Italia non ve nโ€™รจ quasi traccia. Al massimo, se proprio vuole uno stato moralmente superiore, puรฒ cimentarsi nel rifondare quello che giร  abbiamo, lasciandolo immutato nelle dimensioni, ma cercando di votarlo alle buone intenzioni. Anche se tutti sappiamo dove conducono le strade che sono lastricate di buone intenzioni.

di Enrico Ceci

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Enrico Ceci

Enrico Ceci

Ciao, sono Enrico e sono capo redattore della sezione economia per Aliseo. Classe '95, laureato in economia e in studi europei. Nei miei articoli, legati principalmente a temi economici ed energetici, cerco di offrire un punto di vista diverso, sempre e solo attraverso il supporto dei dati. Seguendo lo spirito di Aliseo, il mio intento รจ arricchire tutti coloro che dedicheranno un momento del loro tempo alla lettura dei miei contributi.

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