Nel famoso libro bianco della Difesa delle nazioni del 2019, il Giappone ha inserito la Cina come grande nemesi per il popolo e lo sviluppo Paese del Sol levante. La volontร giapponese di intraprendere il riarmo avviene soprattutto in seguito dellโenorme spinta militarista cinese rivolta verso lโisola di Taiwan e a tutto il Mar Cinese Meridionale, con conseguente proiezione di influenza su tutto il Sud-Est asiatico.
Nonostante le accuse dโisteria da parte delle autoritร cinesi, il Giappone teme la propria vulnerabilitร e, piรน di altri, la riunificazione delle due Cine. Ciรฒ comporterebbe la chiusura della maggior parte delle rotte commerciali marittime e di approvvigionamento energetico per i nipponici. Oltre a questo, l’annessione cinese dellโisola di Taiwan permetterebbe al Dragone un accesso illimitato al Pacifico.
Sono queste paure e queste ansie che hanno spinto la Tokyo sulla via del riarmo. Questa corsa si muove sia attraverso nuove interpretazioni costituzionali, sulla spinta degli stessi Stati Uniti che imposero quei limiti alla fine della guerra, sia allargando i propri orizzonti collaborativi allโEuropa e investendo nella propria industria pesante.
Il Tempest e il riarmo giapponese
Il budget per la Difesa nipponica ha visto uno stanziamento per il 2021 pari allโ1,24% del Pil, grazie a una richiesta da parte dellโex Primo Ministro Abe di un aumento di circa 54 miliardi di dollari. I nuovi fondi hanno fatto sรฌ che venisse superato il famoso limite implicito dellโ1%, configurandosi come lo stanziamento piรน alto dal 1972. Per il quinquennio 2022-2027 il Partito liberaldemocratico di Fumio Kishida non solo ha deciso di continuare il percorso iniziato dal defunto Abe, ma prevede il raggiungimento di una spesa militare pari al 2%.
Tra gli investimenti piรน imponenti e rilevanti salta allโocchio lโimpegno finanziario e tecnologico di Tokyo nel nuovo caccia di 6ยฐ generazione F-X. Il progetto, infatti, nasce dallโesigenza dellโaeronautica militare giapponese di sostituire gran parte della propria flotta aerea, costituita per la maggior parte da caccia F-15 e Mitsubishi F2, ormai inadatti alle esigenze tattiche e operative segnate dalle nuove minacce alla propria sicurezza nazionale.
La flotta potrebbe essere facilmente sostituita su commissione, e nella sua interezza, dallโindustria europea o da quella statunitense, ma il Giappone ha deciso dโinaugurare una nuova via, diretta verso lโindipendenza produttiva nel settore della Difesa. Comunque “rintuzzata” dalle commesse americane, come dimostra l’acquisto di una delle piรน grandi flotte di Caccia F-35 al mondo. Questa nuova via apre al Paese la possibilitร di acquisire un know-how strategico fondamentale e implementare le capacitร del proprio apparato industriale, dedicandosi a possibili cooperazioni multinazionali.
Breve storia del Tempest
La prima volontร di Tokyo รจ stata quella di sviluppare il nuovo caccia con la statunitense Lockheed Martin, ma il rifiuto da parte della societร statunitense di condividere informazioni tecnologiche, ha spinto il Giappone a guardare al Vecchio Continente, permettendo quella che sarร la prima collaborazione della storia con lโindustria della Difesa europea. Si ha cosรฌ il primo incontro con gli inglesi nel 2017, in cui si discute sulla collaborazione nei settori della sensoristica e della propulsione e, molto probabilmente, si accenna anche a una potenziale fusione tra il progetto F-X e quello del caccia di sesta generazione Tempest – all’epoca proposito inglese ancora sconosciuto al grande pubblico.
Presentato al mondo per la prima volta il 16 luglio 2018 al Farnborough Airshow come il prossimo sostituto del caccia europeo Eurofighter Typhoon dallโallora segretario della Difesa britannico Gavin Williams, il Tempest fu un fulmine a ciel sereno per il progetto franco-tedesco โ a cui si aggiunse anche la Spagna nel 2019 โ di sviluppare il nuovo Future Combat Air System europeo.
Il Tempest si presentava subito come un dei progetti piรน ambiziosi e competitivi non solo a livello europeo ma su scala globale. Il velivolo, infatti, รจ concepito come Sistema di Sistemi in grado di essere pilotato o opzionalmente in configurazione unmanned, ossia con possibilitร di far volare i caccia di sesta generazione come sciame di droni. Il team Tempest prevede che tutti gli elementi del sistema siano collegati a una rete intelligente basata su unโarchitettura cloud dedicata e gestita da unโintelligenza artificiale in grado di assimilare, analizzare e trasmettere big data. Il progetto attirรฒ sia le critiche dellโasse franco-tedesco, sia la volontร dei partner storicamente piรน vicini di entrare a far parte dello sviluppo del nuovo jet da combattimento.
Alla pubblicazione della Combat Air Strategy inglese, forte della propria iniziativa di cui si metteva alla guida, segue il Government feasibility study tra Italia e Uk, a rafforzare una pluridecennale partnership in materia di Difesa. La prima nazione ad entrare nel progetto, viste le potenzialitร , fu la Svezia, con la stipula del memorandum dโintesa. LโItalia si impegnerร dal 10 settembre, in occasione del Dsei (Defence & Security Exhibition International), attraverso una presa di posizione meno netta seguita dalla sottoscrizione di una lettera dโintenti.
Il passo successivo al Memorandum of Understanding รจ stato breve e si รจ dovuto aspettare meno di un anno per vederlo firmato, sancendo lโimpegno italiano a uno dei progetti piรน allโavanguardia che lโEuropa abbia mai portato avanti. Lโindustria nazionale si vedrร fortemente coinvolta nellโintero ciclo di vita del progetto ricoprendo un ruolo da vera protagonista e dando vita a un consorzio che spazia da Leonardo ad Avio Areo, da Elettronica a Mbda Italy.
Il ruolo dell’Italia
Le societร italiane coinvolte rappresentano lโeccellenza nel settore della Difesa e tutte sono coinvolte strategicamente dalla pre-progettazione alla messa in volo, prevista per il 2035, permettendo al primo prototipo di volare con gli stessi Eurofighter Typhoon. Il consorzio si compone anche del gigante inglese BAE systems, Leonardo UK, Rolls Royce e Mbda Uk, oltre alle svedesi Saab e Gkn Aerospace Sweden, che ricopriranno un ruolo minore viste le enormi spese e gli scandali causati dallo sviluppo del jet Gipren E.
Approvato dal parlamento italiano con il Dpp per la Difesa per il triennio 2021-2023, il progetto Tempest รจ stato ben accolto non solo dalle istituzioni, ma anche da analisti e ricercatori del settore, tanto da vedere un supplemento dei fondi per un totale di 3,8 miliardi di euro stanziati su 15 anni per la โfase 1โ. Il cronoprogramma del nuovo caccia, composto di quattro fasi, le prime due dedicate a progettazione e sviluppo e le ultime alla produzione, ha un costo del tutto variabile e indefinito. Si stima che il conto complessivo si aggirerร tra i 50 e i 70 miliardi euro, di cui lโItalia, solo per la prima fase, vedrร stanziati 7,8 miliardi, rispetto ai 6 quantificati inizialmente.
Uno dei dettagli piรน importanti nel DPP per il triennio 2022-2024, oltre allโaumento di capitale per lโiniziativa, รจ il possibile coinvolgimento di Tokyo nel progetto. Il diavolo, infatti, si nasconde nei dettagli e le vicinanze tra Giappone e il team Tempest erano ben visibili giร al Dsei 2021 quando, oltre alle bandiere dellโasse Roma-Londra-Stoccolma era affiancato il sole rosso su sfondo bianco. A seguire, il 23 dicembre 2021, la Gran Bretagna e la controparte nipponica siglano un accordo sullo sviluppo congiunto di motori jet da combattimento di nuova generazione.
Lโ11 aprile di questโanno, appena quattro mesi dopo, si svolge abbastanza nel silenzio lโincontro bilaterale tra il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il suo omologo giapponese Nobuo Kishi. Le due parti hanno discusso sui progetti Tempest e F-X, dimostrandosi entrambe molto interessati a intavolare una collaborazione. A testimonianza dellโinteresse sempre piรน intenso, a ottobre il Capo di Stato Maggiore dellโAeronautica Luca Goretti รจ stato invitato in Giappone per discutere la cooperazione nello sviluppo de caccia di sesta generazione.
Goretti, grande sostenitore della fusione del Fcas franco-tedesco con lโiniziativa angolo-italo-svedese, si รจ trovato a sostenere la linea che congiunge Europa ed Estremo Oriente a causa dei rallentamenti che il progetto FCAS sta subendo. Si aggiungono alla diffidenza anche le stime di spesa astronomiche, secondo alcuni analisti vicine a 500 miliardi totali, di cui 80 solo per la Francia nei primi 15 anni.
Come le altre iniziative simili, il Fcas soffre un grande “difetto” fin dalla sua nascita, ossia il rapporto di amore e odio tra Francia e Germania, che le porta su strade diverse, come avvenuto con il Main Ground Combat System (Mgcs), quello che dovrebbe essere il nuovo carro armato europeo. Questo rapporto teso tra i due giganti europei si dimostra, alla fine, solo una minaccia alla propria credibilitร e deleterio per i partner terzi come la Spagna.
Finalmente il Tempest
Il 2 dicembre Reuters riporta le dichiarazioni di due fonti industriali anonime, le quali affermano come lโultimo mese del 2022 rappresenterร una svolta storica nel mondo della Difesa, segnata dallโaccordo tra Giappone, Italia e Londra sul progetto Tempest/F-X. Il 9 dicembre viene ufficializzata la collaborazione e la fusione delle due iniziative, in un nuovo programma denominato Global Combat Air Program.
Ciรฒ non solo porterร lโEuropa, in particolar modo Londra e Roma, a svolgere il ruolo di nuovi partner per la sicurezza con il Giappone e lโAsia, ma rappresenterร , come giร sottolineato, la prima collaborazione nipponica con lโindustria europea in un progetto di rilevanza strategica fondamentale. Sembra scontato che la collaborazione porterร anche allโallentamento delle leggi sullโesportazione dellโindustria bellica giapponese, vista la necessitร di rientrare finanziariamente.
Se si procedesse in questa direzione, si assisterร all’ingresso nel mercato di un nuovo attore che, in breve tempo, potrebbe tornare a essere anche una potenza militare rilevante, accompagnato dalla Germania, visti i rialzi al bilancio della Difesa. ร cosรฌ che lโasse Roma-Londra ridร linfa vitale al progetto Tempest, ad oggi unico programma per un caccia di sesta generazione che in Europa sta vedendo progressi, permettendo allโItalia di confermare la sua posizione come una delle industrie belliche piรน importanti del pianeta.
Come dichiarato da Palazzo Chigi in seguito allโaccordo, il nuovo caccia ยซcostituirร una pietra miliare della sicurezza globale, della stabilitร e della prosperitร nei decenni a venireยป. Secondo il team di sviluppo, il progetto non solo rivoluzionerร il piano strategico-militare, ma soprattutto il mondo tecnologico, con una ricaduta a cascata su tutti i settori industriali italiani ed europei, come sottolineato nella nota congiunta pubblicata dai leader Sunak, Meloni e Kishida.
Ciรฒ conferma lโenorme know how del Vecchio Continente e lโaffidabilitร dellโindustria pesante nazionale, capace di esprimere eccellenze come Leonardo, che di recente ha raggiunto la 12esima posizione nella classifica globale delle industrie di settore. Il Giappone, nuovo grande protagonista allโinterno dellโindustria europea, sarร il fattore fondamentale per lโallargamento del know-how europeo in determinati settori tecnologici su cui il Paese del Sol Levante primeggia (e sarร presto prossimo competitor a livello globale).
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