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L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

La crisi del sistema politico inglese viene da lontano

La crisi del sistema politico inglese viene da lontano

Le ragioni strutturali di una crisi. A Londra l'instabilitร  ormai รจ una prassi con cui fare i conti

La Premier britannica Mary Elizabeth โ€œLizโ€ Truss si รจ dimessa. Dopo circa 45 giorni di dura agonia, la terza donna a capo del Governo di Sua Maestร , le altre due furono la โ€œlady di ferroโ€ Margaret Tatcher e Theresa May โ€“ entrambe conservatrici โ€“ ha consegnato le dimissioni al Re Carlo III, dopo settimane di dure polemiche sul suo brevissimo operato. Tra gli scivoloni piรน evidenti, quel taglio fiscale promosso dall’esecutivo, che ha scatenato le ire dei mercati finanziari e ha provocato lโ€™ulteriore crisi del Governo di Londra.

Lโ€™antica democrazia britannica, ricca di consuetudini e fondata su una cultura giuridica nettamente differente da quella italiano, mantiene immutata la tradizione politica che lascia coincidere il capo del partito di maggioranza con la figura del Primo ministro. Una tradizione che negli anni ha garantito una forte stabilitร  ai governi inglesi.

Ma la prerogativa del gioco politico oltre Manica ha come perno centrale un puro bipartitismo (conservatori contrapposti ai liberali durante il XIX secolo e conservatori e laburisti a partire dal secolo scorso) sorretto da un sistema elettorale maggioritario a turno unico in collegi uninominali. La riforma a trazione maggioritaria fu introdotta definitivamente nel 1885 e ad oggi non ha conosciuto modifiche. Tale misura legislativa, oltre a favorire la cristallizzazione del sistema politico, attribuisce in un certo senso al corpo elettorale il potere di indicare, mediante il voto per i membri della Camera dei Comuni, il futuro Prime Minister, incarnazione diretta del leader del partito vincitore delle elezioni.

Ma spesso, i sistemi politici, date alcune precondizioni del tessuto economico e sociale, tendono ad auto modificarsi, generando particolari cambiamenti, spesso non voluti, ma comunque evidenti. E a tal proposito, il caso inglese, meglio definibile come caos inglese, รจ di sicuro pertinente. Lo ha sottolineato la stessa stampa britannica: in prima pagina sul The Economist, la ormai ex Premier Truss viene raffigurata โ€œallโ€™italianaโ€, con lโ€™elmo romano, un forchettone di spaghetti e al posto dello scudo da guerriero una pizza tricolore con impressa la Union Jack. Il tutto sotto a un titolo irrisorio Welcome to Britaly

Lโ€™Italia repubblicana ha un consolidato trend nelle crisi di governo frequenti allโ€™interno della legislatura โ€“ solo per citarne il caso piรน eclatante, il Governo Fanfani I (1954) durรฒ in carica appena 22 giorni, dopo il voto di fiducia negativo delle Camere โ€“ . E in un certo senso questo avviene per una ragione precisa, che riguarda un sistema politico multipartitico retto per decenni da una legge elettorale interamente proporzionale e che nel tempo ha tentato modifiche piรน o meno riuscite allโ€™inglese, o allโ€™americana che dir si voglia, verso il bipartitismo o bipolarismo anglosassone.

Tuttavia il London case pone solide riflessioni: certo รจ che il bipartitismo britannico e il sistema maggioritario che lo sostiene sono entrati in crisi. In particolare, nelle analisi giuridiche e politologiche, si tende a considerare come una delle possibili cause di tale squilibrio di sistema la perdita progressiva di consensi da parte delle due forze storicamente in contrapposizione (nelle tornate elettorali del 2005, 2010 e 2015 i laburisti e i conservatori non hanno raggiunto il 70% dei voti sommando i due risultati) โ€“ anche se nelle due ultime elezioni anticipate (2017; 2019) i voti di entrambe hanno invertito questo andamento. Unโ€™altra delle plausibili motivazioni รจ da ricercare nella crescita, negli ultimi venti anni, di partiti con una forte impronta regionalistica e nellโ€™affermazione di una terza forza politica, di stampo liberal-democratica, alternativa ai due principali schieramenti.

Lโ€™effetto principale di tali terremoti nellโ€™equilibrio politico-istituzionale britannico ha generato, per ben due volte negli ultimi quindici anni, il cosiddetto ‘Parlamento appeso‘ (hung Parliament). Si tratta di una condizione per cui nessun partito ottiene la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera dei Comuni e il plenum eletto appare frammentato e incapace di sostenere con forza un governo monocolore. Ciรฒ รจ avvenuto nel 1924, nel 1974, nel 2010 e in ultimo nel 2017. Nei primi due casi, come per lโ€™ultimo, si รจ costituito un esecutivo di minoranza con un solo partito alla guida โ€“ solitamente sostenuto da un appoggio esterno, come nel 2017 con il voto favorevole ai conservatori del partito unionista nord-irlandese โ€“ mentre nel 2010 si รจ formato un governo di coalizione tra i conservatori e i liberal-democratici.

Con il voto anticipato del 2019, il secondo in quattro anni, i conservatori hanno ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi, un risultato che ha visto lโ€™affermazione della linea Johnson, capo del partito, che ha contribuito a traghettare il Regno Unito fuori dallโ€™Unione Europea. Ma ciรฒ che sembrava una restaurazione dellโ€™ordine perduto si รจ trasformato in unโ€™accentuazione della precarietร , che sembra ormai strutturale negli ultimi anni, dei governi inglesi.

โ€œBojoโ€ รจ caduto dopo lo scandalo delle feste private a Downing Street, sede del Primo Ministro britannico, durante lโ€™applicazione delle restrizioni imperanti nel Paese colpito duramente dalla pandemia. Poi Truss, la donna dei 45 giorni, che in poche settimane ha incrociato il suo cammino istituzionale con la fine del regno di Elisabetta II e i duri attacchi della Bank of England in merito ai tagli fiscali del suo Governo. Ora tocca a Rishi Sunak, nuovo leader dei conservatori, primo capo dellโ€™esecutivo inglese ad avere origini indiane. Un altro primato per i tories โ€“ comunque andrร  โ€“.

Foto in evidenza: “Boris Johnson and Rishi Sunak ‘Clap for our Carers’” by UK Prime Minister is licensed under CC BY-NC-ND 2.0.

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Gianmarco Castaldi

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