Da sempre, una protesta per essere valida deve destare scalpore. Qualsiasi rivoluzione, per dirsi efficace, o quantomeno consistente, deve profanare tutto ciรฒ che viene ritenuto sacro. E sotto un certo punto di vista, anche se non sembra, lโarte riveste un ruolo imprescindibile nellโidentitร culturale del nostro Paese.
Anche se non sappiamo nulla delle novitร stilistiche introdotte da Giotto nel 1300, in qualche modo la Cappella degli Scrovegni รจ casa nostra. Anche se non conosciamo la genesi scultorea della Pietร vaticana di Michelangelo, tutti noi ci riconosciamo figli di quella giovane Madre. E anche se non distinguiamo un capitello corinzio da un capitello dorico, guai a chi ci tocca il Colosseo o la meravigliosa facciata del Pantheon. Insomma, lโarte รจ una sorta di patrimonio genetico che non vorremmo perdere mai, anche se la conserviamo male e la valorizziamo peggio.
Ecco perchรฉ l’attivismo di Ultima Generazione riceve valanghe di insulti e di critiche per i loro affronti verso Palazzo Vecchio o Fontana di Trevi. Perchรฉ non si devono permettere di offendere quello che di buono ha compito lโuomo. Perchรฉ, sรฌ: lโarte รจ il gesto piรน divino riservato allโessere umano. Lโarte commuove, conserva misteri insondabili e custodisce una moltitudine di significati che ci riguardano da vicino. Lโarte รจ un atto di sana follia e, come direbbe Freud, รจ ยซla sublimazione di una pulsioneยป.
Karl Jaspers, celebre psicopatologo del Novecento, sostiene che ยซquando si osserva unโopera dโarte, bisogna considerarla come la perla per lโostrica. Ma non bisogna dimenticare che la perla รจ la malattia della conchiglia. Infatti, senza la follia o la schizofrenia dellโartista non esisterebbe lโopera dโarteยป. Ergo, la riflessione sorge spontanea? Chi รจ il folle? Quello che crea o quello che imbratta? Quello che inventa o quello che offende e distrugge?
Sicuramente, una colata di vernice lavabile non deturpa in maniera radicale la bellezza della Monumento equestre a Vittorio Emanuele II a Milano, cosรฌ come non danneggia in maniera irreversibile il nitore dellโacqua della Barcaccia. Ma รจ davvero questa la strada giusta? Non appare piรน come una sorta di esibizionismo? Dietro a tutto questo atteggiamento, quasi circense, dove sono le proposte?
L’attivismo, frutto di unโideologia (anche giusta e legittima, per lโamor di Dio), se non รจ seguita da soluzioni concrete e tangibili, non sfocia in una pagliacciata? Difendo totalmente lโintenzione, ma condanno aspramente lโazione. Offendere e deturpare lโarte รจ sicuramente efficace da un punto di vista mediatico, poichรฉ colpisce un bersaglio nobile, ma รจ profondamente insensato da un punto di vista evolutivo. Non cโรจ progresso, tantomeno miglioramento nel lanciare vernice lavabile sui dipinti di Van Gogh.
Se non qualche fotografia sulle prime pagine dei giornali. Di conseguenza, ben vengano le manifestazioni, le proteste, le rivolte. Senza la Rivoluzione francese ci sarebbero ancora i monarchi assolutisti. Senza la voce fuori dal coro degli antifascisti (quelli veri, durante il Ventennio buio) ci sarebbero ancora le ยซcamicie sordideยป, come le definiva DโAnnunzio. Ma questi due esempi, molto piรน seri e strutturati, e sicuramente esagerati per questo caso, vantano una grande qualitร : si sono rivelati unโalternativa credibile.