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Metafisica del confine

Metafisica del confine

Publio Elio Adriano, salito al trono alla morte del padre adottivo nellโ€™agosto del 117 d.C., presentรฒ fin da subito al senato una linea politico-militare di tipo conservativo, per certi versi opposta a quella del suo predecessore, cosa che in un primo momento gli valse lโ€™ostilitร  della classe senatoria; se Traiano infatti, secondo il racconto dello […]

Publio Elio Adriano, salito al trono alla morte del padre adottivo nellโ€™agosto del 117 d.C., presentรฒ fin da subito al senato una linea politico-militare di tipo conservativo, per certi versi opposta a quella del suo predecessore, cosa che in un primo momento gli valse lโ€™ostilitร  della classe senatoria; se Traiano infatti, secondo il racconto dello storico Cassio Dione, si rammaricava dellโ€™essere troppo vecchio per intraprendere una spedizione in India, Adriano adotta fin dalla sua ascesa una politica antiespansionistica sulla falsa riga della politica estera di etร  Augustea. Nel 121 d.C. con il rinnovamento del pomerium romano, la linea sacra tracciata in origine da Romolo per segnalare il confine dellโ€™Urbe, lโ€™imperatore volle creare un parallelo tra la definizione del confine cittadino e quello dellโ€™intero Impero.

Lโ€™anno successivo iniziarono le grandi opere di fortificazione per le quali passรฒ alla storia il suo principato; sulla frontiera del Reno venne costruita unโ€™immensa palizzata, intervallata da forti lignei, che correva ininterrottamente per 548 chilometri, ricalcando in parte le fortificazioni degli imperatori Flavi che nel secolo precedente avevano dato avvio allโ€™espansione nella zona. Nel corso dello stesso viaggio si diresse in Britannia, dove supervisionรฒ la costruzione del Vallum Hadriani. La muraglia si era resa necessaria in seguito alle incursioni che lโ€™anno precedente avevano messo in ginocchio la guarnigione romana ivi stanziata. Lโ€™opera consisteva in una muraglia in pietra che si snodava lungo la linea Tyne-Solway per piรน di 120 chilometri; ai piedi delle mura si trovava un fossato con argini di 9 metri, il Vallum vero e proprio; Ogni miglio un forte provvedeva a controllare gli accessi, oltre che a dare alloggio alle truppe. Il Vallum, la cui costruzione fu completata nel giro di un decennio, non aveva solo funzione militare, ma anche politica e simbolica, quella cioรจ di separare in maniera fisica Roma dai barbari, segnando un confine invalicabile, sotto la protezione del dio Termine, cui fu consacrato un tempio presso le mura.

Le parole che Marguerite Yourcenar mette in bocca allโ€™imperatore, โ€œMa giร  quellโ€™opera, puramente militare, secondava la paceโ€ nel saggio-romanzo โ€œMemorie di Adrianoโ€ sono perfettamente in linea con la descrizione che lโ€™Historia Augusta ne fornisce, quella di un uomo prudente e calcolatore, consapevole dei limiti dellโ€™organismo imperiale.

Al di lร  del gesto politico-militare, il senso dellโ€™azione di questo costruttore di fortezze รจ da ravvisarsi nel significato del confine nel mondo classico. Il confine infatti, รจ strettamente connesso alla natura ontologica dellโ€™entitร  che racchiude; anzi, questa si puรฒ definire nella propria identitร  solo grazie a quella linea di demarcazione, che la separa nettamente dallโ€™esterno, da tutto ciรฒ che รจ โ€œaltroโ€. La valenza del tracciare un confine รจ ammantata di significato religioso, gesto consacrato a Termine, divinitร  liminale che a Roma aveva sede presso il Colle Capitolino, protettore delle frontiere e responsabile dellโ€™infinitร  dellโ€™Impero. Una volta che il solco viene tracciato diventa un limite sacro ed inviolabile, รจ il limite allโ€™interno del quale vengono applicate le leggi e dove valgono le consuetudini del popolo; definisce di fatto chi รจ amico, chi fa parte della comunitร  e lโ€™estraneo, ed รจ proprio quella linea sacra a sancire e dare corpo alle differenze culturali, etniche e religiose.

Una comunitร  che definisce i propri confini รจ dunque una comunitร  forte, consapevole di sรฉ stessa, che nel gesto di darsi dei limiti geografici precisi, dona corpo alla propria identitร  e la trasferisce da un piano metafisico e spirituale ad uno materiale. Esemplificativo รจ il caso della fondazione di Roma: il confine originario della cittร  consiste nel solco quadrato tracciato dal fondatore Romolo, che con quel gesto, inizia la dimensione storica di Roma, da unโ€™astrazione ideale, la rende un entitร  fisica dotata di un limite e, dunque, di una forma; un limite tanto inviolabile da giustificare e addirittura da rendere sacro il gesto fratricida che apre la stagione storica dellโ€™Urbe. Dopo la morte di Remo, il fondatore di Roma dirร : “Patisca la stessa sorte chiunque abbia ad oltrepassare le mie mura”

Niente di tutto ciรฒ che succede durante gli undici secoli della storia romana accade per caso, ogni azione, riforma o provvedimento, che ha un riflesso apparentemente politico muove i suoi passi dalla sfera del sacro; Adriano, iniziato ai culti misterici orientali e Pontifex Maximus, era certamente a conoscenza che lโ€™opera di segnare con straordinarie opere di fortificazione i limiti dellโ€™ecumene romano, voleva dire fissarne per sempre la dimensione fisica, procedendo ad una nuova definizione e dunque, ad una rifondazione(cosa che avverrร , de facto o de iure, diverse volte nel corso della storia della cittร ). Questo il reale motivo del rinnovo dei confini del pomerium, limite della cittร  che la Tradizione faceva risalire al solco tracciato da Romolo.

Curioso che questo โ€œculto del confineโ€ trascende lโ€™epoca pagana e si radica nel genio dei popoli europei, per trovare nuova dimensione in epoca cristiana. Le cittร  medievali sono anchโ€™esse definite da cinte murarie, poste sotto la protezione dei santi militari ed รจ ancora piรน interessante notare come la manutenzione e la costruzione delle mura non spetti allโ€™autoritร  politica ma al vescovo cittadino. Il confine cosรฌ rimarrร  per tutta lโ€™epoca del Medioevo nellโ€™area di pertinenza del sacro

La sacralitร  del limite appare dunque come un aspetto fondamentale della โ€œgeneticaโ€ culturale europea, sedimentatosi in millenni di storia; il confine, a Roma, come in Grecia e nelle selve della Germania non รจ un confine politico, ma รจ il termine ultimo della Civiltร .

di Francesco Dalmazio Casini 

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Francesco Dalmazio Casini

Francesco Dalmazio Casini

Fondatore di Aliseo, archeologo redento, appassionato di studi strategici. Voglio raccontare la geopolitica, cercando di leggere tra le righe gli interessi di attori espliciti e meno espliciti. Credo che all'informazione italiana manchino due cose: il realismo e la capacitร  di prendersi un po' di tempo prima di raccontare quello che succede.

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