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L’ultimo numero della rivista di Aliseo, dedicato al futuro degli Stati Uniti. 14 analisi per capire l’America, dalla geopolitica alla crisi interna

Valtellina: L’unica guerra di religione in Italia (pt.1)

Valtellina: L’unica guerra di religione in Italia (pt.1)

Quando oggi parliamo di Valtellina il pensiero corre immediatamente a neve fresca sulla quale dilettarci con lo sci, ad escursioni in pacifici boschi e ad unโ€™ottima gastronomia. Ma molti non sanno che questa non fu sempre la realtร  di questa amena valle lombarda. Oggi, poco abituati a considerare le conformazioni delle valli e, piรน in generale, a considerare la geografia, ignoriamo come, un tempo, questa valle avesse unโ€™importanza decisiva dal punto di vista tattico e militare.

Quando oggi parliamo di Valtellina il pensiero corre immediatamente a neve fresca sulla quale dilettarci con lo sci, ad escursioni in pacifici boschi e ad unโ€™ottima gastronomia. Ma molti non sanno che questa non fu sempre la realtร  di questa amena valle lombarda. Oggi, poco abituati a considerare le conformazioni delle valli e, piรน in generale, a considerare la geografia, ignoriamo come, un tempo, questa valle avesse unโ€™importanza decisiva dal punto di vista tattico e militare. Osservando la conformazione della valle notiamo come essa sia un nodo di comunicazione fondamentale, che mette in collegamento il Tirolo austriaco, attraverso il Passo dello Stelvio, direttamente col bacino del Lago di Como, la Brianza e Milano. Attraverso il Passo dellโ€™Aprica si puรฒ scendere in Val Camonica, verso Brescia, mentre attraverso il Passo di San Marco รจ possibile calare in Val Brembana e su Bergamo. A nord invece, attraverso il Passo del Bernina รจ possibile scendere nellโ€™ampia Engadina, mentre attraverso lo Spluga si puรฒ raggiungere la Valle del Reno, con la cittร  di Coira, e di lรฌ le pianure della Germania. Lโ€™importanza di questa valle (e della vicina Val Chiavenna, che gli รจ sempre stata associata) รจ dunque lampante per qualsiasi stratega militare che non possa basarsi sullโ€™appoggio dellโ€™aviazione. Per chi ambisca a difendersi la Valle si presenta come un fortilizio naturale, cinta per tutto il suo perimetro da alte montagne spesso innevate, mentre per chi aspiri ad attaccare, in particolare in direzione delle pianure italiane, la Valtellina offre una moltitudine di sbocchi attraverso il quale attuare questo progetto. Non รจ un caso che fino a tempi recentissimi lโ€™importanza militare della Valtellina non fosse sfuggita. Solo per citare lโ€™esempio piรน recente, รจ in Valtellina che, negli ultimi giorni della Repubblica Sociale Italiana, le piรน alte autoritร  di Salรฒ, progettarono di costituire lโ€™ultimo ridotto di difesa, altisonantemente denominato  โ€œRidotto Alpino Repubblicanoโ€, dove il gerarca Alessandro Pavolini mirava a costituire un ridotto nazionale in grado di resistere ad un assedio pluriennale, che sarebbe divenuto, secondo il linguaggio pomposo di allora โ€œLe Termopili dโ€™Italiaโ€. Parimenti, anche dal punto di vista politico la Valtellina risponde alla stessa vocazione di crocevia, stretta comโ€™รจ tra Austria, Svizzera e Italia. Eโ€™ dunque naturale che nei momenti piรน turbolenti della storia Europea questa valle si sia trovata sempre al centro di operazioni militari e fatti di sangue. Le vicende delle quali oggi vogliamo parlare su Atrium sono perรฒ molto anteriori al novecento, e risalgono precisamente al primo ventennio del XVII secolo, quando in tutta Europa divampavano, ormai da un secolo, le lotte religiose tra i cattolici e le diverse anime del protestantesimo (Luterani, Calvinisti, Zwingliani, Anabattisti etc). Ma qual รจ la situazione politica in questo angolo di Alpi Lombarde allโ€™inizio del seicento? Per capirlo dobbiamo fare un salto indietro nel tempo di circa cento anni quando, nel turbolento periodo di inizio cinquecento, quando il Ducato di Milano si trovava sotto occupazione francese di re Luigi XII, che aveva cacciato Ludovico il Moro dopo lโ€™estinzione della famiglia Visconti.

A quel tempo forte era la potenza militare della Confederazione Svizzera, che incombeva sui fertili territori subalpini della Lombardia. Negli anni a cavallo tra โ€˜400 e โ€˜500 approfittando della debolezza dei milanesi, sottoposti ad un re lontano e con a disposizione scarsi contingenti francesi, la confederazione svizzera aveva annesso la quasi totalitร  dellโ€™odierno canton Ticino mentre la Repubblica delle Tre Leghe (il futuro Canton Grigioni, non ancora parte della Svizzera), aveva ottenuto il giuramento di fedeltร  delle valli lombarde Mesolcina e Calanca oltre il passo del San Bernardino. La Repubblica delle Tre Leghe, che era in realtร  una federazione tra la Lega Grigia, La Lega della Casa di Dio e quella delle Dieci Giurisdizioni, aveva giร  da tempo messo gli occhi sui piรน miti territori a sud della linea di displuvio, che potevano garantire produzioni agricole piรน fertili, piรน traffici commerciali ed un controllo militare piรน ampio su questo settore alpino. In particolare il Gotteshausbund, la Lega della Casa di Dio, si era da tempo giร  impossessata della italofona Val Bregaglia, e della parimenti italofona Val Poschiavo, ramo laterale dellโ€™ampia Valtellina.
Nel 1512, approfittando dellโ€™offensiva degli Svizzeri contro i francesi di Milano, le truppe dei Grigioni invasero la completamente sguarnita Valtellina e le contee di Bormio e di Val Chiavenna, spingendosi fin sul Lago di Como, annettendo la zona delle Tre Pievi, con i paesi di Gravedona e Musso.

I grigionesi divisero poi la Valtellina in tre terzieri (di Sotto, di Mezzo e di Sopra) ed installarono a Sondrio il loro governatore. Nonostante fosse chiara la dominazione dei Grigioni sulla Valtellina, il governo di Coira non riconobbe ai Valtellinesi gli stessi privilegi dei territori che si trovavano giร  sotto la sua dominazione; mentre dunque gli abitanti delle valli italofone Mesolcina, Calanca, Bregaglia e Poschiavo godevano di diritto di rappresentanza nellโ€™assemblea delle Tre Leghe, alla Valtellina venne assegnato lo status di baliaggio, vale a dire di territorio tributario e sottomesso, ma senza diritto di rappresentanza presso il governo centrale.

Tuttavia, nel 1524, i milanesi giร  riconquistavano le Tre Pievi, e penetravano addirittura in Val Bregaglia. Nonostante le conquiste, una  robusta spedizione di confederati svizzeri, alleati dei Grigioni, calรฒ in Val Chiavenna e costrinse i milanesi a piรน miti consigli, riconoscendo loro la dominazione sulle Tre Pievi ma ottenendo il riconoscimento del dominio grigionese sulla Valtellina. La valle lombarda rimase relativamente tranquilla per il successivo secolo, ma lโ€™adesione alla Riforma Protestante di gran parte dei Grigioni cominciรฒ ad acuire i contrasti sia allโ€™interno dei Grigioni che in Valtellina. I protestanti, divenuti il partito maggioritario nei territori della Lega della Casa di Dio ed in quella delle Dieci Giurisdizioni, cominciarono gradualmente a installarsi anche nella cattolica Valtellina, la quale costituiva, in quelle turbolente epoche di guerre religiose, lโ€™unico lembo di Italia sottoposto ad un governo fedele al protestantesimo.

Fu proprio tale peculiaritร  che incoraggiรฒ molti simpatizzanti di ogni regione dโ€™Italia, perseguitati in patria, a trasferirsi nel baliaggio grigionese, mentre una stamperia sita in Poschiavo lavorava a pieno ritmo distribuendo testi protestanti e libelli anti-cattolici tradotti in Italiano che venivano poi diffusi clandestinamente in tutta la Lombardia e lโ€™Italia. La situazione non tardรฒ ad essere appresa dal Papa, che piรน volte lamentรฒ lโ€™attivitร  della stamperia di Poschiavo ed il ruolo destabilizzatore che una valle riformata poteva avere nei confronti dellโ€™Italia cattolica. Anche allโ€™interno dei Grigioni la situazione andรฒ rendendosi sempre piรน tesa, ove il partito cattolico, capitanato dalla potente famiglia romancia dei Planta, ancorchรจ minoritario, cominciรฒ, al pari dei protestanti, a costituire milizie di difesa, che entrarono presto in contrasto con quelle calviniste comandate dal germanofono Jurg Jenatsch. La stessa situazione si ripropose, a parti invertite, in Valtellina, dove, seppur molto numerosi i convertiti italiani al protestantesimo, la popolazione rimaneva in gran maggioranza cattolica. In questa situazione, che ricorda molto da vicino la Belfast degli anni dei troubles si inserirono presto le grandi potenze continentali e locali, che premevano per destabilizzare i Grigioni e impossessarsi dei preziosi passi montani che controllavano. Francesi e Veneziani appoggiarono apertamente il partito protestante, mentre gli Spagnoli (che avevano nel frattempo acquisito il vecchio Ducato di Milano) e gli Asburgo dโ€™Austria appoggiavano fortemente il partito cattolico. Il clima di assedio che si creรฒ nei Grigioni, che si ostinavano a mantenere un orientamento di libertร  religiosa secondo il detto โ€œcredi quel che ti piace, ma fai quel chโ€™io ti comandoโ€, favorรฌ lโ€™insorgere di un clima di tensione ed intransigenza che nessuna delle due parti aveva un reale interesse a smorzare. Il partito cattolico valtellinese cominciรฒ in particolare a lamentare come fosse impedito ai suoi preti di lavorare correttamente e come essi venissero allontanati, se non graditi al governo dei Grigioni, o fossero costretti a rinunciare alla predicazione alla conversione.

Il 1618 segnรฒ lโ€™inizio di un incubo per la popolazione valtellinese. Gli stessi Grigioni, che avevano giร  dovuto cedere ai tirolesi cattolici lโ€™Alta Val Venosta, avevano accettato, a sorpresa, di allearsi con gli Spagnoli sperando che essi non avrebbero cosรฌ minacciato i loro domini. Tale decisione gettรฒ perรฒ in subbuglio la Repubblica quando il partito protestante, disconoscendo la decisione del governo, si riunรฌ nella cittร  di Thusis ed instaurรฒ un tribunale chiamato Strafgericht  (Tribunale Punitivo), con il compito specifico di arrestare e rendere inoffensivi tutti coloro che fossero nemici dei Grigioni (in realtร  oggi si puรฒ tranquillamente affermare come lo Strafgericht fosse un mero strumento di lotta confessionale anticattolica). Cominciarono dunque sequestri e sparizioni di personalitร  cattoliche, sia in Valtellina sia nei Grigioni. Esponenti del partito cattolico, quale il Zambra Prevost e molti altri, vennero squartati sulla pubblica piazza di Thusis, mentre gli averi delle famiglie cattoliche, specialmente dei potenti Planta, e del vescovo di Coira Johannes Flug, furono dati alle fiamme e sulle rovine furono erette delle forche, al contempo un sinodo protestante riunitosi a Bravuogn minacciรฒ ulteriori โ€œduri provvedimentiโ€ contro i sospettati di connivenza con la Spagna. La situazione cominciรฒ ad arroventarsi anche in Valtellina. A Sondrio un gruppo di giovani cattolici armati impedรฌ al Capitano di Valle dei Grigioni di entrare in una chiesa cattolica e di convertirla al protestantesimo, mentre a Caspoggio, un funerale protestante composto da sole donne (gli uomini erano allora in alpeggio) venne fatto oggetto di una fitta sassaiola da un gruppo di donne cattoliche. Gli eventi culminarono con il rapimento e la morte per tortura del popolarissimo arciprete cattolico di Sondrio, il luganese Nicolรฒ Rusca, avvenuta per mano del Tribunale Punitivo nella cittร  romancia di Thusis il 4 di settebre.

Quella stessa notte,  dal Monte Conto, in Val Chiavenna, si staccรฒ una frana di proporzioni enormi che distrusse completamente, sommergendole, la floride localitร  di Piuro e Schillano, mietendo piรน di duemila vittime. Piuro e Schillano furono completamente cancellate e la frana sbarrรฒ addirittura il corso del fiume Mera, che riuscรฌ a riaprirsi un varco tra i detriti solo dopo alcuni giorni. Il tragico evento fu attribuito dal numeroso partito cattolico alla vendetta divina contro una valle che accettava la coabitazione con comunitร  manifestamente eretiche. Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Temendo unโ€™aperta rivolta cattolica, lo Strafgericht riprese a โ€œlavorareโ€ con ancor piรน vigore. La situazione divenne ancora piรน incandescente quando il governo centrale grigionese, nel frattempo tornato sotto lโ€™egida protestante, si impegnรฒ a costruire una chiesa protestante a Bianzone, poco distante da Tirano. La comunitร  cattolica considerรฒ la decisione come una chiara provocazione ed una banda di armati cattolici uccise, per rappresaglia, un giovane protestante di Tirano. Pochi giorni dopo, durante una predicazione nei pressi di Mello, il predicatore protestante Scipione Calandrino fu a sua volta ucciso da una banda armata di cattolici valtellinesi. Sempre negli stessi giorni, un gruppo di predicatori protestanti scampรฒ miracolosamente ad unโ€™imboscata cattolica nei pressi di Tresenda, che mirava ad eliminarli fisicamente. Come spesso accade, fu il timore di una vendetta a scatenare una strage preventiva. Temendo una vendetta dei protestanti della valle e dellโ€™onnipotente Tribunale Punitivo, alcuni notabili cattolici valtellinesi si riunirono nellโ€™estate del 1620 a Grosotto, nella casa del cavaliere cattolico Giacomo Robustelli, imparentato con i Planta di Coira e cominciarono ad ordire il piano per la liberazione della Valtellina e della Val Chiavenna dal giogo protestante dei Grigioni. Il Robustelli, ben introdotto a Milano, riuscรฌ a ottenere il segreto appoggio del governatore spagnolo Gomez Suarez de Figueroa y Cordoba e del potente cardinale Federico Borromeo, che assicurarono lโ€™appoggio delle armate cattoliche in caso di eventuale reazione grigionese alla rivolta. Fu il segnale che i cattolici valtellinesi attendevano per scatenare la loro vendetta. Si passรฒ dunque, nel luglio dello stesso anno a sondare la situazione nei vari settori della valle.
Potendo contare di soli quaranta armati nellโ€™intero Terziere di Sotto, che andava da Novate Mezzola fino a Traona e Morbegno, ed essendo Sondrio troppo presidiata dai Grigionesi e mancando, nel contado di Bormio, malcontento verso i protestanti, si decise di far partire lโ€™insurrezione dal Terziere di Sopra, in particolare da Tirano.

Durante la notte del 19 Luglio gli armati cattolici si riunirono in segreto nella casa del notabile Vincenzo Venosta, mentre alcuni giovani furono spediti per le vie del paese a controllare che nessuno si avvicinasse. Un altro distaccamento venne inviato presso la piccola localitร  di Piattamala, onde evitare che giungessero rinforzi dalla vicina Poschiavo. Poco prima dellโ€™alba una salva di quattro colpi di archibugio segnรฒ lโ€™inizio della vendetta cattolica. Le campane di Tirano cominciarono a suonare a martello e la popolazione si riversรฒ nelle strade allarmata dallโ€™accaduto. I giovani a presidio delle strade e gli uomini di Vincenzo Venosta si precipitarono dunque allโ€™eccidio di tutti i protestanti che incontrassero. Lo storico valtellinese Cesare Cantรน, vissuto oltre due secoli dopo ma assai ben documentato sulle fonti dellโ€™epoca, ci riporta attraverso le sue cronache, le tragiche immagini di quella notte. Gli insorti massacrarono i protestanti fin dentro le loro abitazioni, non fermandosi di fronte a nessuno, fossero uomini o donne, nobili o contadini. Il cancelliere protestante Lazzaroni, un convertito valtellinese, fuggรฌ nudo sui tetti, ma, additato da una donna cattolica, venne infilzato dagli insorti. Il pretore grigionese Giovanni da Capaul si appellรฒ alla misericordia degli insorti e questi lo uccisero, mentre il pretore di Teglio venne ucciso e gettato nellโ€™Adda. Il cancelliere Giovanandrea Cattaneo venne ucciso assieme a sua moglie cosรฌ come anche il vicario Salis. Il predicatore calvinista Basso venne decapitato e la sua testa fu issata su di una picca nel pulpito ove soleva predicare. Altri sessanta protestanti, tra cui tre donne, vennero passati a fil di spada. I loro bambini furono risparmiati, ma forzati a convertirsi al cattolicesimo. Robustelli si recรฒ invece a Brusio dove, fucilati trenta protestanti, appiccรฒ il fuoco allโ€™intero centro abitato.
Un messo degli insorti si diresse quindi a Teglio, onde informare i cattolici locali dellโ€™avvenuto esito positivo della rivolta. Anche Teglio dunque si sollevรฒ ed i protestanti, si rifugiarono in chiesa. Le porte della chiesa vennero immediatamente schiantate e lโ€™intera comunitร  protestante venne sgozzata a coltello dagli insorti. Diciannove calvinisti si rifugiarono nel campanile, che fu dato alle fiamme, trasformandosi in una torcia che li arse vivi. Bonomo deโ€™Bonomi, cattolico che osรฒ biasimare lโ€™eccidio, fu parimenti passato a fil di spada e stessa sorte toccรฒ alla quattordicenne Margherita Guicciardi, che tentรฒ disperatamente di difendere il padre dalla furia cattolica. Non andรฒ meglio alla monaca apostata Carla Beretta la quale, rifiutando abiurare il protestantesimo, venne arsa viva su di un rogo improvvisato e stessa fine fece il predicatore Andrea Parravicini da Caspano. Anna di Liba, trentacinquenne vicentina emigrata in valle col marito convertito al protestantesimo, e protestante lei stessa, dopo che fu ammazzato il marito venne squartata pubblicamente. Stessa sorte toccรฒ a Costanzina, una giovane convertita di Brescia che aveva poco tempo prima rifiutato le avances di un giovane cattolico, mentre i fratelli di Caterina Marlianici, sposata ad un protestante, fecero a pezzi il marito di fronte ai suoi occhi, salvo poi inviperirsi per il suo piangere e gettare nellโ€™Adda anche lei.


Nel frattempo, lโ€™insorto Giovanni Guicciardi, sollevava il paese di Ponte in Valtellina e la Val Malenco, guidando gli insorti direttamente contro Sondrio, ove risiedeva il Capitano di Valle dei Grigioni. Al governatore grigionese, seppur protestante, venne riconosciuto un atteggiamento equidistante, ed ottenne per sรฉ e la famiglia la possibilitร  di ritornare incolume nei Grigioni. Un gruppo di altri settanta protestanti, con la forza della disperazione, si aprรฌ un varco con le armi tra la folla cattolica e riuscรฌ, attraverso la Val Malenco ed il Passo del Muretto, a riparare in Engadina. Fatti salvi costoro, la comunitร  protestante di Sondrio, costituita da varie centinaia di persone, venne passata per le armi, mentre venti donne protestanti vennero annegate nellโ€™Adda al grido di โ€œViva la fede romana!โ€. Analoghi massacri avvennero negli stessi giorni a Campello e Berbenno.
Notizie dellโ€™accaduto intanto andavano diffondendosi e la ribellione divampรฒ anche nel Terziere di Sotto. A Morbegno si assistette ad una strage di calvinisti e vennero accesi diversi roghi sui quali finirono molti ex monaci e monache apostati del cattolicesimo.
Dopo quattro giorni di massacri lโ€™insurrezione della Valtellina era completata e le truppe dei Grigioni avevano abbandonato completamente la valle, che si ritrovava cosรฌ indipendente de facto.
Anche se per settimane gruppi di cattolici vagarono per gli alpeggi in cerca di profughi protestanti rifugiatisi nelle grotte, con lo scopo di eliminarli (cosa che avvenne in molte occasioni), il conto delle vittime protestanti durante i quattro giorni dellโ€™insurrezione ammontรฒ a piรน di seicento, tra uomini e donne.

Immediatamente la situazione politica si mise in moto e giร  pochi giorni dopo la Repubblica di Venezia, alleata dei Grigioni, evacuรฒ tutti i suoi cittadini dalla Valtellina ed inviรฒ distaccamenti di truppe a Edolo ed al passo dellโ€™Aprica per presidiare il confine. Per rappresaglia i protestanti dei Grigioni cominciarono ad aggredire i cattolici in tutto il territorio del Gotteshausbund e delle Dieci Giurisdizioni ed il predicatore protestante Jenatsch fece assaltare dai suoi la rocca engadinese di Rietberg, appartenente alla famiglia cattolica dei Planta e ne fece assassinare il capofamiglia Pompeo. Temendo dunque una vendetta da parte delle Tre Leghe anche in Valtellina, che andava invero preparandosi, Robustelli e gli insorti cominciarono a mandare insistenti richieste di aiuto al governatore di Milano, il quale perรฒ, pur elogiando la ribellione, decise per il momento di non intervenire con le sua truppe in Valtellina. La Lega Grigia, che comprendeva le romance valli del Reno, la val Lumnezia, la val Schons e lโ€™italofona val Mesolcina, era in massima parte cattolica e rifiutรฒ di prendere le armi contro i Valtellinesi che, seppur insorti, erano comunque fratelli di fede.Si adoperarono dunque alla vendetta i romanci del Gotteshausbund (la Lega della Casa di Dio), che comprendeva tutta lโ€™Engadina, la valle dellโ€™Albula, Coira e la Val Monastero, e la Lega delle Dieci Giurisdizioni, che aveva sotto il suo dominio le zone germanofone del nord dei Grigioni. Tremila uomini in armi vennero dunque spediti dai grigionesi in Valtellina per riprenderne possesso e ottenere vendetta.

Entrate dal Passo dello Spluga, comandati da Giovanni Guller ed Ulisse Salis, le truppe risparmiarono la Val Chiavenna, che non aveva preso parte allโ€™insurrezione, e dilagarono nel Terziere di Sotto, puntando poi su Sondrio, assieme a rinforzi giunti dallโ€™Engadina e scesi dalla Val Malenco. La capitale della Valtellina, sprovvista di mura, fu avvolta dal panico, e si svuotรฒ completamente. Gli abitanti, con lunghe file di carri e masserizie si rifugiarono ad Albosaggia, ove avrebbero potuto difendersi con piรน possibilitร  di salvarsi. Le monache del convento di San Lorenzo di Sondrio invece ripararono a Como attraverso una perigliosa marcia tra i monti guidate dallโ€™arciprete Giovanantonio Parravicini. Alcuni infermi di Sondrio, che non erano riusciti a fuggire, furono trucidati dai grigionesi e dai loro alleati Svizzeri, mentre numerose localitร  attorno a Sondrio vennero date alle fiamme dalle truppe protestanti. Il clamore che i raid anticattolici produssero a Milano fu vasto, ed il popolo, sobillato dal clero, entrรฒ in agitazione. Il timore di una spartizione della Valtellina tra Grigioni e Venezia fece il resto ed il governatore spagnolo decise di muoversi.
Suarez de Figueroa impose novecentomila lire di tassa straordinaria allโ€™intero milanese per approntare le truppe ed ottenne dalla corte di Madrid una dichiarazione che attestava la Valtellina sotto la protezione spagnola e stabiliva il dominio grigionese come incompatibile con la fede cattolica. Papa Pio V contribuรฌ con una donazione di ulteriori ottantamila scudi dโ€™oro. Fu la guerra. (continuaโ€ฆ)

Marco Malaguti

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Marco Malaguti

Marco Malaguti

Marco Malaguti (Bologna, 1988), appassionato di giornalismo, filosofia e civiltร  orientali, vivo, lavoro e studio a Bologna. Da oltre dieci anni collaboro con testate, blog e think tanks che raccontano la politica europea ed il panorama culturale attuale. Mi occupo prevalentemente di politica estera e dirigo il portale culturale Essenzialismi.it

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