Pochi sanno che la Svizzera, da sempre gelosa delle sue istituzioni repubblicane e della sua libertร , mantiene ancora istituzioni di stampo feudale, ormai scomparse da tempo nel resto dellโEuropa โcivilizzataโ. Una delle istituzioni che rappresenta un passato ancora vivo รจ, quasi ancora piรน del Cantone, il Patriziato. I Patriziati elvetici traggono origine dallโantichissima tradizione delle cosiddette Vicinie o โassemblee dei viciniโ. Tali istituzioni raggruppavano le famiglie originarie del luogo ove risiedevano, ed erano chiuse a nuovi arrivi da parte di stranieri, quandโanche connazionali. Lโistituzione della vicinia ebbe diffusione prevalentemente nellโItalia Settentrionale, in particolare nellโarea bresciana e della bergamasca, nella pianura emiliana, nel Trentino e nel Veneto Alpino (Cadore e Ampezzano) nella Lombardia Ticinese, nelle valli slavofone del goriziano e nel Friuli orientale. Non mancano inoltre testimonianze storiche delle Vicinie in Germania meridionale e nei cantoni germanofoni e ladini della Svizzera.
Le vicinie erano assemblee dove le famiglie originarie di un determinato luogo venivano a convegno onde discutere dellโamministrazione dei cosiddetti beni indivisi ossia tutti quei beni di importanza rilevante nella vita comunitaria che non dovevano cadere nelle mani di uno solo che potesse usarli a scopo di interesse con tassazioni esose, facendo cosรฌ peggiorare la vita di interi villaggi. I beni indivisi erano principalmente boschi, prati, pascoli, alpeggi e miniere, ma anche, generalmente, il mulino, la panetteria, lโosteria, il torchio e la segheria.
Chiunque conosca un poโ di regole di autosufficienza saprร benissimo quanto un pascolo, un prato ed un bosco possono essere utili allโagricoltore autosufficiente.
Oggi noi possiamo spesso sopperire, anche da autosufficienti, allโassenza di un bosco o di un pascolo, a quel tempo non era possibile, e ciรฒ puรฒ dare solo una vaga idea dellโimportanza della conservazione dei beni amministrati delle vicinie in mano alla comunitร , piuttosto che ad un signore, fosse esso ecclesiastico e โcivileโ.
Eโ importante sottolineare come lo status di โbene indivisoโ non fosse istituzionalizzato, quanto piuttosto basato su antichi accordi orali. La vicinia inoltre aveva potere giurisdizionale per quanto riguardava reati contro il bestiame dei contadini e dei pastori.
Organo portante della vicinia era lโAssemblea, โArengoโ o โGran Arengoโ nelle vicinie friulane, dove venivano discusse tutte le questioni riguardanti i beni indivisi e le prestazioni che le famiglie autoctone prestavano gratuitamente alla comunitร , come il mantenimento delle strade e dei ponti.
Le Assemblee, che si riunivano piรน volte allโanno, spesso, ma non sempre, erano riservate esclusivamente agli uomini di maggiore etร . Elemento comune delle assemblee vicinali era lโapertura con una messa o una breve preghiera, e il bando totale di armi e oggetti atti ad offendere, che dovevano rimanere allโesterno dello spazio assembleare. Mancare ad una assemblea vicinale, se non per motivi seri quali infermitร o avanzata anzianitร era spesso e volentieri considerato un disonore e il responsabile veniva multato, in quanto lโassenza era segno di negligenza verso i doveri comunitari. Compito della Vicinia era poi il mantenimento dei sacerdoti, ai quali era riservata una decima di beni tratti dai patrimoni indivisi. Nel suo evolversi nel tempo lโistituzione della vicinia vide consolidarsi cariche piรน o meno codificate, le quali, rigorosamente ad elezione, andavano a ricoprire compiti specifici onde snellire le procedure e lโattuazione delle decisioni prese in assemblea. I guardiani principali erano i consoli, eletti annualmente, sullโoperato dei quali vigilavano uno o piรน sindaci, mentre cariche meno note, ma non meno importanti erano i cosiddetti campari, sorta di guardiacaccia impiegati al controllo dei campi per la prevenzione di furti e altri reati connessi al mondo agricolo, ed i saltari, guardaboschi incaricati dalla Vicinia di vigilare sui boschi e sui pascoli, prevenendo il bracconaggio ed il pascolo abusivo degli armenti. Curiosa รจ anche la figura del contraddittore, figura istruita e incaricata di sostenere sempre e comunque un parere contrario a quello dei consoli, di modo da non permettere che i partecipanti meno istruiti potessero venire sedotti e portati a compiere azioni contro la comunitร dalla parlantina di consoli che avevano avuto maggiori possibilitร di istruzione. Tutte le attivitร che la Vicinia svolgeva per il bene comune erano finanziate attraverso un sistema fiscale parallelo a quello ufficiale, che prevedeva principalmente tasse da pagarsi al momento dello sfruttamento di un bene indiviso, per esempio al momento di far legna nel bosco comune.
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Non si conosce con esattezza il momento in cui il fenomeno delle Vicinie cominciรฒ a comparire nellโItalia settentrionale, ma รจ ipotizzabile siano nate nellโultimo secolo prima della caduta dellโImpero Romano dโOccidente come sostituto tangibile ad uno stato ormai inesistente e ad autoritร civili sempre piรน vicine al mondo militare che non a quello agricolo, usanze che poi andarono spesso sincretizzandosi, specialmente in Lombardia, con lโantica istituzione clanica longobarda della Fara. La prima menzione scritta di una vicinia risale allโanno 1018, in un documento dove si menziona la contesa dei pascoli del Monte Negrino tra gli abitanti della cittadina camuna di Bormo ed i bergamaschi della Val di Scalve, dove sono menzionati i โboni homines vicini de Burnoโ. Tutte le Vicinie dellโItalia Settentrionale mantennero sempre una selezione molto serrata, se non una chiusura totale, per quanto riguardava i nuovi membri da coinvolgere nellโamministrazione dei beni indivisi.
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Le vicinie consideravano membri effettivi solamente coloro che, figli di vicinali, avevano sposato un capofuoco (pater familias vicinale) o una giovane di famiglia vicinale. Lโacquisizione dello status di membro vicinale avveniva esclusivamente per via ereditaria. Erano esclusi tutti gli altri, fossero anchโessi nobili o ecclesiastici.
Fu solamente nel 1764 che una deliberazione della Serenissima costrinse le vicinie camune, cadorine e friulane ad applicare maglie piรน larghe per lโadesione di nuovi membri allโistituzione. Le porte delle vicinie furono aperte dunque anche ai cosiddetti foresti, a patto che risiedessero perรฒ da almeno cinquantโanni nel territorio dove ottenevano il seggio. Tale periodo fu poi ridotto successivamente a soli ventโanni, sempre da un serenissimo decreto. Fu solamente nel Canton Ticino che le Vicinie continuarono a mantenere i loro requisiti di adesione inalterati. Con lโarrivo di Napoleone le vicinie dellโItalia Settentrionale furono quasi tutte abolite, e vennero creati i comuni, che andarono a incamerare tutti i beni indivisi fino ad allora appartenuti agli abitanti autoctoni, divenendo cosรฌ uno strumento non piรน degli autoctoni al servizio, ma in posizione di forza, della comunitร , ma della comunitร al servizio dei residenti, quali essi siano. In Italia resistettero solamente leย partecipanze agrarieย dellโEmilia (Nonantola, San Giovanni in Persiceto, Cento e Pieve di Cento) e del Polesine, oltre a qualche sparuto caso in Piemonte; ma solamente nel Canton Ticino e nel resto della Svizzera, dovโerano note come Nachbargemeinden, benchรฉ anchโessi sotto occupazione napoleonica, le Vicinie non solo non vennero abolite, ma acquisendo semplicemente il nuovo nome di patriziati, denominazione che mantengono tuttโora, ma rimasero come reale istituzione presente sul territorio, capace di dialogare con cantoni ed autoritร militari. Superata indenne questa fase della storia, lโistituzione patriziale, diversa solo nominalmente dalle antiche Vicinie, continuรฒ ad attenersi ai compiti ai quali si applicava da secoli, mantenendo ancora i medesimi requisiti di adesione e ribadendo lโimportanza chiave degli autoctoni nella gestione di una comunitร , i cui beni chiave dovevano rimanere giocoforza in mano a coloro che da piรน tempo erano radicati in quelle terre. Lโistituzione del Patriziato รจ tutelata esplicitamente sia dalla Costituzione Federale Elvetica che dalle leggi cantonali ticinesi e si autoregolano in base a statuti che vincolano anche istituzioni parallele ai patriziati, quali le Corporazioni e le Degagne. Mentre lโistituzione napoleonica del comune non รจ citata, ma solo presunta dalla costituzione cantonale, il patriziato รจ garantito esplicitamente. Tale accorgimento sancisce una maggior protezione per lโistituzione patriziale, poichรฉ secondo le leggi elvetiche una modifica costituzionale รจ attuabile solamente attraverso un referendum popolare obbligatorio, mentre il comune puรฒ, in via teorica, essere soppresso in qualsiasi momento. Giร una ventina di anni fa, una proposta federale di accorpamento dei patriziati ai comuni trovรฒ una tenace resistenza in tutta la Svizzera, tanto che il disegno di legge fu ritirato ancora prima di passare a referendum. Il Patriziato inoltre gode di un diritto privilegiato di ricorso presso il Tribunale Federale contro ogni possibile ingerenza federale o cantonale nelle sue decisioni. Lo status di Patrizio oggi viene concesso non piรน in caso di matrimonio tra due famiglie patriziali, ma ne รจ bastevole una. Quando un non patrizio si viene a coniugare con un patrizio esso puรฒ a sua volta ottenerne lo status. Lo status di patrizio viene concesso immediatamente al figlio di un patrizio al momento della nascita. Se il nuovo membro รจ giร patrizio in un altro luogo decade automaticamente lo status di patrizio presso il domicilio precedente, evitando cosรฌ che si sviluppino โimperiโ motivati dallโinteresse. Lo status di patrizio puรฒ anche essere richiesto dimostrando di essere residenti in Ticino da almeno dieci anni ma questa eventualitร , per ammissione stessa dei patrizi โnon accade maiโ. I fini attuali dellโistituzione patriziale sono la cura dei beni al servizio della comunitร , tali beni sono ancora boschi, pascoli e campi e, in seguito allโabbandono di gran parte del settore agricolo nonchรฉ di diversi villaggi, la valorizzazione dellโantico patrimonio culturale del mondo contadino ticinese e piรน generalmente svizzero, opera che viene svolta attraverso ristrutturazioni e restauri di antichi mulini, cascinali e malghe, la creazione di musei patriziali, la gestione e il mantenimento di sentieri, nonchรฉ lo sfrondamento delle zone boschive e la pulizia del sottobosco. Nel solo Canton Ticino sono attivi ben 255 patriziati, che fanno sรฌ che il Patriziato ticinese sia di gran lunga il piรน cospicuo proprietario di terreni del cantone, superando di gran lunga lo stato federale e la Chiesa. Dei 140.000 ettari di bosco presenti in Ticino, ben 100.000 sono sottoposti alla giurisdizione dei patriziati locali. Regole molto severe impediscono che i terreni patriziali possano cambiare destinazione dโuso facilmente. Eโ vietato, per esempio, vendere il terreno del patriziato. Secondo le leggi federali un bosco patriziale non puรฒ diventare bosco privato e nel caso si intenda disboscare le leggi diventano ancor piรน severe in virtรน del fatto che le leggi federali svizzere sanciscono che la superficie boschiva elvetica possa aumentare, ma mai diminuire. Il patriziato che si dimostri incurante del bosco lasciandolo inselvatichire e nellโincuria per un periodo superiore ai 12 anni viene sanzionato dalle autoritร di Berna con la confisca del bene in questione. Il Patriziato restituisce alla comunitร i beni che ha in gestione mediante la concessione di servizi, spesso gratuiti, ma non sempre, quali per esempio il diritto di godimento dei beni boschivi. Un esempio di diritto di godimento รจ quello della legna da ardere, che viene distribuita a chi ne faccia richiesta. Tali diritti vengono esercitati per focolari ossia possono goderne gli uomini che vivono soli, le famiglie unite in matrimonio e le donne che anche da sposate mantengono il rango di patrizie. Tale norma impedisce che i beni del patriziato vengano monopolizzati da enti, in particolare aziende, che potrebbero usufruirne facendone lievitare il prezzo in modo da renderne inaccessibile la fruibilitร da parte della comunitร . Malgrado i requisiti necessari allโadesione ad un patriziato siano oggi piรน larghi, seppur comunque molto chiusi, di un tempo, รจ necessario sottolineare come simili istituzioni possano ancora esistere, ed avere un futuro, nonostante lโetichetta di โmedievalismoโ che qualcuno intende affibbiargli. Risulta davvero difficile non guardare con favore a simili strutture sociali, volte a privilegiare le reali famiglie autoctone di un territorio, rendendole depositarie esclusive di quei beni, quali i boschi ed i pascoli, che rendono realmente effettivo il possesso, da parte di un popolo, della sua terra. Il termine stesso โViciniaโ, indica quello che dovrebbe essere la base di un rapporto comunitario, ossia il privilegiare chi, per storia e radici, รจ vicino a noi, piuttosto che chi รจ lontano, ed il termine โpatriziatoโ indica chiaramente come sia un Onore ricoprire la carica di depositario dei millenari terreni e beni di una terra, il privilegio che comporta essere tra i veri autoctoni di quella terra, rendendosi conto che, tale privilegio pur garantendo beni che gli stranieri non possono godere, richieda anche altresรฌ numerosi sacrifici, compreso, aggiungiamo, quello di difendere fino allo stremo le terre ed i beni della comunitร di popolo.
Marco Malaguti
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